Katharine Gun

Katharine Gun è una traduttrice ed esperta linguista britannica, balzata all’attenzione dei media in seguito a una fuga di informazioni da lei causata, che metteva in evidenza un accordo tra Regno Unito e Stati Uniti per spingere verso l’invasione dell’Iraq (2003) anche in assenza di prove concrete dell’esistenza di armi di distruzione di massa.

Istruzione e carriera lavorativa

Katharine Teresa Harwood nasce nel 1974 da Paul and Jan Harwood. Paul Harwood, dopo aver studiato cinese presso l’università di Durham, decide di proseguire gli studi a Taiwan, dove si trasferisce con la famiglia. Lì poi inizia a insegnare presso la Tunghai University di Taichung, sempre a Taiwan. Katharine trascorre quindi l’infanzia a Taiwan, fino a che, a sedici anni, decide di rientrare nel Regno Unito per diplomarsi in un liceo privato di Eastbourne. Seguendo poi le impronte del padre, si iscrive a sua volta all’università di Durham, dove studia cinese e giapponese. 

Dopo essersi laureata con voti considerevoli, trova il suo primo lavoro come assistente di un insegnante di inglese nel programma JET a Hiroshima, in Giappone. Il programma JET (Japan Exchange and Teaching Programme) era un programma lanciato dal governo giapponese per attirare insegnanti madrelingua inglese nel sistema scolastico giapponese, per promuoverne l’internazionalizzazione. Katharine rimane in Giappone fino al 1999, anno in cui lascia il programma per tornare in Inghilterra. Ma è difficile trovare lavoro per una linguista: dopo essersi barcamenata con una serie di lavori temporanei, Katharine viene attirata da un annuncio su un giornale e, senza effettivamente sapere di quale azienda si tratti, decide di candidarsi per quel posto di lavoro.

Il lavoro al GCHQ

È il 2001 quando Katharine viene assunta presso il GCHQ, Government Communications Headquarters, un dipartimento dell’intelligence del Regno Unito che ha il compito di raccogliere e verificare informazioni prima di passarle al governo e alle forze armate. Il suo compito è tradurre le informazioni captate dal cinese mandarino all’inglese. Nel frattempo, nel 2003, la donna si sposa con Yaşar Gün, di origini turche-curde.

In quello stesso anno, sul lavoro legge un’e-mail che la sconvolge: un tale Frank Koza, capo del dipartimento di intelligence dell’NSA, richiede al Regno Unito di aiutare gli Stati Uniti a trovare informazioni per fare pressioni su sei Nazioni del comitato delle Nazioni Unite (Angola, Bulgaria, Camerun, Cile, Guinea e Pakistan) affinché approvino l’invasione dell’Iraq da parte degli Stati Uniti. Si tratta di una specie di ricatto che, oltre a essere immorale, viola gli articoli 22 e 27 della Convenzione di Vienna sulle relazioni diplomatiche. Katharine ne rimane scioccata e senza rifletterci più di tanto stampa l’e-mail e la porta a casa. 

Già il portare fuori dall’edificio informazioni riservate costituisce un atto di tradimento. Katharine impiega un intero weekend a capire cosa fare e infine decide di mostrare la lettera a una sua amica che ha contatti con alcuni giornalisti. La questione rimane in sospeso per un po’, tanto che Katharine addirittura se ne dimentica. Ma la lettera, nel frattempo, è finita nelle mani dei giornalisti dell’Observer, che dopo alcune settimane di indagini per appurare i fatti, la pubblicano in prima pagina nell’edizione del 2 marzo. Per Katharine è un secondo shock: in preda ai dubbi, confida al marito la sua azione e, senza riuscire a sopportare la pressione in ufficio, la confessa anche alla propria responsabile. La donna viene subito arrestata.

Il caso Gun

Dopo circa otto mesi, durante i quali decide di intraprendere un corso in etica globale all’università di Birmingham, Katharine Gun viene accusata di aver violato la legge in materia di segreti di Stato del 1989. Il caso esplode dei media e attira l’attenzione di attivisti in tutto il mondo (da Jesse Jackson a Sean Penn), che esprimono il proprio supporto alla donna. Katharine, inoltre, riceve aiuto legale da un gruppo indipendente a sostegno dei diritti civili, Liberty, e viene assistita in tribunale da Alex Bailin, specializzato in diritto internazionale. Bailin si appella alla legittimità della diffusione delle informazioni da parte di Katharine, in quanto rivelavano un potenziale infrangimento delle convenzioni internazionali e servivano a prevenire lo scoppio di una guerra ingiusta.

Facendo leva su questo principio, Bailin sfida l’accusa a portare in tribunale le prove sulla legittimità di un’eventuale invasione dell’Iraq. Sfida che l’accusa sceglie (o non può) cogliere: dopo appena trenta minuti sul banco degli accusati, Katharine Gun viene prosciolta da tutte le accuse. Il motivo per cui il procuratore abbia ritirato le accuse non è chiaro, ma molti giornali hanno ipotizzato che il governo non fosse in grado di produrre le prove richieste o che, nel farlo, avrebbe rivelato segreti scomodi che era meglio mantenere tali. 

Poco dopo il proscioglimento il marito di Katharine, Yaşar, rischia di essere rimpatriato per presunti problemi con il visto; la procedura viene bloccata grazie all’intervento del parlamentare Nigel Jones. Nel 2004, Katharine riceve il premio Sam Adams e in seguito scrive un articolo riguardo alla propria esperienza, invitando altri a rivelare eventuali informazioni segrete relative all’invasione dell’Iraq. Attualmente la donna vive con il marito e la figlia tra Turchia e Inghilterra. La sua vicenda è stata portata sul grande schermo con un film di Gavin Hood, Official Secrets.

A cura di Chiara.