Alberto Sughi, pittore del realismo esistenziale - Metropolitan Magazine

Alberto Sughi, pittore del realismo esistenziale

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Di Redazione Metropolitan

Nato a Cesena il 5 ottobre 1924, Alberto Sughi è principe dei pittori italiani del “realismo esistenziale”. Autodidatta, l’artista si spostò tra Cesena, Torino e Roma alla ricerca del suo stile pittorico. Inizia a dipingere verso l’inizio degli anni ’50 scegliendo una pittura realista, in contrasto con le tendenze del dopo guerra.

Anche se vicino al Partito Comunista Italiano, Sughi non accetta comunque di sottostare alle sue precise indicazioni in campo artistico, soprattutto dopo la scissione tra astrattisti e realisti indotta dall’intervento di Palmiro Togliatti. Ecco perché si dedica a una personale ricerca figurale dedicata al malessere interno dell’uomo e della società.

Alberto Sughi, Tema della cena - Photo Credits: web
Alberto Sughi, Tema della cena – Photo Credits: web

Verso uno stile cupo e gelido

L’artista basò tutta la sua vita ai temi della solitudine umana: della incomunicabilità, della impossibilità di un dialogo, dell’alienazione, e di una difficoltà di vivere. Temi che con lui scindono da precise condizioni sociali, politiche e civili, diventando come un male interiore di tutti i tempi e di tutte le stagioni dell’uomo.

Ad esempio, le periferie delle grandi città, viste come elemento di socializzazione, per Sughi risultano invece luoghi di solitudine individuale. Mentre le figure umane solitarie e senza meta sono i suoi soggetti preferiti. I suoi quadri si fanno sempre più cupi e il racconto acquista toni gelidi e aspri.

Alberto Sughi, Tema dell'amore e dell'immaginazione della famiglia - Photo Credits: web
Alberto Sughi, Tema dell’amore e dell’immaginazione della famiglia – Photo Credits: web

I quattro cicli pittorici dell’artista

Il suo lavoro procede per cicli tematici entro i quali intraprende temi iconografici specifici e mutazioni stilistiche. Dal 1971-1973 si dedica alle cosiddette “pitture verdi” dedicati al rapporto tra l’uomo e la natura. In seguito dal 1975-1976 vi è il ciclo “La cena” mettendo in rapporto uomo e cibo. A inizio degli anni Ottanta ci fu la serie “Immaginazione e memoria della famiglia”, per poi passare a studi più introspettivi con l’ultimo ciclo “La sera”.

Ed è proprio quest’ultima parentesi tematica che caratterizza le opere più importanti dell’artista. Sottolinea un’ amara riflessione sul proprio ruolo e sul valore della sua esistenza, in una società in cui le risposte alle eterne paure dell’uomo vengono cercate unicamente nel denaro, nella politica e nella scienza. Tratta infatti scene della vita quotidiana, monotona e triste.

Alberto Sughi, Notturno - Tema della Sera - Photo Credits: web
Alberto Sughi, Notturno – Tema della Sera – Photo Credits: web

Ultimi anni, tra onorificenze e mostre importanti

Sughi ha partecipato alle più importanti mostre collettive, dalla Biennale di Venezia alla Quadriennale di Roma. Anche all’estero, dove ha esposto, tra le tante, alla Manezh Gallery di Mosca (1978) e alla Galleria Nazionale di Arte Moderna di Praga (1986). Nel 1994 è stato nominato direttore dell’Ente della Quadriennale di Roma.

Muore a Bologna il 31 marzo 2012 all’età di 83 anni.

Federica Minicozzi