Nessuno ne parla mai, nessuno lo ricorda mai in pubblico, forse perché quello che oggi sarebbe probabilmente un'icona pop, al tempo era una pecora nera e l'ultimo portatore di una delle tare genetiche di famiglia da tenere nascoste. Il principe William di Gloucester era il membro più affascinante della royal family britannica, un personaggio da romanzo di E. M. Forster dal cuore forte e dai tratti delicati. "L'altro principe William", come viene chiamato oggi dai commentatori reali che ne stanno rispolverando la storia, aveva come secondo nome Henry, che è il vero nome del principe Harry. Perché Diana avesse scelto di chiamare i figli proprio come questo membro sfortunato dei Windsor - re Carlo voleva chiamarli Arthur e Albert - è uno dei tanti misteri che alimentano la leggenda del principe William Henry Andrew Frederick di Gloucester, la cui madre era la bella lady Alice Douglas Scott e il padre era il principe Henry, terzo figlio del re Giorgio V e della regina Mary di Teck, fratello di re Giorgio VI. Quindi, cugino di primo grado della regina Elisabetta e della principessa Margaret.

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Il principe William di Gloucester a 22 anni nel parco della casa di famiglia vicino a Peterborough.

Il principe William di Gloucester era nato il 14 dicembre del 1941, in piena guerra, e al momento della nascita era quarto in linea di successione, ma la sua posizione scivolò giù a mano a mano che nascevano i figli di sua cugina Elisabetta. Battezzato nella cappella privata di Windsor dall'arcivescovo di Canterbury, aveva come padrino re Giorgio VI e come madrina la nonna Mary. William era stato anche uno dei paggetti di Elisabetta alle sue nozze con il principe Filippo. In genere la Corona britannica ricorda i suoi membri sempre in termini molto lusinghieri e questo vale anche per William di Gloucester. Però secondo scambi epistolari dell'epoca di altri aristocratici che parlavano di lui, il ragazzo risultava davvero un tipo brillante e molto atletico. Gli archivi storici sono pieni delle sue foto in cui cavalca, fa sport, ripara motori di auto o guida piccoli aerei, una sua passione. Gli amici lo descrivevano "molto leale e sempre pronto a difendere i più deboli" e ne apprezzavano la lucidità con cui si considerava solo uno con la fortuna di essere nato in una famiglia privilegiata, senza alcun merito per questo. Cosa che lo rendeva molto comprensivo e tollerante verso i difetti altrui. Aveva studiato a Eton, proprio come faranno poi i figli di Diana contravvenendo alla tradizione che voleva almeno l'erede al trono come alunno di Gordonstoun, e si è laureato a Cambridge dove ha conseguito anche un master in Business Administration. Poi, con la libertà di movimento che rende la vita dei membri minori della royal family molto più facile di quella dei maggiori, se n'è andato a studiare Scienze Politiche alla Stanford University in California dove il suo titolo nobiliare faceva effetto, ma una volta che i compagni ci hanno fatto l'abitudine si è goduto la classica vita di college americano che abbiamo imparato a conoscere dai film. Piaceva molto alle ragazze, moltissimo. Si fece una reputazione da playboy. Ritornato in patria, ha preferito cercarsi un lavoro piuttosto che diventare membro senior della famiglia reale, e lo ha trovato come funzionario di una banca d'affari a Londra. Questo tipo di scelta era trasgressiva per l'epoca, l'unico ad averla osata era stato suo zio, il principe Giorgio, duca di Kent, un altro dei ribelli di famiglia.

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Il principe William con il fratello Richard di Gloucester.

Nel 1965, William accettò il ruolo di segretario presso l'Alta Commissione britannica a Lagos per conto del Commonwealth Office, in Nigeria, e nel 1968 fu trasferito a Tokyo come secondo segretario dell'ambasciata britannica. A Tokyo la sua vita iniziò a prendere i contorni del romanzo. Zsuzsi Starkloff si era sposata giovanissima e quando conobbe il principe aveva già una figlia e due divorzi alle spalle. Era nata a Budapest, da cui era fuggita con lo scoppio della rivoluzione ungherese nel 1956, e dopo il secondo divorzio aveva lasciato il lavoro di hostess per diventare modella perché si era accorta che il suo tipo di bellezza piaceva molto ai giapponesi. Infatti, fu scelta come testimonial di Revlon in Giappone. Ma non piaceva solo ai nipponici: si dice che abbia avuto un flirt con Sean Connery quando lui si trovava a Tokyo nel 1967 per girare delle scene di Agente 007 - Si vive solo due volte. Con il principe William, invece, Zsuzsi si incontrò per la prima volta a una festa di espatriati d'élite a Tokyo nella quale fu inclusa anche lei perché ormai famosa. Il principe aveva un debole per le donne più grandi di lui, e lei lo superava di cinque anni. Ma anche lei ne rimase affascinata e gli diede un invito a un'altra festa per espatriati, stavolta in maschera, in cui si firmò "Cenerentola". William si incuriosì e quando al nuovo party la vide vestita da principessa indiana si prese una cotta epocale. Il principe si lasciò travolgere dai sentimenti e dal senso di libertà che aveva cercato andando a vivere lontano da Buckingham Palace. In men che non si dica, lui e Zsuzsi andarono a vivere insieme in una villa in riva all'Oceano Pacifico dove praticavano tutte le passioni che avevano in comune, tra cui la pesca subacquea. Nonostante avessero scelto un luogo molto isolato, la voce della relazione giunse fino alle orecchie della regina. Elisabetta mandò a Tokyo sua sorella Margaret a parlare con il cugino ribelle per convincerlo a non dare vita allo scandalo con una straniera divorziata e di religione ebraica, visto che il danno di immagine dello zio Edoardo VIII con Wallis Simpson non era ancora stato riparato in pieno. La richiesta era pacifica, ma la principessa Margaret fece presente al cugino che una legge del 1772 rendeva nulli i matrimonio che i reali in linea di successione al trono contraevano con qualcuno che non fosse stato approvato dal sovrano. William dovette arrendersi e tornare in Inghilterra nel 1972, dove si trasferì nella tenuta di famiglia nel Northamptonshire. Ma aveva ordito un piano segreto con la sua amata Zsuzsi. Appena si sarebbero calmate le acque e tutti avessero pensato che l'aveva dimenticata, avrebbero iniziato a incontrarsi a New York. Nel frattempo, si scrivevano molte lettere e telegrammi che lui inviava a un'indirizzo di copertura, e a cui lei rispondeva con un falso nome. La sua salute non eccelleva, la malattia che la sua stirpe si portava dai tempi di Mary, regina di Scozia, e che aveva compromesso la mente di re Giorgio III dando vita al periodo Regency, cominciava a dargli problemi. Ma lui continuava a sfidare il suo corpo con lo sport e le competizioni per ammazzare il tempo in attesa di rivedere la sua amata, soprattutto quelle in cui poteva guidare uno dei suoi aerei. Il 28 agosto 1972 stava gareggiando proprio in una di queste competizioni, la Goodyear International Air Trophy a Halfpenny Green con a bordo come copilota l'amico Vyrell Mitchell. Non si sa bene cosa accadde, ma a un certo punto l'aereo aumentò la velocità a bassa quota e colpì un albero, William perse il controllo del velivolo che si schiantò a terra prendendo immediatamente fuoco davanti a 30.000 spettatori. Quando le fiamme furono domate due ore dopo, dei ragazzi era rimasto così poco da rendersi necessaria l'identificazione dei resti attraverso il calco dei denti. Suo padre era così malato, al tempo, che la famiglia reale non lo informò della notizia. Ma finì per apprenderla per errore da un notiziario televisivo e la cosa non lo aiutò. Meno di due anni dopo morì anche lui. Il principe William di Gloucester è sepolto nel Royal Burial Ground, Frogmore. Si era spenta così, a soli 30 anni, la sua vita avventurosa. Senza aver mai più rivisto Zsuzsi Starkloff.

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