I reboot che hanno fatto flop al box office: da La Mummia a Baywatch - Tag43

I reboot che hanno fatto flop al box office: da La Mummia a Baywatch

Fabrizio Grasso
27/03/2024

Disney ha annunciato di voler far ripartire Pirati dei Caraibi con un cast rinnovato, idea che non si è sempre rivelata vincente. Tanti i tonfi al botteghino, tra cui Charlie’s Angels, Conan il barbaro e Ghostbusters. Alcuni casi in cui il confronto con l’originale è impietoso.

I reboot che hanno fatto flop al box office: da La Mummia a Baywatch

Jerry Bruckheimer ha annunciato che Pirati dei Caraibi ripartirà con un reboot. La notizia ha iniziato subito a fare il giro dei social con una lunga sfilza di commenti negativi da parte degli appassionati. Alcuni fan hanno persino lanciato una petizione per chiedere di boicottare il nuovo progetto orfano di capitan Jack Sparrow, che per cinque film ha avuto il volto di Johnny Depp. «È l’anima del franchise», ha scritto un utente su X. «Non ha senso se lui non c’è». Altri hanno invece rilanciato l’hashtag #NoJohnnyNoPirates che aveva preso piede già a seguito dei primi rumors nel 2023. L’ira dei fan conferma che il reboot non sempre si rivela una buona idea per le case di produzione. A fronte di successi come IT o Il Re Leone, Hollywood è stata teatro di clamorosi flop al botteghino che non reggono il confronto con gli originali. I casi più eclatanti.

I peggiori reboot che hanno registrato un flop al botteghino

La Mummia (2017), il duro confronto del film con Tom Cruise con il cult del 1999

Fra i casi recenti più eclatanti di Hollywood c’è La mummia del 2017 con protagonisti Tom Cruise e Russell Crowe nei panni del Dottor Jekill. Nuova versione del cult degli Anni 30, si presentò al pubblico come un reboot soprattutto della saga action del 1999 inaugurata dai successi con Brendan Fraser e Rachel Weisz. Girato da Alex Kurzman, avrebbe dovuto lanciare un nuovo franchise, il Dark Universe sui mostri Universal, ma ha deluso le aspettative. Pur avendo incassato 409 milioni di dollari in tutto il mondo (appena sette in meno del suo predecessore, senza calcolare però l’inflazione) ha ricevuto recensioni molto negative dalla critica e dai fan. Appena il 15 per cento i giudizi positivi su Rotten Tomatoes.

Ghostbusters (2016), il flop del reboot al femminile degli acchiappafantasmi

L’11 aprile approderà in Italia Ghostbusters: Minaccia Glaciale, nuovo sequel del cult uscito nel 1984 per la regia di Ivan Reitman. Nel 2016, Paul Feig ne realizzò un reboot al femminile con un cast stellare composto da Melissa McCarthy, Kristen Wiig, Kate McKinnon e Leslie Jones. Al botteghino internazionale incassò 229 milioni, con perdite per la casa di produzione stimate attorno ai 70 milioni di dollari. Dati ben lontani dagli esaltanti, in quanto risalenti a quasi 40 anni prima, 296 milioni del primo capitolo realizzato con un budget di appena 30 milioni.

Charlie’s Angels (2019), il flop che Kristen Stewart ha odiato girare

«Ho odiato realizzare quel film, non so che altro dirvi». Con queste parole a Variety di gennaio 2024, Kristen Stewart ha sentenziato il suo personale giudizio su Charlie’s Angels, adattamento del 2019 che, nell’idea dei produttori, avrebbe dovuto rilanciare il franchise del 2000 con Cameron Diaz, Lucy Liu e Drew Barrymore. «Quelle tre (le protagoniste originali, ndr.) non puoi toccarle», ha proseguito la diva. «Adoro i loro film». Al botteghino, il reboot ha totalizzato appena 73 milioni, di cui solo 18 negli States. Una delusione ancora più netta se confrontata con i dati del progetto di quasi 20 anni prima, che ne registrò 264 milioni.

I Fantastici quattro (2015), cronaca di un disastro annunciato in partenza

Nel 2015 Mark Millar diresse per il cinema I Fantastici quattro, nuovo (ed ennesimo) reboot dei personaggi Marvel nati dalla penna di Stan Lee. Tanti i punti che hanno fatto storcere il naso ai fan più affezionati, dalla volontà di spiegare scientificamente i poteri degli eroi al design della Cosa, che hanno fatto rimpiangere il costume di Michael Chiklis nel 2005. Il film chiuse la programmazione nei cinema con 167 milioni di dollari, poco più della metà del lungometraggio con Chris Evans e Jessica Alba di 10 anni prima, che ne raggiunse i 330 milioni, di cui 150 in patria.

…altrimenti ci arrabbiamo (2022), impossibile sostituire Bud Spencer e Terence Hill

I reboot flop non hanno risparmiato nemmeno l’Italia. È di appena 93 mila euro, secondo i dati Mojo, il risultato di …altrimenti ci arrabbiamo, film del 2022 che si presentò come omaggio al cult del 1974 con Terence Hill e Bud Spencer, una delle coppie più iconiche del cinema nostrano. Nonostante alcune buone recensioni da parte della critica, il progetto con Edoardo Pesce e Alessandro Roja nei panni di Carezza e Sorriso (le star degli Anni 70 erano invece Kid e Ben) è andato malissimo in sala tanto da incassare appena 28 mila euro nel primo weekend. L’originale totalizzò oltre 6 miliardi di vecchie lire (al cambio attuale si parla di 38 milioni di euro) per un totale di 11 milioni di spettatori.

Hellboy (2019), il reboot che «nessun fan ha mai voluto»

Fra i più grandi flop degli ultimi anni c’è anche Hellboy del 2019, adattamento della serie a fumetti di Mike Mignola e reboot dell’omonima saga già portata sul grande schermo 15 anni prima da Guillermo del Toro. Nonostante la presenza di David Harbour (Hopper di Stranger Things) nei panni dell’eroe maleducato e borioso, il progetto è stato un fiasco al botteghino internazionale incassando appena 55 milioni di dollari in tutto il mondo. Su Rotten Tomatoes ha registrato appena il 17 per cento di recensioni positive. «Già quando lo abbiamo annunciato, ho capito che la gente non voleva quel film», ha detto Harbour a GQ. «Chiesi poi consiglio a Ryan Reynolds su come superare una delusione, ricordando il suo caso con Lanterna Verde».

Baywatch (2017), nemmeno Dwayne Johnson ha salvato il progetto dal flop

Dwayne Johnson, Zac Efron e Alexandra Daddario sono un terzetto che dovrebbe garantire un successo immediato al cinema. Eppure nemmeno le tre star hanno salvato nel 2017 Baywatch, reboot della serie televisiva con David Hasselhoff e Pamela Anderson. Quest’ultima, che nel film appare per un cameo, ha raccontato di aver ricevuto continue richieste da parte dei produttori per apparire gratuitamente. «Volevamo che facessi loro un favore», ha spiegato a Variety qualche anno dopo. «Mi hanno bullizzato per convincermi». Non è rimasto soddisfatto nemmeno l’ex divo di High School Musical che, citando la dieta che dovette seguire per preparare il suo fisico, ha parlato di «un corpo non realistico e un allenamento che lo ha fatto cadere in depressione».

La cosa (2011), un flop che ha fatto saltare i piani per un sequel

Nel 1982 il maestro del brivido John Carpenter realizzò per il cinema La cosa, uno degli horror più amati dai fan di varie generazioni. Gli apprezzamenti non sono mancati nemmeno in quel di Hollywood, tanto che nel 2011 si decise di realizzarne un reboot/prequel per la regia di Matthijs van Heijningen con Joel Edgerton. Fu un flop sia in termini di critica, con stroncature su più testate internazionali, sia al box office, tanto che con incassi per 31 milioni non raggiunse nemmeno la spesa di produzione, che ne aveva richiesti 38. «Io volevo un sequel, fantasticavo spesso sull’idea», ha spiegato il regista a SyFy qualche anno dopo. «Molti fan però si sono sentiti quasi offesi dal mio film».

Conan il barbaro (2011), Jason Momoa non regge il confronto con Arnold Schwarzenegger

Un film talmente brutto da non piacere nemmeno alla sua star principale. Stiamo parlando di Conan il barbaro, reboot uscito nel 2011 con Jason Momoa che avrebbe dovuto rilanciare il personaggio che nel 1982 fu dell’icona action Arnold Schwarzenegger. Reduce dal successo nei panni di Khal Drogo ne Il Trono di Spade, il divo avrebbe dovuto rappresentare la carta vincente del progetto, ma non ebbe successo. «Ho fatto parte di un sacco di cose che facevano schifo», ha raccontato a GQ. «Conan è una di quelle, fra le peggiori esperienze che ho mai avuto». Prima di trasformarsi nell’incubo professionale di Momoa, il reboot ha attraversato un lungo percorso a ostacoli fra sceneggiature tagliate, addio di registi e intoppi di produzione.