La francofonia: cos'è? Il significato e i paesi - laCOOLtura

La francofonia: cos’è? Il significato e i paesi

La francofonia è ciò che unisce tutte le popolazioni che parlano la lingua francese. Ma cos’è nello specifico? In questo articolo spiegheremo cos’è la francofonia, il significato del termine e l’importanza del francese nel mondo.

La definizione di “francofonia”

Nella sua accezione generale, la francofonia è l’insieme di persone e di istituzioni che utilizzano la lingua francese come prima lingua. Tuttavia, dobbiamo distinguere tre utilizzi diversi del termine “francofonia”:

  • La francofonia, con la f minuscola, è l’insieme di popoli o di persone che utilizza la lingua francese nelle sue comunicazioni quotidiane;
  • La Francofonia, con la F maiuscola, è l’insieme di governi e di istituzioni che utilizza la lingua francese come lingua di lavoro e di scambio;
  • La definizione “mondo francofono” o “spazio francofono” è una realtà, invece, culturale, che riunisce tutti coloro che sono legati alla cultura francese.
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Una mappa dei paesi francofoni

La nascita del termine “francofonia”

In origine, il termine “francofonia” veniva usato dai geografi per designare quei paesi che erano riconosciuti come territorio francese. È nel 1962 che la parola “francofonia” entra nel dizionario francese “Le Petit Larousse“, indicando “l’insieme di popoli che parlano francese“. Il termine, poi, è diventato popolare grazie a Léopold Sédar Senghor, che gli ha dato un’accezione diversa. Egli disse che la francofonia è la consapevolezza di avere una lingua e una cultura in comune.

Perché nasce l’esigenza di dare un nome a questa consapevolezza comune? I parlanti di lingua francese, dopo la Seconda guerra mondiale, si sentivano minacciati dall’espansione dell’inglese e della cultura anglo-americana. Perciò hanno avvertito il bisogno di creare una comunità francofona per proteggere la lingua e la cultura francese.

Il ruolo della lingua francese nel mondo

Tra i paesi francofoni, dobbiamo distinguere quelli in cui il francese è la lingua ufficiale e quelli in cui il francese è la lingua madre di una grande fetta della popolazione, oppure è la lingua della cultura. Per altri paesi ancora, il francese è la lingua amministrativa, o una seconda o terza lingua. Ciò accade, ad esempio, in Africa subsahariana, oppure nella Repubblica democratica del Congo, nel Lussemburgo o nell’Africa nord-occidentale.

La tutela della lingua francese

Nel 1994 nacque una legge apposita per tutelare la lingua francese e, di conseguenza, la francofonia. La legge è conosciuta come “legge Toubon“, dal nome di Jacques Toubon. Egli era il ministro della cultura e della francofonia durante il governo Balladur (1993-1995). Nel 1994 egli vara una legge in difesa della lingua francese, che si basa sull’articolo 2 della Costituzione: “La lingua della Repubblica è il francese”. La legge Toubon riconosce ai cittadini il diritto e il dovere di utilizzare la lingua francese per i testi legali e i contratti di lavoro. Inoltre, impone l’uso del francese nelle scuole pubbliche, nelle contrattazioni commerciali e nella pubblicità. La legge lascia facoltativo, invece, l’uso del francese nelle comunicazioni private e non commerciali.

La legge Toubon nasce per perseguire tre obiettivi:

  1. L’arricchimento della lingua
  2. L’obbligo dell’uso del francese in determinati ambiti
  3. La difesa del francese come lingua della Repubblica.

La proposta di legge nasce a causa dell’uso crescente dell’inglese nel territorio francese, soprattutto in ambito lavorativo e nelle pubblicità. Nonostante ciò, molti hanno contestato questa legge, in quanto andrebbe contro i principi di libertà di pensiero e di espressione della Dichiarazione dei diritti dell’uomo e del cittadino. Il Consiglio costituzionale, infatti, dichiarò che i principi di libertà non permettevano una limitazione alla terminologia utilizzata in televisione o in radio. Secondo i principi, le leggi possono regolare solo la terminologia utilizzata in ambito di diritto pubblico o di servizio pubblico.

Il controllo dell’applicazione della legge

Per verificare la corretta applicazione della legge Toubon, sono stati creati degli organi appositi, tra cui:

  • La Direzione generale della concorrenza, del consumo e della repressione delle frodi, che ha il compito di controllare le pubblicità, di lottare contro la contraffazione, di vigilare sulla legalità delle relazioni commerciali;
  • L’ufficio di controllo della pubblicità, che ha il compito di controllare le relazioni tra i maggiori organi della pubblicità e il rispetto delle regole;
  • Il consiglio superiore dell’audiovisivo, che ha il compito di lottare contro la pirateria;
  • Le associazioni in difesa della lingua francese

La nuova legge linguistica

Nonostante la legge Toubon, in ambito aziendale in Francia molte persone continuano ad utilizzare l’inglese. Ciò ha portato alla nascita di diverse reazioni e proteste di sindacati. Molte imprese sono state condannate per l’uso dell’inglese. Dunque, il senatore Philippe Marini presentò una proposta di legge nel 2005, che è stata poi adottata, per rinforzare la legge Toubon. Questa proposta impone al datore di lavoro di redigere un rapporto sull’uso del francese nell’impresa, un rapporto sull’ordine del giorno in francese e le deliberazioni del comitato d’impresa. La nuova legge riguarda anche le tecnologie dell’informazione e della comunicazione.

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Logo dell’OIF

L’Organizzazione internazionale della francofonia

Con il termine “Francofonia”, ci riferiamo anche all’Organizzazione internazionale della francofonia (OIF). Essa è un’organizzazione che unisce 88 paesi francofoni, con lo scopo di promuovere la lingua francese e la diversità culturale. La nascita dell’Organizzazione avviene in maniera graduale e corrisponde allo sviluppo della consapevolezza francofona nel mondo.

Nel 1970 nasce l’Agenzia di cooperazione culturale e tecnica, cioè la prima organizzazione della francofonia. Dopo una conferenza degli stati francofoni, 21 paesi firmano una carta che sancisce la nascita dell’Agenzia. Inizialmente, gli scopi dell’Agenzia riguardavano la cooperazione tecnica e culturale tra i paesi. In seguito, nel 1986 i paesi organizzano un “Vertice della francofonia“, in cui si parla per la prima volta della francofonia dal punto di vista politico.

Dopo questo primo vertice, ce ne sono stati altri due importanti, uno nel 1995 e l’altro nel 1997. Con quest’ultimi, avviene una riforma importante, con la quale l’Agenzia di cooperazione culturale e tecnica diventa l’Agenzia intergovernativa della francofonia nel 1998. La carta della precedente Agenzia diventa la carta della francofonia e viene istituito il Segretariato generale della francofonia.

Nel 2005 la carta subisce un’ulteriore modifica, con la quale l’Agenzia intergovernativa della francofonia diventa, nel 2006, un organo di un’organizzazione più grande, cioè l’attuale Organizzazione internazionale della francofonia.

Gli organi dell’OIF

Il funzionamento dell’Organizzazione internazionale della francofonia dipende da tre organi fondamentali. Questi sono:

  • Il Vertice della francofonia, a cui partecipano tutti i capi di Stato dei paesi che rientrano nell’OIF. Il vertice si riunisce ogni due anni con lo scopo di definire le politiche della francofonia.
  • La Conferenza ministeriale della francofonia, che deve assicurare il corretto funzionamento delle politiche emesse dal vertice.
  • Il Consiglio permanente della francofonia, che ha il compito di coordinare e preparare il vertice della francofonia.

Per condurre le politiche del Vertice della francofonia, l’Organizzazione si serve di un Segretariato generale. Il Vertice stesso nomina un segretario, il quale ha il compito di condurre l’azione politica. Inoltre, l’Organizzazione dispone di diversi uffici sparsi per il mondo francofono, che hanno il compito di dirigere le operazioni politiche.

Dal punto di vista pratico, ci sono diverse istanze che aiutano l’OIF a promuovere la lingua francese. Tre di esse, c’è l’Agenzia universitaria della Francofonia che è una delle associazioni più importanti per l’insegnamento universitario e la ricerca. L’Agenzia ha il compito di allargare e sviluppare lo spazio universitario in cui si usa la lingua francese.

Un’altra istanza è TV5 Monde, cioè la televisione internazionale della francofonia che mette a disposizione un sito online gratuito e interattivo, con lo scopo di insegnare e promuovere la lingua francese.

La missione dell’OIF

L’Organizzazione internazionale della francofonia ha quattro grandi missioni: promuovere la lingua francese e la diversità culturale; promuovere la pace, la democrazia e i diritti dell’uomo; lo sviluppo della formazione e dell’insegnamento; lo sviluppo della cooperazione tra gli Stati.

Quali sono i paesi francofoni

Per fare una lista dei paesi francofoni, bisogna distinguere gli usi che si fanno della lingua francese. Alcuni paesi, infatti, usano la lingua francese come lingua ufficiale. Altri paesi, invece, la utilizzano come seconda lingua o come lingua amministrativa.

Tra i paesi in cui il francese è la lingua ufficiale (oltre la Francia) ci sono: Burkina Faso, Repubblica democratica del Congo, Costa d’Avorio, Guinea, Mali, Monaco, Nigeria, Senegal. Inoltre, ci sono dei paesi in cui il francese è la lingua ufficiale solo di una suddivisione territoriale. Questi sono, ad esempio, il Québec in Canada, oppure il cantone di Ginevra in Svizzera.

Tra i paesi in cui il francese è la seconda lingua ci sono: Belgio, Camerun, Canada, Lussemburgo, Madagascar, Ruanda, Svizzera, Chad. Tra questi, ci sono dei territori che non sono indipendenti, ma che sono comunque bilingui. Questi sono, ad esempio, la Valle D’Aosta, la regione di Bruxelles o il cantone di Friburgo.

I paesi che utilizzano il francese come lingua amministrativa sono, ad esempio, il Libano o il Vaticano, dove il francese è la lingua della diplomazia.

Infine, ci sono dei paesi che non utilizzano il francese come lingua ufficiale o come lingua amministrativa, ma è comunque molto diffuso il suo utilizzo tra la popolazione. Questi sono tutti quei paesi che un tempo rientravano tra le colonie della Franca e che hanno il francese come retaggio storico. Tra di essi, ci sono: Algeria, Andorra, Cambogia, Marocco, Mauritania, Tunisia, Vietnam e altri ancora.

Fonti