Mohamed al Fayed morto. Suo figlio Dodi morì insieme alla principessa Diana - la Repubblica

Esteri

Mohamed al Fayed morto. Suo figlio Dodi morì insieme alla principessa Diana

Mohamed al Fayed morto. Suo figlio Dodi morì insieme alla principessa Diana
(afp)
L’imprenditore aveva 94 anni. Era stato proprietario dei grandi magazzini Harrods e della squadra di calcio del Fulham
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LONDRA - Se n’è andato il giorno prima del ventiseiesimo anniversario della scomparsa del suo amatissimo figlio e dunque anche della principessa Diana, che era con lui in quella tragica notte a Parigi. Il destino li ha legati così fino all’ultimo, Mohammed al Fayed, il miliardario egiziano che fu a lungo proprietario dei grandi magazzini Harrods di Londra, e Dodi al Fayed, il giovane playboy che avrebbe potuto diventare il patrigno musulmano del principe William, l’attuale erede al trono britannico. A differenza del figlio, la cui fine è stata un giallo o come minimo un dramma che ha fatto palpitare il mondo, il padre è deceduto di vecchiaia, 94enne, nella sua residenza londinese, con accanto altri figli e la seconda moglie, una ex fotomodella finlandese di trent’anni più giovane. Ma se sia stata una morte serena, come si suole dire in questi casi, potrebbe dirlo soltanto lui.

Il dramma della morte di Dodi

Per moltissimo tempo, infatti, al Fayed si era battuto per dimostrare che suo figlio Dodi e lady D erano morti per un complotto, ordinato dal principe Filippo in persona, dunque dai vertici della famiglia reale, allo scopo di impedire che la monarchia finisse per imparentarsi con una famiglia egiziana di fede islamica. La cosiddetta teoria della cospirazione, a cui hanno creduto e credono ancora in tanti, sebbene sia stata smentita da tutte le indagini, oltre che da un semplice dettaglio: se quella notte nel tunnel parigino la principessa avesse indossato la cintura di sicurezza, si sarebbe salvata. Un piccolo fatto che nessun complotto sarebbe stato in grado di prevedere. Ma per i patiti delle cospirazioni, i fatti non contano niente. E anche se alla fine al Fayed fu costretto a riconoscere in un’aula di tribunale che le sue accuse erano prive di fondamento, chissà se quando si è spento, 24 ore prima dell’anniversario della morte del figlio, i suoi ultimi pensieri sono stati ancora una volta funestati dal sospetto di un colossale complotto.

Doama entra all'Hotel Ritz di Parigi la sera del 30 agosto 1997

Doama entra all'Hotel Ritz di Parigi la sera del 30 agosto 1997

 (reuters)

Gli affari

Nato nel 1929 ad Alessandria d’Egitto da una famiglia della classe media, Mohammed aprì con i fratelli una compagnia di spedizioni via mare, prima nel suo Paese, quindi in Italia, a Genova, infine a Londra. A fargli fare fortuna in Inghilterra, nel settore edile, furono all’inizio disinvolte amicizie con Papa “Doc” Duvalier, il dittatore di Haiti, e con l’emiro del Dubai. Nel 1979 comprò il mitico Hotel Ritz di Parigi. Cinque anni dopo acquistò i non meno leggendari magazzini Harrods a Londra. Seguirono altre acquisizioni, non prive di controversie e cause legali. Non poteva mancare la proprietà di una squadra di calcio della capitale: il Fulham.

Ma l’affare più grande della sua vita sfumò per l’appunto tragicamente. Nel 1996, dopo il divorzio di Diana dal principe Carlo, la principessa cominciò una relazione con Dodi, il figlio di al Fayed, che l’estate seguente la intratteneva insieme ai figli William e Harry sul suo yacht a Montecarlo. Poi la coppia volò a Parigi, soggiornando nell’albergo dei Fayed, il Ritz. La sera del 31 agosto 1997, la loro auto, guidata da un’autista fornito dall’hotel e inseguita dai paparazzi, andò a sbattere contro un pilastro di un tunnel, uccidendo Dodi, Diana e l’autista: si salvò soltanto la guardia del corpo di lady D, l’unico che aveva allacciato la cintura.

Gli ultimi anni

Distrutto dal dolore, al Fayed sostenne che Diana era incinta, che avrebbe sposato Dodi, e che era stata uccisa per volere dei Windsor al fine di evitare che William, futuro re, avesse un giorno un fratellastro musulmano dalla pelle scura. La sua insistenza nella tesi della cospirazione fu tale da risultare in un processo per diffamazione. I giudici stabilirono che Dodi e Diana erano morti per l’ubriachezza dell’autista e l’alta velocità della macchina. Una perizia rivelò che Diana, al momento della morte, non stava aspettando un bambino. Nemmeno quello convinse al Fayed: la perizia, affermò, faceva parte del complotto. Ma al termine del procedimento fu costretto ad ammettere a denti stretti che le sue accuse erano senza prove.

Mohamed Al Fayed inaugura una statua dedicata al figlio Dodi e alla principessa Diana ad Harrods nel 2005

Mohamed Al Fayed inaugura una statua dedicata al figlio Dodi e alla principessa Diana ad Harrods nel 2005

 (reuters)

Di lui si è continuato a parlare anche dopo la morte del figlio e della eventuale nuora. Fece costruire per loro un memoriale piuttosto kitsch all’interno di Harrods.

Nel 2010 ha venduto i grandi magazzini all’emiro del Qatar per 1 miliardo e mezzo di sterline, pari a quasi 2 miliardi di euro: somma che, aggiunta agli altri suoi investimenti, ne faceva tuttora il 1493esimo uomo più ricco della terra. Nel frattempo si era risposato, con una ex-top model finlandese, Heini Wathen. E aveva dovuto difendersi da accuse di molestie sessuali da numerose sue dipendenti, oltre che da una ragazza minorenne.

Era sicuramente un personaggio stravagante. Quando lo incontrai, a una serata promozionale da Harrods per il lancio di un prodotto italiano, era a braccetto con una donna giovane e bellissima. “Lei è italiano eh?”, mi disse, quindi estrasse di tasca tre o quattro pilloline di colore blu e le depose nella mia mano. “Ah, ah”, rise davanti alla mia reazione sorpresa, “non è mica Viagra, sono mentine!”. In quel momento, il dolore per la morte del figlio, la tempesta di polemiche sul presunto complotto della monarchia contro la sua famiglia, sembravano lontani. Ma il passato non è mai morto, non è nemmeno mai del tutto passato, come scriveva Faulkner, e il destino lo ha unito al figlio sino alla fine, facendogli esalare l’ultimo respiro alla vigilia dell’anniversario della morte di Dodi.

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