Micol in "Enciclopedia Dantesca" - Treccani - Treccani

Micol

Enciclopedia Dantesca (1970)

Micol

Gian Roberto Sarolli

Figlia di Saul, re d'Israele, e sposa di Davide. D. la menziona in Pg X 68 Di contra, effigïata ad una vista / d'un gran palazzo, Micòl ammirava / sì come donna dispettosa e trista (e cfr. anche il v. 72), in atto cioè di profondo disprezzo verso Davide (l'umile salmista, / e più e men che re era in quel caso, vv. 65-66), che, in abito succinto, danzava dinanzi all'arca del Signore mentre veniva condotta " de domo Obededom in civitatem [Gerusalemme] ", come leggesi in II Reg. 6, 12: " Et David saltabat totis viribus ante Dominum; porro David erat accinctus ephod lineo. Et David et omnis domus Israël ducebant arcam testamenti Domini in iubilo et in clangore bucinae " (§§ 14-15).

L'episodio e la descrizione di M., intesa a far risaltare ancor più l'umiltà di Davide - pala centrale del trittico degli scolpiti exempla di umiltà nel girone dei superbi -, sono stati unanimamente ricondotti alla fonte biblica già citata (specialm. 20, 23), e interpretati letteralmente soltanto, trascurando la componente del simbolismo tipologico che la tradizione scritturale ha formulato elaborando l'episodio. A Davide, che nelle parole di D. chiaramente appare ‛ prefigurazione ' di Cristo (e più e men che re era in quel caso), in conformità alla tradizione esegetica scritturale a partire da s. Ilario (" David, qui manus fortis interpretatur, Salvatoris nostris expressit imaginem, sive quod in sectatione Iudaeorum iniustam persecutionem sustinuit, sive quod manu fortis vicit diabolum atque alligavit, eiusque spolia in toto orbe distribuit; et sic fere per omnes vitae suae eventus Christum praesignavit, ac typus fuit tum bonorum quae nobis contulit Christus, tum malorum quae ipse passus est a reprobis ", Patr. Lat. IX 844) seguita fedelmente da tutti i padri (da s. Ambrogio e s. Agostino fino ad Alcuino, a s. Pier Damiano, Ugo di San Vittore, Pietro Lombardo e Filippo di Harveng) e inserita nella teologia-politica da Alcuino e Rabano Mauro fino a diventare il caposaldo del simbolismo tipologico dell'imperatore per mezzo dell'equazione analogica - imperatore = (novus) David = Christus - viene contrapposta M. che la stessa tradizione, elaborando l'episodio, aveva definito in malo " prefigurazione della Sinagoga e dei seguaci dell'Anticristo ", come leggiamo in Rabano Mauro (" Michol, Davidem humiliatum despiciens, typus est eorum qui Christum professione, Antichristum vero opere sequuntur ", Patr. Lat. CIX 87) e anche in Ruperto di Deutz (" Michol, despiciens David ludentem, praesignat synagogam Christum blasphemantem ", CLXVII 1112, 1126).

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