Recensione: “La libreria del tempo andato” di Amy Meyerson

La libreria del tempo andato

Amy Meyerson

Traduttore: A. Storti
Editore: Nord
Collana: Narrativa Nord
Anno edizione: 2019
Pagine: 368 p., Rilegato
EAN: 9788842930334

Recensione a cura di Monica Dal Cin

Delicato e toccante, «La libreria del tempo andato» è un inno alla forza dei legami familiari e al potere che hanno i libri di connetterci con le persone che amiamo. Perché spesso regalare un libro è un modo per confessare sentimenti che non riusciamo a esprimere a parole.

Miranda è cresciuta in mezzo ai libri. Letteralmente. Da bambina, infatti, passava ore e ore a vagare tra gli scaffali di una libreria, giocando alle cacce al tesoro letterarie che il proprietario, suo zio Billy, organizzava per lei. Grazie a lui, Miranda ha imparato ad amare quei mondi d’inchiostro racchiusi tra le pagine, il profumo inconfondibile della carta, il mosaico variopinto delle copertine. Un giorno, però, quando lei aveva dodici anni, la madre aveva all’improvviso tagliato i ponti col fratello e l’aveva portata via, lontano da lui e dalle sue avventure. Ma ecco che, sedici anni dopo, lo zio Billy muore, lasciando in eredità a Miranda la libreria. E non solo. Miranda riceve per posta una copia della «Tempesta», con un’unica frase sottolineata: “”Siedi: ora devi sapere di più””. Il messaggio è chiarissimo. È l’inizio di una nuova caccia al tesoro. L’una dopo l’altra, Miranda raccoglie le molliche di pane disseminate dallo zio, incamminandosi lungo un sentiero costellato di citazioni letterarie e segreti taciuti troppo a lungo. E, cercando tra le pagine dei romanzi che hanno segnato la sua giovinezza, Miranda non solo scoprirà la verità sullo zio e sulla loro separazione, ma si renderà conto che quella libreria è la sua casa e il suo destino…

La vita di Miranda, protagonista di questo libro, è sempre stata una caccia al tesoro. Nella libreria dello zio Billy, attraverso un labirinto fatto di mille storie, l’infanzia di Miranda è stata avventurosa, piena di stupore, speciale. I libri l’hanno accompagnata in mondi meravigliosi e hanno contribuito a rinsaldare il legame con lo zio. Poi, all’improvviso, la madre e lo zio si allontanano bruscamente e lei, tenuta all’oscuro dei motivi di tale rottura, si rassegna ad aver perso la persona che più amava dopo i suoi genitori. Miranda cresce, ha una vita serena ed appagante, ma lo zio Billy muore e le lascia come eredità la sua libreria, Inizia così una nuova caccia al tesoro, che stavolta la condurrà alla scoperta si sè stessa e dei segreti della sua famiglia. Le pagine dei libri diventano dunque indizi che condurranno Miranda attraverso il suo passato e le faranno capire che cosa vuole e di cosa ha veramente bisogno. Attraverso essi la protagonista comprende più a fondo  il rapporto che aveva instaurato con lo zio. Quest’ultimo, dopo sedici anni, ritorna nella sua vita, non grazie a degli incantesimi, ma con la magia dei suoi enigmi. Ogni frase, ogni paragrafo di un libro diventa anche un messaggio, che, alla fine, svela una verità inaspettata. Billy rivive e racconta il suo vissuto all’amata nipote, confessa il rimpianto che prova e chiede perdono per sè e per sua sorella.

L’autrice, con una scrittura semplice e scorrevole,  accompagna il lettore attraverso la caccia al tesoro e riesce a fargli provare la stessa eccitazione della protagonista. I sentimenti che affiorano da questa storia restano comunque delicati e sinceri; così, quando si arriva alla fine della lettura ci rimane dentro una sensazione piacevole, quasi di pace, come se il percorso di Miranda (ed il nostro) ci avesse portato all’unico epilogo possibile, come se ogni cosa fosse tornata al posto giusto. Sembra che la scrittrice ci voglia dire che il tempo può sistemare le discrepanze della vita e che solo riscoprendo le proprie origini, accettando la storia della propria famiglia, perdonando ciò che è stato, solo così possiamo trovare la strada per la felicità.

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