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Calenda sente Schlein, disgelo dopo gli addii. Vertice tra Pd e Azione: “Patto sulla sanità”

Calenda sente Schlein, disgelo dopo gli addii. Vertice tra Pd e Azione: “Patto sulla sanità”
(ansa)
Oggi l’incontro tra i due partiti per una proposta unitaria sulle liste d’attesa. Ma l’ex ministro dice no alla mobilitazione di piazza lanciata dalla leader dem. Trattative per il collegio di Monza, M5S si sfila dal sostegno a Cappato
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“Parliamo di temi”. Frase magica per superare le bizze dell’ex campo largo e provare a coagulare l’opposizione spesso slabbrata e in ordine sparso contro Meloni. Elly Schlein e Carlo Calenda si sono risentiti al telefono, ieri mattina. Dopo 48 ore di fuoco, sul fronte Pd-Azione, dato il trasloco di 30 dirigenti dem della Liguria al partito dell’ex ministro. Vicenda locale diventata caso nazionale, con una carrellata di reazioni contrariate dei big dell’ala riformista del Pd, da Lorenzo Guerini ad Alessandro Alfieri. Nessun rancore, però, è la linea post-telefonata, che trapela sia dal Nazareno che dagli azionisti. Si guarda avanti. Alla prossima battaglia da fare assieme. E infatti la chiamata Schlein-Calenda ha prodotto un’accelerazione: oggi pomeriggio, alle 3, una delegazione del Pd busserà al portone di Corso Vittorio Emanuele II, il quartier generale di Calenda a Roma, per una riunione sulla sanità. Obiettivo: arrivare a una proposta di legge condivisa, su cui far convergere possibilmente anche il Movimento 5 Stelle, +Europa e rosso-verdi. È il “metodo salario minimo”, Schlein lo chiama così. La segretaria dei democratici alla riunione non ci sarà, perché sempre nel pomeriggio ha in agenda la presentazione del gruppo di lavoro del Pd sulle politiche digitali, di cui farà parte l’ex ministro Fabrizio Barca. Dunque nella sede di Azione spedirà Marina Sereni, che è la responsabile Sanità. Calenda invece sarà presente (come ha partecipato direttamente alle riunioni sul salario minimo), scortato da Walter Ricciardi e – sorpresa – da Alessio D’Amato, ex assessore alla Salute del Lazio, ex candidato governatore del Pd a febbraio, che ha stracciato la tessera dem, dopo essere entrato in Direzione nazionale, proprio in rotta con Schlein.

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Azione punta a inserire nella pdl 10 miliardi sulla sanità, di cui 2 per accorciare le liste d’attesa (con rimborsi a chi si cura dai privati) e 8 miliardi per arruolare medici e infermieri. La mano tesa di Calenda si ferma qui. “Non sarò nella piazza del Pd”, fa sapere. Quella appena convocata da Schlein, per fine ottobre-primi di novembre: si terrà a Roma, probabilmente a San Giovanni o a piazza del Popolo, meno complicata da riempire. Per Schlein è anche il tentativo di ricompattare il partito, dopo le ruggini di questi giorni. Per Calenda, aderire a una pdl comune, fa parte del percorso di sganciamento da Renzi, che ieri ha lanciato la festa di Italia Viva per questo fine settimana, al castello di Santa Severa a Roma, con ospiti quasi solo del governo, da Carlo Nordio a Matteo Piantedosi, in vista del congresso del 15 ottobre e della Leopolda di marzo 2024. Un annuncio via newsletter, in cui l’ex premier ha commentato l’addio di Elena Bonetti, passata con Calenda: “La gratitudine non è una categoria della politica”.

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Nel centrosinistra sono giorni di riunioni frenetiche anche per il collegio uninominale di Monza, il seggio da senatore che fu di Berlusconi. In campo c’è Marco Cappato, ma il M5S ha ormai deciso di non appoggiarlo e sarà comunicato a breve. Resta da capire che farà Schlein, che non aveva chiuso a questa possibilità, ma i dem monzesi fanno le barricate, preferendo una candidatura del territorio (che pure avrebbe pochissime chance). Cappato ieri ha lanciato l’ultimo appello: "Pare che il Pd non intenda essere rappresentato dalla mia storia e dalle mie battaglie. Saremmo invece ancora in tempo per unire le forze”. Anche se di tempo, a dirla tutta, ne è rimasto poco: entro lunedì prossimo vanno consegnate le liste.

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