Esistono momenti che contano di più nella vita? - The Wom
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Peak-end theory: ecco perché ci sembra che alcuni momenti della vita contino di più

Frasi sul senso della vita
I momenti che contano di più nella vita sono i grandi eventi o le piccole esperienze quotidiane? Ecco una panoramica sul tema

Il libro della nostra vita si compone di tanti capitoli diversi che raccontano chi siamo, la nostra evoluzione, le nostre paure e tutto ciò che ha contribuito a farci crescere. Sfogliando mentalmente le pagine della nostra vita, spesso ci soffermiamo sui momenti che contano di più e che leghiamo, in particolar modo, ad eventi impattanti che hanno segnato in maniera diretta e forte la nostra esistenza.

Ma ci sono davvero dei momenti che contano di più nella vita? O siamo noi ad attribuire maggior valore a esperienze che non sono altro che l’apice di un percorso di crescita e cambiamento? Lo scopriamo subito!

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I momenti che contano "di più" nella vita

Uno dei più grandi poteri della nostra mente è quello di riuscire a visualizzare gli eventi. Quando cresciamo e pensiamo alla nostra vita passata è del tutto naturale visualizzare una serie di immagini più o meno nitide legate a esperienze in qualche modo simboliche. Alcuni esempi? Il primo giorno di scuola, i "no" dei nostri genitori, un viaggio speciale, la laurea, la prima cotta, il primo giorno di lavoro.

Si tratta di momenti che inevitabilmente hanno segnato la nostra vita e che contano moltissimo. Ma siamo sicure che i momenti che contano di più nella vita siano quelli che ricordiamo in maniera così nitida e non quelli che ci hanno accompagnato, passando in secondo piano, giorno dopo giorno, durante l’arco della nostra esistenza?

Piccoli gesti e grandi eventi

I piccoli gesti, le azioni quotidiane, gli insegnamenti di chi ci ha cresciuto, spesso non hanno un’immagine vivida nella nostra mente, ma hanno un impatto enorme sulla nostra crescita. I grandi eventi che ricordiamo e che posano le basi per un nuovo capitolo della nostra vita, non sono i soli ad aver contribuito a definire ciò che oggi siamo, anzi.

Sono proprio le attenzioni di ogni giorno, le parole dette al momento giusto, i consigli, l’educazione ricevuta, il sostegno, l’abbraccio dei nostri cari ad avere un impatto profondo su di noi e sul nostro benessere emotivo. Pensare che solo le esperienze simboliche di ognuno di noi possano rientrare a pieno titolo nei momenti che contano di più nella vita, vuol dire non dare il giusto valore alla complessità delle relazioni umane e delle situazioni che ci condizionano ogni giorno.

Il ruolo dell’emotività

Come abbiamo avuto modo di vedere, gli eventi che segnano un cambiamento diretto nella nostra vita vengono percepiti in maniera più intensa e profonda rispetto ad altre tipologie di esperienze passate in sordina. Perché avviene tutto questo? Il motivo sarebbe da ricercare nell’emotività.

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Psicologi e psicoterapeuti sono concordi nell’imputare all’emotività un ruolo di primo piano nella percezione delle esperienze vissute. La profondità e il significato che diamo a particolari eventi sarebbero da ricercare in particolari picchi emotivi provati all’inizio e alla fine dell’esperienza vissuta. Questo fenomeno ha un nome ben preciso: Peak-End Theory.

La Peak-End Theory

La complessità delle relazioni umane e delle esperienze che ognuno di noi vive quotidianamente è ricca di variabili, percezioni che mutano e valutazioni che evolvono nel tempo. Un ricordo a cui oggi tendiamo a dare molto peso, ieri non ne aveva altrettanto e viceversa. Si cambia, si cresce e ciò è inevitabile. Altrettanto inevitabile è avere a che fare, nel corso della crescita, con picchi emotivi che possono cambiare radicalmente la visione che abbiamo di un’esperienza vissuta in passato.

Questa visione è analizzata dalla Peak-End Theory, ovvero la teoria del picco-fine. In cosa consiste? In un pregiudizio cognitivo che avrebbe il potere di dare maggiore dignità e profondità a determinati eventi in base a picchi di emotività che abbiamo provato all’inizio e alla fine degli eventi stessi. Questo vale sia per gli eventi di cui abbiamo un ricordo positivo, sia per quelli di cui abbiamo un ricordo negativo. Spesso infatti ci facciamo condizionare da situazioni passate proprio perché ne siamo stati emotivamente così tanto coinvolti da aver avuto picchi che impattano su di noi ancora oggi.

La tecnica del savoring

Per dare valore a ogni momento della nostra vita, sia nel passato che nel presente e in prospettiva futura, può essere utile imparare la tecnica del savoring. Di cosa si tratta? Di un processo strutturato dagli psicologi Bryant e Veroff, che permetterebbe di assaporare con calma e tranquillità, ogni momento della nostra vita.

Imparare a godere delle piccole cose così come degli eventi più importanti, può aiutarci a dare valore anche a ciò che troppo spesso riteniamo di poco conto. In questo modo possiamo riuscire attivamente ad assaporare l’esperienza del piacere anche in quelle occasioni in cui non sembra così immediato poterlo fare. Rallentare per assaporare tutto questo dà la possibilità di concentrarsi sull’esperienza che si sta vivendo cogliendone i lati positivi e apprezzandola nella sua totalità.

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