“Turandot”: dopo 15 anni il capolavoro di Puccini è tornato a impreziosire il Teatro Goldoni

Serata magica con il finale di Luciano Berio

Foto: Lorenzo Montanelli
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Pubblicato ore 12:00

  • articolo di Glauco Fallani
  • Foto: andreuccetti

LIVORNO – Grande serata di lirica ieri, 26 aprile, al Teatro Goldoni interamente dedicata a Giacomo Puccini.

Dopo ben quindici anni di assenza da Livorno, secondo un allestimento frutto della coproduzione tra la Fondazione Teatro Goldoni e il Festival Puccini di Torre del Lago, è tornata ad essere rappresentata “Turandot”, l’ultima opera del compositore lucchese in occasione del centenario della sua scomparsa avvenuta a Bruxelles il 29 novembre 1924.

L’importante produzione ha portato la firma di Daniele Abbado, regista attivo dal 1988 per teatro, lirica e video nei principali teatri e festival italiani e internazionali nonché figlio del grandissimo direttore Claudio Abbado. La rappresentazione verrà riproposta in replica domani, domenica 28 aprile, a partire dalle ore 16.

Il cast, che rimarrà identico per entrambe le recite, ha visto impegnati sul palco gli ottimi Anastasia Boldyreva che ha vestito con successo i panni della Principessa Turandot, Amadi Lagha in quelli del Principe ignoto (Calaf), Emanuela Sgarlata in Liù, Abramo Rosalen che ha interpretato Timur, mentre Paolo Ingrasciotta, Francesco Napoleoni e Marco Miglietta si sono rispettivamente distinti nei panni dei tre Ministri Ping, Pang e Pong; l’Imperatore Altoum ed il Principe di Persia sono stati interpretati da Rocco Sharkey. Infine Tomohiro Nomachi (un Mandarino) con Alessia Battini e Sara Fogagnolo (due Ancelle) hanno completato l’ottimo cast.

Occasione preziosa per il numerosissimo pubblico intervenuto è stata quella di ascoltare per la prima volta assoluta nella nostra città il moderno finale che Luciano Berio scrisse nel 2001 per sostituire quello “tradizionale” di Franco Alfano. Turandot, infatti, era rimasta incompiuta a seguito della morte del Maestro Puccini, tanto è vero che, se ben ricordo, quando Toscanini la diresse per la prima volta, la rappresentò senza finale voltandosi verso la platea sulla morte di Liù e dicendo al pubblico che l’opera terminava lì perché il Maestro non aveva potuto andare oltre in quanto aveva cessato di vivere.

Ottima scelta quella di usare la parte finale scritta da Luciano Berio, piena di moderne sonorità adattissime a mettere in rilievo ogni situazione descritta. Del resto per occuparsi di terminare quanto lasciato incompiuto dal Maestro Puccini nell’800 ci voleva un Maestro altrettanto bravo per il ‘900.

Degna di rilievo anche l’interpretazione musicale grazie all’Orchestra e al Coro del Teatro Goldoni dirette da Pietro Mianiti, uno dei più affermati direttori d’orchestra italiani, Maestro di grande esperienza nel repertorio lirico e sinfonico.

A fine spettacolo sul palco è comparso uno striscione con scritto: “Cessate il fuoco stop al genocidio” e una bandiera palestinese.

Turandot
di Giacomo Puccini
terzo atto completato da Luciano Berio
Coproduzione Fondazione Festival Pucciniano e Fondazione Teatro Goldoni
Maestro Pietro Mianiti
regia di Daniele Abbado ripresa da Emanuele Gamba
Orchestra del Teatro Goldoni
Maestro del Coro Maurizio Preziosi
Maestro del Coro di voci bianche del Teatro Goldoni Laura Brioli
Interpreti:
Anastasia Boldyreva (Principessa Turandot)
Amadi Lagha (Principe ignoto Calaf)
Emanuela Sgarlata (Liù)
Abramo Rosalen (Timur)
Paolo Ingrasciotta, Francesco Napoleoni e Marco Miglietta (i tre Ministri Ping, Pang e Pong)
Rocco Sharkey (Imperatore Altoum e Principe di Persia)
Tomohiro Nomachi (un Mandarino)
Alessia Battini e Sara Fogagnolo (due Ancelle)
scene Angelo Linzalata
costumi Giovanna Buzzi
coreografia Simona Bucci

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