L'ennesimo ritorno di John Constantine - uBC Fumetti

L’ennesimo ritorno di John Constantine

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La copertina di Bilquis Evely e Mat Lopes

Con I Segni del Dolore, corposo volume uscito nello scorso autunno per Panini Comics, riprende dal n.1 la corsa di Hellblazer, storica collana dell’editore americano DC comics, che narra le (dis)avventure di John Constantine, esperto dell’occulto di Liverpool, mago e truffatore, proletario dal passato punk, uno dei personaggi più iconici del fumetto americano, cui sono già stati dedicati film e serie televisive, creato da Alan Moore sulle pagine di Swamp Thing.

Dopo la chiusura della collana Vertigo, l’etichetta che propone le storie più “mature” dell’editore americano, avvenuta dopo 300 numeri, nel  2013, il personaggio è apparso in numerose serie dalla durata effimera, probabilmente a causa della notevole confusione che alberga tra i vari editor Dc rispetto al destino  del personaggio. Con la collana Vertigo John Constantine aveva un ruolo ben definito all’interno dell’universo DC, vivendo avventure esoteriche con venature horror, contraddistinte dalla costante denuncia delle contraddizioni della società moderna; e questo nonostante le differenti caratterizzazione dei vari autori che si erano avvicendati alla guida della serie, da Delano a Ennis, da Azzarello a Milligan. Con la decisione abbastanza incomprensibile  di inserirlo nel cosmo supereroistico  della casa editrice di Bat-Man e Superman ha perso gran parte delle sue attrattive sui lettori di comics.

The Sandman Universe presents Hellblazer, tavola di Marcio Takara

Nel 2011, con la serie Vertigo ancora aperta, Peter Milligan lo scrittore che ha sceneggiato gli ultimi 50 numeri di Hellblazer, riceve l’incarico di creare la Justice League Dark, supergruppo destinato ad affrontare i casi esoterici che neppure la più blasonata Justice League riesce a risolvere. John Constantine si unisce  quindi alla maga Zatanna, alla preveggente Madame Xanadu, all’alieno mutarealtà Shade, all’acrobata fantasma Deadman in un ensemble non proprio funzionalissimo, considerate le differenti inclinazioni dei vari personaggi. La serie va avanti per 40 numeri, con alti e bassi narrativi e grafici, per poi riprendere con una nuova numerazione con il gruppo guidato nientepopodimeno che da Wonder Woman.

Il tentativo di trasportare Constantine nell’Universo supereroistico della Dc passa anche attraverso le varie serie personali che via via si susseguono. La prima inizia ad uscire dal maggio 2013 e si chiama semplicemente Constantine, curata dagli sceneggiatori Jeff Lemire e Ray Fawkes, e introduce il personaggio all’interno di una fantomatica linea Dark. La collana partecipa a tutti i crossover previsti nel periodo, come Trinity War e Forever Evil, con la continuity orizzontale che vede John fronteggiare gli adepti del Culto della Fiamma Fredda, per chiudersi dopo 23 numeri. Dalle ceneri della testata quasi supereroistica nasce due mesi dopo, nel luglio 2015 una nuova collana, Constantine, The Hellblazer, che sembra sin dal nome voler rifarsi ai contenuti della serie Vertigo, curata da Dying Doyle e Jason Tynion IV con Riley Rossmo ai disegni, dura appena 13 numeri e si segnala oltre che per essere abbastanza misteriosamente pubblicata in Italia sulla testata di Sinestro, l’avversario di Lanterna Verde, anche per un Constantine esplicitamente omosessuale, trama che potrebbe aver ispirato anche le apparazioni nelle stagioni della serie televisiva Legends of Tomorrow. 

Spacciatori di oggi, tavola di Aaron Campbell

La chiusura della serie coincide con Rebirth, l’evento con cui la casa editrice decide di far rinascere il suo universo narrativo, per cui vede la luce per ben 24 numeri la serie The Hellblazer, dove ritroviamo John Constantine ripartire da zero per l’ennesima volta, con i testi di Simon Oliver, Tim Seeley e Richard Kadrey, mentre alle matite spunta anche il nostro Davide Fabbri. Nei 6 bei volumi brossurati presentati in Italia dalla Lion si rivedono anche comprimari storici come Swamp Thing e il taxista Chas.

La nuova serie, dal titolo non particolarmente originale, John Constantine: Hellblazer, sembra sulla buona strada nel tentativo di ritrovare le atmosfere del passato. La serie si inserisce nell’etichetta Sandman Universe, come evidenziato in copertina, e difatti anche in questo primo volume si interseca con le avventure del maghetto Tim Hunter, ed è curata dallo scrittore Simon Spurrier, affiancato da tre diversi disegnatori, dagli stili molto differenti, Marcio Takara che realizza il racconto introduttivo, Aaron Campbell dallo stile gotico e il solare Matias Bergara.

Constantine torna a Londra dopo tanto tempo, trovando una città come al solito ostile, tra spaventosi spacciatori da strada e insoliti alleati. Dovrà inizialmente fare i conti con se stesso, salutare per sempre come al solito qualche vecchio amico e rituffarsi nelle strade londinesi tra nuovi comprimari, tra cui un fan delle sue arti magiche, un demone imprigionato nel suo telefonino, un nuovo silente autista dopo la scomparsa, si spera temporanea di Chas, un’acculturata buttafuori e vecchi fantasmi, che paiono questa volta particolarmente minacciosi.

Lo stile è tutto, tavola di Matias Bergara

Più che le singole storie è l’atmosfera decisamente disturbante a riconciliarci con il personaggio, che sembra in parte tornato quello di un tempo, con ambientazioni aggiornate al III millennio, con i fantasmi della prima Guerra del Golfo e temi e situazioni coerenti con il vecchio personaggio, con un tono narrativo nello stesso tempo tetro e scanzonato. Soprattutto l’ultima storia del volume, Silenzio, pare particolarmente azzeccata, tanto che qualche fan d’antan ha trovato le atmosfere del leggendario Jamie Delano, il creatore della prima serie Vertigo.

Le voci che arrivano dall’America non sono molto rassicuranti neppure rispetto al proseguimento di questa nuova serie, e questa volta sarebbe un peccato dato che ci sembra che gli autori abbiano trovato un loro personale modo di approcciarsi ad un personaggio così difficile da trattare, considerando la sua storia editoriale ormai trentacinquennale.

Massimo Cappelli

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