TV OLED: il burn-in esiste, ma evitarlo è tutt’altro che impossibile
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TV OLED: il burn-in esiste, ma evitarlo è tutt’altro che impossibile

OLED da 83"

Se siete ancora indecisi se comprare o meno un TV OLED per timore del burn-in, alcuni semplici comportamenti e l’aiuto della tecnologia bastano per allontanare la paura

Anche se non siete esperti di TV OLED, vi sarà capitato probabilmente di sentire termini come burn-in, stampaggio o ritenzione dell’immagine, che alle orecchie di chiunque suonerebbero come un campanello d’allarme tale da scoraggiare l’acquisto di un TV di questo tipo. Al tempo stesso però questi televisori sono considerati i migliori in assoluto per qualità d’immagine (e non dimentichiamo l’angolo di visione amplissimo e lo spessore millimetrico dei TV). Si pone quindi un dilemma di fronte all’acquisto di un OLED. Andare sul sicuro e godere di nero perfetto e contrasto infinito o avere il tarlo continuo del pericolo di burn-in?

Prima di cercare di rispondere a questa domanda, analizziamo la natura di questo fenomeno. Il burn-in si verifica quando un’immagine o una sequenza viene riprodotta così spesso e continuamente sul TV da lasciare un segno permanente sul pannello, che andrebbe così a rovinare più o meno pesantemente l’esperienza di visione.

Ma è davvero un problema che può presentarsi a tutti i possessori di un TV OLED o si tratta di un fenomeno talmente raro e ristretto che non capita quasi mai? Molti produttori, tra cui LG (leader dei TV OLED), spiegano che “è molto raro per un consumatore medio di TV creare le condizioni che potrebbero provocare burn-in”, ma quel “molto raro”, detto tra l’altro da una parte interessata, non equivale a un secco “mai” e il burn-in è quindi un fenomeno che può presentarsi anche sul miglior TV OLED in commercio da svariate migliaia di euro.


burn-in
Ecco diversi esempi di burn-in causato dai loghi e dalle grafiche statiche

D’altronde lo “stampaggio” delle immagini è un fenomeno in circolazione da quando esistono gli schermi, con persino i monitor CRT a tubo catodico che erano potenzialmente affetti da immagini permanenti simili a fantasmi createsi dopo che si passava troppo tempo a visualizzare la stessa immagine. Questi comportamenti anomali, tra l’altro, hanno contribuito all’invenzione degli screensaver, che bene o male conosce chiunque utilizzi oggi un PC.

Successivamente sono arrivati i display al plasma, che erano altamente suscettibili di burn-in, mentre i display LCD avevano meno probabilità di soffrire del problema, pur evidenziando altri limiti. Almeno per ora, il problema del burn-in non può essere risolto al 100% per la natura stessa della tecnologia OLED, ma i produttori sono continuamente al lavoro su funzioni e strumenti per per ridurre al minimo il rischio e, negli ultimi due-tre anni, dobbiamo ammettere che i casi evidenti e gravi di burn-in si sono ridotti tantissimo.

Ma esattamente cosa stanno facendo i produttori di TV OLED (LG, Sony, Panasonic e Philips in testa) per combattere il problema? LG ha un’intera sezione sul suo sito Web che spiega il suo approccio all’affidabilità dei propri TV OLED rassicurando i clienti che quello dello stampaggio non è un vero problema. In questa pagina LG spiega di aver inserito una funzione salvaschermo su tutti i suoi televisori che si attiva automaticamente se il TV rileva che viene visualizzata un’immagine statica per circa due minuti.

Anche l’imminente Nintendo Switch OLED soffrirà di burn-in? Speriamo ovviamente di no

A bordo dei TV LG c’è anche la funzione Clear Panel Noise che preserva la qualità dell’immagine sul display resettando il TV, mentre la funzione Logo Luminance Adjustment rileva i loghi statici sullo schermo (come quelli delle emittenti televisive) e ne riduce la luminosità per aiutare a diminuire il rischio che questi finiscano “stampati” sul pannello. La funzione più importante è però Screen Shift, che “sposta” leggermente lo schermo a intervalli regolari (e in modo invisibile agli occhi dello spettatore) proprio per ridurre al minimo il rischio di burn-in.

Anche i televisori Sony e Panasonic utilizzano pannelli OLED forniti da LG Display e hanno messo in atto dei comportamenti simili per cercare di evitare il problema. Philips, dal canto suo, ha annunciato i nuovi TV OLED della gamma 2021 insistendo molto in fase di presentazione su una nuova tecnologia anti burn-in proprietaria presente a bordo di tutti i modelli e basata sul machine learning, che dovrebbe ridurre del 95% le già poche possibilità residue che si presentino fenomeni di stampaggio.

Questo sistema usa un nuovo processore all’interno del quale è presente un modello di intelligenza artificale addestrato a riconoscere i loghi e le porzioni statiche su una griglia di 32400 zone. Se vengono rilevate immagini che possono danneggiare il pannello, viene ridotta gradualmente l’intensità della emissione di luce locale senza compromettere le prestazioni delle altre parti dello schermo.

Philips è sempre stata molto attenta a evitare il burn-in sui suoi TV OLED

Fermo restando che il rischio è sempre presente anche se ridotto a percentuali bassissime, possiamo ormai considerare i moderni TV OLED quasi del tutto “sicuri” su questo versante. Come ha dichiarato recentemente il CEO di OTI Lumionics Michael Helander ai microfoni di TechRadar, “i moderni pannelli OLED hanno una compensazione attiva che previene l’effetto del burn-in e che registra quanto tempo ogni pixel è stato acceso individualmente. Di conseguenza questa compensazione regola a livello hardware il segnale di uscita per garantire che rimanga uniforme e che l’effetto del burn-in venga eliminato”.

Helander ha aggiunto che la console portatile PS Vita di Sony montava un pannello OLED che in passato e fino a oggi ha presentato davvero pochissimi casi di burn-in. Visto che si parla di videogiochi (forse i contenuti più a rischio quando si parla di burn-in oltre a quelli sportivi) e che PS Vita utilizzava pannelli OLED di vecchia (se non vecchissima) generazione, è logico supporre che i pannelli più recenti siano ancor meglio attrezzati per affrontare il problema dello stampaggio.

Qualcosa però possiamo farla anche noi. Come? Ecco qualche consiglio.

  • Non lasciare il TV sempre sulla stessa immagine e non lasciare nulla in pausa per ore e ore
  • Non tenere la luminosità a livelli esagerati
  • Scegliere una modalità di visione più equilibrata come Cinema o farsene una personalizzata nel caso giochiate spesso o guardiate per ore un evento sportivo o i canali di news.
  • Controllare le impostazioni del TV e abilitare strumenti come Screen Shift o Pixel Shift per “pulire” il più possibile l’immagine.

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