“Il lato positivo” è un film del 2012 diretto da David O. Russell e tratto dall’omonimo romanzo di Matthew Quick. Una commedia leggera, ma dal significato profondo, in grado di fare riflettere sul problema della malattia mentale.
“Il lato positivo”, la trama
Patrick Solatano è un ex insegnante liceale affetto da disturbo bipolare, problema emerso dopo aver sorpreso la moglie con l’amante e che lo ha portato ad un ricovero psichiatrico. Uscito anticipatamente dalla clinica grazie alle cure della madre, Pat, ancora innamorato di Nikki, decide di trasformarsi nell’uomo che non è riuscito ad essere. Le sue buone intenzioni non danno i risultati sperati, almeno fino a quando non incontra Tiffany, misteriosa vicina di casa, donna squilibrata e anche lei problematica a causa della morte del marito. Tiffany proporrà a Pat il suo aiuto per riuscire a raggiungere i suoi obiettivi, solo se in cambio lui accetterà di ballare con lei per partecipare ad una gara di ballo a fine anno.
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Prendere coscienza dei propri limiti
Raccontare la malattia mentale non è facile, tantomeno è raccontare un amore tra due persone il cui equilibrio è stato rovinosamente distrutto da fattori esterni e non. David O. Russell si prende la responsabilità di mettere su pellicola un racconto comico fatto di sbalzi drammatici, limiti superati e prese di coscienza, una storia in cui i protagonisti non sono gli eroi ma i cattivi, antagonisti di sé stessi in preda alla malattia, soli in una società che non conosce la problematica e non ripone fiducia nella ripresa. In questo contesto Pat e Tiffany si trovano, si sentono e si riconoscono. La dimostrazione in chiave leggera che l’amore è sopravvivere alla vita insieme, affrontando mostri e fantasmi, trovando il lato positivo.