La giovinezza - Paolo Sorrentino - Recensioni di QLibri
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La giovinezza La giovinezza

La giovinezza

Letteratura italiana

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L’amicizia, il desiderio, l’arte, l’avventura di due amici che sfidano il passare del tempo. «Dell’infanzia non mi ricordo proprio niente. Solo una cosa continuo a ricordarla.» «Quale?» «Il momento preciso in cui ho imparato ad andare in bicicletta. Che felicità! E stamattina, come per incanto, per la prima volta, mi sono ricordato anche il momento successivo.» «Il momento in cui sei caduto.» «Come cazzo fai a saperlo?» «È stato così per tutti. Impari a fare una cosa, sei felice, e ti dimentichi di frenare.» «Non è una grande metafora della vita?» «Ora non traiamo conclusioni affrettate, Mick.» Proprio allora un ragazzino di undici anni passa in sella a una mountain bike. Fa tutta la strada su una sola ruota, in velocità, silenzioso come un fantasma. I due amici si voltano a guardarlo, estasiati. Poi Fred riflette e dice: «Sai una cosa Mick?». «Cosa?» «Io e te, secondo me, non moriremo mai.»



Recensione della Redazione QLibri

 
La giovinezza 2015-05-29 22:06:39 Valerio91
Voto medio 
 
3.8
Stile 
 
3.0
Contenuto 
 
4.0
Piacevolezza 
 
4.0
Valerio91 Opinione inserita da Valerio91    30 Mag, 2015
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La giovinezza non è nella carne

Dopo l’immenso successo de “La grande bellezza”, Paolo Sorrentino prova a mantenersi sulla cresta dell’onda con “Youth – La giovinezza”. Quella che mi appresto a recensire è la sceneggiatura del film, dunque non ci troviamo alle prese con un romanzo vero e proprio, anche se quasi come tale questa si legge e la lettura risulta abbastanza piacevole. Certo non ci si possono aspettare approfondimenti o digressioni che non siano strettamente “visive”. Sta di fatto che, sono sincero, questa lettura ha stimolato in me la voglia di vedere il film, accendendo la curiosità di scoprire come il grande Michael Caine ha interpretato l’interessante protagonista di questo romanzo, l’ormai vecchio ma ancora acclamato musicista Fred Ballinger.

In un lussuoso albergo sono riunite tante personalità tanto diverse eppure così simili tra loro, seppure non si sa ben dire perché. Musicisti, registi, sceneggiatori, attori, calciatori (credo che Sorrentino ci abbia regalato una versione esageratamente obesa del grande Diego Armando Maradona). Il contenuto si può in parte intuire dal titolo; ci troveremo di fronte a una profonda riflessione sugli stati d’animo che pervadono l’uomo nelle diverse fasi della vita, ognuna incarnata da alcuni dei personaggi presentatici, padroni di un destino individuale differente eppure accomunato da qualcosa che è caratteristico di un punto preciso dell’esistenza umana. Ed è chiara una cosa e una soltanto: la giovinezza non è nella carne, ma nella mente. I giovani vedono tutto vicino, e stanno guardando il futuro, mentre i vecchi vedono tutto lontano, ma stanno guardando il passato. La vecchiaia porta con sé la tendenza a guardare soltanto il passato, a ricercarlo come un rifugio; oramai è troppo tardi per occuparsi del futuro, ne è rimasto talmente poco che non varrebbe nemmeno la pena preoccuparsene. Meglio cullarsi nei piaceri del passato. Ma è proprio nel momento in cui si crede che sia troppo tardi per fare qualsiasi cosa che si cessa di esistere, che si smette di vivere, che si diventa realmente “vecchi”. Bisogna sognare, inseguire, agire indipendentemente da tutto, anche dalla carne inclemente che non può evitare di deteriorarsi, ed è quella la vera giovinezza.
Giovinezza è la voglia e la determinazione a continuare ad essere.

"In mezzo ai fiumi delle saune e dei bagni turchi, corpi nudi di tutte le età sembrano morti e abbandonati, in controluce, al caldo, al sudore. Corpi tonici e lucidi, corpi abbondanti e rotondi, corpi vecchissimi e sfasciati. Così è fatta la fatica del benessere. Così, alcuni provano ad allungare il futuro e a inseguire goffamente il passato della giovinezza."

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