'Women talking - Il diritto di scegliere'. La recensione - la Repubblica

'Women talking - Il diritto di scegliere'. La recensione

Candidato a due Oscar (miglior film e miglior sceneggiatura non originale) il film di Sarah Polley dal romanzo d Miriam Toews
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Quello di cui si parla meno, tra i dieci candidati all'Oscar per il miglior film del 2003, è Women talking - Il diritto di scegliere, che Sarah Polley ha adattato dal romanzo della canadese Miriam Toews. Non perché abbia meno meriti degli altri - anzi - ma perché si tratta di un'opera devastante, nel soggetto come nello stile, a paragone dei ben più accattivanti concorrenti. Nei primi minuti è evocato un terribile episodio in una comunità mennonita della Bolivia. Segue un processo a porte chiuse in cui le donne di quell'istituzione di clausura nel cuore dell'America - sottomesse, abusate, violentate - devono decidere del loro futuro.

Andarsene? Restare combattendo? L'unico uomo fidato, August, è lì per verbalizzare al posto delle vittime, lasciate nell'analfabetismo. Eccetto qualche scena dai droni, Women talking è una "conversation piece" affidata a un formidabile cast femminile, che rende realistico ciò che poteva apparire teatrale. Severo anche il tono cromatico delle immagini, sbiadite e uniformate sul color seppia.