"Chi porterei sull’arca di Noè? L’uomo che amo e i miei due cani". Ironica, disincantata, desiderata da tutti ma sentimentalmente sfortunata, Anita Ekberg avrebbe spento novantuno candeline il 29 settembre. Da bambina, nella sua Svezia che non ha mai sopportato granché, sognava di diventare pilota di aerei. Da adulta, vestiva di rosa e turbava i sonni di intere generazioni da un capo all’altro del mondo. Una settantina di film all’attivo The Iceberg, come la chiamavano a Hollywood, col titolo di miss in tasca approda a Roma sul finire degli anni Cinquanta: qui troverà l’America. A consacrarla nel firmamento delle star internazionali, il ruolo di Sylvia ne La dolce vita con la scena-simbolo del bagno nella Fontana di Trevi insieme all’affascinante Marcello Mastroianni - "Marcello, come here! Hurry up" -. Lei, da buona nordica, sopportava stoicamente il freddo dell’inverno romano che poi non è mai troppo rigido. La diva raccontava che Federico Fellini le propose il ruolo senza un copione da leggere: si sa che era poco fedele alle sceneggiature - "Inventiamo episodi, non preoccupiamoci per ora della logica del racconto. Dobbiamo fare una statua, romperla e ricomporne i pezzi"-. Bastò quell’unica sequenza per consegnare il film all’immortalità artistica. Roma in piena notte e Anitona, come la chiamava il regista, sexy e statuaria nel suo abito nero dal décolleté generoso.

1960  swedish actress anita ekberg plays the glamorous sylvia in the fountain scene from 'la dolce vita', directed by federico fellini  photo via john kobal foundationgetty imagespinterest
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Su e giù con gli States, fra due matrimoni naufragati e numerosi flirt, Anita Ekberg diventa cittadina italiana e recita in pellicole di scarso rilievo. Nel 1970 campeggia nuda sulla copertina di Playboy. Molto tempo dopo in Intervista, sorta di autoritratto felliniano, la coppia Ekberg-Mastroianni si ricompone. Mentre guardano la famosa scena e lei si commuove, lui le chiede: "Ma chi sei tu? Sei una dea? La madre? Il mare profondo? La Casa? Sei Eva, la prima donna apparsa al mondo? Quante domande ti vorrei fare ancora Anita...".

circa 1955  exclusive a portrait of swedish actor anita ekberg sitting on the trunk of a cream convertible with her feet in its red leather interior, hollywood, california ekberg wears cream colored capri pants, a black top and a scarf in her hair  photo by gene lestergetty imagespinterest
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Erotica, fisica, burrosa con brio. Baldanzosa con quel suo nome garibaldino. Si narra che una volta attaccò dei paparazzi invadenti che si erano appostati davanti casa sua, armata di arco e frecce. Proprio come quando giocava a Malmö con i cinque fratelli. Citata in un brano di Bob Dylan, I shall be free, raccontata da Monica Bellucci in un documentario dal titolo The girl in the fountain, fuori concorso al trentanovesimo Torino Film Festival, Anita Ekberg è morta nel 2015, in una casa di riposo a Castelgandolfo. Provata fisicamente e in difficoltà economiche. "Il nostro aspetto fisico dovrebbe fermarsi a un certo punto della vita. Anche se invecchiamo anagraficamente".