Riassunto il cigno nero taleb | Sintesi del corso di Scienze dell'educazione | Docsity
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Riassunto il cigno nero taleb, Sintesi del corso di Scienze dell'educazione

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Scarica Riassunto il cigno nero taleb e più Sintesi del corso in PDF di Scienze dell'educazione solo su Docsity! Nassim Nicholas Taleb – IL CIGNO NERO PROLOGO Prima della scoperta dell’Australia gli abitanti del Vecchio mondo erano convinti che tutti i cigni fossero bianchi convinzione inconfutabile perché confermata dall’evidenza empirica. Ciò che qui chiameremo Cigno nero è un evento che possiede le tre caratteristiche seguenti: • È un evento isolato non rientra nel campo delle normali aspettative, poiché niente nel passato può indicare in modo plausibile la sua possibilità (RARITA’) • Ha un impatto enorme (IMPATTO ENORME) • Nonostante il suo carattere di evento isolato la natura umana ci spinge ad elaborare a posteriori giustificazioni della sua comparsa, per renderlo spiegabile e prevedibile. PREVEDIBILITA’ RETROSPETTIVA (E NON PROSPETTIVA) La grande guerra, l’ascesa di Hitler, il crollo del mercato del 1987...tutti eventi che seguono la dinamica del Cigno nero. La logica del Cigno nero rende molto più importante ciò che non si sa rispetto a ciò che si sa (se si fossero sapute le intenzioni dei terroristi in vista dell’11 settembre, le torri gemelle non sarebbero state abbattute; ricetta segreta di un ristorante il successo di un impresa umana (in questo caso la ricetta) è inversamente proporzionale alla sua prevedibilità). L’incapacità di prevedere gli eventi isolati implica l’incapacità di prevedere il corso della storia produciamo stime sul deficit della previdenza sociale o sul prezzo del petrolio nei prossimi trent’anni senza renderci conto che non siamo in grado di fare previsioni neanche per la prossima estate. Poniamo troppa attenzione allo specifico e poco al generale la storia della Linea Maginot è significativa: dopo la grande guerra, per evitare l’invasione tedesca, i francesi costruirono una barriera lungo il percorso della precedente invasione Hitler l’aggirò quasi senza sforzo. Questo libro parla dell’incertezza e per l’autore l’evento raro equivale all’incertezza. Esistono due possibili approcci ai fenomeni: • Il primo consiste nell’escludere lo straordinario e nel focalizzarsi sul “normale”: l’osservatore trascura gli eventi isolati e studia i casi comuni; • Il secondo approccio consiste nel ritenere che, per capire un evento, è necessario considerare prima di tutto gli estremi, soprattutto se – come il Cigno nero – implicano uno straordinario effetto cumulativo ? è possibile valutare la minaccia di un criminale in una sua giornata normale? È possibile comprendere la salute senza considerare le malattie e le epidemie spesso ciò che è normale è irrilevante. Chiamiamo platonicità la nostra tendenza a confondere la mappa con il territorio, a concentrarci su forme pure e ben definite. Quando la nostra mente è popolata da idee e costrutti netti, privilegiamo questi ultimi a scapito di oggetti meno eleganti, dotati di strutture più confuse e meno duttili. La platonicità è ciò che ci fa credere di comprendere più di quanto comprendiamo effettivamente (non è sempre così: i modelli e le costruzioni, ossia le mappe intellettuali della realtà, non sono sempre sbagliati). In questo saggio l’autore afferma che il mondo è dominato da ciò che è estremo, sconosciuto e molto improbabile, mentre noi continuiamo a occuparci di aspetti secondari, a concentrarci su ciò che è conosciuto e ripetuto ciò implica di utilizzare l’evento estremo come punto di partenza, non come un’eccezione da nascondere sotto il tappeto. Inoltre si afferma che – nonostante il progresso e la crescita della nostra conoscenza – il futuro sarà sempre meno prevedibile. PRIMA PARTE. L’antibiblioteca di Umberto Eco, ovvero come cerchiamo conferme 1. L’APPRENDISTATO DI UNO SCETTICO EMPIRICO Per più di un millennio la regione del Monte Libano – sulla costa orientale del mediterraneo e zona dove è cresciuto l’autore – fu in grado di accogliere una varietà di sette, etnie e fedi. Millennio di pace interrotto solo da piccoli e occasionali attriti all’interno delle comunità musulmana e cristiana, raramente tra scontri tra le due comunità il mosaico di culture e religioni di quella regione era considerato un esempio di coesistenza tra quelle che vengono superficialmente chiamate “cultura orientale” e “cultura occidentale”. Un Cigno nero sbucato dal nulla trasformò il paradiso in un inferno nel 1975 scoppia una guerra civile tra cristiani da un alto e musulmani e rifugiati palestinesi dall’altro (falangi libanesi e israele vs olp, partito nazionalista siriano, partito socialista libanese) che durerà quindici anni. (analogo esempio fa successivamente con il crollo finanziario del mercato azionario del 1987...accade in un periodo in cui si era convinti di essere diventati abbastanza sofisticati da evitare o almeno riuscire a prevedere e controllare le grandi scosse). La storia è opaca: si vedono i risultati, ma non il copione che produce gli eventi, il generatore della storia (simile alla differenza tra ciò che viene servito a tavola e ciò che avviene nelle cucine di un ristorante) quando la mente umana entra in contatto con la storia, soffre di tre disturbi, ossia della triade dell’opacità: 1. L’illusione della comprensione ognuno di noi crede di sapere come stanno le cose in un mondo che è molto più complicato (o casuale) di quello che pensiamo; 2. La distorsione retrospettiva possiamo valutare le cose solo dopo che sono avvenute (la storia è più chiara letta sui libri di storia che nella realtà empirica); 3. La sopravvalutazione delle informazioni fattuali e l’handicap delle persone autorevoli e colti in particolare quando creano categorie, quando platonizzano L’elemento 1 della triade è la patologia di chi pensa che il mondo in cui viviamo sia più comprensibile, più spiegabile e quindi più prevedibile di quanto non sia effettivamente (es. gli adulti mi dicevano sempre che la guerra, che finì per durare quasi diciassette anni, sarebbe finita in pochi giorni naturalmente dietro questi errori di previsione c’era l’illusione, la cecità della speranza...ogni giorno accadevano fatti che non rientravano nelle loro previsioni ma loro non si accorgevano di non averli previsti). • La nostra mente è una magnifica macchina da spiegazione capace di trovare un senso quasi ovunque, di escogitare giustificazione per ogni tipo di fenomeno, ma generalmente incapace di accettare l’idea dell’imprevedibilità. La storia e le società non strisciano, saltano: passano da una frattura all’altra con qualche vibrazione nel mezzo per confermare l’elemento 2 noi non siamo altro che una grandiosa macchina fatta per guardare all’indietro e siamo bravissimi a ingannare noi stessi. Per l’autore Diario di Berlino di Shirer (libro che lo influenzò molto) è un esempio di non distorsione retrospettiva: cercava di descrivere gli eventi mentre accadevano e non dopo. Riguardo all’elemento 3 notai che rispetto ai tassisti, le persone intelligenti non presentavano una maggiore capacità di fare previsioni...i tassisti non ritenevano di comprendere la situazione quanto le persone istruite: non erano esperti e lo sapevano in realtà nessuno sapeva niente, ma i pensatori dei ceti colti erano convinti di sapere più degli altri. Sempre in merito all’elemento 3 durante la guerra in libano la maggior parte dei giornalisti tendevano a raggrupparsi intorno alle stesse opinioni, dividendo la realtà nelle stesse categorie categorizzare è necessario per gli esseri umani, ma diventa patologico se le categorie sono considerate fisse e impediscono di prendere in considerazione l’indeterminatezza dei confini o la possibilità di modificarli. musulmano. In tal caso lo 0,001 per cento dei musulmani sarebbe costituito da terroristi dato che ci sono un miliardo di musulmani e solo circa diecimila terroisti uno ogni centomila. Test di psicologia università: tutti gli zurli sono burli chi lo passa in aula non è detto che in vita reale lo passi (in ascensore terrorizzato dall’abitante del quartiere malfamato quindi malavitoso) specificità di dominio delle nostre reazioni: le nostre reazioni e il nostro modo di pensare dipendono dal contesto in cui viene presentata la questione, dal dominio dell’evento l’aula è un dominio, la vita è un altro. Es. diagnosi tumore: la scoperta di un solo tumore maligno dimostra la presenza del cancro, ma in mancanza di tale scoperta non si può affermare con certezza che il cancro non ci sia si formulano ipotesi su ciò che NON hanno visto. Analogo discorso sulle tonsille: per anni si pensava che fossero impedimento per respirazione quindi le toglievano, successivamente capirono che aumentava cancro alla gola non intendo dire che i medici non debbano avere convinzioni, ma devono evitare convinzioni definitive e assolute. Empirismo ingenuo tendiamo per natura a cercare casi che confermino la nostra storia o la nostra visione del mondo, ma una serie di fatti a conferma non costituisce necessariamente una prova. Popper elaborò l’idea del semiscetticismo unilaterale. Tra i concetti più originali di Popper società aperta ovvero che si basa sullo scetticismo come modus operandi, rifiutando e opponendosi a verità definitive, Accusava Platone di aver chiuso la nostra mente. Altro es per confermare l’assurdità della conferma: se pensiamo che la vista di un altro cigno bianco confermi l’inesistenza dei cigni neri ci permette di dire che anche una mini rossa confermi l’inesistenza dei cigni neri con l’affermazione “tutti i cigni sono bianchi” implica che tutti gli oggetti non bianchi non sono cigni. 6. FALLACIA NARRATIVA Nel capitolo precedente si è esaminato ciò che può essere dedotto sul non visto, su ciò che è al di fuori del nostro insieme di informazioni qui ci occuperemo del visto, di ciò che all’interno del nostro insieme di informazioni, ed esamineremo le distorsioni che avvengono quando lo elaboriamo. Fallacia narrativa associata alla nostra vulnerabilità all’eccesso di interpretazione e alla nostra predilezione per le storie coerenti rispetto alle verità grezze sottolinea la nostra limitata capacità di osservare sequenze di fatti senza aggiungervi una spiegazione oppure, il che è lo stesso, senza imporre loro un collegamento logico, una freccia di relazione. Esperimento di Snyder (meglio un uovo oggi che una una gallina domani) “una” ripetuto due volte molti non lo notano la nostra propensione ad imporre significati e concetti ostacola la nostra consapevolezza dei dettagli che formano il concetto. Perché e difficile evitare di interpretare? È fondamentale notare che il cervello opera spesso senza che noi ne siamo coscienti (storiella italiano: l’autore è ad un convegno in italia e un collega italiano fosse incapace di osservare me e il mio lavoro senza individuare una ragione, una causa, senza giudicarci come parte di una storia)...azioni automatiche, come respirare. Un’altra ragione che spiega la nostra inclinazione a narrare problemi fondamentali della teoria della probabilità e dell’informazione: • L’informazione è costosa da ottenere • L’informazione è costosa da memorizzare Es. prendiamo un libro da cinquecento pagine ed un libro di cinquecento pagine che ripete la stessa frase una volta scoperto lo schema, la logica della serie...non è necessario memorizzarlo tutto. la stessa condizione che ci induce a semplificare ci spinge a pensare che il mondo sia meno casuale di quanto è effettivamente il Cigno nero è ciò che non rientra in questa semplificazione. anche in questo caso siamo affetti dalla platonicità. Es. di Forster: “il re morì. La regina morì”; “il re morì e poi di dolore anche la regina” distinzione tra mera successione di fatti e una trama in un certo senso la seconda frase è molto più leggera da portare con sé e più facile da ricordare dato che offre una sola informazione al posto di due. La narrativa può intaccare pericolosamente il ricordo degli eventi passati tendiamo a ricordare più facilmente i fatti del passato che si ineriscono in una narrazione, mentre siamo inclini a dimenticare quelli che non sembrano giocare un ruolo casuale nella narrazione nel senso comune la mente è paragonata ad un dischetto da pc, in realtà somiglia più ad una macchina di revisione dinamica autosufficiente (ogni volta che ricordiamo un evento, ne modifichiamo la storia) trasciniamo i ricordi lungo linee causative, modificandoli involontariamente e inconsapevolmente. Se la narrativa ci fa sembrare gli eventi passati più prevedibili, più attesi e meno casuali di quanto furono, dovremmo utilizzala come terapia contro il veleno della casualità es. incidente stradale per il quale vi sentite responsabili come ci si può liberare da questo pensiero ossessivo? Far sembrare l’evento meno evitabile...eh si vede che doveva accadere, è inutile angosciarsi questo si fa con una narrazione. In che modo la narrativa influisce sulla nostra comprensione del Cigno nero? Es. di Forster: “joey sembrava felicemente sposato. Ha ucciso la moglie”; “joey sembrava felicemente sposato. Ha ucciso la moglie per impossessarsi della sua eredità” aggiungendo una causa, questioni del genere diventano più plausibili e probabili (altro es. il cancro derivato dal fumo appare più probabile del cancro senza causa); altro es. più assicurazioni contro il terrorismo che assicurazioni di base, che tra l’altro coprono anche il terrorismo) i cigni neri di cui discutiamo e di cui ci preoccupiamo non somigliano a quelli che probabilmente saranno cigni neri, ci preoccupiamo degli eventi “improbabili” sbagliati. Due varietà di eventi rari: i Cigni neri narrati e presenti nei discorsi quotidiani e di cui si sente parlare in televisione e quelli di cui nessuno parla in quanto sfuggono ai modelli. Noi apprendiamo dalla ripetizione, a scapito degli eventi che non sono mai accaduti prima: dopo un Cigno nero come quello dell’11 settembre, la gente si aspetta che si ripeta, quando invece le sue probabilità sono diminuite. Le informazioni statistiche astratte non ci attirano quanto gli anedotti, indipendentemente dal nostro grado di sofisticazione es.central park: aereo, stai andando a ny e parli con un tizio che ti dice che conosceva uno che andò a central park e morì per un’aggressione lasciando due figli di cui uno molto malato non guardi le statistiche bensì per un po’ assocerai il nome central park a questo anedotto; es.moto muore tuo cugino in moto, è probabile che questo influenzi la vostra opinione sulle motociclette più di interi volumi di analisi statistiche. Dietro la nostra rovinosa superficialità sta anche una suddivisione delle attività umane in due modalità di pensiero: sistema 1 (non richiede sforzi, è automatico, veloce e non siamo consapevoli di utilizzarlo) e sistema 2 (cognitivo, è quello che chiamiamo pensiero e usiamo nelle aule scolastiche, è ragionato, lento, logico, seriale... la maggior parte dei nostri errori di ragionamento deriva da situazioni in cui utilizziamo il sistema 1 credendo di usare il sistema 2 (es. pensate all’errore di andata e ritorno che ci fa confondere “nessuna prova di cigni neri” con “prova di nessun cigno nero”). • La nostra incomprensione del cigno nero può essere dovuta all’uso del sistema 1, ossia della narrazione e del sensazionale, che ci obbliga ad utilizzare una mappa sbagliata della probabilità degli eventi...inoltre tendiamo a dimenticare la nozione di Cigno nero subito dopo che ne è avvenuto uno e focalizziamo la nostra attenzione sugli eventi precisi e vividi (ci preoccupiamo sì dei Cigni neri, ma di quelli sbagliati). • Per evitare i danni della narrazione: bisogna preferire la sperimentazione alla narrazione, l’esperienza alla storia, la conoscenza oggettiva alla storia. 7. VIVERE NELL’ANTICAMERA DELLA SPERANZA Supponiamo che –come Evgenjia – le nostre attività dipendano dalla sorpresa di un Cigno nero (le attività intellettuali, scientifiche e artistiche appartengono alla provincia dell’Estremistan)...bisogna essere capaci di rinviare costantemente la gratificazione per sopravvivere senza demoralizzarsi, hanno bisogno di coraggio per continuare (es.nel libro in cui lui si confronta con il cognato che guadagna meno ma in maniera costante) poi bang: arriva l’evento irregolare che porta con sé la grande conferma...ma potrebbe anche non arrivare mai. Siamo portati a pensare che se due variabili sono legate in modo causale, un input costante in una delle due produca sempre un risultato nella seconda. Il nostro apparato emozionale è progettato per la causalità lineare (es.se studiate tutti i giorni, vi aspettate di apprendere in proporzione ai vostri studi, se vi sembra di non progredire, le vostre emozioni vi faranno sentire demoralizzati). • Il punto è che il mondo non è affatto lineare. Con le linearità le relazioni tra variabili sono chiare, nette e costanti, quindi platonicamente semplici da esprimere con una sola frase: un aumento del 10 per cento dei soldi corrisponde ad un aumento del 5 per cento degli investimenti. Le relazioni non lineari invece variano: pensiamo alla relazione tra il piacere e il bere: se siamo assetati, un bicchiere d’acqua aumenta il nostro benessere. Ma con una cisterna d’acqua? Il nostro benessere diventerebbe rapidamente insensibile a quantità ulteriori. • Le relazioni non lineari sono onnipresenti nella vita, quelle lineari solo in aula e nei libri di testo perché sono più semplici da capire. Felicità edonistica fare un milione di dollari in un anno e zero negli altri nove (successivi o precedenti) non dà lo stesso piacere di guadagnare la stessa somma distribuita in dieci anni, ossia centomila dollari all’anno. • La felicità dipende più dal numero di sensazioni positive che non dalla loro intensità (stessa proprietà, ma rovesciata, si applica all’infelicità meglio concentrare tutti i dolori in un breve periodo piuttosto che spalmarli in un periodo più lungo) Evgenija ama da morire Il deserto dei Tartari di Dino Buzzati, tanto da imparare l’italiano per leggerlo in lingua originale. Breve storia del libro: Giovanni Drogo è un giovane promettente da poco uscito dall’accademia militare con il grado di tenente e il suo primo incarico è in un avamposto isolato (la fortezza bastiani) che protegge la nazione da un probabile attacco dei tartari proveniente dal deserto confinante. Scopre un espediente per essere trasferito ma poi ci rinuncia...per il resto della sua esistenza prolunga il suo soggiorno...35 anni di pura speranza passati nella morsa dell’idea che un giorno, dalle lontane colline che nessun uomo ha mai attraversato, emergerà finalmente il nemico che lo aiuterà a mostrarsi all’altezza della situazione. Alla fine del romanzo Drogo muore in una locanda, mentre avviene l’evento che ha aspettato per tutta la vita. Lui se lo perde. (il cigno nero lo abbiamo presentato come l’improbabile che non ci si aspetta...in questo caso drogo è ossessionato dall’evento improbabile). Evgenija non sapeva che avrebbe passato una vita intera a interpretare Giovanni Drogo nell’anticamera della speranza...non le dispiaceva la trappola dell’attesa: per lei valeva la pena vivere una vita del genere, nella semplicità catartica di un solo scopo...forse Evgenija era più felice prima del Cigno nero che non dopo. ((Qui ci sono una serie di pagine su Evgenija che conosce Nero, trader londinese che è esattamente l’opposto di lei (non fuma e si tiene in forma, frequenta uomini d’affari...), molla il marito e gli consiglia il libro che lui leggerà innamorandosi solo una volta lasciatosi con Evgenija.)) poi c’è la distinzione che fa l’autore del mondo in due quella che chiamo fallacia ludica: gli attributi dell’incertezza che vediamo nella vita reale hanno poco a che fare con quelli sterilizzati che troviamo negli esami e nei giochi. Brainstorming sul rischio (organizzato dal dipartimento della difesa) in un casinò conclude che il gioco d’azzardo è un’incertezza sterilizzata e domestica, in un casinò si conoscono le regole, si possono calcolare le probabilità nella vita reale le probabilità non si conoscono, vanno scoperte e le fonti di incertezza non sono definite. Dicendola con l’economista Knight (rischi knightiani, che si possono calcolare e non knightiani che non si possono calcolare) i rischi calcolabili sono del tutto assenti dalla vita reale: sono strumenti da laboratorio. Ciò che è platonico e di facciata viene naturalmente a galla una parte della biblioteca di Eco, quella che non vediamo mai, ha la caratteristica di essere ignorata. Si tratta dello stesso problema delle prove silenziose. Ecco perché non vediamo i Cigni neri: ci preoccupiamo di quelli che sono accaduti, non di quelli che potevano accadere ma non sono accaduti. Ecco perché platonizziamo e ci piacciono gli schemi conosciuti e la conoscenza organizzata. Ecco perché caschiamo nel problema dell’induzione, perché confermiamo. Ecco perché quelli che a scuola studiano e vanno bene tendono a lasciarsi abbindolare dalla fallacia ludica. Ed ecco perché non impariamo nulla dai Cigni neri che accadono: perché quelli che non accadono sono troppo astratti. Noi esseri umani amiamo il tangibile, la conferma, il reale, il palpabile...l’attuale versione della razza umana non comprende le questioni astratte perché le serve un contesto e il caso e l’incertezza sono astrazioni, Rispettiamo ciò che è accaduto, ma ignoriamo ciò che sarebbe potuto accadere. 10. LO SCANDALO DELLA PREVISIONE Il capitolo affronta due argomenti: - siamo arroganti riguardo a ciò che pensiamo di sapere, - implicazioni che questa arroganza ha in tutte le attività che hanno a che fare con la previsione. Arroganza epistemica letteralmente tracotanza riguardo ai limiti della nostra conoscenza. La nostra conoscenza cresce, ma essendo minacciata da aumenti più cospicui di fiducia, aumenta anche la confusione, l’ignoranza e la presunzione. Es. con una stanza piena di persone per stimare non la loro conoscenza, ma la loro valutazione della loro conoscenza (sono sicuro al 98 per cento che la popolazione di paese x sia compresa tra 1 milione e 3 milioni di abitanti” il tasso di errore stimato era il 2 per cento...venne fuori un tasso di errore che variava dal 15 al 30 per cento (quelli di Harvard sbagliavano di più di gente più umile). Analogamente possiamo trovare esempi contrari: persone che esagerano nell’altra direzione e sopravvalutano il loro tasso di errore. • L’arroganza epistemica ha un doppio effetto: sopravvalutiamo quello che conosciamo e sottovalutiamo l’incertezza, comprimendo la gamma dei possibili stati incerti (ossia riducendo lo spazio di ciò che è sconosciuto). Nell’esempio precedente abbiamo considerato un tasso di errore del 2 per cento gli errori peggiorano con il grado di improbabilità dell’evento più è remota la probabilità, maggiore è l’arroganza epistemica Esperimento che consiste nel mostrare un’immagine confusa di un idrante a due gruppi di persone. Al primo gruppo aumentiamo la risoluzione in dieci passaggi, al secondo in cinque: il gruppo che ha visto meno passaggi intermedi riconoscerà l’idrante più velocemente più informazioni si danno, più le persone che le ricevono formulano ipotesi lungo il percorso e peggiori risultati ottengono le nostre idee sono viscose: nel momento in cui produciamo una teoria cambiamo idea con difficoltà qui sono all’opera due meccanismi: il bias di conferma e la persistenza della credenza, ossia la tendenza a non cambiare opinione. Analogo l’esperimento di Oskamp che diede a un gruppo di psicologi alcune schede in successione con una quantità di info sempre maggiore sui pazienti le capacità diagnostiche non aumentarono con l’aumentare delle info, bensì divennero solo più sicuri delle diagnosi iniziali. n.b. l’arroganza epistemica non esclude la competenza due casi: • il caso lieve: arroganza in presenza di una certa competenza, • il caso grave: arroganza mista a incompetenza teste vuote in giacca e cravatta Quali discipline hanno esperti che non somigliano ad imbroglioni? James Shanteau • Esperti che tendono a essere esperti intenditori di bestiame, astronomi, piloti collaudatori, agronomi, fisici... • Esperti che tendono ad essere non esperti psicologi, clinici, psichiatri, economisti, agenti di cambio • Le cose che si muovono (e spesso inclini ai Cigni neri), e quindi richiedono conoscenza, di solito non hanno esperti, mentre quelle che non si muovono sembrano avere esperti le professioni che hanno a che fare con il futuro e basano i loro studi sul passato non ripetibile hanno il problema degli esperti Gli esperti di previsioni sono in grado di prevedere l’ordinario, non l’irregolare...ed è qui che falliscono gli errori infatti dipendono dalle grandi sorprese. Tyska e Zielonka dimostrano come gli analisti sono peggiori nel fare previsioni, ma hanno molta più fiducia nelle proprie capacità per qualche motivo l’autostima degli analisti non diminuisce il loro margine di errore a seguito di previsioni sbagliate. Tetlock ha studiato le attività di esperti politici ed economici: ha chiesto a vari specialisti di giudicare con quale probabilità eventi politici, economici e militari si sarebbero potuti verificare in un lasso di tempo di 5 anni i tassi di errore degli esperti erano molto superiori a quelli previsti e non c’erano differenze tra laureati e dottorati o professori con pubblicazioni e giornalisti. L’intento di Tetlock però era di scoprire il motivo per cui gli esperti non capiscono di non essere così bravi nel loro lavoro • Dite a voi stessi che pensavate che il gioco fosse diverso: crollo urss ero in grado di capire i meccanismi politici dell’urss, ma i russi essendo russi sono stati bravi a nascondere fattori economici cruciali...non è colpa delle mie capacità • Invocate l’evento isolato: si è trattato di un Cigno nero e io non sono pagato per prevedere cigni neri • La difesa dell’aver avuto quasi ragione: facile pensare di esserci andati vicini In noi c’è qualcosa che è progettato per proteggere la nostra autostima attribuiamo i successi alle nostre capacità e i fallimenti a eventi esterni fuori dal nostro controllo, ossia al caso ci sentiamo responsabili del positivo, ma non del negativo Tetlock distingue anche tra riccio e volpe. Dal riccio provengono molte previsioni sbagliate, sono mentalmente sposati con un solo Cigno nero, sono accecati da un esito senza poterne immaginare altri sono più facili da capire per noi, le loro idee sono più sintetizzabili. La volpe sa molte più cose e ha la mente aperta. Altro esempio che ci consente di analizzare un’altra costante della natura umana joey è un autore di saggistica la quale viene affidato di scrivere una biografi di un tizio famoso...si definisce da solo i tempi di consegna ma a pochi giorni dalla scadenza avvisa l’editore che gli sarebbe servito più tempo la casa editrice però fa marcia indietro perché sostiene che il tizio non interessi più il pubblico. Joey non ha previsto gli eventi esterni (l 11 settembre lo ha tenuto fermo per un po’, le continue visite alla madre malata, la rottura con la fidanzata...) se non fosse stato per questo ce l’avrei fatta...non è colpa mia. teniamo conto che il compito di Joey è semplice, di routine, è più facile prevederlo...pensiamo a progetti che implicano più grandi novità come una guerra o invasione militare gli errori si moltiplicano (vietnam, iraq...) Nell’era pre moderna le previsioni erano vaghe e qualitative oltre che faticose, con excel si ottengono proiezioni di vendite che si estendono all’infinito il problema è che una volta su un foglio, la previsione prende vita, si concretizza per diminuire l’ansia legata all’incertezza si produce un numero e poi ci si ancora ad esso, come se fosse un oggetto a cui aggrapparsi in mezzo al vuoto. Esperimento di Kahneman e Tversky che fanno girare una ruota della fortuna e chiedono alle persone di fissare un numero a caso, poi di fare una stima di quante nazioni africane sono nelle nazioni unite chi aveva pensato sulla ruota un numero basso, dirà un numero basso e viceversa costruiamo le nostre credenze intorno ai punti di riferimento che abbiamo in mente...non possiamo lavorare senza un punto di riferimento. Proprietà causalità scalabile supponete di essere un rifugiato che aspetta di tornare alla vostra patria...ogni giorno che passa, il giorno del vostro ritorno si allontana sempre più il conflitto arabo-israeliano era un problema semplice...dura da più di sessant’anni. Tasso di errore possibile non contemplato mai da previsioni governative e/o aziendali es del dipartimento che aveva previsto il prezzo del petrolio sbagliandolo e risbagliandolo anche una volta rivisto (perché non hanno mai calcolato il tasso di errore). Nelle previsioni che non incorporano il tasso di errore si scoprono tre fallacie: • La variabilità conta prendere troppo sul serio una proiezione senza fare attenzione alla sua accuratezza (se devo andare in un posto e la temperatura è 20 gradi con un tasso di errore di 1 mi porto vestiti diversi piuttosto che con un tasso di errore di 10 • Non prende in considerazione la degradazione della previsione con l’allungarsi del periodo preso in esame • Fraintendimento sul carattere casuale delle variabili che vengono previste 11. COME CERCARE LA POPO’ DEGLI UCCELLI Abbiamo visto che – tendiamo sia a scavare tunnel che a pensare in modo ristretto (arroganza epistemica), - il nostro curriculum di previsioni è notevolmente sopravvalutato. Nel capitolo si approfondiranno i limiti strutturali della nostra capacità di prevedere (che potrebbero non nascere da noi ma dall’attività stessa, la quale è troppo complicata per noi) La scoperta dell’arroganza epistemica è stata presumibilmente involontaria la stessa cosa si può dire di altre scoperte. Il classico modello di scoperta è il seguente: si cerca ciò che si conosce (un nuovo modo di raggiungere l’india) e si scopre qualcosa di sconosciuto (l’america) troviamo qualcosa che non stiamo cercando e dopo la sua scoperta ci chiediamo perché ci abbiamo messo così tanto ad arrivare ad una cosa così ovvia. Sir Francis Bacon i progressi più importanti sono quelli meno prevedibili, “quelli che non rientrano nel percorso dell’immaginazione”; Koestler paragona gli scopritori a sonnambuli che ottengono per caso risultati senza rendersi conto di cosa hanno tra le mani. Es. Fleming stava pulendo il suo laboratorio quando scoprì una muffa e per caso si imbatté nelle proprietà antibatteriche della penicillina. Vengono inventati strumenti...casualmente alcuni di questi ci forniscono più conoscenza di altri: il pc non è stato costruito per sviluppare una nuova matematica geometrica e visiva, non doveva servire a chattare con i miei amici australiani, ma ha fatto sbocciare nuove relazioni noi costruiamo giocattoli e alcuni di questi giocattoli cambiano il mondo. Popper sosteneva di declassare le discipline umanistiche, come la storia e le scienze sociali, ad un livello leggermente superiore a quello dell’estetica e dell’intrattenimento, come il collezionismo di farfalle o di monete la sua tesi principale è che per prevedere gli eventi storici sia necessario prevedere l’innovazione tecnologica, che è fondamentalmente imprevedibile es. pensiamo alla ruota: se siete uno storico dell’età della pietra incaricato di stilare una relazione sulle previsioni future per il vostro capo pianificatore tribale, dovete per forza prevdere l’invenzione della ruota...ma se riuscite a predire l’invenzione della ruota sapete già com’è fatta e come cento su scommesse estremamente speculative) come si può apllciare la strategia in tutti gli aspetti della vita? a. distinguete le contingenze positive da quelle negative imparare a distinguere le imprese umane in cui la mancanza di prevedibilità può essere estremamente vantaggiosa da quelle in cui l’incapacità di comprendere il futuro ha causato danni esistono cigni neri negativi (l’inatteso può colpire con violenza e causare molti danni...settore militare o assicurazioni contro catastrofi) e positivi (gli svantaggi sono pochi e controllabili...editoria, ricerca scientifica); b. non cercate ciò che è preciso e locale non abbiate una mente ristretta, non cercate di prevedere i Cigni neri in modo preciso: un atteggiamento del genere tende a rendervi più vulnerabili a quelli che non avete previsto; c. cogliete tutte le opportunità, o tutto ciò che la parvenza di un’opportunità ricordate che i cigni neri positivi hanno una condizione iniziale necessaria: dovete esservi esposti d. diffidate dei piani precisi di governo e. non sprecate tempo a lottare contro gli esperti di previsioni tutte queste raccomandazioni hanno un punto in comune: l’asimmetria mettetevi in situazioni in cui le conseguenza favorevoli sono maggiori di quelle sfavorevoli. la nozione di esiti asimmetrici è l’idea centrale di questo libro: non riuscirò mai a conoscere ciò che è sconosciuto perché, per definizione, è sconosciuto. Tuttavia posso sempre indovinare quali conseguenze può avere su di me, ed è in base a questo che devo prendere le mie decisioni. non conosco le probabilità di un terremoto, ma conosco le conseguenze che avrebbe su San Francisco l’idea che per prendere una decisione è necessario concentrarsi sulle conseguenze piuttosto che sulle probabilità è la nozione centrale dell’incertezza. In breve le ragioni per le quali non riusciamo a capire come stanno le cose: - arroganza epistemica e la nostra relativa cecità al futuro; - nozione platonica di categoria, ovvero come le persone vengono ingannate dalle riduzioni, soprattutto se sono in possesso di un titolo accademico in una disciplina priva di esperti; - strumenti di inferenza difettosi, soprattutto quelli privi di Cigni neri provenienti dal Mediocristan. TERZA PARTE. I Cigni neri dell’Estremistan 14. DAL MEDIOCRISTAN ALL’ESTREMISTAN E RITORNO SI descrive come si passa da una casualità blanda ad una casualità sfrenata...prima di tutto descriverò come si arriva in Estremistan, poi darò un’occhiata alla sua evoluzione. Due modelli di due studiosi per descrivere l’iniquità del mondo • economista Rosen sdegno per il guadagno di un giocatore di pallacanestro confrontato con una persona comune (da notare come al giorno d’oggi la sproporzione – il giocatore guadagna di più - sia aumentata: l’estremo si è alzato ancora di più) questa disparità deriva da un effetto torneo: chi è leggermente migliore può vincere l’intera posta in gioco, lasciando gli altri a mani vuote nella tesi di Rosen manca però il ruolo della fortuna: una persona può passare leggermente in vantaggio per ragioni del tutto casuali e, siccome ci piace imitarci l’un l’altro, tutti noi ci dirigeremo in branco verso di lei (motivo per cui apple nonostante sia tecnologia migliore sia usata meno piuttosto che Windows); • sociologo Merton descrive l’effetto Matthew: la gente prende dai poveri per dare ai ricchi: es. una ricercatore cita in una pubblicazione 50 persone meritevoli allo stesso modo, un altro ricercatore ne cita 3 di questi. Supponiamo che un altro ricercatore citi ancora questi tre questi tre riceveranno attenzioni maggiori in quanto maggiormente associati all’argomento in questione la differenza tra i 47 e questi tre è solo fortuna. In sociologia l’effetto Mathhew si chiama vantaggio cumulativo (anche il fallimento funziona così: parliamo di fallimento cumulativo). L’arte è una disciplina che è estremamente soggetta all’effetto cumulativo il tutto ha un precursore: l’attaccamento preferenziale: lo possiamo osservare nell’utilizzo sempre più vasto dell’inglese come lingua franca...lo stesso modello può essere usato per i contagi e le concentrazioni di idee però perché alcune idee si diffondono e altre no, alcune superstizioni sono contagiose e altre no? le categorie mentali contagiose devono essere quelle in cui siamo preparati a credere, forse addirittura programmati a credere. Per essere contagiosa, una categoria mentale deve andare d’accordo con la nostra natura. Le teorie sull’attaccamento preferenziali sono affascinanti ma non prendono in considerazione la possibilità di essere soppiantati da un nuovo arrivato nessuno è al sicuro in Estremistan. Es. pensiero marxista: strumenti dello sfruttamento si autoalimentavano e i potenti sarebbero diventati sempre più potenti, favorendo l’ingiustizia del sistema...ma bastava guardarsi attorno per vedere come quei grandi mostri morivano come mosche: prendendo un campione rappresentativo delle maggiori società di capitali in un dato periodo storico...noteremo che la maggior parte avranno chiuso, lasciando spazio ad aziende di cui nessuno aveva mai sentito parlare...nel capitalismo la fortuna è la grande livellatrice. Fondamentale nel cambiare le dinamiche del successo è il concetto di coda lunga implica che i piccoli (es.di Evgenija...il suo editore non si sarebbe neanche sbattuto se non ci fosse stato il web...) nel loro complesso dovrebbero controllare un vasto segmento della cultura e delle attività commerciali, grazie alla nicchie e alle sottospecializzazioni che ora possono sopravvivere per merito di internet implica anche una buona dose di disuguaglianza: una base ampia di piccoli e un numeor limitato di supergiganti pensate al modo in cui la coda lunga potrebbe influire sul futuro della cultura, dell’informazione e della vita politica. Potrebbe liberarci dai partiti politici dominanti, dal sistema accademico...da qualunque cosa sia attualmente nelle mani di un’autorità fossilizzata la coda lunga è un effetto collaterale dell’Estremistan che lo rende in qualche modo meno ingiusto: non diventa meno ingiusto per il piccolo, ma diventa estremamente ingiusto per il grande. Ciò che difficilmente viene capito, o che viene negato, è l’assenza di un ruolo per il mediocre nella produzione intellettuale la quota sproporzionata dei pochissimi che hanno un’influenza intellettuale è ancora più inquietante della distribuzione iniqua della ricchezza, perché, a differenza del gap economico, nessuna politica sociale può eliminarla. 15. LA CURVA A CAMPANA, LA GRANDE FRODE INTELLETTUALE L’aspetto principale della gaussiana è che la maggior parte delle osservazioni si aggira intorno al mediocre, alla media: le probabilità di una deviazione diminuiscono sempre più in fretta (in modo esponenziale) via via che ci si allontana dalla media la velocità con cui le probabilità diminuiscono aumenta considerevolmente via via che ci si allontana dal centro, dalla media questa velocissima diminuzione delle probabilità che un evento si verifichi è ciò che ci permette di ignorare gli eventi isolati*. In Estremistan, con grandezze scalabili la velocità con cui le probabilità diminuiscono resta costante. Per farla breve: le variazioni nella curva a campana di Gauss si scontrano con un vento contrario che fa diminuire le probabilità sempre più velocemente, via via che ci si sposta dalla media, mentre le variazioni “salabili” non hanno restrizioni di questo tipo. Le misurazioni dell’incertezza basate sulla curva gaussiana non prendono semplicemente in considerazione la possibilità e l’impatto di salti repentini o discontinuità e sono pertanto inapplicabili in Estremistan. Nel modo gaussiano tradizionale di vedere il mondo si parte concentrandosi sull’ordinario e si considerano secondarie le eccezioni o i cosiddetti “eventi isolati”. Ma c’è un altro modo di vedere il mondo, in cui si prende l’eccezionale come punto di partenza e si tratta l’ordinario come fosse secondario. *La curva di Gauss elimina il caso dalle nostre vite e questo la rende molto popolare...ci piace perché, calcolando la media, ci permette di avere certezze es. tazza del caffè: essa, composta di particelle saltellanti...perché non cade? Dovrebbe accadere che tutte le particelle saltassero nella stessa direzione e lo facessero in sincronia perfetta per più volte di fila...(che non accadrà mai) questo però illustra come la casualità può essere domata dal calcolo della media. 16. L’ESTETICA DEL CASO I triangoli, i quadrati e gli altri concetti geometrici sono concetti che dovrebbero rimanere nella mente di architetti, designer e professori e non in natura...madre natura ha una geometria frastagliata, ma con una logica ben precisa e piuttosto semplice da capire sembriamo naturalmente propensi a platonizzare e a pensare esclusivamente in termini di materiale studiato. Frattale è un termine coniato da Mandelbrot per descrivere la geometria di ciò che è irregolare e rotto, è la ripetizione di modelli geometrici su scale diverse, in versioni sempre più piccole. Ogni piccola parte assomiglia all’intero nel capitolo si dimostra come i frattali siano applicabili al campo dell’incertezza che dovrebbe portare il nome di Mandelbrot, cioè la casualità mandelbrotiana (le venature delle foglie sembrano rami, i rami sembrano alberi, i sassi sembrano montagne). Il concetto fondamentale è che i frattali hanno misure numeriche o statistiche che restano in qualche modo costanti su scale diverse...il rapporto è lo stesso, a differenza di quanto accade con la gaussiana (immagine in cui se guardi sembra sia caduto un obbiettivo olypmus di una macchina fotografica, nell’altra “l’obbiettivo” è grande come una persona il terreno della foto è frattale). Il resto del capitolo analizza come i frattali di Mandelbrot siano una rappresentazione di gran parte della casualità e – anche se non risolvono il problema dei Cigni neri trasformandoli in prevedibili – attenuano significativamente il problema rendendo concepibili eventi così grandi li rendono dei cigni grigi...grigi perché solo la gaussiana ci dà certezze il problema dell’induzione si ripresenta anche in Estremistan: se un meccanismo è frattale può generare valori grandi (l’incidenza di grandi deviazioni è possibile), ma quanto possibile sia e quanto spesso si verifichi sono dati difficili da conoscere con precisione (sembra il problema della pozzanghera). Sono in voga moltissimi modelli che cercano di spiegare la genesi dell’Estremistan li raggruppiamo in due classi: • “il ricco diventa sempre più ricco”, “il grande diventa sempre più grande”...modello usato per spiegare il dominio del mercato da parte di windows; • Modelli di percolazione che si rivolgono non tanto al comportamento dell’individuo quanto piuttosto al terreno su cui opera (versiamo dell’acqua su una superficie è più importante la superficie del liquido). vediamo cosa possiamo ricavare da questi modelli: • Ipotizzando uno scalabile, accetto arbitrariamente che numero grande sia possibile...le disuguaglianze non dovrebbero cessare al di sopra di un certo limite massimo conosciuto...un altro es.le guerre sono frattali per natura: un

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2016/2017
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Sintesi del libro il cigno nero di nassim Nicholas taleb
Caricato il 05/24/2017
Beatricej95
Beatricej95🇮🇹
13 recensioni - 5 documenti

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