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lunedì, Maggio 6, 2024

Grace Slick, eterna icona: “siamo tutti fuorilegge”

Grace Slick dei Jefferson Airplane ha compiuto 84 anni. Le sue canzoni sono state la colonna sonora della summer of love, della Woodstock nation e del movimento contro la guerra del Vietnam.
“Se mi sorridi capirò, perché è qualcosa che fanno tutti ovunque nella stessa lingua”

Grace Slick, eterna icona

“Quando diventi vecchio non è quello che hai fatto che rimpiangi, ma quello che non hai fatto”

I Jefferson Airplane erano con i Grateful Dead di Jerry Garcia, i Big Brother and the Holding Company di Janis Joplin e Country Joe and The Fish espressione della scena hippie di San Francisco fortemente influenzata dalla beat generation.

A Frisco Allen Ginsberg aveva lanciato nel 1965 il manifesto della nonviolenza creativa e nel gennaio 1967 aveva promosso quello che chiamò human be in, l’adunata delle tribù che vide insieme la scena rock, i poeti, gli attivisti politici e soprattutto decine di migliaia di giovani che venivano definiti hippies. L’evento fu celebrato dai Jefferson nella canzone Won’t you try saturday afternoon.

Fu l’inizio della cosiddetta estate dell’amore, raccontata con pagine bellissime da Fernanda Pivano nella sua prefazione alla ‘Testimonianza a Chicago‘ di Allen Ginsberg, un libricino fondamentale riedito qualche anno fa da Il Saggiatore che riporta la trascrizione della deposizione del poeta attivista nel leggendario Processo ai 7 in realtà 8 per la contestazione della Convention del Partito Democratico nell’agosto 1968.

Nelle loro canzoni i Jefferson Airplane espressero al massimo livello la controcultura psichedelica e lo spirito del ‘fate l’amore non la guerra’.

Basti pensare ai due capolavori che hanno fatto epoca White Rabbit e Somebody to love.

 

Esprimevano lo spirito comunitario del movimento (We can be together e Let’s get together) e assumevano una chiara collocazione contro l’Amerika bianca, razzista e guerrafondaia: “siamo tutti fuorilegge agli occhi dell’Amerika”, cantavano in Volunteers. Un loro lp si intitolava Blows against the empire.

I Jefferson erano anche amici di David Crosby e non a caso condivisero con CSN&Y nei rispettivi repertori alcuni capolavori che hanno fatto la storia dell’evoluzione umana, come Triad e Wooden Ships.

I Jefferson non ebbero paura di dedicare una canzone a Diana Oughton, una militante dei Weatherman Underground morta nell’esplosione di una bomba che stava preparando (I weather mettevano le bombe nelle sedi legate al complesso militare industriale senza fare vittime perchè avvisavano prima con una telefonata).

In questa foto Grace era con Abbie Hoffman mentre cercava di compiere un’impresa pacifista psichedelica che testimonia l’attivismo dei Jefferson con il movimento pacifista.

Foto Pinterest

Grace Slick aveva frequentato lo stesso college della figlia del presidente degli Stati Uniti Richard Nixon e aveva ricevuto un invito per un tè con altri ex studenti. Pensò di portare con sè, come suo accompagnatore, il leader degli yippies Abbie Hoffman e in tasca un esplosivo nonviolento. “Avevo circa 600 microgrammi di acido in tasca che avrei voluto mettere nel tè di Richard Nixon, perché quella roba è insapore, e mandarlo sulla luna”, raccontò Slick. Purtroppo il presidente Nixon continuò a bombardare Vietnam, Laos e Cambogia per anni e la sua carriera fu interrotta solo dallo scandalo Watergate.

Così raccontò la storia Abbie Hoffman nella sua autobiografia pubblicata in Italia da ShaKe Edizioni con il titolo “Ho deriso il potere“:

Più o meno in quel periodo, mi comunicarono che dovevo telefonare a Grace Slick da un telefono sicuro. Obbedii, e Grace, tutta eccitata, mi fece una delle più scatenate proposte galanti che ho mai ricevuto.
“Ti andrebbe di farmi da cavaliere alla Casa bianca?”
“Alla Casa bianca? Che cazzo stai fumando?”
“No, dico sul serio. Vedi, ho frequentato una scuola di lusso, il Finch
College, e indovina chi c’era in classe con me. Tricia Nixon. Pare che ci abbia invitate tutte per un tè, così potremmo escogitare qualcosa se mi fai da cavaliere.”

Accettai al volo, e ci mettemmo d’accordo di vederci a Washington la sera prima del colpo. Per prima cosa tirai fuori dall’armadio il vestito per i funerali, poi con acqua e lacca riuscii a domare la zazzera e ridurla a uno stile accettabile per la Casa bianca di Nixon. Ero diventato, come avrebbero detto i miei, “quasi presentabile”.

Quindi presi con Anita il volo per Washington e scesi in albergo. Una volta riuniti tutti i complici, spiegai il piano. “Appena entriamo cominciamo a spostare i mobili, poi io mi sfilo la bandiera della Woosdstock Nation che mi sarò avvolta addosso e l’appendiamo alla parete. Poi diremo che ha preso il potere un nuovo governo e ci insediamo lì dentro.”

“Tutto qua?” fa Gracie, tutt’altro che impressionata.
“Perché, tu a cosa pensavi?”
“Senti, un’occasione del genere capita una volta sola nella vita. Hai
presente la Rivoluzione russa? Quando sono partiti all’assalto del
Palazzo d’inverno doveva esserci uno dentro ad aprire la porta. Sono io quel qualcuno. Loro credono che io sia una tipa affidabile.” Capisco in quel momento che ha riflettuto sulla burla molto più a lungo di me.

“Sentite, faremo così. Drogheremo quei figli di puttana.”
“Con I’lsd?” chiede Anita.
“Esatto.” Grace tira fuori un flacone e versa la polvere arancione sul tavolo. “E il migliore, accidentaccio, ma ne vale la pena. Ce lo ficcheremo sotto le unghie e lo scioglieremo nella caraffa del ponce.”
Mutismo generale. Poi Paul Kantner rompe il silenzio dicendo: “Ho
la mia uniforme da autista. Affitteremo una limousine e arriveremo sul posto in pompa magna. Sarà il trip del secolo”.

Il mattino dopo arriviamo al cancello indicato, poi Grace e io ci mettiamo in fila per Ì controlli, con l’invito in bella mostra. Oh-oh! Imprevisto. Sembra che siano così tante ex compagne di scuola che hanno accettato, che adesso sono ammesse solo le ragazze. Grace
comincia a litigare con le guardie, poi arriva l’addetto stampa di Pat Nixon e decide che la camicetta trasparente di Grace non può passare.
Altre urla e strepiti. Poi un giornalista ci riconosce e comincia la rumba.
Io tiro fuori la bandiera da sotto la camicia e inizio a scavalcare la recinzione della Casa bianca per attaccarla in cima, ma mi tirano giù dopo pochi secondi. Un magnifico piano andato a monte!

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Maurizio Acerbo
Maurizio Acerbo
Segretario nazionale di Rifondazione Comunista- Sinistra Europea. Attivista, agitatore culturale. Comunista democratico, libertario e ambientalista. Marxista psichedelico.

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