Tantra Yoga: Che Cos’è? Sesso ed Erotismo

Tantra Yoga: Che Cos’è? Sesso ed Erotismo

Ultima modifica 03.05.2019
INDICE
  1. Cos’è
  2. Etimologia e Definizione
  3. Sesso ed Erotismo
  4. Tantrismo e Tantrika
  5. Cenni Storici

Cos’è

Cos'è il tantra yoga?

Per tantra yoga o yoga dell'estasi si intende impropriamente una forma rituale e spirituale di erotismo profondo, una sorta di pratica sessuale perfezionata, finalizzata ad amplificare tutti i relativi effetti benefici che normalmente hanno sulla vita quotidiana.

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In molti la approfondiscono per ottimizzare le proprie performance "sotto le coperte", senza considerare che gran parte della letteratura disponibile in merito è totalmente deviata dall'essenza del vero tantra.

Per intenderci, nessun monaco, monaca o tantomeno divinità ha mai voluto insegnare come fare del buon sesso. Il tantra (tantrismo) è piuttosto un insieme di concetti tradizionali, esoterici, spirituali della religione induista e della filosofia buddista – che hanno interagito significativamente intorno al VI secolo dC. In termini figurati, indica soprattutto una raccolta generale di libri attinenti alla filosofia, anche se non sempre del tutto coerente e talvolta contraddittoria. Il termine tantra, dal sanscrito, può essere tradotto letteralmente come: principio, essenza, sistema, dottrina, tecnica, teoria, metodo, strumento o pratica.

Fin dai primi secoli dell'era comune, sono emersi numerosi tantra incentrati sulle divinità Vishnu, Shiva o Shakti. Nel buddismo invece, è la tradizione Vajrayana ad essere nota per le sue idee e pratiche tantriche. Le tradizioni indù e buddiste hanno poi influenzato altre tradizioni religiose orientali come il Jainismo, il Bön tibetano, il Daoismo e quella giapponese dello Shintō.

Varie culture non-vediche come il Puja sono da considerare concettualmente tantriche. La costruzione del tempio indù è generalmente conforme all'iconografia del tantra. I testi indù che descrivono questi argomenti sono chiamati "Tantra" o "Āgama" o "Samhitā". Nel Buddismo, l'influenza tantrica ha inciso sulla realizzazione di varie opere tibetane, templi storici dell'India e varie rappresentazioni del Sudest asiatico.

Quale sarebbe, dunque, la ragione di un equivoco così grossolano? È presto detto. Tra il XIX e il XX secolo, con la diffusione delle prime traduzioni – probabilmente complice il desiderio di trasgressione alimentato dall'attitudine moralista tipica dell'occidente – vennero presi e distorti alcuni concetti e raffigurazioni – peraltro, davvero pochi – nel tentativo di sfamare la brama americana ed europea di esoterismo.

Di seguito, dopo un indispensabile paragrafo sull'etimologia e sulla definizione del termine tantra, parleremo più approfonditamente del suo aspetto erotico e sessuale.

Etimologia e Definizione

Etimologia del tantra yoga

In sanscrito, tantra significa letteralmente "telaio, ordito, tessere". Per quanto concerne lo yoga, si rimanda all'articolo dedicato.

Per approfondire: Yoga

La connotazione della parola tantra per indicare una pratica esoterica o un ritualismo religioso è un'invenzione europea dell'era coloniale. Il termine è basato sulla metafora della tessitura, dove la radice sanscrita "tan" indica la direzione dei fili su un telaio. Implica quindi "l'intreccio di tradizioni e insegnamenti come vere e proprie filiere" in un testo, in una tecnica o in una pratica.

La parola compare negli inni del "Rigveda" con il significato di "ordito (tessitura)". Si trova anche in molti altri testi dell'era vedica, come nel "Atharvaveda" e in molti "Brahmana". In questi libri post-vedici, il significato contestuale del tantra lo vede "parte principale o essenziale, punto principale, modello, struttura, caratteristica". Negli Smritis e nell'epica dell'Induismo (e del Giainismo), il termine significa "dottrina, regola, teoria, metodo, tecnica o capitolo" e il sostantivo appare sia come parola separata che come un suffisso comune, ad esempio "atma-tantra", che significa " dottrina o teoria dell'Atman" (anima, sé).

Dopo il 500 aC circa, nel buddismo, nell'induismo e nel giainismo, tantra assume il significato di categoria bibliografica, proprio come la parola "sutra" (che significa "cucire insieme"; tantra, così come sutra, rispecchiano la metafora di "tessere insieme"). Gli stessi testi buddisti sono a volte menzionati come tantra o sutra; per esempio, "Vairocabhisambodhi-tantra" viene anche chiamato "Vairocabhisambodhi-sutra". All'interno dei testi indiani, i vari significati contestuali della parola tantra variano molto col passare del tempo – telaio, tessere, scienza, sistema di shastra, pratica e rituale, comprensione profonda o padronanza di un argomento, tecnica di culto, dottrina, discussione, ampia conoscenza dei principi della realtà, siti e metodi di adorazione per le dee o Matrikas, Agamas.

Definizione di tantra

Tantra nell'era antica e medievale

Lo studioso "Pāṇini" del V secolo aC nel Sutra (1.4.54-55) della grammatica sanscrita, spiega cripticamente il tantra attraverso l'esempio di "Sva-tantra", che egli afferma possa significare "indipendente" o "ordito, stoffa, tessitore, promotore, karta". Patanjali nel suo "Mahābhāṣya" cita e accetta la definizione di Panini ma in base al contesto le attribuisce il significato di "principale".

L'antica scuola di indù Mimamsa usa estensivamente il termine tantra e i suoi studiosi offrono varie definizioni. Per esempio: "Quando un'azione o una cosa, una volta completata, diventa utile in diverse materie a una persona o a molte persone, è nota come tantra. Ad esempio, una lampada posta tra molti sacerdoti in lettura. Al contrario, ciò che beneficia della sua ripetizione è chiamato "āvāpa".

I testi medievali presentano altre definizioni di Tantra. "Kāmikā-tantra", per esempio, fornisce la seguente spiegazione del termine tantra: "poichè elabora questioni copiose e profonde, specialmente relative ai principi della realtà (tattva) e dei sacri mantra, e poiché fornisce la liberazione (tra), è chiamato un tantra".

Tantra nell'era moderna

L'occultista e uomo d'affari Pierre Bernard (1875-1955) è ampiamente riconosciuto per aver introdotto la filosofia e le pratiche del tantra al popolo americano, creando allo stesso tempo un'impressione fuorviante del suo legame con il sesso.

Vi è un ampio divario tra ciò che il tantra significa realmente e ciò che è stato rappresentato o percepito dalla sua divulgazione occidentale. Richard Payne afferma che il tantra è stato comunemente ma erroneamente associato al sesso, data l'ossessione dogmatica della nostra cultura popolare con tale "intimità". Il tantra è stato anche etichettato come lo "yoga dell'estasi", guidato da un insensato libertinaggio rituale. Questo è ben lontano dalla diversa e complessa comprensione di cosa significa profondamente tantra per quei buddisti, indù e giainisti che lo praticano.

Per i suoi veri praticanti, il tantra è definito come una combinazione di testi, tecniche, rituali, pratiche monastiche, meditazione, yoga e ideologia. Secondo Georg Feuerstein, "La portata degli argomenti discussi nei tantra è considerevole: riguardano la creazione e la storia del mondo, i nomi e le funzioni di una grande varietà di divinità maschili e femminili e di altri esseri superiori, i tipi di rituale (specialmente delle Dee), magia, stregoneria e divinazione, "fisiologia" esoterica (la mappatura del corpo psichico), il risveglio del misterioso potere del serpente (kundalinî-shakti), tecniche di purificazione corporale e mentale; la natura dell'illuminazione e, non ultimo, la sessualità sacra".

Sesso ed Erotismo

Tantra, sesso ed erotismo

I testi del tantra e le pratiche tantriche toccano una vasta gamma di argomenti, per lo più focalizzati su argomenti spirituali e non di natura sessuale. Tuttavia il tantrismo è conosciuto in Occidente per i suoi elementi antinomiani e viene rappresentato stereotipicamente come una pratica di erotismo esoterico, sesso ritualizzato in nome della religione, che prevede l'uso di alcol e l'offerta di carne alle "feroci divinità".

Questa rappresentazione non è tuttavia limitata esclusivamente all'immaginazione occidentale. Jayanta Bhatta, la studiosa del IX secolo della scuola di filosofia indù Nyaya, che analizzava la letteratura sul tantra, affermava che le idee e le pratiche spirituali tantriche sono per lo più ben posizionate, ma contiene anche "insegnamenti immorali" come ad esempio il cosiddetto "Nilambara", una setta nella quale i praticanti indossano un solo indumento color blu e praticano liberamente sesso di gruppo. Ella scrisse "questa pratica non è necessaria e minaccia i valori fondamentali della società".

La sessualità è stata certamente parte delle pratiche tantriche; i fluidi sessuali sono stati classificati come "sostanze energetiche" e usati ritualisticamente. Alcuni testi estremi vanno anche oltre, come il testo buddista "Candamaharosana-tantra" che sostiene il consumo di prodotti di scarto del corpo come "sostanze energetiche", insegnando che i rifiuti dovrebbero essere consumati come la "dieta di tutti i Buddha" senza il minimo disgusto. Tuttavia, tali pratiche esoteriche vanno considerate eccezionali ed estreme, non si trovano in gran parte della letteratura e delle pratiche tantriche buddiste e indù. Nella tradizione Kaula e in altre in cui sono menzionati i fluidi sessuali come sostanze energetiche e il sesso ha mansione rituale, molti studiosi non sono d'accordo nelle traduzioni, interpretazioni e significato pratico.

Gli elementi antinomiani come l'uso di sostanze intossicanti ed il sesso non erano animistici, ma sono stati adottati in alcune tradizioni Kaula per sfidare il devoto tantrico a rompere le distinzioni tra la realtà ultima del Brahman ed il mondo fisico mondano. Combinando tecniche erotiche e ascetiche, abbattendo le barriere sociali e interne, il tantrico diviene simile a Shiva. Nello Shaivismo del Kashmir, le idee trasgressive antinomiche sono state interiorizzate, per la meditazione e la riflessione, e come mezzo per realizzare una soggettività trascendente.

Nella maggior parte dei testi del tantra indù e buddista sono assenti forme estreme di ritualismo sessuale – ad esempio nel testo tantrico "Jain". Tuttavia, le emozioni, l'erotismo e il sesso sono universalmente considerati nella letteratura tantrica come naturali, desiderabili, un mezzo di trasformazione della divinità interiore, per riflettere e ricapitolare la beatitudine di Shiva e Shakti. Il kama e il sesso, nella visione tantrica, sono un altro aspetto della vita ed una vera e propria radice dell'universo, il cui scopo si estende oltre la procreazione ed è un altro mezzo per il viaggio spirituale e la realizzazione. Questa idea fiorisce con l'inclusione dell'arte kama del tempio indù e delle varie architetture manuali e di progettazione come lo "Shilpa-prakasha".

Tantrismo e Tantrika

Concetto di "tantrismo"

Il termine "tantrismo" è un'invenzione europea del XIX secolo non presente in alcuna lingua asiatica; non rappresenta alcuna categoria usata dai cosiddetti "tantristi". Oggi viene usato come termine generico per le molte tradizioni tantriche, che combina le tradizioni vediche, yoga e meditative dell'antico induismo, buddiste e giainiste.

Il termine fu introdotto dagli indologi del XIX secolo, con una conoscenza limitata dell'India e in base alla quale il tantrismo sarebbe una pratica particolare, insolita e minoritaria in contrasto con le tradizioni indiane. Il tantrismo è quindi una costruzione della cultura occidentale, non un concetto del sistema religioso stesso; viene normalmente usato come etichetta per un sistema che gli occidentali non capiscono, anticonvenzionale, definito come un insieme di pratiche e idee provenienti da varie fonti, vario non solo dal punto di vista geografico e storico, ma anche tra i praticanti di un singolo gruppo.

Al contrario, il tantra è un sistema che dà ad ogni seguace la libertà di unire elementi tantrici con aspetti non tantrici, di sfidare e trasgredire qualsiasi norma, di raggiungere il sovrannaturale attraverso l'abitudine quotidiana. Il tantrismo è la ricerca sistematica della salvezza o dell'eccellenza spirituale, realizzando e alimentando il divino all'interno del proprio corpo, è l'unione simultanea del maschile-femminile e dello spirito-materia, ed ha l'obiettivo di realizzare lo stato primitivo e beato della non-dualità.

Concetto di "tantrika"

Il termine "tantrika" si basa su un commento di Kulluka Bhatta su "Manava Dharmasastra", che comparava le forme vaidika e tantrika di Sruti (testi canonici). Il tantrika, di Bhatta, è quella letteratura parallela della tradizione indù indipendente dal corpus vedico. I percorsi Vedico e non Vedico (Tantrico) sono visti come due diversi approcci alla realtà, l'approccio Vedico basato sul Brahman e il Tantrika basato sui testi non-vedici di Āgama. Nonostante il tentativo di Bhatta di chiarire, in realtà sia indù che buddisti hanno fuso idee da tutte le fonti, vediche e non vediche.

Una delle differenze chiave tra le tradizioni tantriche e non tantriche – che si tratti di buddismo ortodosso, induismo o giainismo – è la loro ipotesi sul bisogno di vita monastica o ascetica. La non-tantrika, o tradizioni ortodosse in tutte e tre le principali religioni antiche indiane, ritengono che la vita mondana di un capofamiglia sia guidata da desideri e avidità che rappresentano un serio impedimento alla liberazione spirituale (moksha, nirvana, kaivalya). Queste tradizioni ortodosse insegnano la rinuncia alla vita famigliare, per seguire una vita semplice lasciando tutti gli attaccamenti e diventare un monaco o una monaca. Al contrario, le tradizioni del tantrika sostengono che sia l'illuminazione, sia il successo mondano, sono concretamente realizzabili e che questo mondo non ha bisogno di essere evitato per raggiungere l'illuminazione.

Cenni Storici

Cenni storici sulla pratica del tantra

Le prime pratiche tantriche nella storia indiana sono attribuite ai Kapalika (letteralmente, "uomini del teschio", chiamati anche Somasiddhatins o Mahavartins). Le fonti sono tuttavia carenti e poco chiare. Le informazioni storiche sono principalmente costituite da citazioni approssimative nei testi buddista, indù e giainista del I° millennio dC.

Nel "Gatha-saptasati" di Hāla (composto nel V secolo dC), ad esempio, si scrive delle gesta tantriche di una donna. Una delle storie più note è quella secondo la quale la Kapalika usò spalmarsi addosso le ceneri del proprio amante, in seguito alla morte ed alla cremazione. Le stesse pratiche vengono poi citate nell'induismo di Shaiva e nel buddhismo Vajrayana.

Alcune prove letterarie, tuttavia, suggeriscono che il buddhismo tantrico probabilmente fiorì nel VII secolo dC. Tuttavia le Matrikas, o feroci dee madri, che in seguito si legarono strettamente alle pratiche del tantra, comparirono sia nelle arti che nella letteratura buddista e indù tra il VII e il X secolo.

I principali testi tantrici vennero scritti dal X secolo, in particolare in Kashmir, Nepal e Bengala. Entro il X o XI secolo, i testi tantrici vennero tradotti nelle lingue regionali come il tamil, e le pratiche tantriche si diffusero in tutta l'Asia Meridionale.

Il tantrismo si diffuse ulteriormente con la trasmissione della via della seta fino al buddhismo nell'Asia Orientale e Sud-Orientale e influenzò anche la tradizione Bön del Tibet.

Autore

Dott. Riccardo Borgacci

Dott. Riccardo Borgacci

Dietista e Scienziato Motorio
Laureato in Scienze motorie e in Dietistica, esercita in libera professione attività di tipo ambulatoriale come dietista e personal trainer