Edoardo VI d'Inghilterra, figlio di Enrico VIII - Storia - Studia Rapido
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Edoardo VI d’Inghilterra, figlio di Enrico VIII

Edoardo VI  (Hampton Court, Londra, 12 ottobre 1537 – Greenwich, 6 luglio 1553) re d’Inghilterra e d’Irlanda, della casa dei Tudor, è figlio di Enrico VIII e la sua terza moglie, la regina Jane Seymour.

Il breve periodo di regno del giovane sovrano è importante nella storia inglese perché coincide con le più drammatiche vicende della crisi religiosa ed economica dello Stato.

L’atteggiamento del governo verso questi gravi problemi è influenzato poco dal re, ancora giovane, e molto da due consiglieri ambiziosi e rivali: prima il protettore il duca di Somerset, zio del sovrano, che diresse gli affari di Stato fino al 1550; poi il temibile John Dudley, duca di Northumberland.

Per volere di Northumberland Edoardo VI estromette dalla successione al trono le sorellastre Maria ed Elisabetta a favore di Jane Grey, nuora dello stesso duca.

Durante il breve regno di Edoardo VI d’Inghilterra, cresce l’influenza della dottrina protestante e sono pubblicati il primo e il secondo Book of common prayer (il Libro delle preghiere comuni), ovvero il libro liturgico ufficiale della Chiesa anglicana.

Debole e malaticcio, Edoardo VI muore a soli 16 anni, il 6 luglio 1553.

Alla notizia della sua morte Maria Tudor, figlia di Caterina d’Aragona e moglie del re di Spagna Filippo II,  prende possesso del trono d’Inghilterra. Maria è appoggiata dal popolo, che la considera la legittima erede, e da gran parte degli uomini politici del paese.

Durante il breve regno di Maria (1553-1558), è messa in atto una violenta ondata di persecuzioni e il cattolicesimo è restaurato.

Alla morte di Maria le succede la sorellastra Elisabetta (1533-1603), figlia di Anna Bolena.

Dopo la restaurazione cattolica di Maria Tudor, Elisabetta I ritorna all’anglicanesimo con il rinnovo dell’Atto di Supremazia e la pubblicazione dei Trentanove articoli di fede (1561) che aboliscono il celibato ecclesiastico. Il re diventa il supremo governatore negli affari ecclesiastici, riservando al Parlamento il controllo della predicazione e dei sacramenti e l’applicazione del Book of common prayer.

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