Young adults: cosa sono e chi li legge - Accademia di scrittura

Young adults, vale a dire giovani adulti: questa è la traduzione letterale dei termini inglesi. L’attenzione quindi si colloca immediatamente su un dato anagrafico, una fascia d’età, quella che comprende i “non più bambini” e i “non ancora adulti”, in una parola: gli adolescenti.

Fin qui, tutto liscio.

Quando però l’espressione Young adults viene attribuita alla parola “libri” le cose si complicano un po’ e si entra in un campo dove le idee sono talvolta confuse e i pareri possono risultare addirittura contrastanti. Proviamo allora a fare un po’ di chiarezza.

Quando nasce il termine Young adult

Una vera e propria data di nascita del termine Young adult non è facile da trovare, però si può individuare un periodo storico preciso in cui per la prima volta si è cominciato a prendere coscienza del bisogno di dedicare una letteratura specifica ai ragazzi e alle ragazze di età compresa tra i 14 e i 21 anni.

Siamo agli inizi del XIX secolo e la scrittrice, filantropa ed educatrice britannica Sarah Trimmer (1741-1810) dà vita ad un periodico intitolato The Guardian of Education che sarà pubblicato per quattro anni, da giugno 1802 a settembre 1806.

Sulle sue pagine la Trimmer raccoglie le recensioni dei principali libri per l’infanzia allora attuali, ma anche considerazioni sulla storia della letteratura per bambini, le sue caratteristiche e i suoi canoni. È lei a usare l’espressione “Book for young person” per indicare quei libri scritti al fine di parlare a giovani persone, con un immaginario e un linguaggio più articolato rispetto a quello dei bambini ma non ancora strutturato come quello degli adulti.

Alla Trimmer, quindi, si deve il riconoscimento dell’adolescenza come fase dell’età di una persona con esigenze “letterarie” proprie e particolari.

Primi esempi di romanzi YA

Per trovare però l’uso dell’espressione Young adult riferito ad uno specifico titolo di un libro, bisogna aspettare qualche anno più tardi e guardare alla letteratura statunitense. Uno dei primi esempi è fornito, nel 1935, dalla serie di romanzi scritto da Laura Ingalls Wilder (1867-1957) che va sotto il titolo di La piccola casa nella prateria (Little House on the Prairie, nell’originale), da cui è stata tratta la famosa serie televisiva La casa nella prateria di e con Michael Landon.

I racconti della Wilder sono in parte autobiografici, ma l’intento dell’autrice, come lei stessa ebbe modo di precisare, fu quello di preservare le storie della sua infanzia per i ragazzi, per aiutarli a comprendere quanto fosse cambiata l’America nel corso degli anni.

In italiano il tipo di letture come quella su ricordata potrebbe essere spiegato semplicemente con l’espressione “libro per ragazzi”, senza per forza ricorrere all’anglicismo e infatti i termini Young adults, spesso abbreviati in YA, sono abbastanza recenti per le orecchie di chi abita il nostro Paese. Cominciano ad essere usati con una certa frequenza soltanto tra la fine degli anni ’90 e l’inizio del 2000 e si può dire che oggi ormai siano entrati nel linguaggio comune.

Che differenza c’è tra Young adults e libri per ragazzi?

Ma perché l’editoria nostrana ha preferito importare e utilizzare nei propri cataloghi l’espressione Young adult per indicare determinati tipi di letture? Che cos’hanno di diverso gli YA rispetto ai normali libri per ragazzi?

In un’intervista del 2015, che si può leggere per intero qui, Marta Treves – all’epoca editor Mondadori alla guida della narrativa young adult e di quella straniera – ne dava la seguente definizione: “È un genere letterario, questo, che è sempre esistito; semplicemente è stato solo categorizzato. Si tratta di narrazioni dove il protagonista si trova di fronte ai grandi temi della vita, con quell’occhio più fresco, più libero da pregiudizi rispetto all’adulto. Le grandi tematiche che riempiono queste pagine sono la morte, l’amore, il suicidio, tutti gli aspetti importanti della vita che però, in questo caso, vengono affrontati per la prima volta. Sappiamo che l’adolescenza è il momento dei quesiti fondamentali, delle grandi passioni.

Parola d’ordine: adolescenza

Ecco: la parola chiave da associare agli YA è adolescenza.

I libri che rientrano in questa categoria hanno tutti come protagonisti degli adolescenti, abitanti cioè di quella “terra di mezzo” dell’esistenza umana, in cui per la prima volta ci si pone domande cruciali e si interpretano eventi e persone in maniera nuova, come neofiti della vita.

E agli adolescenti, in modo particolare, questi libri vogliono parlare. A loro soprattutto, ma non solo.

Già, perché il tipo di storie che gli YA raccontano piacciono spesso anche agli adulti. Se sono costruiti bene, infatti, contengono tutti gli elementi tipici della più classica delle strutture narrative, quei canoni affabulatori che da sempre toccano le corde più sensibili della curiosità umana, responsabili del processo di immedesimazione che scatta durante la lettura, quando la lettura è buona.

Insomma: le storie degli Young adults sono belle, non di tutti indistintamente, sia ben chiaro, ma di parecchi di loro sì. Del resto, se è vero che da adolescenti ci si affaccia alla vita ponendosi le prime grandi questioni, è vero anche che il genere di letture che si comincia ad approcciare, per scelta o per “gentile imposizione” degli insegnanti, è quello ormai che rientra nel patrimonio classico della letteratura, per affrontare il quale non c’è distinzione d’età.

Così non è raro incontrare un “giovane adulto” che senza remore o imbarazzi e con il medesimo piacere, alterna la lettura di Hunger Games a quella de Il ritratto di Dorian Gray. Se ci sono pregiudizi nei confronti dei titoli di libri da avvicinare, non sono tanto i ragazzi quanto gli adulti a lasciarsene condizionare.

 

Perché gli Young adults non possono definirsi un genere narrativo

Dunque gli Young adults sono accomunati dal fatto di parlare degli e agli adolescenti, ma attraverso storie che possono appartenere a generi narrativi tra loro anche molto diversi: fantascienza, distopia, fantasy, romance, horror, gialli.

Il fattore che li accomuna è rappresentato cioè dallo stesso target di riferimento e dall’intento dei loro autori di scrivere per quella determinata fascia d’età.

Non è questa una considerazione così ovvia.

Se vi capita di lanciare una ricerca nel web riguardo a questo argomento, vedrete quanti pareri differenti esistano sul tema, e quanti titoli diversi di libri vengano ascritti alla categoria YA.

Può succedere di vedere definito come Young adult Il Signore degli Anelli di John R. R. Tolkien o Il giovane Holden di J.D. Salinger. Ora, per quanto la saga di Frodo possa piacere anche agli adolescenti, resta un classico della letteratura fantasy che, almeno nelle intenzioni del suo autore, non nasce per rivolgersi alla sola fascia d’età dei teenagers, ma a tutti gli amanti del genere. E anche per l’Holden vale lo stesso discorso: il protagonista è sì un giovane di 16 anni, ma Salinger non ha mai manifestato il proposito di scrivere solo per loro e il suo libro, classico della letteratura americana tutta, rientra nel novero dei romanzi di formazione, nato con l’intento provocatorio di scardinare i rigidi schemi dei romanzi tradizionali. Ricordiamo che Salinger fu, tra gli altri, uno degli ispiratori del movimento letterario della Beat Generation, che in campo letterario si manifestò proprio come rifiuto delle norme imposte e innovazione nello stile.

Attenzione quindi a non confondere i contenuti con i destinatari.

 

Fenomeno editoriale soprattutto americano

Ci sono però alcuni titoli di libri, indicati come esempi di YA, che trovano tutti d’accordo sulla loro appartenenza alla categoria.

Sono quelli nati quando questo termine era già entrato nell’uso e aveva cominciato a rappresentare un fenomeno editoriale interessante a livello commerciale e di classifica.

Avventura, fantasia, fantascienza, distopia

Tra i principali YA che raccontano avventure all’insegna del fantastico, di fantascienza e distopia si annoverano:

  • i libri della serie di Harry Potter scritti da J.K Rowling e pubblicati tra il 1997 e il 2007;
  • la saga sentimental-paranormale di Twilight scritta da Stephenie Meyer, pubblicata tra il 2005 e il 2008 e che, proprio in questi giorni (settembre 2020), si è riaperta con l’uscita di un nuovo titolo: Midnight Sun;
  • la trilogia distopica di Suzanne Collins formata da Hunger games (2009), La ragazza di fuoco (2010) e Il canto della rivolta (2012) a cui si è aggiunto un recente quarto volume che ne costituisce il prequel/spin-off dal titolo Ballata dell’usignolo e del serpente (2020);
  • la distopia di Veronica Roth formata dai tre libri Divergent (2011), Insurgent (2012) e Allegiant (2013);
  • la serie di libri fantasy-mitologici di Percy Jackson ascrivibili a Rick Riordan e pubblicati tra il 2012 e il 2015.
Drammi, sentimenti, disagi sociali

Tra gli YA che invece indagano i sentimenti e i drammi della vita, come ad esempio il disagio sociale, la malattia, la diversità, calando le vicende dei giovani protagonisti in una contemporaneità reale e verosimile, c’è da ricordare:

  • Città di carta (2009) e Colpa delle stelle (2012) di John Green.
  • Wonder (2012) di R. J. Palacio (pseudonimo dell’autrice statunitense Raquel Jaramillo)

Di tutti i titoli su ricordati sono state realizzate trasposizioni cinematografiche o serie Tv che hanno contribuito a fomentare il fenomeno e a mantenere viva la curiosità intorno ai libri.

La loro provenienza, come si può ben vedere dagli esempi, è per lo più americana, se si esclude il caso Harry Potter la cui autrice è di origine britannica. E un altro dato interessante che li accomuna è quello di essere per lo più figli di scrittrici piuttosto che di scrittori.

 

Caratteristiche comuni ai libri Young adult:

  • Si rivolgono agli adolescenti.
  • I protagonisti sono adolescenti (età 13-19).
  • Sono raccontati di solito in prima persona.
  • Il linguaggio è mutuato dal mondo dei giovani.
  • Lo stile è snello e scorrevole.
  • Trattano tematiche ricorrenti:

— la scelta, necessaria per trovare un posto nel mondo e affermare la propria personalità;

— i rapporti spesso conflittuali con la famiglia;

— la scuola e le sue dinamiche talvolta complicate (bullismo);

— i primi amori;

— i drammi personali e sociali (malattia, droga, sesso, alcool, diversità, suicidio, i rischi del web).

Le ultime tendenze

Stando ad un’indagine condotta dalla rivista Il Libraio.it nel marzo del 2018 alla Bologna Children’s Book Fair (Fiera del libro per ragazzi), l’ultima tendenza degli YA sarebbe quella di discostasti un po’ dalla fantasia e calarsi di più nel reale.

Aumentano i romanzi storici che indagano il periodo della Seconda guerra mondiale e anche le più recenti guerre yugoslave. Sempre più frequenti sono le storie che descrivono un clima di disagio sociale, intriso di problematiche anche forti come il bullismo, il suicidio, la discriminazione.

E questo tanto in ambito americano, che continua tuttora a dettare mode e gusti letterari, quanto in territorio europeo.

Le tematiche possono essere molteplici e i generi letterari diversi, perché – come si è visto – non sono questi gli elementi che accomunano gli Young adult.

La libertà di scrivere e leggere senza etichette

Resta il fatto che, almeno per quanto mi riguarda, mi piacerebbe avere la possibilità di domandare agli autori che hanno scritto e scrivono tuttora libri catalogati poi come Young adult se anche loro li definirebbero tali. Se partano già fin da subito con l’intenzione di produrne uno o se questa non sia piuttosto un’etichetta assegnata a posteriori, per ragioni che poco hanno a che vedere con il bisogno di raccontare storie attribuendo loro veste narrativa, tono e stile che ritengano più adatti.

Clive Staples Lewis, autore fra le altre cose di Le cronache di Narnia, in un suo saggio intitolato “Tre modi di scrivere per l’infanzia” ad un certo punto afferma: “[…] non vi è bisogno di ricordare che suddividere i libri per blocchi d’età è un vezzo editoriale che ha ben poco a che fare con le abitudini dei lettori autentici. Quelli che vengono biasimati per leggere libri infantili in età matura sono gli stessi che da piccoli venivano criticati per leggere libri da grandi: ma bisogna tener presente che nessun lettore degno di questo nome si regola in base al calendario.

 

Foto di silviarita da Pixabay

 

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