Sparatorie, inseguimenti, scazzottate, eroi laconici: l’action è concretezza, tensione, adrenalina, spettacolo, ed è capace di meravigliare, emozionare e raccontare tanto quanto ogni altra forma di espressione. Detto questo, una spiegazione esauriente dei criteri con cui ho attuato questa selezione sarebbe persino più lunga della classifica, ma soprattutto falsa e fuorviante: è arte, qualsiasi tentativo di ordine e metodo va per forza tradito, o non hai detto nulla di interessante.

Per dire, se ci si basasse sulla qualità pura potreste prendere l’intera filmografia di Walter Hill e avreste già occupato metà dei posti senza pericolo di obiezioni. Più utile lasciare spazio anche ad altri discorsi. Oppure: perché basarsi soltanto sulle innovazioni e lasciar fuori che so, Arma letale, che è il travolgente apice di una formula già consolidata?

Cosa si intende per film d'azione

Ma vi posso spiegare il criterio base indispensabile per passare il primo filtro: dev’essere un action che non si vergogna di essere un action. Dev’essere un film che racconta con l’azione, e che quando arriva il momento d’azione si concentra e contribuisce alle sue convenzioni con qualcosa di significativo. Non ci troverete quindi roba tipo Il cavaliere oscuro di Christopher Nolan, che ha ridato lustro ai film di supereroi trattandoli con una serietà che prima di allora gli era preclusa, ma che al momento di arrivare al sodo era al massimo diligente, quasi svogliato, tutt’altro che memorabile.

tirando le somme vince Schwarzenegger

Non ci troverete neanche Matrix, che ha influenzato soprattutto l’estetica, mentre in quanto ad action ha inventato un simpatico trucco da circo (il bullet time) e per il resto non ha fatto che patinare e smorzare ciò che gente come John Woo faceva già meglio da almeno un decennio. E non troverete né The Great Train Robbery del 1903 i grandi classici di Hitchcock, Ford, Buster Keaton, ecc... Sentitevi liberi di recuperarli se volete buttarvi sull’archeologia e, soprattutto in Come vinsi la guerra di Keaton, capire dove sta il succo del discorso e quindi perché Jackie Chan dovrebbe essere più acclamato di Ingmar Bergman.

Ma alla fine tirando le somme vince Schwarzenegger, perché ha saputo sia proporsi come corpo sinteticamente ideale del genere come lo conosciamo oggi, nonché come interprete spettacolare per le migliori battute che lo accompagnano (“Sei simpatico, ti ammazzerò per ultimo”), sia in più occasioni prestarsi come musa e/o veicolo per le idee geniali di qualcun altro.

I 50 migliori film d'azione da vedere

Questa lista serve fondamentalmente a ispirare e stimolare belle discussioni: buon divertimento.

50. Mission: Impossible - Fallout (2018, di Christopher McQuarrie)

Cool, pinterest
Paramount Pictures, 20th Century Fox

È il più fresco, per cui sta all’ultimo posto per principio. Ma è una vera e propria celebrazione del genere: si cimenta in tutte le specialità fondamentali e da ognuna si sforza di estrarre la sequenza più epica e mozzafiato possibile, piazzandoti letteralmente di fianco a un Ethan Hunt a cui Tom Cruise dona tutto se stesso come se fosse il suo ultimo film.

49. Forza d’urto (1991, di Craig R. Baxley)

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Columbia Pictures

Concentratissimo, travolgente, strabordante di carisma. Che questo inarrestabile campionario di efficacissima arroganza venga considerato di rappresentanza per tutti quei cosiddetti “b-movie con budget moderato e nessuna pretesa che facevano semplicemente il loro sporco dovere all’ombra di – e meglio di – tanti film più costosi e blasonati.

48. Mortal Kombat (1995, di Paul WS Anderson)

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Lawrence Kasanoff

Paul WS Anderson si approccia alla questione Mortal Kombat con uno spirito alla “andiamo a fare il lavoro per cui siamo stati pagati” esemplare, e diventa il primo a capire che un film tratto da un videogioco deve fondarsi sui punti di forza di quel videogioco (cosa che in teoria dovrebbe valere per ogni tipo di adattamento, e invece). In questo specifico: poca trama, tante botte ben coreografate in contesti fantasiosi, ritmo da capogiro. È anche il primo a intuire che il kung fu e la tecno stanno bene insieme come la birra e le patatine.

47. Il giustiziere della notte 3 (1985, di Michael Winner)

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Cannon Film Distributors

Il primo è un classico che insieme alla saga dell’Ispettore Callaghan è forse film simbolo del filone action di protesta reazionaria. Ma è questa la vera apoteosi del genere, in cui il 64enne Bronson, fra il tifo di un gruppo di coetanei, fa piazza pulita in una New York invasa da gang di punk esagerati e grotteschi come soltanto i più deliranti incubi dei borghesi conservatori (o i videogame alla Double Dragon) potevano immaginare.

46. Skyfall (2012, di Sam Mendes)

Daniel Craig;Judi Denchpinterest
Francois Duhamel

La saga cinematografica di James Bond è tante cose, fra cui anche uno showcase e una palestra di creatività per idee action che hanno sempre puntato a meravigliare. Sam Mendes è il primo regista dal forte stampo autoriale a metterci le mani e contro ogni previsione trova forse l’equilibrio perfetto, lasciando la formula classica intatta e ricordandosi che il suo compito consiste nel dare un tocco di classe a un film spettacolare e non il contrario.

45. Trappola in alto mare (1992, di Andrew Davis)

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Steven Seagall

Doveva essere un banale sequel o clone di Die Hard, ma a una regia solida (Andrew Davis de Il fuggitivo) e a una coppia di cattivi ispiratissima (Gary Busey e Tommy Lee Jones) viene aggiunto Steven Seagal – colui che era riuscito a rendere spettacolare un’arte marziale in cui combatti quasi da fermo, l’aikido – che regala il suo brand personalissimo di carisma e lo trasforma in qualcosa di unico.

44. Black Hawk Down (2001, di Ridley Scott)

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Jerry Bruckheimer Films, Revolution Studios, Scott Free Productions

Tanti si approcciano ai film di guerra aspettandosi, o esigendo, un punto di vista morale. È uno scenario forte e reale: chi lo affronta tende a buttarcisi per esorcizzare i propri sentimenti contro o a favore. Non Ridley Scott: la sua proverbiale freddezza qui produce due ore di pura tensione continua, contesto minimo e nessun giudizio, nessun eroe, persino nessun protagonista, solo tattica, sopravvivenza e sparatorie talmente intense che viene da chinarsi.

43. Billy Jack (1971, di Tom Laughlin)

Human, Fun, pinterest
Warner Bros

Il primo eroe di arti marziali occidentale, uscito prima ancora dei film di Bruce Lee, è un navajo interpretato da un bianco che predica il pacifismo a colpi di hapkido, e che ci tiene a diffondere il suo messaggio di supporto alle minoranze e al metodo educativo Montessori tanto quanto a spezzare le ossa di chi cerca di ostacolarlo. Negli USA fu un successo rivoluzionario: una combinazione così infuriata di calci in faccia e protesta politica, però, non si è più vista.

42. Undisputed 3 (2010, di Isaac Florentine)

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Nu Image

Se Van Damme era il cinema 2.0, Scott Adkins da Sutton Coldfield, UK, è il 3.0 in un momento storico in cui purtroppo Hollywood preferisce gli effetti digitali a chi sa compiere atletismi strabilianti per davvero. Guardatevi Undisputed 2 per vedere Scott che inventa un cattivo memorabile, guardate il 3 per vederlo trasformato in (anti)eroe contro il meglio che la scena marziale occidentale abbia mai offerto. Lasciate tranquillamente perdere il primo, che sarebbe pure di Walter Hill.

41. Kill Zone (2005, di Wilson Yip)

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ABBA Movies Co. Ltd.

Donnie Yen ascende all’Olimpo delle grandi star dell'azione mostrando carisma e abilità da vendere in un poliziesco affogato nella tragedia, come solo in oriente hanno il coraggio di fare. Guardatevi anche Flash Point per completare il saggio su cosa sono le arti marziali nel cinema di adesso. Oggi Donnie ha 55 anni ma non dimostra un solo giorno in più.

40. The Rock (1996, di Michael Bay)

Movie, Fictional character, Screenshot, pinterest
Don Simpson & Jerry Bruckheimer

Michael Bay è un genio della composizione dell’immagine fin troppo sottovalutato, forse per colpa di come tende a gestire discutibilmente un po’ tutto il resto. Se il finale di Transformers 3 è a tutt’oggi la sua opera da museo, questo rimane il miglior compromesso fra il suo talento dinamico/visivo e una narrativa che riesce a rimanere solida e coinvolgente, con una coppia Cage/Connery ispiratissima e un Ed Harris che dà corpo a un sorprendente villain più problematico della media.

39. Una 44 Magnum per l’Ispettore Callaghan (1973, di Ted Post)

Human, Photography, Travel, pinterest
Warner Bros

L’Ispettore Callaghan diventa leggendario già al primo film, in cui estremizza la concretezza di Steve McQueen e codifica il poliziotto duro ed efficace che mette il proprio senso della morale al di sopra della legge. Ma il migliore è il secondo capitolo, scritto da due giganti come John Milius e Michael Cimino: si esplora il lato negativo del suo messaggio e i suoi metodi vengono davvero messi in discussione.

38. Universal Soldier: Regeneration (2009, di John Hyams)

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Sony Pictures Home Entertainment

E di colpo un sequel destinato all’homevideo si rivelava insospettabilmente ambizioso e spanne sopra ai suoi predecessori usciti in sala. Grigio, spiazzante, nichilista, il più intrigante aggiornamento del mito di Frankenstein da decenni. Un campionario di combattimenti e momenti action di una potenza devastante. Riscoprite sia questo che l’ancor più ambizioso capitolo successivo.

37. El Mariachi (1992, di Robert Rodriguez)

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Columbia Pictures

Girato con 7.000 dollari, si lancia in scene d’azione che Hollywood non toccherebbe neanche con un budget di 20 milioni. La dimostrazione che con la giusta dose di creatività risolvi tutto, ma anche una vetrina su un talento puro, che con così poco già riusciva a dimostrare di non essere solo il primo esaltato che gira un film in garage coi suoi amici.

36. Man on fire - Il fuoco della vendetta (2004, di Tony Scott)

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20th Century Fox

Tony Scott, il fratello bravo di Ridley, in stato di grazia. Qui è dove dimostra che dei due era lui quello col fuoco dentro, quello che a 60 anni aveva ancora voglia di toccare corde emotive con una raffinatezza che non gli hanno mai riconosciuto, e sperimentare coi mezzi espressivi sapendo di poter poggiare sulla classe e la solidità di una carriera che vantava già vent’anni di classici. I buoni sentimenti non sono una scusa per nobilitare l’action, ma sono il motore che ne amplifica esponenzialmente l’impatto.

35. Il braccio violento della legge (1971, di William Friedkin)

White-collar worker, pinterest
20th Century Fox

Duro, sporco e antiglamour in ogni suo aspetto, un pedinamento infinito punteggiato da un paio di inseguimenti da stroncare il fiato. L’unico momento in cui non si parla dell’indagine è per vedere Popeye Doyle addormentato, manette alla caviglia, con una studentessa seminuda che sgattaiola fuori dall’appartamento. Eppure, in un momento di illuminazione divina più unico che raro, portò a casa tutti gli Oscar più pesanti.

34. Senza esclusione di colpi (1988, di Newt Arnold)

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Courtesy Warner Home Video

Tratto da una serie di panzane pseudo-autobiografiche raccontate da un mitomane, questa storia di un campione americano che vince un torneo di arti marziali clandestino a Hong Kong diventa responsabile della nascita di una star (Jean-Claude Van Damme), di un intero sottogenere (il boom dei film di kickboxing anni ‘90) e perfino di un vero sport (l’UFC prima, le MMA poi).

33. Drunken master (1978, di Yuen Woo Ping)

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Seasonal Film Corporation Destination Films

L’erede al trono di Bruce Lee si rivela essere un agilissimo e spericolato ex-stuntman a cui piace più prenderle che darle, un vulcano di idee coreografiche che mescola il kung fu con le lezioni di Charlie Chaplin e Buster Keaton. Qui nasce Jackie Chan, il più grande di tutti.

32. Bullitt (1968, di Peter Yates)

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Warner Bros.-Seven Arts

In cui Steve McQueen si fa costruire un progetto su misura e spiega al mondo in cosa consiste un film d’azione creando lo stampino dell’eroe duro e fighissimo e rendendosi protagonista di una masterclass in inseguimenti in auto.

31. Nikita (1990, di Luc Besson)

Muscle, Photography, pinterest
Gaumont, Les Films du Loup e Cecchi Gori Group Tiger Cinematografica

È da qui che nasce il sottogenere prolifico e sottilmente perverso delle ragazze innocenti duramente addestrate per diventare micidiali assassine. Un sottogenere che, con varianti che includono lo spostare l’età della protagonista sotto quella legale, resiste ancora oggi, ma che si basa su un sostanziale equivoco: la Nikita di Besson – che col successivo e ancora più solido Leon punterà ad allusioni ben più perverse – non ha bisogno di imparare a uccidere, ma piuttosto di riscoprire il suo lato umano. Azione esplosiva e intenti drammatici raramente hanno convissuto in modo così organico.

30. Driver l’imprendibile (1978, di Walter Hill)

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20th Century Fox

All’epoca fu un biglietto da visita per Walter Hill, un regista la cui intera filmografia potrebbe essere una versione alternativa di questa classifica più che credibile. Da Drive di Refn a Baby Driver di Wright, è diventato di colpo l’action più omaggiato/saccheggiato dell’ultimo decennio.

29. The Mission (1999, di Johnnie To)

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Milkyway Image

Che bello sarebbe poter passare un giorno con Johnnie To, vederlo progettare le sue sparatorie col plastico, ogni piazzamento, ogni millimetrico spostamento, ogni singolo movimento di camera. Questo è il suo film della svolta.

28. The Bourne Supremacy (2004, di Paul Greengrass)

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Photo Credit: Jasin Boland

Paul Greengrass è accreditato come l’inventore della “shaky-cam”, uno stile di riprese action che attraverso movimenti caotici fatti con camera a mano si propone di trasmettere la frenesia, l’adrenalina del momento, facendo sentire lo spettatore come se fosse letteralmente in mezzo alla situazione. Ha fatto tanti danni al mondo del cinema, perché tanti hanno cercato di imitarlo - spesso come scusa per smorzare la violenza di una scena o nascondere i limiti atletici del protagonista - ma nessuno con risultati anche solo guardabili. Lui invece sapeva perfettamente quello che faceva e non si vedevano inseguimenti del genere dai tempi del miglior Friedkin.

27. Senza tregua (1993, di John Woo)

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UIP, CIC VIDEO

John Woo sbarca negli USA e dà subito lezioni di coreografia. Nel montaggio Senza tregua è spensierato, sta agli altri suoi film come un singolo sta a un album, ma in quanto tale è un distillato puro della sua maestria che non spreca un solo fotogramma. Face/Off è più celebrato, ma questo è la sua masterclass su come si prende del materiale minore e lo si fa rendere al 200%.

26. Robocop (1987, di Paul Verhoeven)

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Jon Davison

Il nuovo supereroe in città è l’idea di un manager in carriera realizzata sulla pelle di un martire in una città allo sbando. Paul Verhoeven, olandese, azzecca al primo tentativo la sua ricetta speciale, fatta di azione esaltante condita di satira sarcastica e violenza provocatoria.

25. The Protector - La legge dei Muay Thai (2005, di Prachya Pinkaew)

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Sahamongkol Film International, Weinstein

Il thailandese Tony Jaa è la cosa più vicina a Bruce Lee che il mondo abbia saputo scovare in una cinematografia minore. Purezza d’animo, agilità e potenza a dosi che non avete mai visto, e un massacrante piano sequenza di 4 minuti che farà stracciare le vostre classifiche di virtuosismi tecnici.

24. Fast & Furious 5 (2011, di Justin Lin)

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Universal Pictures

A volte riaccendi un sigaro spento, gli cambi qualche ingrediente e diventa più buono di prima. Fuori le corse clandestine e le tamarrate più colorate, dentro Dwayne Johnson contro Vin Diesel e spettacolari stunt veri, ed ecco che la saga esce dalla nicchia dei maniaci del car tuning e diventa un film di rapine iper-steroidato che non sbaglia una scena.

23. Point Break - Punto di rottura (1991, di Kathryn Bigelow)

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Largo Entertainment, JVC Entertainment

Danza con faccia impassibile sul confine tra l’esaltazione dei cliché di un genere e di uno stile di vita, e la parodia degli stessi; alla fine è una clamorosa love story condita da scene ad alto tasso di adrenalina e dal miglior inseguimento a piedi di sempre.

22. 36ª camera dello Shaolin (1978, di Liu Chia-Liang)

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AVO Film

Il montaggio dell’eroe che si allena è uno stereotipo dell’action che non stanca mai. Questo film lo ha capito più di tutti: è tutto allenamento. Ed è un trionfo irresistibile di fomento e creatività.

21. Crank (2006, di Mark Neveldine & Brian Taylor)

Action film, Movie, Fictional character, pinterest
01 Distribution

È letteralmente Speed con Jason Statham al posto dell’autobus. Ma ne è una versione esponenzialmente più pazza e furiosa, con una sceneggiatura senza freni e due registi dallo stile personalissimo che riuscirono a ripetersi col sequel ma che, purtroppo, al di là di questo si dimostrarono incapaci di gestire storie che li forzavano a inserire anche tempi morti.

20. 1997: Fuga da New York (1981, di John Carpenter)

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Medusa Film

Quando John Carpenter è di cattivo umore si inventa un futuro distopico in cui trasforma New York in una prigione, ci butta dentro il Presidente e a salvarlo manda Snake (in italiano “Jena”) Plissken, l’antieroe per definizione.

19. Arma letale (1987, di Richard Donner)

Event, Suit, Conversation, Screenshot, White-collar worker, pinterest
Warner Bros.

Un padre di famiglia prossimo alla pensione viene messo a fare coppia con un uomo traumatizzato con manie suicide: è il buddy cop definitivo. I sequel gonfieranno lo spettacolo, ma perderanno il senso di imprevedibilità e pericolo che solo questo pazzo primo capitolo aveva.

18. Predator (1987 di John McTiernan)

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20th Century Fox

Una squadra militare composta dalla più alta concentrazione di muscoli e macho-arroganza in circolazione, e il gusto di vedere un avversario da un'altra galassia che li rimette al loro posto seccandoli uno ad uno come scolarette in uno slasher. Schwarzenegger si conferma l’eroe più consapevole del suo tempo, McTiernan dirige un film di guerriglia e sopravvivenza in salsa aliena ed entra per direttissima nell’olimpo dei migliori.

17. Il mucchio selvaggio (1969, di Sam Peckinpah)

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Warner Bros.-Seven Arts

Le sparatorie sono un ingrediente base dei film d’azione, e quando si parla di sparatorie ci si gira ancora a fare il confronto con la danza orchestrata da Peckinpah per il finale di questo immortale, crepuscolare classico.

16. Interceptor - Il guerriero della strada (1981, di George Miller)

Movie, Action film, Leather, Jacket, Fictional character, pinterest
Warner Bros.

In inglese noto come Mad Max 2, il post-apocalittico di riferimento è ancora questo. Un mondo allo sfascio in cui scarseggiano le materie prime, popolato da uomini distrutti che cercano di sopravvivere. Un derivato distopico dei western che rifà gli assalti alla diligenza con mezzi motorizzati fantasiosi ed è ripreso e interpretato da pazzi che sfidano la morte con stunt fuori di testa.

15. I guerrieri della notte (1979, di Walter Hill)

Muscle, Art, pinterest
CIC Video

Lo schema dell’Anabasi di Senofonte trasportato in una New York moderna e surreale, fra gang colorate, leader impassibili e il ritmo scandito da una compilation alla radio. Walter Hill crea un mondo unico, contemporaneamente duro e stilosissimo, lanciando schiere di imitatori che non hanno mai raggiunto il suo impressionante equilibrio.

14. L’urlo di Chen terrorizza anche l’Occidente (1972, di Bruce Lee)

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Golden Harvest

Bruce Lee scrive, dirige, interpreta, mena, è finalmente libero di esprimere la sua filosofia. Il suo inimitabile carisma è meno strabordante che in Dalla Cina con furore, ma il combattimento finale con Chuck Norris è un intero film a parte di 8 minuti, dimostrazione di quanto si riesca a raccontare con il cinema anche solo a calci in faccia.

13. Rambo (1982, di Ted Kotcheff)

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Medusa Film

Nel libro originale, Rambo era uno psicopatico dal sangue freddo ormai irrecuperabile. Stallone lo trasforma in un eroe incompreso e inarrestabile, e modella lo stampino con cui sforneranno circa il 60% degli action anni 80.

12. Police Story (1985, di Jackie Chan)

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Golden Harvest e Media Asia Group

Jackie Chan gira finalmente un film ambientato ai tempi moderni e infila scene d’azione e stunt spericolati che ancora oggi lasciano la mascella a terra – inclusi un paio che Sylvester Stallone e Michael Bay gli copiarono pari pari.

11. Aliens - Scontro finale (1986, di James Cameron)

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20th Century Fox

Ripley, nell’originale di Ridley Scott, non era molto più di una final girl in mutandine. È qui che prende davvero in mano la situazione, supera un trauma, guida un plotone di soldati in missione suicida, si fa carico di un’orfanella e diventa una vera eroina che non ha nulla da invidiare agli Stallone e Schwarzenegger dell’epoca.

10. Per un pugno di dollari (1964, di Sergio Leone)

Outerwear, Headgear, Cowboy hat, Gunfighter, pinterest
Unidis

Kurosawa ci ha messo un template classico adattabile a tutte le stagioni, Leone ci ha messo stile da vendere e inquadrature che oltre 50 anni dopo gli copiano ancora pari pari. Può bastare?

9. Terminator 2 - Il giorno del giudizio (1991, di James Cameron)

Vehicle, Car, Textile, Leather, Jacket, Gesture, pinterest
Penta film

Non aveva senso dare un sequel a Terminator, ma se si è capaci di stupire con effetti speciali rivoluzionari, scene d’azione colossali e persino un rapporto madre-figlio-cyborg che prende al cuore, si perdona tutto.

8. Speed (1994, di Jan de Bont)

Musician, pinterest
20th Century Fox

Tre scene action ad alta tensione, nessuna pausa, tutto il contesto che serve è raccontato durante, per lo più di reazioni. Negli anni 90, per andare a scuola di cinema, si passava di qua.

7. L’ultimo boy scout (1991, di Tony Scott)

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Warner Bros.

Shane Black in questa sceneggiatura (o “shaneggiatura”) omaggia l’hard boiled e sforna una collezione ancora imbattuta di scene e battute memorabili. Bruce Willis indossa il tutto come un abito di sartoria su misura. Tony Scott raccoglie, mette insieme col suo mestiere insuperabile e decolla.

6. I predatori dell’arca perduta (1981, di Steven Spielberg)

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Paramount Pictures

Inizia come tanti film sognerebbero di finire, e riesce nell’impresa di omaggiare i vecchi film d’avventura in modo talmente giusto da diventare esso stesso oggetto di omaggi, scopiazzature, tentativi ancora oggi vani di catturare anche solo un riflesso della sua luce.

5. Commando (1985, di Mark L. Lester)

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20th Century Fox

Scritto su misura per la fisicità estrema di Schwarzenegger, prende gli stereotipi più in voga nel periodo, li gonfia a livelli consapevolmente surreali e sforna 85 minuti di azione non-stop densi di momenti memorabili. Da studiare nelle scuole.

4. The Raid - Redenzione (2011, di Gareth H. Evans)

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Eagle Pictures

Una giovane recluta della SWAT indonesiana si trova rinchiusa in un palazzo di criminali in cui tutti hanno un incentivo per ammazzarlo. La maestria nelle arti marziali usata non per fare circo, ma per pura drammatica sopravvivenza, in un action inarrestabile, teso come un horror, che ha insegnato di nuovo il mestiere a tutti.

3. Hard Boiled (1992, di John Woo)

Stunt performer, Fictional character, Performance, Superhero, pinterest
Eagle Pictures

John Woo abbandona in parte il melodramma, si concentra nel girare le sparatorie più spettacolari mai viste al cinema prima d’ora, ci riesce in scioltezza, saluta tutti e va a Hollywood.

2. Mad Max: Fury Road (2015, di George Miller)

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Warner Bros.

Storia di un mondo polverizzato, di un crudele dittatore, di un popolo oppresso, di un uomo traumatizzato in cerca di un senso per sopravvivere, di una donna che si è stancata di subire e si crea una via d’uscita. Si potrebbe raccontare con mille parole: George Miller lo fa con i fatti, con un solo inseguimento andata e ritorno. Il cinema allo stato puro è questo.

1. Die Hard - Trappola di cristallo (1988, di John McTiernan)

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20th Century Fox

Se vogliamo dare la posizione numero 1 a un film tutto sommato leggero, non particolarmente teorico anche se a tutt’oggi imitatissimo, non eccessivamente ambizioso se non nel presentare un eroe che sfidava gli stereotipi più in voga ai suoi tempi, vulnerabile, umano, logorroico, autocommiserante e persino un po’ stronzo prima che duro, tocca a lui. McTiernan dirige un film magistralmente equilibrato e praticamente perfetto come se fosse facile.