Re Carlo, un anno di regno fra presenze e assenze: uno strano anniversario – Libero Quotidiano
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Re Carlo, un anno di regno fra presenze e assenze: uno strano anniversario

Lavinia Orefici
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Per Carlo III la giornata di sabato 6 maggio 2023 era stata il coronamento dell’inizio ufficiale della sua terza vita: bambino felice fino a 3 anni, erede al trono per 71 e adesso re, il ruolo per cui era nato. A 74 anni diventava il quarantesimo sovrano d’Inghilterra a essere incoronato nell’abbazia di Westminster dal 1066. William il Conquistatore era stato il primo, sua madre, Elisabetta II nel 1953, l’ultima regina e suo nonno, Giorgio VI, l’ultimo re, ma ottantasei anni prima. Questa incoronazione sarebbe stata la prima del nuovo millennio di un mondo che aveva già attraversato l’11 settembre, una crisi economica globale e la pandemia da Covid. Carlo, con il tessuto sociale del regno profondamente mutato che aveva già messo, più volte, lui e la Gran Bretagna di fronte alla sfida contemporanea di un revisionismo storico dilagante che individua proprio nei massimi simboli dell’età imperiale una colpa da espiare, sapeva bene da tempo che qualcosa doveva cambiare rispetto al regno di sua madre. È con questa prospettiva, quindi, che re Carlo si apprestava a presentare al mondo il nuovo corso voluto da lui.

Sul quel balcone di Buckingham Palace a benedire l’inizio di un regno erano in pochi e pioveva. Oltre a una manciata di adulti e due di bambini, c’erano il re, sua moglie, la regina Camilla, l’erede, suo figlio William con la moglie Catherine, diventata principessa del Galles, e i tre piccoli principi, la prima linea che accompagnava il regno di Carlo III. Le premesse c’erano tutte: una coppia collaudata di sovrani, l’amatissima (dai sudditi) famiglia dei principi del Galles e, tutto sommato, una accettabile nostalgia per un lutto, quello per Elisabetta, che ancora si faceva sentire. Sembrava che la mancanza del principe Harry fosse l’unico problema. E invece no. Tempo otto mesi e quelle nubi che segnavano pioggia il 6 maggio 2023 si sono trasformate in una tempesta sulla monarchia britannica. Il mese di gennaio di quest’anno ha dato inizio a una via crucis segnata dai comunicati del Palazzo che riguardavano la salute del re e della principessa del Galles. La doppia diagnosi di cancro per Carlo e Kate ha avvolto in un velo di tristezza quella che doveva essere una festa.

 

Da allora più delle azioni intraprese dal re per il suo regno, le tappe del suo percorso di sovrano sono state segnate dalle sue apparizioni diventate il termometro della sua malattia. Se dopo la morte di Elisabetta II la reazione di The Firm, come viene chiamata la macchina monarchica dai britannici, era stata quella di una corona solida e stabile, gli imprevisti degli ultimi mesi legati alla salute del re e della principessa del Galles hanno fatto prevalere sulla corte di San Giacomo una sensazione di incertezza, come mai era accaduto negli ultimi 70 anni. Cresciuto alla scuola dei Windsor, Carlo III sa bene che un re per essere credibile deve essere visto. Così diceva sua madre, Elisabetta II, e proprio seguendo questa lezione, martedì 30 aprile, il sovrano ha ripreso la sua agenda pubblica. Accompagnato dalla regina Camilla ha visitato un centro per le cure di malati di cancro e poi venerdì 3 maggio è apparso sorridente al Windsor Horse Show, il concorso ippico nel parco del castello di Windsor già amatissimo da Elisabetta II. A dargli il benvenuto con un affettuoso abbraccio c’era la nipote Zara Tindall, figlia della principessa Anna, con cui il sovrano ha sempre avuto un rapporto privilegiato. Immagini che smorzano le polemiche delle ultime settimane sull’assenza di Carlo III e ne rafforzano il ritorno. Ma come stanno realmente le cose? La verità è che non si sa nulla e si cerca attraverso segnali più di fumo che reali qualche indizio per decriptare una sfinge.

 

Oltre che sul re gli occhi e l’attenzione sono puntati su William, il principe del Galles, che dopo l’annuncio della malattia che ha colpito la moglie Catherine, ha chiarito che per lui la priorità è la sua famiglia. Non si sottrae dal compito di erede e con un calendario molto ridotto porta avanti i suoi impegni. Il 9 e il 10 maggio per la prima volta da duca di Cornovaglia visiterà le isole Scilly, dove sta portando avanti il suo progetto più importante per combattere il fenomeno dei senzatetto, una piaga sociale del paese che nell’ultimo anno è aumentata del 14%. Dal sondaggio pubblicato sul Daily Mail risulta che comunque a fronte dei pochi impegni di rappresentanza portati a termine sulla scena pubblica, di cui rimangono due viaggi di Stato in Kenya e in Francia, una visita di Stato a Buckingham Palace della Corea del Sud e l’apertura del Parlamento, la popolarità dei Windsor rimane solida, con William e Catherine stabili a guidare la classifica. La sintesi di un anno da re si vedrà però il 15 giugno sul balcone di Buckingham Palace, in occasione di Trooping The Colour, le assenze e le presenze di quel giorno parleranno più di qualsiasi bollettino medio

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