Il 24 luglio del 1900, in una cittadina dell’Alabama chiamata Montgomery, veniva alla luce una bambina che avrebbe lasciato il segno nell’immaginario culturale del Novecento. Era figlia di Minerva Buckner Machen e di Anthony Dickinson Sayre, quest’ultimo un giudice della Corte Suprema particolarmente severo, e venne chiamata Zelda. La sua infanzia passò serena, senza privazioni, e la portò a sviluppare un carattere forte ma al tempo stesso volubile, che ben presto la rese diversa dalle sue giovani coetanee: non amava il silenzio, il riserbo, la grazia. E preferiva piuttosto quell’esuberanza e spontaneità che all’epoca erano considerate di buon occhio solo se associate a una personalità maschile.

Ecco perché più volte, fra le feste che frequentava fino a notte fonda, l’aria scompigliata, l’abbigliamento trasgressivo e la propensione a fumare e a bere, rischiò di finire al centro di uno scandalo, protetta per fortuna dalla buona reputazione della sua famiglia. Si trattava comunque di una giovane brillante, dai talenti più disparati e che diventò una delle prime Flapper a dare l’esempio nella società americana e internazionale: un movimento che da noi è conosciuto come delle "maschiette", e che consisteva nel tagliare i capelli, portare gonne più corte e in generale abolire la moda del passato eliminando i corsetti e tutto ciò che potesse risultare di impaccio a un movimento più libero, visto che ora le donne volevano frequentare i locali, ballare, guidare da sole, per occupare un nuovo posto nel mondo da tutti i punti di vista. Fu con questo spirito, e mentre era nel fiore degli anni, che Zelda Sayre conobbe un luogotenente di fanteria a Camp Sheridan durante un ballo nella sua città natale. Aveva quattro anni più di lei e il suo nome, oggi diventato una leggenda, era Francis Scott Fitzgerald.

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Minnesota Historical Society//Getty Images

Per lui, che già coltivava il sogno della scrittura e che aveva iniziato ad abbozzare i primi progetti, fu amore a prima vista. Fu mandato presto in un’altra città, ma si tenne in contatto con Zelda attraverso le lettere, dopo avere instaurato con lei un rapporto fatto di visite quotidiane, conversazioni profonde, passeggiate, intimità. La giovane, nel frattempo, venne in contatto con numerosi pretendenti, e accettava volentieri la loro corte mentre continuava a comunicare da lontano con Francis, finché lui poco dopo non torno dalle parti di Montgomery e non la chiese in sposa.

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Lei accettò, a patto che le nozze si celebrassero dopo la pubblicazione del primo romanzo importante di Fitzgerald, e fu così che il 3 aprile 1920 la coppia celebrò il proprio matrimonio nella cattedrale di Saint Patrick, a New York, a solo otto giorni di distanza dall’uscita di un’opera intitolata Di qua dal Paradiso, e destinata a inaugurare la scalata dell’autore verso il successo. Al suo interno spiccava un omaggio alla figura di Zelda, descritta neanche troppo fra le righe, proprio come nei suoi testi successivi sarebbero apparsi altri stralci ispirati alla loro vita insieme, o addirittura – secondo svariate ricostruzioni – a diari, lettere e pensieri sparsi che erano stati messi nero su bianco da sua moglie stessa.

Quest’ultima, però, non ebbe la stessa facilità nel pubblicare dei racconti di suo pugno, e dopo i primi anni di passione, lusso, divertimenti, eventi mondani, viaggi e gioventù da godersi giorno per giorno, iniziò un declino che la vide prendersi dapprima un’infatuazione per un aviatore francese, e poi bere, cadere in depressione, avere un rapporto sempre più conflittuale col marito.

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Fitzgerald, dal canto suo, era d’altronde un uomo intemperante, che non sempre la incoraggiava a perseguire i propri interessi e che non apprezzò i suoi sforzi per darsi alla pittura, alla danza e alla scrittura stessa, rimanendo sgomento quando nel 1932 Zelda diede alle stampe Lasciami l’ultimo valzer, un romanzo autobiografico in cui descriveva una storia d’amore fallimentare e soffocante. I due troncarono allora i rapporti con i loro amici, presentandosi sempre meno in pubblico e discutendo spesso, finché Zelda non venne ricoverata a più riprese per via dei suoi disturbi mentali. Fitzgerald la andò a trovare più che poté e si spense quattro anni prima di lei: lei lo raggiunse nel 1940 e fu sepolta insieme a lui nel Maryland, trovando la pace e l’armonia con l’uomo che aveva sempre amato mentre il mito della loro relazione, del loro talento e della loro sregolatezza iniziava a diffondersi in tutto il mondo.