Quali sono i film horror da vedere assolutamente? Da quando uscirono i primi film muti – Il Golem (1915), Il gabinetto del dottor Caligari (1920) e Nosferatu il vampiro (1922) – di sangue sotto i ponti ne è passato. Difficile quindi scegliere “gli imperdibili”, anche i tre sopra citati sono belli quanto essenziali. Tuttavia, da fan dell’orrore, ne ho selezionati alcuni, una mia personale classifica che spero troverai interessante.
Ciao, sei su Orrore a Prima Vista. Io sono Lorenzo appassionato horror dai lontani anni ’90. Se anche tu hai una passione per l’orrore, seguimi sulle pagine social (Instagram e Facebook) per non perdere nulla sul mondo del macabro: storie, notizie, e lore dei mostri iconici.
Ecco la lista dei film horror da vedere assolutamente, almeno una volta nella vita.
FILM HORROR DA VEDERE ASSOLUTAMENTE: I MUST-SEE
PSYCO (1960), DI ALFRED HITCHCOCK
Partiamo subito con un classico. Forse è fin troppo banale la presenza di Psyco (1960) di Alfred Hitchcock nella classifica dei film horror da vedere assolutamente, ma è anche vero che estrometterlo sarebbe da pazzi, e poiché non sono Norman Bates, l’inserisco. A costo di sembrare scontato.
Marion Crane è una giovane segretaria tormentata in amore, che lavora in una agenzia immobiliare. Le viene dato incarico di depositare 40 mila dollari, in contanti, in banca. La donna prende il denaro, decide di tenerselo e scappa verso una destinazione ignota. Durante il viaggio Marion viene sorpresa da un acquazzone; sosterà nel Bates Motel: un edificio sperduto tra le campagne gestito dall’introverso Norman Bates.
Psyco è considerato il primo film ad aver mostrato violenza esplicita. Oggi può far sorridere, ma la sequenza con Marion sotto la doccia rimane un capolavoro della settima arte, ed è coadiuvata da una colonna sonora altrettanto iconica. Se non hai visto questa quintessenza del cinema è il momento giusto per farlo; altrimenti un ripassino non ci starebbe male, non credi?
BARBARIAN (2022), DI ZACH CREGGER
Negli ultimi anni stanno uscendo film horror davvero di livello, uno di questi è Barbarian di Zach Cregger, forse il miglior film dell’orrore del 2022. Apprezzato da pubblico (ha incassato 43 milioni di dollari in tutto il mondo) e critica, specializzata e non. Merito in primis di una storia solida e ben scritta.
Tess prenota con Airbnb una casa nel quartiere malfamato di Brightmoor, a Detroit, città dove l’indomani l’attende un importante colloquio di lavoro. Arrivata a destinazione scopre che l’edificio è già occupato da un ragazzo, Keith. Per errore, l’agenzia ha prenotato l’appartamento due volte. Lo sconosciuto, dispiaciuto, le offre la possibilità di condividere la casa. Cosa fare? Titubante, Tess accetta la proposta…
Cregger dirige con intelligenza la sua opera prima, dimostrando di conoscere le meccaniche che fanno di un horror un ottimo horror. Barbarian spaventa, fa riflettere e strappa anche qualche sorriso. Instant cult?
REC (2007), DI JAUME BALAGUERÓ E PACO PLAZA
Una delle grandi sorprese del 2007. Dopo aver visto tanti mockumentary girati a caso, eccone arrivare uno davvero bello dalla Spagna. Rec diretto dal duo Balagueró e Plaza fa quello che dovrebbe fare un falso documentario: essere credibile. E in questo è secondo a pochi. Ecco perché credo sia un film horror da vedere assolutamente.
La giornalista Angela e il suo cameraman Pablo sono gli autori di Mentre tu dormi, un reportage che mostra alcuni lavori notturni. Nell’ultimo episodio sono ospiti in una caserma dei vigili del fuoco. In seguito a una richiesta di soccorso, una squadra di pompieri, accompagnata dai due reporter, si sposta in una palazzina, dove una anziana signora sembra aver perso la testa. La donna morde sul collo un poliziotto arrivato sul posto; mentre i pompieri cercano di tenerla a bada, le autorità mettono il condominio in quarantena.
La pellicola, prodotta con circa 2 milioni di dollari, punta molto sul realismo: eloquente è la scelta di non inserire una colonna sonora. Gli attori sono tutti molto bravi; la tensione è gestita in maniera magistrale ed esplode in tutto il suo orrore nelle scene finali. Che dire, tra i migliori mockumentary in circolazione.
NOSFERATU, IL PRINCIPE DELLA NOTTE (1979), DI WERNER HERZOG
Remake, fedele, del film muto diretto da Murnau nel 1922. Werner Herzog affida il ruolo del vampiro a Klaus Kinsky, che lo ripagherà con un’interpretazione indimenticabile. Ci troviamo di fronte a un vampiro ben caratterizzato: mostruoso, animale, ma anche profondo.
Jonathan Harker, giovane agente immobiliare, raggiunge la Transilvania per affari. In un castello lo attende il conte Dracula, interessato ad acquistare un immobile a Londra. Harker trova sin da subito il comportamento cordiale del conte sospetto e sinistro. Inoltre, un fatto lo inquieta: perché compare solo di notte?
Ci sono mille motivi per cui Nosferatu, il principe della notte (1979) è un film horror da vedere assolutamente: la fotografia magnifica, l’atmosfera cupa e ineluttabile, un cast di livello e ovviamente la regia di Herzog.
Il prossimo anno uscirà un nuovo remake diretto da Robert Eggers (The Witch, The Lighthouse), le aspettative sono alte, ma riuscirà ad avvicinarsi a questo capolavoro?
IL SILENZIO DEGLI INNOCENTI (1991), DI JONATHAN DEMME
Ora potrei raccontarti tante belle storie per convincerti che Il silenzio degli innocenti (1991) sia un film horror da vedere assolutamente, ma mi limito a questo: miglior attore, miglior attrice, migliore sceneggiatura, migliore regia e miglior film. Non sto vaneggiando, come avrai capito sono gli Oscar vinti, i cinque più prestigiosi premi dell’Accademia.
La promettente recluta dell’FBI Clarice Starling chiede aiuto al detenuto Hannibal Lecter, serial killer cannibale ma anche brillante psichiatra, per scovare il folle Buffalo Bill, assassino seriale che colleziona le pelli delle sue vittime. Tra la Starling e Lecter si creerà un legame ipnotico.
La chimica creatasi tra Jody Foster (Starling) e Anthony Hopkins (Lecter) è uno dei motivi del successo de Il silenzio degli innocenti, di Jonathan Demme. Il film, tratto dal romanzo omonimo del 1989 di Thomas Harris, è un thriller/horror che mostra l’orrore con il contagocce, quanto basta per renderlo viscerale, come il rapporto tra Starling e Lecter.
L’ESORCISTA (1973), WILLIAM FRIEDKIN
William Friedkin ci ha lasciato in eredità un’opera immortale che nel 1973 ha ridato linfa al genere horror, al tempo considerato un genere di bassa qualità. L’esorcista è semplicemente L’esorcista. Tutti, almeno per sentito dire, conoscono la storia tratta dal romanzo di William Peter Blatty (anche sceneggiatore del film).
L’attrice Chris MacNeil è preoccupata per la salute della figlia Regan, affetta da presunti disturbi psicologici. Decide dunque di accompagnarla da dei neurologi. Una volta esaminata la ragazzina, i medici rimangono interdetti: non riescono a capire quale sia l’origine del suo disturbo. Con il passare dei giorni Regan peggiora, sembra come posseduta da qualcosa o qualcuno. Chris, disperata, pensa che sia il caso di contattare un esorcista.
L’esorcista incassò in tutto il mondo più di 440 milioni di dollari, cifra enorme considerato che era un film vietato ai minori di diciassette anni. Ma d’altronde la qualità della pellicola è indiscutibile. Tanti sono i cloni che hanno provato a replicare il suo successo, ma nella maggior parte dei casi si sono rivelati poca cosa.
LA CASA (1981), DI SAM RAIMI
La Casa (1981) è un’opera a basso budget costata circa 350 mila dollari. Lanciò il regista Sam Raimi e la carriera da star di B-movie horror di Bruce Campbell. La storia è oggi un classicone.
Cinque ragazzi raggiungono uno chalet in montagna per trascorrere un weekend in compagnia. Trovano, nello scantinato della casa, un libro rilegato in pelle umana scritto con il sangue, e un mangianastri. Acceso l’apparecchio, una voce pronuncia un antico rito sumero che risveglia demoniache presenze nel bosco circostante.
La Casa, al contrario dei suoi sequel, ha poche scene grottesche – marchio del regista – e molte di horror puro e gore. Raimi dirige alcune parti del film con la shakeycam: una steadicam artigianale di sua invenzione. La cinepresa fu montata sopra un’asse di legno mobile: ottenne così l’effetto tremolante durante gli inseguimenti in soggettiva del demone.
Inizialmente considerato un filmetto trash di pessimo gusto, La Casa divenne un B-movie cult, archetipo del genere. Non è questo un film horror da vedere assolutamente?
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NON APRITE QUELLA PORTA (1974), DI TOBE HOOPER
Stephen King, grande estimatore della pellicola, in un’intervista disse “Sarei lieto di testimoniare a favore di questo film in ogni tribunale del paese”. Come dargli torto? Non aprite quella porta (1974) è un film da vedere assolutamente perché fondamentale per la storia del genere horror.
Il cimitero di Newt, in Texas, è stato profanato da vandali misteriosi. Hanno ornato il luogo con sculture create con i resti dei morti. Cinque ragazzi raggiungono la cittadina per accertarsi che non siano state aperte le tombe dei propri cari. Fermi in una stazione di servizio, il benzinaio li avvisa di non intrattenersi troppo a lungo, perché Newt, dice, è abitata da gente pericolosa. Incuranti dell’avviso i giovani proseguono il loro viaggio.
Al momento dell’uscita, il film di Tobe Hooper venne bandito in diversi stati: troppo violento, troppo esplicito. Oggi è considerato uno dei migliori e influenti film horror. Se qualcuno ha qualcosa da ridire, lo dica pure a Leatherface.
ALLUCINAZIONE PERVERSA (1990), DI ADRIAN LYNE
Allucinazione perversa (1990) è un film di Adrian Lyne, regista britannico divenuto famoso nel 1983 con Flashdance. Ma a ballare (o traballare) in questa storia è la nostra mente, in balia di una regia sporca e una fotografia malsana, perfette per raccontare le vicende di Jacob.
Jacob Singer è un reduce del Vietnam che ha perso un figlio poco dopo essere tornato dalla guerra. Divorziato dalla moglie Sarah, con la quale ha altri due figli, Jacob cerca di ricostruire la sua vita insieme a Jezebel, la nuova fidanzata. L’uomo è, però, vittima di allucinazioni spaventose, creature demoniache che sembrano giungere dall’inferno. Le inquietanti visioni paiono collegate a un evento accaduto in guerra che Jacob non riesce a ricordare.
Uno splendido Tim Robbins (Jacob) ci trascina in un viaggio folle, alienante, onirico. Adrian Lyne dirige un film horror psicologico lento che tanto ricorda le atmosfere di Silent Hill: sono sicuro che a suo tempo il Team Silent tanto ha attinto da quest’opera. Da vedere assolutamente se si è fan (ma anche no) del videogame Konami.
LO SQUALO (1975), DI STEVEN SPIELBERG
Ha soli ventotto anni Steven Spielberg realizza il primo grande blockbuster estivo, Lo squalo (1975) è il primo film ad aver incassato più di 100 milioni di dollari. Vinse tre Premi Oscar – uno per la meravigliosa colonna sonora di John Williams.
Un squalo bianco di circa otto metri divora alcuni bagnanti nella cittadina balneare di Amity. Brody, capitano della polizia locale, partirà via mare assieme al cacciatore di squali Quint e all’oceanografo Hooper nel tentativo di uccidere lo spietato pesce.
Lo squalo è un film archetipo: ha dato vita a un nuovo sottogenere horror, gli shark movie. La fila di film a tema squali è interminabile. Alcuni sono divertenti, altri inguardabili e altri ancora ignobili. Ma se ancora oggi escono pellicole sui mostri marini, è perché Spielberg, nel 1975, ha girato questo capolavoro.
BABADOOK (2014), DI JENNIFER KENT
Primo lungometraggio diretto da Jennifer Kent. Babadook (2014) è una pellicola di rara delicatezza, a metà tra horror e fiaba. Lo sviluppo dei due protagonisti è ottimo (il rapporto tra madre e figlio è credibilissimo) e la caratterizzazione del villain di turno è di quelle che si ricordano.
Amelia è una giovane vedova che vive con il figlio Sam, un bambino iperattivo di sei anni. La donna, sempre più stanca e sull’orlo della depressione, a fatica riesce ad accudire il figlio, fonte di problemi a scuola e difficile da gestire in casa. Una sera Sam si fa leggere dalla madre un libro pop-up per bambini, Mister Babadook, la storia di un mostro artigliato vestito di nero. Dal quel momento fatti inquietanti si manifestano nella casa. Gli eventi peggioreranno la condizione psicologica di Amelia e Sam. C’è davvero qualcun altro con loro?
Babadook è un film horror da vedere assolutamente, dalla sceneggiatura solida e mai banale. Girato bene e supportato da una fotografia desaturata, specchio della depressione che aleggia nella casa dei protagonisti. Il lutto, la nascita, la malattia mentale, sono molti gli argomenti difficili trattati con raffinatezza.
TERRIFIER (2016), DI DAMIEN LEONE
Terrifier (2016) è un’opera indipendente diretta da Damien Leone, regista che ha dato vita a una nuova icona horror: Art il Clown. Il film è il ritorno, in grande stile, del genere slasher.
A Miles County la sera del 31 Ottobre gira per le strade Art il Clown: un sadico pagliaccio. Art terrorizzerà e smembrerà chiunque incontrerà sulla sua strada. Chi supererà la notte?
Terrifier omaggia la regia e la fotografia carpenteriana anni ’70/’80, anni celebrati anche negli effetti speciali: tutti artigianali. È distante dalle migliori opere di John, ma diavolo se affascina. David Howard Thornton è un inquietante e carismatico pagliaccio. Finalmente un film horror con clown da vedere.
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FILM HORROR DA VEDERE ASSOLUTAMENTE: I FILMONI
ALIENS – SCOTRO FINALE (1986), DI JAMES CAMERON
Iconico, immortale, imprescindibile. Probabilmente il sequel più bello della storia del cinema action/horror. Viene da sé che Aliens – Scontro finale (1986) di James Cameron sia un film horror da vedere assolutamente. Secchiate di xenomorfi, una Sigourney Weaver (Ellen Ripley) spaziale e azione a non finire. Che cosa vuoi di più della vita? Uno Yautja forse…
Ellen Ripley, dispersa nello spazio, viene recuperata e risvegliata da uno stato di ipersonno durato cinquantasette anni. La donna, ancora scossa dopo la battaglia con lo xenomorfo, scopre che sul pianeta alieno si sono insediati dei coloni, che da giorni non trasmettono più notizie. In loro soccorso partirà una squadra di marines; Ripley si unirà alla spedizione con un unico obiettivo: cancellare per sempre la specie aliena.
Lodato dalla critica; vincitore di due Premi Oscar; inserito dall’Empire al quindicesimo posto nella classifica dei film più grandi di tutti i tempi; incassi al botteghino stratosferici. Non devo aggiungere altro. Quando fantascienza e orrore decidono di amarsi.
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THE DESCENT – DISCESA NELLE TENEBRE (2005), DI NEIL MARSHALL
The Descent – Discesa nelle tenebre (2005) è il secondo film scritto e diretto dal talentuoso Neil Marshall. Dopo aver sbalordito all’esordio con il bellissimo Dog Soldier (2002), il cineasta realizza il suo vero capolavoro.
Sarah, Juno e Beth sono tre amiche appassionate di sport estremi. Dopo una giornata dedicata al rafting le tre tornano a casa. Sarah, accompagnata dal marito e dalla figlia, ha un brutto incidente stradale: perderà entrambe i familiari. A un anno dalla tragedia, la donna, nella speranza di aver superato il lutto, si ritrova con le due amiche e altre tre ragazze per un escursione speleologica nelle grotte dei Monti Catkill, negli Appalachi. La discesa nelle tenebre ha inizio: e le ragazze non saranno sole.
Marshall analizza il complesso animo umano, tra lutti da superare, amicizie e tradimenti; e lo fa con una fotografia e una regia claustrofobica e scura, come il cuore di Sarah. Perché è un film horror da vedere assolutamente? Regia di livello. Sceneggiatura e personaggi, fantastici.
SAW – L’ENIGMISTA (2004), DI JAMES WAN
Girato in soli diciotto giorni Saw – L’enigmista (2004) darà vita a una saga che vanta otto film canonici (escluso il reboot Spiral – L’eredita di Saw del 2021). Ma soprattutto farà conoscere agli appassionati dell’orrore quel geniaccio di James Wan, uno dei registi più interessanti degli anni 2000.
Adam e Lawrence si risvegliano in un bagno fatiscente, una stanza che non sembra avere vie di fuga. I due non si conoscono e non comprendono il perché si trovino lì. In seguito, Lawrence capisce che sono prigionieri dell’Enigmista, un serial killer che sottopone le sue vittime a delle prove, che, se non superate, portano all’inevitabile morte. Mentre i due prigionieri cercano di risolvere i rispettivi enigmi, alcune verità vengono a galla.
Accolto piuttosto male, Saw è diventato nel tempo un cult, un film horror da vedere assolutamente perché unico nel suo genere. Guardarlo o non guardarlo… fai la tua scelta.
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AUDITION (1999), DI TAKASHI MIIKE
Audition (1999), tratto dal romanzo omonimo del 1997 di Ryū Murakami, ha fatto conoscere l’eclettico Takashi Miike in tutto il mondo. Il regista del Sol Levante sorprese e scioccò critica e pubblico con una pellicola travolgente e dal finale brutale.
Sette anni dopo la morte delle moglie, Shigeharu Aoyama, spronato dal figlio, decide di cercare una nuova compagna. Si farà aiutare dall’amico e produttore televisivo Yoshikawa, che allestirà una falsa audizione. Tra le tante donne che si presenteranno, il vedovo rimarrà affascinato dalla schiva e misteriosa Asami Yamazaki, una ex ballerina.
Per più di metà film Audition sembra una commedia romantica, poi Miike ci risveglia. E arriva la paura, il sangue; l’amore diventa castigo e violenza. Ma niente è gratuito. Poesia e orrore si abbracciano con ossessione in un film horror da vedere assolutamente.
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LA SPINA DEL DIAVOLO (2001), DI GUILLERMO DEL TORO
Guillermo del Toro ha impiegato sedici anni per portare a termine La Spina del diavolo (2001), una delle sue opere più apprezzate. Iniziò a lavorare al progetto quando era ancora uno studente universitario. Il risultato è un film horror straordinario.
1939, Spagna. Dopo la morte del padre, Carlos si trasferisce in un orfanotrofio. Il posto è infestato dal fantasma di un bambino, Santi. L’inquietante spettro avvisa il ragazzino che una tragedia sta per abbattersi nell’istituto.
Non aspettarti un horror puro, perché non lo è. La componente orrorifica nei film di del Toro rimane spesso al margine, quasi invisibile, come un fantasma. Ma la capacità narrativa del regista messicano è cosa per pochi. Splendida storia dark fantasy che, con qualche brivido, racconta la Spagna ai tempi della guerra civile.
IL SESTO SENSO (1999), DI M. NIGHT SHAYAMALAN
Entra di diritto, nella lista dei film horror da vedere assolutamente, quella che è stata per tanti anni la pellicola dell’orrore con il miglior incasso: 672 milioni di dollari e spiccioli, cifra superata solamente nel 2017 da It di Andy Muschietti. Il sesto senso (1999) è il primo horror diretto da M. Night Shayamalan, regista a cui noi amanti del brivido dobbiamo più di qualcosa.
Malcolm Crowe, uno psicologo infantile, viene colpito all’addome da un colpo di pistola sparato da un suo ex-paziente, ora adulto. L’aggressore, che accusa il dottore di averlo abbandonato, si spara poi un colpo in testa. Tre mesi dopo, Crowe, sopravvissuto e logorato dai sensi di colpa, cerca di riscattarsi prendendo in cura un caso difficile, Cole Sear, un ragazzino di nove anni che dice di vedere la gente morta.
Il sesto senso è una ghost story diventata cult. I temi trattati, da sempre, ci affascinano e inquietano: cosa succede dopo la morte? I defunti rimangono in contatto con i vivi? Shayamalan ci da la sua personale risposta con un film che miscela sapientemente dramma, thriller e orrore.
THE WITCH (2015), DI ROBERT EGGERS
The Witch (2015) è un film da vedere assolutamente perché è tra gli horror più belli degli ultimi dieci anni, forse venti. Credo possa bastare.
1630: una famiglia del New England viene esiliata da un piccolo villaggio, ed è costretta a vivere in solitudine al limitare di un bosco. Le cose peggiorano quando il figlio più piccolo viene rapito da una presenza maligna che vive nella foresta.
Robert Eggers dirige un’opera matura, tesa e angosciante. Un’opera che – come quella di Marshall – indaga sulla natura dell’uomo, mettendo a nudo le debolezze dei protagonisti (tutti meravigliosi), e dello spettatore. The Witch è il ritorno, dopo tanto tempo, a un horror più ricercato e autoriale.
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CANNIBAL HOLOCAUST (1980), DI RUGGERO DEODATO
Ok, Cannibal Holocaust (1980) non è un film perfetto, tutt’altro. Ma ha lanciato il falso documentario nel panorama horror. La pellicola è capostipite di un sottogenere dell’orrore poi ripreso dai vari The Blair witch Project, Rec, Cloverfield, The Visit, The Sacrament ecc.
Quattro giovani reporter scompaiono nella foresta Amazzonica durante le riprese di un documentario sulle tribù cannibali. Il professore Harold Monroe parte alla ricerca dei ragazzi e scopre che sono stati brutalmente uccisi: trova, tra i loro resti, il filmato che ne documenta la morte. Tornato in patria visiona la registrazione e scopre vicende insospettabili.
Cannibal Holocaust è definito da alcuni il miglior cannibal movie di sempre. La pellicola, aspramente criticata all’uscita e rivalutata in seguito, è una delle più censurate della storia.
Nonostante i suoi difetti, rimane un film horror da vedere assolutamente.
LA COSA (1982), DI JOHN CARPENTER
Inserendo Halloween (1978) nella lista avrei vinto facilmente, tuttavia credo che la vera gemma di John Carpenter sia proprio La cosa (1982). In realtà tutte o quasi le opere del regista sono oro colato, ma questa…
Un base scientifica americana, insediata in Antartide, viene attaccata da una specie parassita aliena in grado di assumere le sembianze delle sue vittime. Questo crea nei sopravvissuti un senso di paranoia costante che destabilizza il gruppo. MacReady (Kurt Russel), pilota del team, prenderà il comando e combatterà l’alieno.
Il film, diretto magistralmente da Carpenter, trasmette ansia e isolamento, grazie a inquadrature fisse e lenti movimenti di macchina che indugiano sulla base scientifica. La colonna sonora – perlopiù semplici ma efficaci note al sintetizzatore – è eseguita da Ennio Morricone – alcune musiche, però, sono state composte dallo stesso Carpenter. Gli effetti speciali di Rob Bottin, statue modellate a mano e animatronics, resero l’allora ventitreenne effettista celebre in tutta Hollywood.
In assoluto, uno dei film horror Sci/fi da vedere.
THE OTHERS (2001), DI ALEJANDRO AMENÁBAR
Forse ispirato al libro Giro di Vite (1898) di Henry James, forse no. Di sicuro, c’è che The Others (2001) di Alejandro Amenábar è stato un successone: a fronte dei 17 milioni di dollari spesi ne incassò più di 200 milioni. Ok, al tempo era un film horror da vedere assolutamente, ma oggi? Certo che sì.
Grace Stuart è una donna che vive in una magione con i due figli Anne e Nicholas, malati di porfiria. Nella speranza che torni il marito, dato per disperso nell’appena conclusa seconda guerra mondiale, la giovane madre assume tre domestici. La vita della famiglia viene però stravolta quando nella casa sembra palesarsi uno spettro.
Film autoriale ed elegante, con una fotografia e una sceneggiatura che calcano le atmosfere tipiche dei romanzi gotici inglesi. Nebbia densa, camere buie illuminate da candele, e una sensazione di disagio crescente che culmina con un finale a dir poco geniale. Ah, dimenticavo, c’è una Nicole Kidman super.
NIGHTMARE – DAL PROFONDO DELLA NOTTE (1984), DI WES CRAVEN
Da insegnante di letteratura inglese a principale autore di film horror low budget, questa è la parabola di Wes Craven. Nightmare – Dal profondo della notte (1984) è uno dei suoi lavori più riusciti e apprezzati, sia dal pubblico che dalla critica. Il regista di Cleveland inventa un personaggio horror iconico: Freddy Krueger.
A Springwood, cittadina dell’Ohio, un gruppo di ragazzi fronteggia un demone, Freddy Krueger, noto serial killer della zona, ucciso anni prima dalle famiglie del posto. Il mostro, in grado di uccidere nei sogni, è tornato per vendicarsi. Ammazzerà i figli di chi lo ha bruciato vivo.
Una sceneggiatura originale e un uso centellinato e sapiente del villain creano la giusta atmosfera di orrore, inquietudine e incertezza. Robert Englund, nella parte della vita, diede grande personalità a Freddy Krueger, più sinistro e tenebroso in questo primo capitolo. In soli trentadue giorni Craven dirige un capolavoro dell’orrore (assolutamente da vedere), che con sagacia unisce elementi gotici a quelli tipici dello slasher.
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THE WICKER MAN (1973), DI ROBIN HARDY
Lodato immediatamente dalla critica ma perlopiù ignorato dal pubblico a causa dei problemi di distribuzione dovuti alla censura, The Wicker Man (1973) di Robin Hardy si è imposto nel tempo come film di culto e come precursore del filone folk horror.
Il sergente Neil Howie approda sull’sola di Summerisle per indagare sulla presunta scomparsa di una bambina. Ma gli isolani negano l’esistenza della giovane. Howie teme che gli abitanti, dei pagani che praticano strambe cerimonie, abbiano compiuto un sacrificio…
Tratto dal romanzo Ritual (1967) di David Pinner. The Wicker Man è una pellicola ingannevole: un horror mascherato da giallo. Scene luminose e solari, musiche folk, che cosa può andare storto? Tutto. Film horror da vedere assolutamente, con un finale indimenticabile e un Christopher Lee sugli scudi.
DRACULA IL VAMPIRO (1958), DI TERENCE FISHER
Distribuito dalla storica Hammer, Dracula il vampiro (1958) di Terence Fisher si regge su due elementi: atmosfera gotica e sangue, marchio di fabbrica della casa di produzione britannica. Amato dalla critica, dal pubblico e anche dai fan del romanzo (seppur la pellicola non sia fedele alla storia di Bram Stoker). Un tripudio.
Jonathan Harker, che insieme a Van Helsing caccia il conte Dracula, si dirige in un castello a Clausemburgo, l’ultimo nascondiglio del vampiro. Harker, infiltratosi come bibliotecario, cercherà di sconfiggere una volta per tutte il mostro.
Dato l’enorme successo la pellicola generò sette seguiti e due spin-off. Christopher Lee è uno dei vampiri più carismatici e iconici: meno trasformista, più sensuale e famelico. Davvero vuoi perderti “il” conte Dracula? Non credo. Film horror da vedere assolutamente.
FILM HORROR DA VEDERE ASSOLUTAMENTE: GLI IMPERDIBILI
LASCIAMI ENTRARE (2008), DI TOMAS ALFREDSON
Adattamento del (consigliatissimo) libro omonimo di John Ajvide Lindqvist (anche sceneggiatore del film), Lasciami entrare (2008) di Tomas Alfredson è una pellicola che non tradisce le atmosfere dolorose respirate nel romanzo.
Oskar è un dodicenne che vive in un quartiere di Stoccolma, Blackeberg. Il ragazzino, mite per natura, è costantemente bullizzato da alcuni compagni di classe. Un giorno scopre che nel suo condominio vive una strana ragazzina, Eli. Mentre tra i due nasce una profonda amicizia, a Blackeberg avvengono degli efferati omicidi.
Lasciami entrare è un horror romantico delicato e crudo. Una cupa storia d’amore, d’amicizia; una storia sulla diversità in grado di spaventare, di commuovere e di far riflettere. Una dolce poesia nera.
RINGU (1998), DI HIDEO NAKATA
Film horror da vedere assolutamente, che, per un po’, fece guardare la VHS con sospetto. Ringu (1998) è un mistery horror sul paranormale dalla trama attanagliante, che lascia la presa solo dopo il finale. Il film costruisce la tensione attorno al non spiegato; l’accumulo di enigmi irrisolti porta lo spettatore in uno stato di progressiva inquietudine.
La reporter Reiko Asakawa indaga sulla recente scomparsa della nipote, morta brutalmente dopo aver visto una misteriosa videocassetta. Reiko si mette alla ricerca della VHS. La trova, la guarda e terminata la visione riceve una telefonata. Una voce gutturale l’avvisa: le rimangono sette giorni di vita.
Film J-horror che vedrà la sua controparte americana uscire nel 2002. Il remake, seppur buono, non si avvicina alle atmosfere di solitudine, abbandono e alienazione trasmesse dall’opera di Nakata. Horror profondo, profondissimo, come il pozzo in cui riposa Sadako.
UN LUPO MANNARO AMERICANO A LONDRA (1981), DI JOHN LANDIS
John Landis confeziona un film che amalgama comicità, dramma e terrore. Un lupo mannaro americano a Londra (1981) è un film horror da vedere, rivedere e rivedere ancora; in assoluto una delle migliori pellicole sui licantropi.
Due studenti americani, David e Jack, passeggiano durante la notte per la brughiera inglese dopo aver abbandonato un pub di bifolchi. I giovani sentono degli inquietanti ululati nelle vicinanze; pochi istanti e vengono aggrediti da un’enorme bestia: Jack viene sventrato e ucciso, David ferito. Il ragazzo, risvegliatosi in ospedale, ha sogni premonitori e visioni del suo amico defunto. Jack avvisa David: su di lui verte una maledizione che può annullare soltanto uccidendosi.
Il trucco prostetico e l’animatrone (creati per realizzare il licantropo) permisero a Rick Baker di vincere l’oscar per i migliori effetti speciali. La trasformazione in uomo lupo di David è ancora oggi una delle più belle e suggestive del cinema horror.
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VENERDÌ 13 (1980), DI SEAN S. CUNNINGHAM
Se avessi escluso Venerdì 13 (1980) dalla classifica dei film horror da vedere assolutamente, qualcuno mi avrebbe preso a fiocinate o a colpi di machete o in qualche altro modo fantasioso. Tuttavia, e non ma non me ne voglia Jason, ho deciso di inserire il primo capitolo, dove lui, a conti fatti, non c’è (o comunque ha un ruolo marginale). Perché? Perché è da qui che tutto è cominciato: da un film poco originale (che tanto deve ad Halloween di Carpenter), che è riuscito, però, a conquistare i cuori degli appassionati dell’orrore.
Steve Christy assume sette studenti universitari nel tentativo di riaprire il campeggio di Crystal Lake. Alcuni abitanti di un paesino nelle vicinanze avvisano i ragazzi che il camping è maledetto e portatore di sventura da quando, nel 1958, un bambino vi morì annegato. Da allora ogni volta che la struttura provò a riaprire avvennero tragici incidenti. Christy e gli altri ragazzi ignorano gli avvertimenti e cominciano i lavori…
Che Venerdì 13 non sia originale è chiaro, ma è anche chiaro che fu un film vincente. Prodotto con un budget inferiore ai 600 mila dollari ne incassò più di 70 milioni, divenendo un grande successo al botteghino. Chapeau.
SCREAM (1996), DI WES CRAVEN
Credo che ancora oggi Scream (1996) sia un horror sottovalutato. Craven e lo sceneggiatore Kevin Williamson destrutturano lo slasher e lo ricompongono: mescolano parodia, metacinema e orrore. Realizzano così uno dei grandi film horror anni ’90.
A Woodsboro, piccola cittadina americana, gira un pazzo assassino con una maschera da fantasma. Casey Baker è il primo di una serie di omicidi. Ora il killer è sulle tracce di Sidney Prescott: liceale orfana della madre, uccisa un anno prima. Chi è il folle omicida? Perché vuole Sidney?
Scream è quanto di buono ci ha lasciato lo slasher anni ’80, con l’aggiunta di digressioni ingegnose. Grande cult dal quale nasce un’altra icona: Ghostface.
Film horror da vedere? Assolutamente sì.
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FILM HORROR DA VEDERE ASSOLUTAMENTE: ALTRI CAPOLAVORI
SHINING (1980), DI STANLEY KUBRICK
Prevedibile. Se un regista del calibro di Kubrick dirige una pellicola horror, la pellicola poi diventa un must-see. Uno dei pochi casi in cui il film supera il libro (di Stephen King).
Dopo aver affrontato un colloquio di lavoro, Jack Torrance – insieme alla sua famiglia, la moglie Wendy e il figlio Danny – si trasferisce all’Overlock Hotel. Per i prossimi cinque mesi Jack sarà il guardiano dell’albergo, un edificio sperduto tra le montagne del Colorado. La famiglia vivrà isolata – isolamento che portò, dieci anni prima, il guardiano Charles Grady a uccidere la sua famiglia. Ma Jack vede nella solitudine un’alleata: deve completare il suo romanzo. Passano i giorni e la mente dell’uomo sembra vacillare…
In Shining (1980) Kubrick fa un uso sapiente della steadicam – indimenticabile la scena di Danny che, in sella al triciclo, percorre i corridoi dell’hotel. Perfetto è anche il montaggio, scioccante durante le visioni del bambino.
Splendidi Jack Nicholson (Jack Torrance) e Shelley Duvall (Wendy Torrance). Film horror cult da vedere assolutamente.
HELLRAISER (1987), DI CLIVE BARKER
Esordio come regista dello scrittore Clive Barker. Barker porta sul grande schermo uno dei suoi migliori racconti: Schiavi dell’inferno (1986). Hellraiser (1987) ci presenta i Cenobiti, capeggiati da Pinhead, iconico personaggio horror degli anni ’80.
Due coniugi, Larry e Giulia, si trasferiscono in una nuova casa. Casa che fu, in passato, il covo d’amore per l’infedele Giulia e Frank – il fratello scomparso di Larry. La donna scopre che una parte decomposta di Frank vive nell’attico della casa; l’uomo chiederà il suo aiuto per tornare umano e sfuggire ai Cenobiti: esseri di un’altra dimensione che lo tengono prigioniero.
Hellraiser è un film unico nelle atmosfere (malate) e nell’estetica. La regia, semplice ma funzionale, permette al gore e ai crudi effetti visivi di emergere. Non vedere questo film horror è assolutamente un supplizio.
ZOMBI – DAWN OF THE DEAD (1978), DI GEORGE A. ROMERO
Ho già inserito La notte dei morti viventi (1968) nella classifica dei film horror vecchi, non potevo farlo anche qui. Allora perché non mettere Zombi (1978)? lo zombie movie che ha consacrato il genere?
La terra è oramai invasa dai morti viventi, cadaveri che si rianimano e si cibano della carne dei vivi. Un gruppo di quattro sopravvissuti farà di un centro commerciale la propria casa. Cercherà di vivere in un mondo ostile, difendendosi dall’attacco dei non morti e non solo.
Film dal grande successo commerciale: citato, omaggiato e ripreso da più media. Diversi sono i temi proposti dal regista: l’uomo che trova il suo idillio nel consumismo; e il consumismo che porta alla distruzione l’uomo. Lo stesso uomo che, in un mondo in cui i morti tornano in vita, pensa ancora a farsi la guerra.
Film da far vedere a chiunque: figli, genitori, nonni, amici e nemici.
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CANDYMAN – TERRORE DIETRO LO SPECCHIO (1992), DI BERNARD ROSE
Ancora lo zampino di Clive Barker. Candyman – Terrore dietro allo specchio (1992), di Bernard Rose, è tratto da un suo racconto, The Fordidden (1986). E la mano dello scrittore britannico si nota nell’atmosfera malsana che permea la pellicola, un film horror (da vedere assolutamente) con una fotografia sporca, che fonde ambienti urbani e gotici.
Helen è una studentessa universitaria che sta scrivendo una tesi sulla leggenda metropolitana di Candyman, un uomo di colore avvolto da uno sciame d’api e con un uncino al posto di una mano. Secondo alcune testimonianze, pare che abbia recentemente ucciso una donna al Cabrini-Green, un quartiere fatiscente di Chicago. Helen esplora il posto, e più procede con la sua ricerca più si trova invischiata in situazioni tenebrose.
Candyman – Terrore dietro allo specchio è uno di quei B-movie tosti. Discriminazione razziale, solitudine e follia sono il fulcro dell’opera, che vede protagonista un grande Tony Todd, Candyman, un boogeyman mai troppo ricordato.
VIDEODROME (1983), DI DAVID CRONENBERG
Tra gli imperdibili c’è sicuramente Videodrome (1983), di David Cronenberg, capolavoro del body horror con protagonista uno straordinario James Wood.
Max Renn (James Wood) è proprietario di una piccola emittente televisiva che trasmette materiale pornografico e violento. Max intercetta un canale pirata chiamato Videodrome, che manda in onda interminabili scene di violenza all’apparenza realistiche. Interessato all’acquisto della programmazione, l’uomo si mette alla ricerca degli autori.
Cronenberg evidenzia il problema della dipendenza dai media. Tema contemporaneo? Di più. Pellicola visionaria dall’atmosfera cupa e disturbante, anche per merito degli effetti speciali del solito Rick Baker.
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