John Locke, liberalismo: definizione e caratteristiche | Studenti.it

Il liberalismo di Locke: definizione e caratteristiche

Storia, definizioni e caratteristiche della teoria filosofica del liberalismo, portata avanti da John Locke. Riassunto e spiegazione breve

Il liberalismo di Locke: definizione e caratteristiche
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IL LIBERALISMO DI LOCKE

John Locke
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John Locke è il fondatore del liberalismo, quella corrente secondo cui l’uomo cede allo Stato una parte della sua persona e della sua libertà e non tutto sé stesso, come vuole il totalitarismo, secondo cui lo Stato ha come compito primario quello di garantire i diritti fondamentali dell’ individuo i quali, secondo Locke, esistono già in natura.

L’uomo, per Locke, nasce libero per volontà di Dio, e si unisce ad altri suoi simili in società, non per paura e per salvaguardare la sua incolumità (Hobbes), ma per potenziare i diritti di cui gode già nello stato di natura, perché lo Stato ha la possibilità di tutelare meglio i suoi diritti attraverso le leggi (il fine della legge non è precludere o reprimere la libertà ma di conservarla ed ampliarla).

LOCKE E HOBBES

Nello Stato di natura l’uomo possiede tre diritti fondamentali: alla vita, alla libertà e alla proprietà. Entrando in società l’individuo cede allo Stato l’amministrazione della giustizia e della difesa della sua incolumità, ma non può cedere completamente i tre diritti naturali perché sono personali e inalienabili.

A differenza di Hobbes (pactum subiectionis), secondo cui il sovrano non sottoscrive alcun contratto con i sudditi, Locke prevede la stipulazione di un contratto tra i sudditi (pactum unionis); di conseguenza, il sovrano non è l’origine d’ogni legge e del diritto (Hobbes) ma esso stesso è soggetto alla legge ed al diritto.  Tant’è che anche dopo la costituzione di una società politica, il popolo conserva il diritto di difendersi contro gli stessi legislatori, allor quando essi manomettano la libertà e il bene dell’individuo.

IL CONTRATTO SOCIALE

L’autorità nasce dal contratto sociale. Non è dunque frutto di una discendenza dinastica, ma non è neppure un’abdicazione ai propri diritti: è semplicemente una delega con la quale i cittadini affidano la loro difesa ad un’autorità. Di conseguenza, questa sarà legittimata quando farà uso dei propri poteri per il benessere dei cittadini, sarà tirannica se cercherà il proprio interesse contrapponendolo a quello comune.

Locke è favorevole alla divisione dei poteri (legislativo, esecutivo, federativo) per evitare un eccessivo accentramento del potere.

Il liberalismo, più che un sistema di pensiero ben definito, è un atteggiamento intellettuale e morale che sottolinea con forza il valore positivo della libertà individuale, intesa non come mera applicazione di ogni autorità, ma come autonomia o capacità di obbedire a norme razionali che scaturiscono dall’intimo dell’uomo.

LIBERALISMO, COMUNISMO, FASCISMO

Il liberalismo si oppone al comunismo e al fascismo, affermando lo Stato democratico, rappresentativo, con la divisione dei poteri e l’affermazione della sovranità popolare.

Spesso il liberalismo si associa all’individualismo e si fa garante della difesa dei diritti individuali contro l’oppressione della collettività, soprattutto quelli di libertà, proprietà, vita, parola, di associazione.

In modo specifico, per liberalismo s’intende la prospettiva che difende Laissez faire (lasciate fare), ossia la manifestazione spontanea delle forze economiche, negando allo Stato l’autorità di intervento in materia legale.

Tuttavia, vari autori liberali hanno osservato che questo tipo di politica, praticamente senza vincoli, può generare gravi difficoltà sociali; inoltre, hanno riconosciuto allo Stato una funzione più ampia di quella veramente difensiva dando origine a varie forme di liberal-socialismo.

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