Daniele Pecci Cuori 2

Daniele Pecci: in “Cuore 2” (su Rai 1 domenica 8 ottobre la seconda puntata) è il cardiologo Cesare Corvara. Ce ne parla in questa intervista (foto uff stampa Rai)

Riuscirà Cesare Corvara a riconquistare l’amore della sua vita? Daniele Pecci non si sbilancia. «Non posso svelare molto della trama, non voglio rischiare di fare spoiler sgraditi a chi segue la serie in tv». Daniele Pecci è il cardiologo Cesare Corvara, protagonista di Cuori, la serie di Rai 1 giunta alla sua seconda stagione che stasera, domenica 8 ottobre, entra nel vivo con la seconda puntata. Disponibile anche in streaming su Raiplay, racconta le evoluzioni della medicina nei favolosi anni Sessanta. Un periodo storico fondamentale nella storia moderna, segnato dalla rinascita dalla speranza di sconfiggere malattie fino ad allora considerate incurabili.

In questo contesto, Cuori racconta la storia appassionante di un gruppo di medici pionieri dell’ospedale Le Molinette di Torino. E non si limita al racconto della medicina ma esplora anche le emozioni umane, gli amori appassionati, le passioni travolgenti dei protagonisti. Al termine della prima stagione Cesare Corvara scopre che sua moglie Delia (Pilar Fogliati) ha avuto una storia d’amore con Alberto Ferraris (Matteo Martari), suo pupillo. Sarà proprio lui ad operarlo e il cuore di Cesare riprenderà a battere.

Nella seconda stagione Cesare dovrà lottare duramente per riconquistare il controllo del reparto da lui fondato. Con astuzia, capacità strategica e un pizzico di cinismo, si prepara a sfidare chiunque cerchi di mettere in dubbio la sua supremazia. È pronto a tutto pur di proteggere ciò che considera suo di diritto.

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L’intervista di Amica a Daniele Pecci

«Come ritroveremo Cesare? Sarà miracolosamente vivo. Ma malato e moribondo. Nonostante questo, pieno di desiderio di vendetta. Ha perso tanto: l’amore della sua vita, il suo reparto, l’ospedale e persino una parte consistente della sua salute», racconta Daniele Pecci. «Corvara sente veramente il peso di tutte queste perdite, è come se il destino gli fosse caduto addosso in una sola volta. Tutti mi chiedono se ritroverà l’amore di sua moglie, e posso anticipare che ci saranno momenti in cui Cesare e Delia si troveranno a faccia a faccia, guardandosi negli occhi. Sarà interessante vedere cosa accadrà in quei momenti».

Daniele Pecci, quanto è legato al personaggio di Cesare Corvara?
Sono legato affettivamente a lui perché un po’ l’ho inventato: l’ho preso dalla carta dove era qualcosa di bidimensionale e ho cercato di dargli un carattere, un aspetto, una voce. È un po’ una piccola creatura».

In questa seconda stagione della serie diventa centrale anche il rapporto tra Cesare e Alberto: come si evolverà?
Cesare è uomo di scienza che ha creduto nelle potenzialità di un giovane che ritiene estremamente brillante. Questa sua convinzione farà a pugni con il grave tradimento che Corvara crede di aver subito. Quindi bisognerà vedere che cosa prevarrà, se la fiducia in un uomo di scienza come lui o invece la voglia di rivalsa e di vendetta.

Il suo personaggio viene tradito sia dalla sua donna che dal suo migliore amico. Secondo lei quale dei due è più difficile perdonare?
Sono molto difficili entrambi. Sono molto simili, perché entrambi trattano un tradimento che io considero molto grave, non tanto il tradimento del corpo ma quello dell’anima, che è vergognoso. Non esiste una classifica.

Cuori, nel 2021, ha segnato il suo ritorno alla fiction in grande stile.
A un certo punto, nel 2015 circa, avevo deciso di smettere di fare le serie tv. Poi ho cambiato agenzia e il mio nuovo agente mi ha fatto un lungo discorso: è per questo che sono tornato a lavorare per il piccolo schermo. Avrei voluto dedicarmi di più al teatro che è la mia grande passione e, quando fosse capitato, anche al cinema, che per me è rimasta sempre una zona un po’ oscura.

Perché?
Pur avendo fatto delle cose belle, sono proprio molto poche, quindi è quasi come se non l’avessi fatto. Personalmente nei confronti del cinema ho un riguardo particolare, quindi diciamo che non vado neanche proprio a fare la prima cosa che mi propongono.

Grazie al suo mestiere può vivere sempre una vita diversa. Ha mai pensato a come poteva essere la sua se non avesse fatto l’attore? E ha mai avuto un piano B?
Quando ho cominciato a fare questo mestiere, cioè a pensare di fare questo mestiere, ero ancora molto giovane. Sono stati i miei genitori, soprattutto mio padre, a dirmi di pensare anche a un piano B. Ma io volevo recitare. Probabilmente da genitore mi sentirei di dire la stessa cosa ai miei figli ma è anche vero che se hai un piano B difficilmente ce la fai a realizzare quello principale»

La sua famiglia non aveva a che fare con l’ambito dello spettacolo?
No, per niente, quindi non potevano anche aiutarmi, suggerirmi. Né potevano capire i meccanismi di questo mestiere. Per me è stato anche più difficile per questo motivo. Quando mi paventavano l’idea del fallimento più totale, io dicevo che sarei stato comunque qualcuno che avrebbe tentato di farcela.

I suoi figli sono piccoli ma iniziano già a manifestare un po’ di interesse per il suo mondo?
No, fortunatamente ancora no. Dico fortunatamente, non perché non mi piacerebbe che facessero quello che faccio, ma perché è ancora presto e devono pensare a tante cose. Non capita nemmeno che mi guardino in tv.

Quali i suoi prossimi impegni al termini della messa in onda di Cuori?
Ho una partecipazione in un’altra serie italiana, che stiamo girando in Puglia, Le indagini di Lolita Lobosco. E poi c’è il teatro che faccio sempre. Ogni anno, anche quest’anno, ho uno spettacolo nuovo. Si intitola Divagazione e delizia, nello spettacolo sono Oscar Wilde che va in scena alla fine della sua vita, proprio negli ultimi giorni, quando ormai è molto grasso, molto malato, senza soldi. E per racimolare qualche spiccolo, perché è completamente al verde e senza nessuno, torna a fare quello che ha fatto per tutta la vita, cioè il conferenziere in teatro. Per cui affitta queste piccole sale scalcinate e, molto mal ridotto, si presenta di fronte al pubblico come il mostro.

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