Luca Guadagnino: vita, opere, film serie tv

Elogio a Luca Guadagnino, il regista che meglio di tutti racconta il tempo astorico dell'adolescenza

Dopo Call Me By Your Name, anche in WAWWA Guadagnino non smette d'indagare la resilienza dell'essere se stessi

rome, italy   january 24  italian director luca guadagnino attends chiamami col tuo nome call me by your name photocall at de russie hotel on january 24, 2018 in rome, italy  photo by franco origliagetty images
Franco OrigliaGetty Images

Cosa significa davvero essere giovani? Forse semplicemente questo: provocare restando se stessi; essere fedeli alla linea della propria anima - anche se non si conosce la meta finale alla quale conducono le proprie azioni (e provocazioni). Questo lo sa bene il regista Luca Guadagnino che a partire da Call Me By Your Name ha deciso cinematograficamente di instare nel tempo astorico dell'adolescenza e della giovinezza più in generale - nelle sue sospensioni temporali e nelle sue rivoluzioni identitaria. Anche nell'ultima serie che porta la sua firma WAWWA, in onda su Sky dal 9 ottobre e visibile anche in streaming su NOW TV, Guadagnino indaga in maniera delicata e necessaria tutta la forza degli adolescenti nell'aderire ai dettami emotivi di quello che sono; non ha caso il titolo è un'anagramma di We Are Who We Are (Siamo quello che siamo).

Call Me By Your Name (2017, Luca Guadagnino).
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Come già ci aveva già insegnato il maestro Bernardo Bertolucci in pellicole come The Dreamers, anche per Guadagnino la rivoluzione vera più che in piazza può farsi spazio tra le pieghe delle lenzuola; come quando Elio in Call Me By Your Name tenta di avvicinarsi al sesso sfogando il suo piacere su una pesca nella quale eiacula. Una libertà estrema di adesione al proprio desiderio che troviamo anche in Sarah; la protagonista del suo remake di Suspiria, interpretata da Dakota Johnson. Per Sarah l'importante è ballare tra quelle pareti specchiate; Berlino è spaccata in due da i gruppi terroristi e dal muro, ma la sua battaglia esistenziale, che fagocita al suo interno anche tutta quella emancipazione esoterica di cui è intriso il film, lei la combatte in prima linea con il suo corpo elettrico di danzatrice.

Suspiria (2018, Luca Guadagnino).
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Questo stesso spirito di resilienza verso la propria giovane identità è presentissimo anche in WAWWA - a partire proprio come sopra scritto dal titolo-anagramma della serie, che a questo proposito è quanto mai didascalico. Un tale spirito aspro si manifesta in maniera epidermica attraverso il personaggio di Fraser, il quattordicenne protagonista maschile, quando questi porta sempre il suo libro di William Burroughs con sé, quando appende nella sua stanza il poster di Blue Velvet di David Lynch o piuttosto quando ascolta Klaus Nomi; ma anche quando critica il fast-fashion e indossa solo t-shirt di designer raffinati - perché è consapevole come in tutti questi casi non ci sia niente di più profondo (e radicale) della superficie.

Luca Guadagnino con il cast sul set di WAWWA (2020)
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La resilienza è un qualcosa sì che nasce nell'adolescenza, maè un qualcosa che i veri artisti non perdono, anzi non possono proprio permettersi di perdere e se la portano dietro tutta la vita. "Penso che se fossi un teenager oggi sarei solitario e che leggerei molti libri. (...) Può un leopardo far sparire le sue macchie? Non credo proprio. La tua identità resta la tua identità. La tua natura rimane in fondo invariata. Più di quanto chiunque sia disposto ad ammettere."; così Guadagnino ha commentato in una recente intervista a The New York Times questo aspetto preminente dei suoi personaggi nella serie, che appare come nient'altro che un riflesso fictionalizzato della realtà di ciò che il regista da sempre è.


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