Francois Truffaut chiese una volta ad Alfred Hitchcock il motivo per cui decise di girare "Psycho". Hitchcock ci penso un po', e poi disse: "penso sia stato per via dell'omicidio nella vasca da bagno, un'idea venuta fuori dal nulla".
Oggi sono passati 61 anni dall'uscita del film, eppure continua ancora a essere una pietra miliare per i registi di tutte le età. Il regista Edgar Wright l'ha definito "una di quelle rare, magiche occasioni in cui il cinema di genere e l'arte si incontrano". Non importa quante volte sia stato copiato o parodiato, ogni volta che lo vedo mi colpisce per la sua sorprendente freschezza. Senza dubbio è uno dei più grandi film di sempre, e lo resterà ancora a lungo.
Ma Hitchcock è stato un maestro così importante e influente che Psycho non è l'unica opera di questa portata nella sua filmografia. Anzi, personalmente non è nemmeno il mio preferito. Il genio inglese ci ha lasciato che era il 29 aprile 1980, ma i suoi capolavori rimarranno sempre con noi e per questo, in suo onore, qui a Esquire abbiamo stilato la classifica del meglio della produzione di Hitchcock (che ha diretto la bellezza di 53 film e ha partecipato alla realizzazione di molti altri). Le classifiche sono un modo pratico per esplorare il catalogo di un regista che ha fatto più di chiunque altro per porre le basi del cinema moderno.
10 Alla fine della guerra (1945)
In "Alla fine della guerra", disse Hitchcock a Henri Langlois negli anni '70, ho fatto un film per mostrare la realtà dei campi di concentramento, qualcosa di orribile. Più orribile di qualsiasi fantasia horror".
Anche se non è stato Hitchcock a dirigere questo documentario sulla liberazione di Bergen Belsen avvenuta nel 1945 - il suo coinvolgimento di un mese come "consulente per il montaggio" è iniziato solo dopo che tutte le bobine erano state girate - è stato il suo suggerimento di evitare il montaggio in favore di scene lunghe e inquadrature ininterrotte che lo rende una testimonianza solenne e veritiera.
Il film va ben oltre il suo obiettivo iniziale, cioè quello di provare al di là di ogni dubbio che le atrocità avvennero davvero. Venne archiviato subito dopo le prime proiezioni nel settembre 1945 ma è stato restaurato nel 2017, e non ha perso di certo il suo impatto dirompente. È un film profondo, capace di arrivare alle viscere dello spettatore, scioccarlo e persino nausearlo. Hitchcock suggerì di dare spazio alle immagini ossessionanti che evocano il peso morale dell'atrocità nazista: come i mucchi di fedi nuziali, di occhiali e di spazzolini da denti.
"Nessuno voleva vederlo", disse Hitchcock a Langlois, "era insopportabile, ma mi è rimasto in mente per tutti questi anni".
9 L'ombra del dubbio (1943)
La giovanissima (e molto annoiata) Charlotte è felice quando suo zio Charlie viene a stare dalla sua famiglia, riempiendola di regali e aprendo un ricco conto corrente che sembra poter cambiare in meglio la vita di tutti. Ma le cose si mettono subito nel verso sbagliato: due uomini sono sulle tracce di Charlie, e le cose su di lui cominciano a non quadrare. Dove ha preso il prezioso medaglione che ha regalato a Charlotte? E perché non permette a nessuno di fargli una foto? Potrebbe essere lui, come dice un detective a Charlotte, l'assassino di una famosa vedova?
Hitchcock ha detto più volte che questo era il suo film preferito, e il suo messaggio - "l'amore e l'ordine non sono una vera difesa contro il male", come ha detto più volte lo stesso regista - è più attuale che mai.
8 Gli uccelli (1963)
"Prima o poi", ha scritto il famoso critico Roger Ebert, "tutte le donne di Hitchcock sono state umiliate". E "Gli uccelli" è forse l'esempio più estremo. È uno dei film di Hitchcock più parodiati e imitati, ma fu ridicolizzato un po' da tutti quando arrivò nelle sale. Il tempo, però, gli ha dato ragione.
Il punto è che è impossibile parlare di questo film senza menzionare l'inferno che Hitchcock fece passare alla star Tippi Hedren sul set, con scorrettezze oggi inimmaginabili, come l'aver scambiato gli uccelli finti con quelli veri senza nemmeno avvisarla. Eppure la bellezza di questo capolavoro hitchcokiano resiste, soprattutto per via della perfetta miscela tra tensione sadica e montaggio sincopato che separa le scene più spaventose, quelle in cui gli uccelli attaccano in enormi stormi.
La trama è tanto semplice quanto potente: durante un weekend in spiaggia, un gabbiano attacca improvvisamente una giovane ragazza. È solo l'inizio di un inspiegabile e inarrestabile assedio.
7 L'altro uomo (1951)
Forse "L'altro uomo" è il più elegante e fine di tutti quelli firmati da Hitchcock. Il film parla di due uomini che si accordano per uccidere l'uno per conto dell'altro, fornendosi reciprocamente un alibi. O meglio, uno dei due crede nell'accordo e cerca di costringere l'altro a mantenere la sua parola che però non ha davvero mai dato.
Nei film di Hitchcock i treni sono spesso dei luoghi pericolosi, in cui la fanno da padrone il sesso, la violenza e la morte. In questo caso è più vero che mai, "Strangers on a Train" - questo il titolo originale della pellicola - ha tutti questi elementi mescolati assieme, compresa una certa ambiguità sessuale tra i due protagonisti, Bruno e Guy.
6 La donna che visse due volte (1958)
Di solito, "La donna che visse due volte" si contende il titolo di miglior film di sempre con "Quarto potere", ma è così soltanto sui siti in cui i rating li fanno migliaia e migliaia di voti. In questo caso a votare è un campione decisamente più ristretto (soltanto io) e quindi si aggiudica il sesto posto.
C'è chi ha definito il film un "thriller gotico" o "psicologico" ed entrambe le definizioni sono perfette. La storia è quella di Scottie (interpretato dallo storico Jimmy Stewart), un poliziotto in pensione trascinato a fare un appostamento da un vecchio amico preoccupato per sua moglie Madeleine (Kim Novak). A poco a poco però, Scottie diventa ossessionato dalla donna. L'ossessione, insieme a una strana atmosfera onirica, è la linea su cui si sviluppa tutta l'opera.
5 Intrigo internazionale (1959)
Cary Grant è Roger Thornhill, un dirigente pubblicitario che, in un brutto caso di scambio di identità, viene arrestato da alcuni agenti segreti e va molto vicino a essere ucciso. Mentre cerca di scoprire per chi esattamente è stato scambiato, viene anche incastrato per omicidio. È completamente solo, ma deve riuscire a capire cosa si nasconde dietro questo strano caso di spionaggio e capire chi sta cercando di rubare la sua identità per evitare di essere assassinato.
Questo thriller brillante è uno dei massimi successi della carriera di Alfred Hitchcock. Come se non bastasse, poi, è da qui che è nato il personaggio di James Bond.
4 La signora scompare (1938)
Iris (Margaret Lockwood) torna in Inghilterra dall'Europa centrale per ritrovarsi infelicemente sposata quando un vaso di fiori cade colpendola in testa. Si sveglia su un treno dove fa amicizia con una sospetta anziana signora. Si assopisce un attimo (anche se non è esattamente la cosa migliore da fare quando si ha una commozione cerebrale) e la signora, di colpo, è scomparsa. L'atmosfera si fa ancora più surreale quando tutti sul treno giurano che la signora, in realtà, non c'è mai stata. Che succede?
Il film passerà alla storia non solo per i suoi meccanismi psicologici, ma anche per essere stranamente profetico sulle guerre che di lì a poco sconvolgeranno l'Europa.
3 Psycho (1960)
Psycho è un film pulp in bianco e nero ambientato nella rurale Nowheresville. Oggi sembra incredibile, visto che parliamo di una delle pellicole più famose della storia del cinema, ma quando uscì diversi critici lo detestarono. La critica dell'Observer, per esempio, la scrittrice Caroline Alice Lejeune lasciò il suo posto per protesta. E non fu la sola, un suo collega lo definì "una macchia su una carriera onorevole".
Il pubblico, d'altra parte, lo amò sin da subito, anche perché era un film sovversivo, e non solo per la sua violenza ma anche per la sua rappresentazione del sesso, del voyeurismo e, curiosamente, per essere stato il primo film americano a mostrare uno sciacquone.
Nonostante Psycho sia un film leggendario, e la frenesia della scena della doccia sia considerata di pura maestria, la sua apertura è banale. Una donna fugge con del denaro rubato e si nasconde in un motel per decidere cosa farne. Improvvisamente, però, l'intero meccanismo narrativo comincia a ingranare: una madre prepotente, un giovane inquietante che incessantemente mangia caramelle, un omicidio e un passato a cui la donna non può sfuggire.
2 Il club dei 39 (1935)
Il primo capolavoro assoluto di Hitchcock coniuga quasi tutti i temi (e i tic) che definiranno i suoi thriller successivi e, di conseguenza, lo renderanno celebre in tutto il mondo. Richard Hannay (Robert Donat) è l'eroe, che però viene accusato di un omicidio che non ha commesso, e si ritrova a dover scoprire trame oscure per riabilitare il suo nome mentre è in fuga dalla polizia. La sceneggiatura frizzante e divertente, a cui si aggiunge - e non è un elemento da poco - una forte tensione sessuale tra Donat e Madeleine Carroll.
In una delle scene più celebri una donna trova un cadavere, e reagisce con un urlo inquietante e stridulo, ma quell'urlo che sembra uscire dalla sua bocca è in realtà il fischio del treno su cui Hannay è salito per dirigersi in Scozia. In questo film c'è più verve, stile e mistero che nella maggior parte degli altri lungometraggi del maestro inglese.
1 La finestra sul cortile (1953)
Il fascino e il pericolo del voyeurismo attraversano tutta l'opera di Hitchcock, ma è in "La finestra sul cortile" ("Rear Window" nel titolo originale) che sono davvero il cuore pulsante della storia. Jimmy Stewart è l'affascinante e irascibile 'Jeff', un fotografo frustrato costretto in casa a causa di una gamba rotta e un gesso che gli arriva fino all'anca. Per tenersi occupato guarda cosa succede nelle case dei vicini, spiandoli dalle finestre.
C'è una coppia di sposi, un cantautore in difficoltà, una donna sola che cerca disperatamente l'amore e una moglie che scompare improvvisamente. Il marito ha le mani sporche di sangue?
Jeff e la sua ragazza Lisa (Grace Kelly) indagano, e ben presto la storia sfugge loro di mano. È un film romantico, morboso e con un forte carattere paranoico, che poi sono tutti i punti di forza dell'opera di Hitchcock. Ma soprattutto il film è un promemoria che noi, il pubblico del cinema, siamo dei voyeur tanto quanto Jeff.