Poirot sul Nilo - Agatha Christie - Recensioni di QLibri
 

Poirot sul Nilo Poirot sul Nilo

Poirot sul Nilo

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Sul lussuoso battello da crociera Karnak, in navigazione sul Nilo il destino ha riunito un eterogeneo gruppo di viaggiatori. Tra di essi la personalità dominante è senz'altro l'affascinante Linnet Ridgeway, la ragazza più ricca d'Inghilterra, abituata a essere sempre al centro dell'attenzione. Attorno a lei gravitano un fidanzato respinto e diversi accaniti ammiratori che se ne contendono i favori. In mezzo ai turisti c'è Poirot, una volta tanto in vacanza, ma anche questa volta il suo ozio è destinato a durare poco. A bordo del Karnak infatti, nel giro di poche ore si consumano ben due delitti e la tranquilla crociera si trasforma in una disperata caccia ad un assassino diabolicamente astuto.



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Poirot sul Nilo 2021-09-27 09:26:29 La Lettrice Raffinata
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La Lettrice Raffinata Opinione inserita da La Lettrice Raffinata    27 Settembre, 2021
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Un giallo parecchio rosa

Avendo molto apprezzato l'adattamento di "Assassinio sull'Orient Express" di Kenneth Branagh, ho pensato di recuperare anche questo romanzo prima dell'uscita del nuovo film, così da non rovinarmi la lettura di una storia di cui avrei già saputo l'epilogo; sì, sembra un ragionamento senza senso, ma personalmente preferisco scoprire una narrazione su carta e poi vedere l'adattamento più in relax: non dovendo seguire troppo lo sviluppo del mistero, posso concentrare la mia attenzione sui personaggi e sull'ambientazione. A lettura ultimata posso dire che, pur essendo ancora convintissima di voler vedere il film, non reputo "Poirot sul Nilo" uno tra i migliori titoli di Agatha Christie.
L'intreccio del romanzo è un classico della produzione christiana: un gruppo di benestanti sconosciuti si ritrova confinato in un luogo isolato dove si svolge un delitto all'apparenza impossibile, ma non per il brillante detective di turno. A cambiare un po' le carte in tavola è l'ambientazione (un nave da crociera sul Nilo, al posto della tipica magione inglese); una scelta che vorrebbe dare un tocco esotico alla storia senza però riuscirci del tutto, specialmente a causa del cast composto unicamente da europei ed americani e delle poche scene in locali esterni alla nave. Una variatio più interessante e positiva è invece quella di eliminare il classico elenco dei personaggi -con rispettivi ruoli- ad inizio volume, presentandoli invece nel primo capitolo, durante il quale vediamo anche in quali circostanze hanno deciso di partire per l'Egitto.
Questa lettura mi ha intrattenuta e divertita: il mistero è presentato bene e risolto in modo brillante e verosimile, gli indizi sono accessibili al lettore anche se non proprio facili da accostare perché oltre all'indagine principale sono presenti diversi altri intrecci secondari che ingarbugliano la vicenda, inoltre vediamo in scena parecchi personaggi molto sopra le righe, scritti appositamente per suscitare una risata. Riuscendoci perfettamente.
Pur avendo un cast di personaggi abbastanza stereotipati, per la maggior parte caratterizzati in modo superficiale, le relazioni tra loro sono solide e credibili, sia nel caso di quelle familiari che delle (molte!) romantiche. C'è infatti parecchio romance in un libro che di base è un mystery, ma non si tratta di un elemento casuale seppur potrebbe lasciare un po' stupiti coloro che si aspettato una narrazione indirizzata totalmente all'indagine sul delitto.
Purtroppo questo romanzo soffre di alcuni difetti, di contenuto ed edizione, che non mi permettono di collocarlo tra i miei preferiti dell'autrice. Il ritmo della narrazione è disomogeneo, con una prima metà molto lenta, in cui l'omicidio tarda ad avvenire nonostante sia palese chi sarà la vittima, ed una seconda parte decisamente troppo frenetica, al punto che un personaggio passa dal piangere il lutto di una persona cara al fidanzarsi con un semi-sconosciuto nell'arco di una mezza giornata. La risoluzione del crimine in sé poi mi ha ricordato molto un titolo precedente di Christie, lasciandomi in parte delusa per questo deficit di originalità.
Per quanto riguarda l'edizione, la mia risale solamente allo scorso anno ma a parte il cambio di cover e l'aumento di prezzo non penso di possa usare l'aggettivo "nuova": la traduzione è da rivedere, soprattutto per l'inserimento di alcuni termini utilizzati forse negli anni Trenta ma assolutamente fuori luogo ai giorni nostri, mentre prefazione e postfazione non invogliano per nulla all'acquisto e sono parimenti datate nei contenuti.

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Poirot sul Nilo 2020-10-21 16:32:32 Rollo Tommasi
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Rollo Tommasi Opinione inserita da Rollo Tommasi    21 Ottobre, 2020
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L'amore terribile

“L’amore può essere una cosa terribile!”
“Proprio per questo buona parte delle grandi storie d’amore sono tragedie.”

Linnet Ridgeway è giovane, di cervello fine, erede di un solido patrimonio familiare e, più d’ogni altra cosa, è una donna bellissima. In quell’angolo d’Egitto – crocevia degli itinerari turistici – Linnet potrebbe essere la dea-Sole (se solo quella divinità dell’antico Egitto fosse stata impersonata da una figura femminile, e non dal dio Ra).
Sul Karnak che ridiscende il fiume Nilo, Linnet è in luna di miele con Simon Doyle. Ma su quel battello, indesiderata, c’è anche Jacqueline de Bellefort, tempo fa la migliore amica di Linnet… tempo fa, appunto: fino all’infausto giorno in cui ha deciso di presentare all’amica il suo fidanzato, Simon Doyle, perché potesse trovare lavoro nell’impero finanziario della famiglia Ridgeway. Per l’infelicità di Jacqueline, le cose sono andate diversamente.
Tante altre, però, sono le persone che viaggiano sul Karnak, e non tutte sono ciò che sembrano: non è un caso che su quel battello viaggi anche il colonnello Race, in cerca di un uomo molto pericoloso sfuggito varie volte alle forze di polizia.
E’ un caso, invece, che sul Karnak ci sia anche un omino belga, il cui nome è Hercule Poirot: la sua intenzione sarebbe di godersi una vacanza… ma, senza scendere dal lussuoso battello, si troverà ben presto a nuotare in acque a lui familiari.

“Poirot sul Nilo” è uno dei libri più noti e “fotogenici” della Christie. Non a caso conta tre trasposizioni cinematografiche: l’ultima è di quest’anno, con Kenneth Branagh nel ruolo del celebre detective; nel 2004, quando Poirot è Albert Finney, Linnet Ridgeway è interpretata da Emily Blunt; nel 1978, con il simpatico Poirot di Peter Ustinov ci sono Mia Farrow, David Niven, Angela Lansbury e, addirittura, Bette Davis.
Il merito principale del libro è nella caratterizzazione delle protagoniste femminili, due donne accuratamente provviste di una forza eguale e contraria (non a caso, ad un certo punto del libro, vengono definite come il “sole” e la “luna”). Se è vero che una Christie quantomai incendiaria dispone la lunga prima parte del libro come una miccia, la successiva ambientazione nell’assolato Egitto finisce per esserne l’ultimo tratto, perfetto per la deflagrazione del “triangolo” (l’assassinio di una delle due rivali). E tuttavia, proprio da quel momento la vicenda diventa anche qualcosa d’altro: sotto traccia – deve allora osservare il lettore – l’autrice ha già alimentato la “sfida” predisponendo una diversa serie di piste, ciascuna delle quali potrebbe spiegare l’assassinio senza ricorrere all’insondabilità della gelosia (d’altronde non è stato l’ “Otello” già scritto?).
In definitiva non un giallo tecnicamente perfetto, ma una storia “magnetica”, dove la prevalenza del fascino sulla geometria è profondamente voluta.
Fino a che punto, chiedete? Per scansare lo spoiler basterà dire che non ci troviamo precisamente dalle parti di eros e thanatos, ma nemmeno ne siamo tanto lontani: come da citazione iniziale, amore e tragedia giocano la loro parte.

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Poirot sul Nilo 2020-09-24 07:38:13 Bruno Izzo
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Bruno Izzo Opinione inserita da Bruno Izzo    24 Settembre, 2020
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Camera vista fiume

Questo è tra i più belli, o forse solo tra i meglio architettati, romanzi gialli di Agatha Christie, noto anche a chi non gradisce il genere, per le varie e fortunate trasposizioni cinematografiche che ne sono state tratte.
Direi che è un romanzo ben scritto, e soprattutto molto ben descrittivo; il lettore, nel mentre è sedotto dalla trama, gustandosela dopo essersi sistemato per bene nella sua poltrona preferita, ricade con irrisoria facilità nella magia creata ad arte dalla scrittrice, si incanta per la storia, addirittura sembra patire un caldo soffocante durante la pur scorrevole lettura.
Talora senza neppure accorgersene solleva una mano quasi a schermarsi gli occhi dal riverbero accecante del sole sulla sabbia, avverte distrattamente, senza minimamente soffermarsi sulla stranezza, lo sciabordio delle acque del dio Nilo sullo scafo/poltrona, cincischia sopra pensiero tra le mani le pagine del libro che sta leggendo, avvertendo la ruvida consistenza degli antichi papiri vergati dagli scriba con i geroglifici, anziché la più liscia e flessibile carta tipografica, in definitiva resta ammaliato dal fascino delle antiche rovine e delle Piramidi del misterioso Egitto.
Il tutto giusto per intenderci: riuscire ad ottenere un effetto simile, è privilegio di pochi scrittori.
Ci riesce chi sa ben ”sentire” i luoghi e le atmosfere, sa evocarli perfettamente, riportandole fedelmente e con verosimiglianza in una pagina scritta, facendone racconto.
Se poi questo raccontare si tramuta in una storia intrigante e ben costruita, estremamente logica a ragion veduta, il tutto dà conto e ragione della ben meritata abilità della scrittrice e della fama conseguente. Agatha Christie non è una giallista, è una brava scrittrice che racconta di gialli.
La Christie in questo romanzo non si inventa niente, i luoghi e le atmosfere che ha riportati li conosceva, li ha visitati per davvero e ne ha avuto pieno sentore e percezione, sapeva perfettamente di cosa stesse scrivendo.
Aveva per davvero visitato quei paesi, si era concessa un lungo tour nei siti d’eccellenza per l’archeologia dei tempi, tant’è che le sue impressioni del posto non si esaurirono solo in questo libro, ma in una trilogia, di cui questo romanzo è il meglio riuscito.
C’è di più, probabilmente la Christie intraprese questo viaggio di piacere a seguito di una qualche delusione amorosa, insomma desiderava distrarsi, non pensare ai suoi dolori di cuore, ai suoi affetti infranti e alle sue aspettative sentimentali andate deluse, di cui neanche sappiamo molto, in verità.
Era una donna molto riservata, intrisa di pudore e ritrosia ad estrinsecare i suoi sentimenti, che la condussero ad un certo punto della sua vita anche ad una improvvisa, quanto misteriosa, sparizione o fuga, mai completamente chiarita fino in fondo.
Come risultato, questo è forse il più romantico e sentimentale dei libri di Agatha Christie, ogni scrittore infonde sempre parte di sé in quello che scrive.
Certo è un giallo, un mistero, quanto mai appropriato essendo ambientato nella patria della sfinge e dei suoi enigmi, ma è a modo suo anche una storia d’amore, in cui la scrittrice ha dato prova ancora una volta del suo innato talento per creare intrecci affascinanti e complicati insieme, aggiungendovi stavolta una sua personale tristezza interiore.
Ne è venuta fuori una bella e struggente vicenda d’amore, triste per l’esordio, spiacevole nel decorso, tragica nell’epilogo, ma intensa, sofferta, vissuta, disperata.
La disperazione è un maleficio, complotta e intriga ma per quanto si industria devia sempre verso il male, perciò l’epilogo è scontato, e però stavolta il finale a sorpresa lascia ancora di più l’amaro in bocca. Perché l’amore, per definizione, non si può mai accompagnare al male, se lo fa degenera.
Specialmente i più deboli soccombono quando infine cedono, cadono le loro presuntuose certezze, e giunge il momento in cui nemmeno il più forte tra i due di una coppia amorosa può porvi rimedio.
L’amore non è un alibi per giustificare il male, nel suo nome non si sfida impunemente la sorte, convinti di farla franca solo perché è amore, sarebbe come lanciare in aria una moneta fidando che cada sempre dalla parte giusta.
La scelta migliore è invece di non lanciarla affatto la moneta, la probabilità che cada secondo il verso desiderato è aleatoria, effimera, illogica.
Hercule Poirot in virtù della sua logica stringata lo sa perfettamente, e lo afferma chiaramente, c’è sempre una alternativa al male, serve impegnarsi, riconsiderarsi, e scegliere la cosa giusta da fare, la più logica, si può sempre tornare indietro, resettare il tutto, se solo si vuole evitare il male.
Ma bisogna volerlo davvero.
L’amore purtroppo, si sa, per definizione rende ciechi, sordi…anche presuntuosi, convinti di farla franca.
Una storia insolita, quindi, dato il genere in cui la nostra eccelle, normalmente indulge su altri sentimenti dell’animo umano, quelli più abietti, e perciò forieri di caos, di disordine, il che porta il bravo Hercule Poirot ad intervenire per riportare ordine, per rimettere insieme il quadro degli avvenimenti nell’unico modo possibile, ricostruendolo ab initio, nell’esatto corso cronologico di come si sono succeduti i fatti.
Alla fine, rimettendo in situ i singoli quadrati che costituiscono l’arazzo finale, l’immagine risultante è l’unica possibile, ed inchioda il colpevole alle sue responsabilità.
Al principio del romanzo, ma molto di più nella parte finale, abbiamo detto che si legge tra le righe il prevalere di questa novità, questo indulgere sui tormenti d’amore, probabilmente dettati dal vissuto personale dell’autrice, e questo mai più si ripresenterà con pari evidenza in altri lavori della scrittrice.
Tuttavia, la Signora è una Regina del genere, ed il banco di prova degli autori di romanzi polizieschi è il classico “enigma della camera chiusa”, il giallo cioè dove tutti i personaggi sono giocoforza costretti in un ambiente ristretto, una camera appunto, per cui inevitabilmente il colpevole è uno dei rinchiusi, non può essere altrimenti.
Paradossalmente questo rende tutto più difficile.
Quindi, un certo prevalere di sentimentalismo e struggenti sensazioni lo notiamo ma…sempre della Signora del Giallo stiamo parlando.
Agatha Christie sa perfettamente che quello che contraddistingue l’umanità, è la sua diversità.
Ognuno è a sé stante, e talora qualcuno non dice di essere quello che in effetti è.
Ciascuno ha un proprio vissuto, spesso ignoto agli altri, a volte celato, se non riservato, qualcuno ha anche scheletri negli armadi e fantasmi nei cassetti, per cui i capì di vestiario, stole, sciarpe e quanto altro sono riversati fuori in bella vista, è facile dimenticarli in giro. Per altri usi casuali, ma logici.
Detto questo, la nostra è una Regina, non può limitarsi ad una misera stanza angusta, fa le cose in grande, un treno in corsa nelle tormente di neve, per esempio, o addirittura un’intera isola deserta, o ancora, come in questo caso, un battello in tour sul Nilo.
Con tanto di camera vista fiume, che ospita una coppia di neosposi in viaggio di nozze, belli, giovani, ricchi, felici e contenti.
Buon per loro…se non fosse imbarcata sullo stesso battello una novella stalker dell’epoca, comune conoscenza dei due, con il dente avvelenato nei confronti della coppia, per la solita storia da melodramma, il triangolo della gelosia, lui lei l’altra.
Quindi gli spot sono orientati sul trio…ma non è così semplice e banale, qui ricordiamolo è una Regina che scrive. Mentre il battello scorre placido sul Nilo, il Male ordisce e attua i suoi piani: prima ne fa le spese il neosposo, per fortuna solo ferito, poi avviene un omicidio, poi un secondo, poi un terzo, tutti slegati tra di loro, quasi casuali e improvvisi, se non fosse che il male è consequenziale, un delitto tira l’altro.
Il male miete vittime una diversa dall’altra, neanche lontanamente collegate tra di loro, quasi fossero vittime casuali di un folle di turno. Che folle non è, ha una logica distorta, ma ha una logica.
L’indagine quindi si presenta subito difficile: a parte i tre del triangolo amoroso in continuo litigio tra loro, nessuno degli altri passeggeri ha un alibi, e non basta, molti di loro mentono, non sono quelli che asseriscono di essere, o meglio, si sono imbarcati per ben altri motivi che non fossero un giro turistico.
Forse il solo che è davvero a bordo per mero divertimento è il personaggio principe dei romanzi di Agatha Christie, l’ineffabile, trionfo e vanesio Hercule Poirot, investigatore belga.
Un ometto tranquillo, forse anche ridicolo, ma un investigatore in gamba.
Poirot mette all’opera le sue piccole amiche, come chiama le sue capacità intellettive, e con logica, acume, realismo, ricostruisce i fatti, il prequel dello scatenarsi del Male.
L’epilogo credo gli dispiaccia.
Lui si limita a riportare ordine nel caos generato da un delitto, che altro non è che una logica distorta che Poirot raddrizza quasi fosse un quadro sbilenco sulla parete, ma il suo compito termina allora, risana la dissonanza nel vivere civile, ma non interviene nel caos del tragico finale.
E potrebbe farlo anche stavolta, è intelligente e intuitivo, potrebbe intervenire, ma non lo fa.
Perché Poirot è un uomo di legge e giustizia, ma non un giudice.
Lascia che le cose vadano come devono andare, per libero arbitrio, lascia che a giudicare sia il caos stesso. Perché vedete, anche gli investigatori belgi piccoli e vanesi hanno un cuore, sanno quanto l’amore può farti soffrire, e sbagliare.
Lo sanno anche le brave scrittrici inglesi.

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Poirot sul Nilo 2016-08-05 09:15:28 Cathy
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Cathy Opinione inserita da Cathy    05 Agosto, 2016
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Il giallo si tinge di rosa

Tre delitti rompono uno dopo l’altro la quiete e la serenità di una crociera lungo il Nilo sul lussuoso battello “Karnak”. Una quiete e una serenità solo apparenti, perché il ristretto gruppo di turisti in viaggio sul “Karnak” è attraversato da tensioni e rancori che fin dal principio minacciano di sfociare in tragedia, a cominciare dal triangolo amoroso che occupa il centro della trama e che coinvolge la giovane, bella, ricchissima ereditiera Linnet Doyle, suo marito Simon e la focosa Jacqueline de Bellefort, ex migliore amica di Linnet ed ex promessa sposa dello squattrinato Simon, da lui abbandonata in favore di Linnet poco prima delle nozze e decisa a seguire ovunque la coppia in luna di miele per vendicare il torto subìto. E non è tutto: fra intrighi internazionali, furti di gioielli e problemi di alcolismo, gli altri passeggeri nascondono segreti per proteggere i quali sarebbero forse disposti perfino ad uccidere.
Tuttavia il caso ha voluto che Hercule Poirot decidesse di trascorrere una vacanza proprio in Egitto e di imbarcarsi sul “Karnak”: la vacanza del celebre investigatore si trasforma così in una caccia difficile ad un assassino spietato, straordinariamente intelligente e disposto a tutto per riuscire a cavarsela.
Pubblicato per la prima volta nel 1936, insieme a "La domatrice" e "Non c’è più scampo" "Poirot sul Nilo" fa parte della così detta “trilogia esotica” della Christie, una serie di romanzi ambientati oltre i confini dell’Europa, nei luoghi che la scrittrice visitò con il marito archeologo. Il consueto meccanismo del “giallo classico perfetto” – un piccolo gruppo di personaggi intrappolati in un “luogo chiuso” (un battello da crociera in navigazione, il vagone-letto di un treno bloccato dalla neve, una villa sperduta nella campagna inglese) e tutti potenzialmente sospettabili – è arricchito dal fascino tutto particolare dell’Egitto, con i suoi templi, le sue rovine e i nomi esotici di luoghi e città, e vivacizzato da un insolito proliferare di vicende amorose che si moltiplicano intorno al triangolo principale, un fenomeno non molto frequente nei romanzi di Agatha Christie. Il giallo, dunque, si tinge di rosa e chissà che il mistero dell’assassino del “Karnak” non si nasconda proprio dietro un’appassionata e tormentata storia d’amore… Buona navigazione!

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Altri romanzi di Agatha Christie.
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Poirot sul Nilo 2014-11-12 16:40:57 MrsRiso13
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MrsRiso13 Opinione inserita da MrsRiso13    12 Novembre, 2014
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Vacanza con il morto

Il delitto in un luogo chiuso con un numero definito di persone tra cui individuare il colpevole è uno dei cliché preferiti della Christie. Al lettore viene subito dimostrata la capacità di costruire una trama avvincente e cosa più importante, convincente, là dove tutto è apparentemente banale, scontato in una parola: ovvio.
Assassino sul Nilo è un giallo classico, ben costruito con personaggi tratteggiati chiaramente fin dalle prime pagine. Ogni attore viene esposto senza trucchi e si arrichisce passo dopo passo di dettagli riguardanti il suo passato o, talvolta, il futuro che ben si armonizzano con la descrizione iniziale senza stravolgimenti o cambiamenti. Tra tutti svetta l'insuperabile investigatore belga, Hercule Poirot, che stavolta ha portato in vacanza le sue celluline grigie e le sfrutta per risolvere il caso. Le persone sono più importanti dei luoghi, le descrizioni delle prime superano di gran lunga quelle dei secondi. La rappresentazione delle ambientazioni è limitata a mere indicazioni ai fini polizieschi. Rare sono le delineazioni delle scene al fine di arricchire la trama o fornire un quadro descrittivo dell'ambiente circostante per ampliare la visione del lettore. Ciò che non è rilevante per l'omicidio e per la scoperta del colpevole viene omesso. Se da una parte questo modo di scrivere impoverisce un po' il romanzo dall'altro agevola la narrazione permettendo al giallo di dipanarsi senza difficoltà e di rimanere il fulcro del libro privo di storie parallele. L'attenzione sull'omicidio e sulla corsa alla scoperta dell'assassino, principalmente intesa come investigazione attraverso le idee di Poirot, sono il romanzo. Niente divagazioni. Niente fronzoli.
Si ritrovano all'interno del libro citazioni e richiami a "Assassinio sull'Orient Express", parole espresse attraverso la bocca di Hercule, che cita analogie tra i due casi. Simpatiche ed eleganti somigliano a una sorta di primordiale pubblicità occulta, un specie di promozione del proprio lavoro ma anche un sottile fil rouge tra le due opere.
Un classico adatto a tutte le stagioni!

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Christie e adora i classici della letteratura gialla.
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Poirot sul Nilo 2014-04-29 12:21:47 LolloP
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LolloP Opinione inserita da LolloP    29 Aprile, 2014
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La Christie coglie sempre nel segno

" Poirot sul Nilo" ( o " Assassinio sul Nilo" a seconda dell'edizione acquistata) è uno delle pietre miliari della letteratura gialla contemporanea e uno delle opere più piacevoli di Agatha Christie.
Ricorrono tutti gli elementi più tipici dello stile di questa grande e prolifica autrice: un vasto numero di personaggi accuratamente caratterizzati e dal passato misterioso, una ambientazione quantomai realistica e accattivante quale un battello che si sposta placido sulle assolate acque del Nilo, una serie di assassini ben congegnati e un fantastico Poirot pronto a mettere le proprie implacabili " cellule grigie" al servizio della giustizia.
Il mix che ne risulta è poi condito dallo stile schietto e deciso della Christie che accompagna il lettore verso il colpo di scena finale.
Chi ha ucciso la ricchissima ereditiera Linnet Ridgeway? Quale mistero nasconde il suo sposo? Chi sono gli altri membri della crociera? Semplici passeggeri in cerca di svago o astuti criminali? Una cosa è certa: su quel battello nessuno è al sicuro.
E' impossibile non lasciarsi catturare dalle desiderio di investigare assieme al celebre detective belga, cercando di individuare la pista più plausibile tra le tante sapientemente architettate.
La Christie si riconferma sempre come la più valida ed imbattuta autrice del genere.

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A chiunque voglia una gustosa lettura d'evasione dal tono.... giallo!
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