Un fantasma si aggira per le librerie italiane. Domina i passaparola tra le booktoker (le influencer di libri su TikTok), aleggia sottotraccia nella galassia editoriale. Eppure di lei (perché è una lei) si sa solo che è una giovane donna emiliana under 30 con studi in Giurisprudenza. E il nome, che è uno pseudonimo. Erin Doom, l’autrice più letta in Italia nel 2022, con 450.000 copie vendute del suo primo romanzo Fabbricante di lacrime (Magazzini Salani), è una perfetta sconosciuta. Qualcuno potrebbe obiettare: "E dov’è la novità?". In fondo siamo il paese di Elena Ferrante, alle scrittrici misteriose dovremmo essere abituati. Ma se l’autrice di L’amica geniale resta un'outsider della letteratura, Doom appartiene a un altro mondo, quello del genere romance, in cui nascondersi dietro a un nickname sembra una delle regole per avere successo.

Fabbricante di lacrime

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Doom, infatti, non è sola. Come lei, sempre più autrici, più o meno esordienti, scelgono di non rivelare la propria identità. Felicia Kingsley, una "decana": undici romanzi pubblicati da Newton Compton, tutti bestseller. Kira Shell, pure lei nella top ten con Kiss me like you love me, serie edita da Sperling & Kupfer. Carrie Leighton, che con Dannazione, ultimo della saga Better (Magazzini Salani) ha rubato a Niccolò Ammaniti il primo posto nella classifica settimanale di fine febbraio. E poi, A. J. Foster con la serie Strangely mine (Magazzini Salani), Christina Mikaelson, al suo debutto con La sindrome di Didone (Sperling & Kupfer), tanto per citarne alcune. Esibiscono pseudonimi anglofoni dall’allure internazionale e quasi sempre ambientano le loro trame negli States o, al limite, in Inghilterra, ma sono italianissime. Altri tratti in comune: l’appartenenza (tranne poche eccezioni) alla gen Z, una predilezione per gli studi giuridici, inizi su una piattaforma di scrittura condivisa come Wattpad e una grande passione per il romance, declinato in una sorprendente varietà di sottogeneri, dal dark allo spicy. Grazie a loro, la narrativa rosa è riuscita a intercettare i desideri delle nuove generazioni, ridando ossigeno all’editoria (il 2022 non è stato un grande anno, ma il romance è cresciuto dell’84 per cento). Eppure, lo fanno sotto mentite spoglie.

Let the game begin. Kiss me like you love me. Ediz. italiana (Vol. 1)

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La verità è che non ti odio abbastanza

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Più emule di E. L. James che eredi di Sveva Casati Modignani (o Liala), tanto per citare altri nom de plume, utilizzano i social con disinvoltura, ma rifuggono l’idea di metterci la faccia, scrivono per esprimere se stesse, ma difendono gelosamente la propria privacy, eppure non fanno che perpetuare una tradizione consolidata. "L’uso di pseudonimi non è certo una novità, vi hanno fatto ricorso scrittori di ogni genere", osserva Claire Sabatiè-Garat, agente letteraria e co-fondatrice di The Italian Literary Agency. "Se oggi è diventato più frequente è a causa dei social: le giovani autrici fanno palestra su Wattpad dove scrivono guidate dai feedback dei lettori, ed è normale adottare un nickname preferibilmente anglosassone. Quando poi arrivano alla pubblicazione, hanno già centinaia di migliaia di follower e cambiare nome sarebbe controproducente". Altro che solitudine creativa dello scrittore: dietro a una trama che appassiona spesso ci sono mesi, se non anni, di work in progress collettivo. Ma è un bene? "È semplicemente in linea con la contemporaneità", risponde Sabatiè-Garat. "I social hanno anche creato una contaminazione tra le diverse forme di espressione culturale, così l’adozione di un nome d’arte, frequente per esempio nel mondo della musica, diventa una scelta naturale anche in quello della scrittura".

Magazzini Salani Better. Dannazione

Better. Dannazione

Magazzini Salani Better. Dannazione

Magazzini Salani Strangely Mine. Stranamente mio. La saga Harrison

Strangely Mine. Stranamente mio. La saga Harrison

Magazzini Salani Strangely Mine. Stranamente mio. La saga Harrison

Che sia diventata una moda lo ammette anche Kira Shell, 29 anni, pugliese, laurea in Legge con 110 e lode, esordio su Wattpad nel 2017 con 6 milioni di letture, seguito da self publishing su Amazon nel 2019, quando nel giro di 3 settimane si è fatta notare da Sperling & Kupfer. "Dopo di me, tante autrici anche inconsapevolmente possono essere state portate a seguire l’onda: ti guardi intorno, vedi cosa funziona e replichi le stesse decisioni", dice. Quanto a lei, a spingerla è stata la riservatezza, ma anche una preoccupazione pratica ricorrente tra chi, oltre a scrivere, ha un altro lavoro. "Mi ero appena iscritta all’Ordine degli avvocati e non volevo avere problemi", spiega. "Poi ho scoperto che non c’era alcun conflitto, ma ho preferito continuare così per mantenere la privacy e tutelarmi da attacchi personali". Tra tanti fan, infatti, ci sono anche gli haters, che magari non accettano certe scelte in un romanzo. "Quando sei agli inizi, poi, non è facile passare di colpo da anonima studentessa a personaggio pubblico, hai bisogno di darti tempo, e celare l’identità aiuta", aggiunge Shell. E può anche essere fonte d’ispirazione. "Mantenere il mistero mi spinge a mettere l’anima in ciò che scrivo, a essere più incisiva. Non ho un volto, ma i lettori ricevono in ogni libro un pezzo di me. Questo vale di più della presenza fisica".

La Sindrome di Didone - Tracotanza

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La figlia oscura. Ediz. tie-in

La figlia oscura. Ediz. tie-in

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I romanzi di Shell appartengono al sottogenere dark romance, caratterizzato da personaggi problematici, situazioni trasgressive e una certa dose di eros. "Credo che il mio interesse per gli aspetti più tenebrosi derivi dalla mia formazione: c’è una correlazione inconscia", osserva la scrittrice, che nella sua vita parallela sta coltivando una carriera in ambito penale carcerario. Nonostante tutto, la mancanza degli abbracci delle lettrici si fa sentire. "In quattro anni non ho mai fatto un firmacopie e questo inizia a pesarmi. Prima o poi, per crescere dovrò abbattere questo muro, ma lo farò solo quando mi sentirò pronta".

Una sorta di compromesso l’ha raggiunto Felicia Kingsley: tempo fa la sua identità anagrafica, con cui esercita la professione di architetta, è stata resa pubblica, ma lei ha deciso di ignorare la cosa. Viceversa, non ha problemi a mostrare il volto. "Sono stati i giornali a decidere per me, ma io resto Felicia: il nome con cui firmo i miei romanzi ha per me un valore cui non rinuncio ed è così che voglio essere chiamata", tiene a sottolineare. A Palermo per il firmacopie del suo ultimo libro, Ti aspetto a Central Park, ambientato, guarda caso, nel mondo dell’editoria rosa, erano in 600. "Grazie ai social tutti gli autori, anche quelli che usano uno pseudonimo, possono raggiungere direttamente i propri lettori, e questo ha aiutato ad aprire maggiormente le porte al romance, perché gli editori, che si basano sulla ricettività del pubblico, non appena vedono che un genere ha successo, aumentano il catalogo. E sono anche cadute le barriere anagrafiche: oggi i giovanissimi sono più informati e non si accontentano dei romanzi young adult: sono attratti anche da quelli pensati per gli over 25".

Che il genere sentimentale, a differenza dei gialli o del fantasy, sia stato a lungo trattato con sufficienza dagli addetti ai lavori è un fatto. "L’editoria rosa è stata tenuta in un angolo sia come numeri di titoli pubblicati, sia come credito nel mondo letterario", sottolinea Simona Natale, co-fondatrice di Always Publishing, piccola casa editrice pugliese specializzata in romance, per mesi stabile in classifica con il fenomeno Dammi mille baci di Tillie Cole, un’autrice inglese, pubblicato nel 2018 e balzato nella top ten quattro anni dopo grazie a TikTok. "Tra tutti i social è quello che riesce a veicolare meglio il genere riproponendo anche vecchi titoli: di fatto ha riportato il rosa nelle case editrici e nelle librerie, da cui era stato emarginato da anni". I romanzi d’amore, però, non hanno mai smesso di essere popolari. "Per il pubblico ci sono sempre stati, solo che prima li trovavi solo online o nelle edicole, come gli Harmony".

Possibile che ci sia ancora questo pregiudizio dietro alla scelta di tante autrici di non rivelarsi? "È vero che nella vita quotidiana la donna che apprezza la letteratura rosa viene erroneamente considerata incapace di avere una vita sentimentale soddisfacente, e questo può pesare", riconosce Natale. Prima di lanciare la casa editrice con la socia Alessandra Friuli, era una book blogger. "Siamo una realtà tutta femminile, fiere di portare finalmente alla ribalta romanzi che parlano il linguaggio delle emozioni. Fino a poco tempo fa le ragazze che cercavano un romanzo d’amore in libreria erano guardate con sufficienza, ora hanno a disposizione pareti intere di scaffali pieni di novità e bestseller. Anche questo è un simbolo di inclusione".

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