Da sempre è uno dei maggiori ispiratori per i registi, più o meno giovani, ad esempio Woody Allen non ha mai fatto mistero della sua ammirazione verso di lui: parliamo di Ingmar Bergman. I film dell'autore sono capolavori esistenziali e, al tempo stesso, di ricerca formale. Con una scrittura delle sceneggiature rigorosa e letteraria, insieme a una grande attenzione nella composizione di ogni fotogramma, i film di Bergman rimarranno per sempre pilastri della cinematografia: doveroso, quindi, ripercorrere la carriera del regista attraverso i suoi titoli più importanti.

A proposito di Ingmar Bergman

Ormai è assodato, quando qualcuno pensa qualcosa a proposito di Ingmar Bergman, il riferimento va subito a Ingrid Bergman e si crea subito il grande fraintendimento: chiariamolo subito. Chi ha spostato Ingrid Bergman? Il regista svedese ha avuto una moglie di nome Ingrid che, da coniugata, prese il cognome Bergman, tuttavia non c'entrava niente con la celebre attrice. Ingmar Bergman e Ingrid Bergman non erano nemmeno parenti, cioè il cineasta e l'attrice: s'incrociarono brevemente durante le loro carriere, ma niente di più. Quanti figli ha avuto Ingrid Bergman? Se ci si riferisce alla moglie dell'autore, con lui nessuno. Ingmar Bergman e i suoi amori sono comunque decisamente numerosi: si è sposato cinque volte e ha avuto in tutto nove figli.

Nel 1943 sposa Else Fischer, ballerina e coreografa, con la quale ebbe una figlia, la futura scrittrice Lena Bergman. Nel 1944, entrambe si ammalarono di tisi e in quel periodo Bergman conobbe Ellen Lundström, anche lei ballerina, con la quale intraprese una relazione. Quando Ellen rimase incinta, decise di divorziare da Else e la sposò: i due ebbero quattro figli. Nel 1950 ottenne il divorzio da Ellen e la nuova fiamma, Gun Hagberg (una giornalista), nel mentre rimase incinta. Verso la fine degli anni cinquanta conobbe la pianista Käbi Laretei, che divenne la sua quarta moglie. Nel 1964 s'innamorò dell'attrice Liv Ullmann e dalla loro unione nacque la figlia Linn Ullmann. Bergman lasciò la precedente moglie e andò a vivere con Liv e la figlia. Bergman nel 1971 sposò Ingrid Kalebo von Rosen, colei che viene confusa con l'attrice Ingrid Bergman. Nel 1995 Ingrid morì e il regista andò in depressione: si ritirò nella sua piccola isola di Fårö, nel Mar Baltico, trovando un po' di conforto nel fatto che tutti i suoi figli erano diventati attori. Altre sue relazioni furono quelle con le attrici furono Harriet Andersson, Bibi Andersson e Ingrid Thulin.

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Liselotte Erben//Getty Images

Il cinema di Ingmar Bergman

Al centro di quello che è il cinema di Ingmar Bergman c'è l'indagine sui temi universali ed esistenziali. Le sceneggiature hanno la cura e lo spessore di vere opere letterarie, cui si coniuga un'incredibile forza espressiva nella realizzazione delle immagini. A chi pensa che per fare cinema servano per forza grossi capitali e spalle coperte, dovrebbe bastare l'esempio de Il settimo sigillo: il film viene elaborato a partire da una sceneggiatura teatrale, con dialoghi molto articolati, osteggiato dai produttori, alla fine viene realizzato quasi a costo zero. Oggi è uno dei primi esempi di grande cinematografia che si fanno a chiunque si approcci alla settima arte, come regista o semplice appassionato. Ogni parola è ponderata per Bergman, che non conosce fretta quando lavora ai suoi copioni. Piccola curiosità: cos'è nel titolo del film di Ingmar Bergman Il settimo sigillo? Si tratta dell'ultimo sigillo tra quelli che chiudono il libro di Dio, secondo il libro dell'Apocalisse di San Giovanni. I riferimenti biblici e religiosi sono molteplici nell'opera di Bergman, definito da alcuni come un "ateo religioso". Spesso l'accostamento alla spiritualità e alla bellezza terrena delle sue attrici crea un certo scandalo.

Film di Ingmar Bergman

Quali sono di Ingmar Bergman i migliori film? Molto difficile fare una cernita, anche se i suoi più grandi successi restano Il settimo sigillo, Il posto delle fragole, Scene da un matrimonio e Fanny e Alexander. Tuttavia la carriera di un cineasta come Ingmar Bergman è fatta anche di film d'esordio e altri più "di nicchia". Ad ogni modo, ecco un riassunto dei film di Ingmar Bergman imperdibili, quelli che hanno cambiato la storia del cinema e che ispirano tutt'oggi registi di diverse generazioni.

Spasimo Ingmar Bergman

Tra le prime opere da sceneggiatore dell'autore, Spasimo di Ingmar Bergman (1944) racconta la storia di un professore, soprannominato Caligola, severo e asfissiante con i suoi allievi. Stig Järrel, l'attore protagonista, appare truccato in modo da assomigliare a Himmler, il capo della Gestapo, del quale diventa una sorta di caricatura. Il film, interpretato come un attacco al nazismo, viene assai apprezzato. Bergman dichiara, ad ogni modo, di essere interessato alla figura di Hitler, almeno per quello che è in grado di suscitare.

Crisi Ingmar Bergman

Il filo conduttore del film Crisi di Ingmar Bergman, del 1946, è lo scontro generazionale nell'epoca del dopoguerra. La storia narrata parla di una ragazza che, dopo molte vicissitudini, ritrova la madre e sposa il giovane che da tempo è innamorato di lei.

Il settimo sigillo Ingmar Bergman

La celebre opera Il settimo sigillo di Ingmar Bergman viene terminata nel 1956: il soggetto arriva direttamente da una rappresentazione teatrale di Bergman, scritta nel 1954, per un saggio di recitazione degli allievi dell'Accademia Drammatica di Malmö, intitolata Pittura su legno. Quando la produzione accorda i finanziamenti per la trasposizione in film, il patto è che la lavorazione non duri oltre i trenta giorni. L'opera, molto cara al regista, finisce per essere girata con pochissimo budget e scarsi mezzi. Il film fortifica la popolarità del regista.

Il posto delle fragole Ingmar Bergman

Tra i film più celebri, Il posto delle fragole di Ingmar Bergman è l'opera che lo conduce al successo internazionale. Uscito nel 1958, con l'autore all'epoca molto impegnato anche da un punto di vista teatrale, vi si dedica comunque con abnegazione, tanto che alla fine delle riprese Bergman deve essere ricoverato per un esaurimento nervoso. Il film è una distaccata meditazione sulla vita e sulla morte, ottiene l'Orso d'oro al Festival di Berlino e il premio della critica al Festival di Venezia.

Come in uno specchio Ingmar Bergman

Alla fine degli anni '50, Ingmar Bergman viene interpellato per lavorare al Teatro reale svedese, nel mentre pensa alla realizzazione di un film ambientato su di un'isola: senza rimanere soddisfatto dalle Orcadi, si reca nel Baltico dove scopre la brulla e selvaggia isola di Fårö: il suo paesaggio ispira la cosiddetta trilogia del silenzio di Dio, di cui fa parte Come in uno specchio di Ingmar Bergman, presentato al Festival di Berlino del 1962. A proposito di Come uno specchio e la sua trama, la storia racconta di Karin, che dimessa dall'ospedale psichiatrico torna a casa, nella sua isola ma, restando emotivamente turbata, inizia ad avvertire che Dio le fa visita. Gli altri film della trilogia sono Luci d'inverno (1962) e Il silenzio (1963), che dà scandalo. Nel 2021 il film Sull'isola di Bergman rende omaggio a Fårö e, per certi versi, ai suoi personaggi.

Persona Ingmar Bergman

Persona di Ingmar Bergman, del 1966, è il primo film della cosiddetta tetralogia di Fårö, dove il regista si ritira e che trasforma in una sorta di "isola del cinema". Persona è l'opera dallo stile più sperimentale di Bergman: il magistrale bianco e nero di Sven Nykvist, l'uso del primo piano e le sequenze surreali rappresentano l'inconscio e l'essenza del cinema nel cinema, come nella scena della pellicola che brucia accartocciandosi su sé stessa.

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Liselotte Erben//Getty Images

Scene da un matrimonio Ingmar Bergman

Scene da un matrimonio di Ingmar Bergman nasce come una serie a episodi per la televisione, poi viene trasformato in un film nel 1973. Quasi come a chiudere un cerchio, l'opera sulla crisi di coppia di Ingmar Bergman Scene da un matrimonio nel 2021 torna a essere una serie TV streaming, nel remake con Jessica Chastain e Oscar Isaac.

Fanny e Alexander Ingmar Bergman

Si potrebbe dire che Fanny e Alexander di Ingmar Bergman, del 1982, rappresenti per il regista una sorta di addio alle scene, anche se non si tratta a tutti gli effetti del suo ultimo film, lo è per il grande schermo. Ritratto di Uppsala, città natale di Bergman, tra il 1907 e il 1909, l'opera per la TV e il cinema è uno dei capolavori più fortemente autobiografici dell'autore.