Due ore e rotti di ritardo: domenica, alla Festa del cinema di Roma, Johnny Depp si è fatto decisamente desiderare. “Eh, è stato letteralmente assediato dai fan”, assicurano i ben informati. “Non riusciva a uscire dall’hotel, poverino! Pensa, si sono dovuti inventare un’uscita di sicurezza alternativa”, ribadiscono altri (quando vai ai festival c’è sempre un sacco di gente che sa-vede-sente cose che noi umani ignoriamo...). Sarà. In ogni caso i fan, dentro e fuori l’Auditorim Parco della Musica, hanno tenuto duro. Sono restati lì, dalle 12.30 alle 14.30, combattendo contro crisi ipoglicemiche, colpi di sonno e una noia mortale, solo per vedere lui: il pirata dei loro sogni cinefili che, da lì a qualche minuto, li avrebbe intrattenuti parlando dei Puffins. Esatto: I Puffins. Non il nuovo capitolo di Star Wars o Avengers 2345 ma un cartone animato, disponibile su Amazon Prime Video, che Johnny doppia. O meglio: più che altro nella serie tv Depp emette una serie di suoni onomatopeici perché i pennuti protagonisti hanno un linguaggio tutto loro, privo di parole.

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Johnny Depp alla festa del cinema di Roma 2021

Ed è lì che capisci. Capisci che, nonostante tutto, il mito di Johnny Depp non è tramontato e a questo punto (forse) mai lo farà. A dispetto di tutti gli scandali, le cause (perse), le accuse, lui “è” Hollywood. Lo incarna. Così quando sale sul palco, visibilmente affaticato e vestito come un pirata che ha chiaramente sbagliato epoca storica, i fan si alzano in piedi applaudendo come farebbero davanti a Brad Pitt, Bono Vox, Valentino Rossi.

Lui sorride, si siede e prova a sbiascicare qualcosa. Non sembra esattamente lucidissimo ma, a tratti, ha dei guizzi da vera star. A un certo punto, per esempio, si mette a giocare con l’interprete: per farsi perdonare del suo speech spropositato, si sfila il cappello e lo mette sul capo della donna. Poi si inginocchia ai suoi piedi, per omaggiare la sua memoria e la sua pazienza. La platea ride, Depp ammicca e il palco è suo. In 30’’ si è già fatto (quasi) perdonare dell’attesa. Il resto lo fa la sua sincerità: quando parla del suo lavoro, precisa “dead work” (“lavoro morto”). L’attore sa bene che Hollywood lo ha rinnegato, peraltro per una serie di buoni motivi, e ha deciso di non nasconderlo. Dice le cose come stanno e questo ribadisce il suo status di star: è talmente celebre che può dichiarare coram populo il suo tramonto senza temere di esserne oscurato.

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Johnny Depp alla festa del cinema di Roma 2021

Ovviamente non si limita però a incassare: alla prima domanda utile, rivolta a lui dalla stampa, restituisce alla Settima Arte pan per focaccia: “Hollywood è solo un posto dove andare in vacanza”, chiosa, “A questo punto della mia carriera sono grato di essere lontano dalla macchina (hollywoodiana) che sputa battute, formule strutturate, stereotipi. Nel fare un film non sono interessato al grande regista o al grande attore ma ad aiutare persone che facciano partire le storie da elementi semplici, che abbiano qualcosa da dire. Sono più interessato ad aiutare magari un autore quindicenne a trovare la propria voce, anche girando un film con un telefonino". E quando gli si chiede quale lavoro lo abbia reso particolarmente soddisfatto risponde senza esitare: “I figli. Non c’è cosa migliore al mondo che io abbia fatto: loro sono più importanti di tutto il resto. Quanto invece al mio lavoro di attore, faccio parte della vecchia scuola: quella degli interpreti che non sono mai soddisfatti. La soddisfazione è infatti una sorte di morte: se pensi di essere arrivato, di avere fatto bene, è lì che ti siedi e che inizi ad accontentarti”.

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Johnny Depp alla festa del cinema di Roma 2021

E Johnny Depp, nonostante tutto, non è morto...