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Carlo III è re d’Inghilterra, Camilla è regina

Con la più solenne delle cerimonie e la più spettacolare delle parate è iniziata oggi l'era di Re Carlo III

di Nicol Degli Innocenti

"God save the king", l'arcivescovo di Canterbury incorona Re Carlo III

4' di lettura

LONDRA - Con la più solenne delle cerimonie e la più spettacolare delle parate è iniziata oggi l'era di Re Carlo III.

Il primogenito della regina Elisabetta II è stato incoronato all'Abbazia di Westminster in un rito religioso che ha rispettato la tradizione che risale al 1066, ma con elementi di innovazione voluti dal re.

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Carlo era automaticamente salito al trono in settembre alla morte della madre, ma con la cerimonia di oggi 6 maggio è stato consacrato re e ha giurato di rispettare le leggi e proteggere la Chiesa d'Inghilterra.

L'incoronazione è prima di tutto un solenne rituale religioso. Lo sfarzo del contesto, dagli oltre 2mila ospiti che hanno gremito l'abbazia ai paggi vestiti di oro e velluto, dalla musica sublime del coro ai simboli della monarchia, la corona, lo scettro e il globo tempestati di gioielli, è solo uno sfondo. L’essenza della cerimonia è il rito religioso.

Il giorno dell'incoronazione di Re Carlo III

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Il rituale

Carlo ha posato la mano sulla Bibbia dichiarando di essere “un fedele anglicano” e impegnandosi a garantire la successione protestante al trono. Il momento più importante della cerimonia è stato quello dell'unzione con olio santo. Il re è stato spogliato del suo mantello di ermellino e velluto e della sua giacca di seta ed è rimasto con una semplice camicia bianca, simbolo della sua umiltà davanti a Dio.

Il gesto più solenne, quando Justin Welby, l'arcivescovo di Canterbury, ha unto le mani, il petto e la testa del re, è avvenuto lontano dagli sguardi dei presenti e di tutti i comuni mortali. Tre paraventi hanno circondato il re e l'arcivescovo per preservare il mistero.Da umile servitore di Dio Carlo è poi tornato al ruolo di re, indossando la “supertunica” di tessuto d'oro che anche la regina Elisabetta II e prima di lei suo padre avevano portato nel giorno della loro incoronazione.

Il rituale è stato seguito in ogni dettaglio, con la presentazione al re degli sproni, simbolo dell'onore cavalleresco e militare, della spada tempestata di gemme, simbolo della misericordia, del globo d'oro con la croce di Cristo, ricordo che il potere del re deriva da Dio, dell'anello, simbolo del legame tra re e sudditi e del guanto, simbolo della protezione del monarca.

La novità in questo rituale tradizionale è stata la scelta dei protagonisti, fatta da Carlo III: il re ha conferito il prestigioso incarico di presentargli questi oggetti preziosi e simbolici ai leader delle principali religioni presenti in Gran Bretagna: indù, musulmana, sikh, ebraica e buddista.

Carlo già trent'anni fa quando era principe di Galles aveva dichiarato di voler essere non il “difensore della fede”, formula tradizionale che sottintende la fede cristiana, ma il “difensore di tutte le fedi”. Da re ha mantenuto la parola e ha voluto dare una dimostrazione concreta di tolleranza e apertura a tutte le religioni.

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Le personalità presenti

Il premier britannico Rishi Sunak, che è di religione indù, ha letto un passaggio della Bibbia. Nella sua omelìa l'arcivescovo di Canterbury ha sottolineato il ruolo del re “di servire, non di essere servito” e ha ricordato la sua vita dedicata al dovere e a opere di beneficenza. “Solo lo Spirito Santo può dargli la forza e sostenere il re nel suo compito”, ha detto Welby.
L'arcivescovo ha incoronato il re, assistito dai leader di tutte le Chiese cristiane, tra cui il cardinale cattolico Vincent Nichols. Al re, seduto sul trono di Sant'Edoardo, che risale al 1296 e che viene usato solo per le incoronazioni, è stata posata sulla testa la corona d'oro di Edoardo il Confessore. Welby si è poi inginocchiato davanti al re per professare la sua lealtà al nuovo “difensore della fede”, e poi William, l'erede al trono, si è prima inginocchiato davanti al padre e poi lo ha baciato sulla guancia per testimoniare la sua fedeltà.

Dopo il giuramento

Dopo il giuramento collettivo nell'Abbazia - il primo di molti “Dio salvi il Re” della giornata – l'incoronazione di Camilla, diventata regina consorte, e la Comunione, la cerimonia religiosa è finita. Prima di uscire dall'abbazia, Carlo ha fatto un ultimo gesto di apertura e inclusività, fermandosi a salutare e ringraziare prima i rappresentanti di tutte le comunità religiose presenti in Gran Bretagna e poi i rappresentanti dei Paesi del Commonwealth.

Anche la colonna sonora dell'incoronazione, decisa in ogni dettaglio dal re, ha dimostrato la sua volontà di fondere vecchio e nuovo, tradizione e innovazione. Il coro dell'Abbazia e l'orchestra diretta da Antonio Pappano hanno cantato e suonato brani che da sempre vengono eseguiti durante le cerimonie reali, dal barocco Handel a Elgar, il più inglese dei compositori.

Carlo ha però anche commissionato musica apposta per l'occasione a musicisti contemporanei come Andrew Lloyd Webber e Debbie Wiseman, che ha composto un nuovo Alleluia. Il re ha anche voluto un canto greco ortodosso in onore di suo padre, il principe Filippo, e ha invitato un coro gospel a cantare, la prima volta che è la musica gospel ha fatto parte di una cerimonia reale all'Abbazia.

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Dopo la solennità della cerimonia religiosa, la giornata ha cambiato registro, proseguendo con lo spettacolo festoso della parata.

Una coreografia perfetta, con i soldati di tutti i reggimenti del regno che hanno marciato in esemplare sincronia verso Buckingham Palace, aprendo la strada alla carrozza d'oro della coppia reale, trainata da otto cavalli grigi con nastri blu nella criniera. Una scena da favola che le migliaia di persone che avevano atteso ore sotto la pioggia hanno apprezzato. Quando la famiglia reale è comparsa sul celebre balcone del palazzo per osservare il passaggio delle Red Arrows, le frecce tricolori britanniche che hanno dipinto il cielo di rosso, bianco e blu, la folla ha applaudito. “E' bello sentirsi orgogliosi di essere britannici”, ha detto un commentatore della Bbc. Anche se solo per un giorno.

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