Non ci saranno foto così che quando arriverà l’ora queste occasioni potranno apparire come innocenti ritrovi tra amici. Queste parole - o altre molto simili - sarebbero state quelle pronunciate dal Principe Filippo di Edimburgo alla presenza di alcuni dei suoi più cari compagni, tra cui Miles Kington, che le riportò più tardi in un articolo per The Indepentent nel 1996. Le "occasioni innocenti" a cui il giornalista e il consorte di Elisabetta II facevano riferimento, altro non erano che le riunioni del Thursday Club, uno dei circoli per soli uomini tra i più chiacchierati di Londra, di cui il Duca di Edimburgo era membro di spicco.

"Il circolo era un raduno di bon viveur che si incontravano una volta alla settimana, ogni giovedì per pranzo da Wheeler, ristorante di pesce a Soho", ha raccontato una fonte anonima al Sun Online. "C’erano fiumi di vino, seguiti da porto e brandy, oltre che sigari della migliore qualità: il pranzo poteva durare anche fino a tarda notte", ha aggiunto. Le riunioni del club si svolgevano ovviamente in una sala privata, al sesto piano dell’edificio, dove sei grandi tavoli circolari accoglievano 10-15 ospiti per volta, lontano dagli occhi indiscreti degli altri commensali del Wheeler.

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Il Principe Filippo durante una partita di polo (1967).

A fondare il club, secondo quanto riportato dal magazine inglese, sarebbe stato Baron Narhum, un caro amico del Duca che l’avrebbe poi più tardi accolto nel gruppo. Fotografo di origini italo-libiche, aveva incontrato Filippo in occasione di un servizio fotografico a Broadlands, la dimora nell’Hampshire dello zio del Duca, Lord Mountbatten. A incoraggiare l’ingresso del (di lì a poco) Principe Consorte avrebbe poi contribuito anche Michael Parker, compagno d’armi e amico del Duca dal 1942, poi suo Segretario Privato ed Equerry.

Tra gli altri membri del circolo si contavano diversi personaggi di spicco di aristocrazia, politica e spettacolo: il marchese di Milford Haven, cugino del principe Filippo e suo testimone nozze, lo scrittore Arthur Koestler, il fotografo Cecil Beaton, il poeta John Betjemen, il giornalista Arthur Christiansen, oltre che i gemelli Kray, attori come David Niven e Peter Ustinov, e Kim Philby, allora ufficiale dell'intelligence britannica poi rivelatosi spia sovietica. All’appello infine non poteva ovviamente mancare il caro zio del Duca, Lord Mountbatten.

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La Regina Elisabetta e il Principe Filippo (1958).

"L’atmosfera era raffinata e intrigante, non che volessimo comportarci deliberatamente male, solo che spesso le cose sfuggivano un po' di mano quando tutti avevano bevuto una o due bottiglie", ha rivelato sempre una fonte al Sun Online. "Fondamentalmente eravamo un gruppo di amanti del buon cibo e del bere bene, uomini che si dedicavano con orgoglio all’arte dell’Assoluta Incongruenza". E le donne erano ammesse a queste riunioni? Secondo quanto riportato da alcuni giornali dell’epoca (fatti ritratti poi anche in The Crown) il Thursday Club non sarebbe stato un luogo così innocente come i suoi membri volevano far credere, e la presenza femminile non sarebbe stata poi così ridotta. Voci di tradimenti, scandali e affair riempirono infatti le pagine dei tabloid dell’epoca, alcuni dei quali in particolare insinuarono il dubbio che Filippo tradisse la Regina Elisabetta proprio durante la prima gravidanza della monarca. Nessuna voce tuttavia fu mai confermata e, complice l'assenza di qualsiasi testimonianza fotografica di quei ritrovi esclusivi, un velo di mistero e scetticismo calò sulla vicenda.

Casualmente "una delle poche fotografie rimaste a testimonianza dei pranzi del club è quella scattata da Baron nel 1947, in occasione di un brindisi per il fidanzamento di Filippo con la futura Regina”, ha raccontato una fonte al Sun. Un altro memorabilia del gruppo di amici arrivato fino ad oggi ha sempre a che fare con il royal wedding: si tratta della foto della piantina del tavolo della serata di addio al celibato del Filippo, una cena a base di “foie gras, zuppa di tartaruge, grigliata mista e crêpes suzette”, secondo quanto riportato da Tatler.

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Una foto della festa di addio al celibato del Principe Filippo (1947).

Nel 1996, Miles Kington nel suo articolo intitolato “Giorni innocenti al Thursday Club” apre con un’arringa forse troppo difensiva: "Penso di essere probabilmente uno degli ultimi membri sopravvissuti del vecchio Thursday Club, la banda di amici che il Duca di Edimburgo era solito riunire attorno a sé negli anni Cinquanta per divertirsi un po' lontano dalla serietà di Buckingham Palace. Il club era rigorosamente maschile, ma questo non significa che non ci fossero donne a questi raduni. Dopotutto, come mi disse una volta Arthur Koestler, «La cosa straordinaria degli uomini nelle riunioni di soli uomini è che parlano di donne senza sosta, mentre in situazioni miste ecco che gli uomini parlano solo di hobby maschili come sport, politica e automobili - mai di donne, anche se sono presenti molte»". Un’apertura sicuramente curiosa, che fece (e fa ancora) sorgere non pochi dubbi circa l’innocenza di questi ritrovi, di cui non rimangono che candide e smaliziate testimonianze.

"È molto importante che queste occasioni sembrino innocenti quando sarà il momento", disse il Principe Filippo durante una delle riunioni. Interrogato su quale fosse il momento rispose: "Quando scriveranno la storia della mia vita […] Un giorno, in futuro, i biografi scruteranno la famiglia reale alla ricerca di scandali. Diranno, il Principe Filippo ha mai avuto una vita selvaggia? Ci sono segreti oscuri ancora non svelati? Così scopriranno l'esistenza del Thursday Club!". Un innocente club di soli uomini.