Jennifer Connelly a Cannes 2022: "Con Tom Cruise non puoi permetterti la paura di volare" - la Repubblica
Jennifer Connelly a Cannes 2022: "Con Tom Cruise non puoi permetterti la paura di volare"
(ansa)

Jennifer Connelly a Cannes 2022: "Con Tom Cruise non puoi permetterti la paura di volare"

L’attrice nel sequel di 'Top Gun' a trent’anni dal film cult

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Nell'estate 1986 due film entrarono in sala e nella storia del cinema pop: Top Gun e Labyrinth. Tom Cruise, sorriso aggressivo, sfrecciava in aereo e in moto con Kelly McGillis, mentre l'adolescente Jennifer Connelly danzava con il re dei Goblin, sua maestà David Bowie. Il film di Tony Scott incassò 356 milioni di dollari nel mondo, il musical di Jim Henson non arrivò a 13. Entrambi sono diventati cult. Trentasei anni dopo Jennifer Connelly è sul sellino della moto di Cruise, in volo con lui e al suo fianco sul tappeto rosso del Festival di Cannes, che riserva allo strenuo difensore della sala ("le piattaforme? neanche ci provano con me"), un entusiasmo quasi isterico e un'infinita standing ovation. Top Gun: Maverick di Joseph Kosinski non è, qui, un'anteprima mondiale. Oggi il centro del mondo è la Croisette, il cielo è solcato da aerei dalle scie fucsia. Jennifer Connelly ci racconta si sia fatta di buon grado travolgere dal mondo di Cruise.

Del suo personaggio, una vecchia fiamma di Maverick, si parlava nel primo Top Gun.
"Penny e Maverick hanno avuto una relazione da giovani, passione, rotture, un continuo tornare l'uno all'altra. Hanno molto in comune, lei ha una passione per le corse in barca a vela. Ma stavolta il loro incontrarsi di nuovo potrebbe essere l'occasione giusta".

Com'è stato entrare nel mondo acrobatico di Cruise?
"Travolgente, esaltante. Tanta azione, tanti mezzi: moto, aereo, barca a vela, automobili. Divertente da morire".

Lei aveva paura di volare e ha scoperto solo a riprese iniziate che avrebbe dovuto essere in volo con Cruise alla guida.
"Tom è così abile e concentrato, attento e meticoloso sui protocolli che mi sono sentita in mani sicure. Lui mette tutto se stesso in quel che fa, è un entusiasta, vuole che tutto sia fatto al meglio. Per questo il primo film è diventato un culto e questo lo sarà ancor di più: vedi persone fare cose straordinarie e sai che lo fanno davvero. Tom ha addestrato gli attori, che sono sugli aerei, anche se con i piloti. Quanto alla mia Penny, non si limita a stare sul sellino con Maverick, ha il suo mondo di amici, che è il locale che gestisce. E la passione per la barca. Quando lei lo porta con sé in mare, Maverick è fuori dal suo elemento, in difficoltà, mentre lei è sicura e al timone: la mia scena preferita. Era importante che lei avesse quella forza, quell'autonomia".

Il film è anche un'immersione negli Ottanta, nell'edonismo reaganiano, nell'ottimismo. Che ricorda di quegli anni?
"È una domanda che apre una pagina enorme, ero adolescente e sono successe fin troppe cose. Preferisco parlare del film, Top gun l'ho visto quando è uscito e come tutti ero sbalordita e affascinata dal carisma di Tom. E dalle sequenze di volo mai viste prima. Questo nostro film è nostalgico ma lo era a sua volta anche il primo, rispetto al periodo in cui è uscito. Con la sua versione del sogno americano, il protagonista pronto a creare il proprio destino, la promessa di poter essere tutti in forma, pronti a plasmare la propria vita. Era ottimista e nostalgico, sì. Ed è diventato un film iconico".

Volutamente il nemico nel film non ha volto e territorio, ci si sofferma più sullo spirito di squadra.
"Ci concentriamo sul cameratismo, la condivisione dell'esperienza più che sul combattimento. La vita della squadra, delle famiglie. Il focus stavolta è soprattutto sulla relazione tra Maverick e Rooster, il figlio del suo migliore amico Goose, morto in una esercitazione".

Due anni prima di Top Gun, nel 1984, era con Sergio Leone in C'era una volta in America. Su quel set ha dato il suo primo bacio.
"Vero. Ho compiuto dodici anni sul set mentre giravo quel film. È diventato un ricordo così bello di Sergio perché io ero fuori di me, stressata per quella scena, piangevo e lui era molto protettivo nei miei confronti, si offrì di girare in un giorno diverso. Quella scena è così casta, la scena più casta del film. Come se le nostre facce si incontrassero in modo naturale. Un grande ricordo nella mia vita, un grande momento. Io amavo Sergio. Con me è stato meraviglioso".

Poi c'è stato Phenomena con Dario Argento. In una intervista di allora lei parlava molto bene l'italiano.
"All'epoca volevo solo tornare in Italia, sentivo una connessione profonda. E così dopo il film con Leone ho fatto quello con Dario, ho studiato l'italiano, mi esercitavo con tutta la troupe. E poi Étoile di Peter Del Monte. Tre film insieme, in quegli anni... Ho passato molto tempo da voi. Ricordi bellissimi".