"Vattene a ronzare da un’altra parte, specie di zanzara che non sei altro", diceva Wallis Simpson a Edoardo di Windsor per toglierselo di torno quando stavano tutti e due in America e a lei piaceva fare tardi al night con “brutte compagnie”. Più o meno il corrispettivo del nostro: “Sparisci, microbo”. Ma con più classe. E lui se ne tornava a casa da solo, lasciandola a bere con “giovani uomini effeminati” fino all’alba. Così racconta Lady Cynthia Gladwyn, rispettabile baronessa, nei suoi diari. Quel che si dice una fonte affidabile.

Bel modo di rivolgersi a uno che era stato re d’Inghilterra. Non per molto, da gennaio a dicembre del 1936, ma se Edoardo non era più re, non lo doveva proprio a lei, all’americana divorziata? Tutti ricordano questa storia... C’era una volta un principe ereditario. Bello, biondo, si chiamava Edoardo ed era figlio primogenito di re Giorgio V d’Inghilterra. Non altissimo, fisico asciutto, gli occhi chiari e una naturale eleganza: dettava la moda nei salotti mondani del primo dopoguerra, era famoso come una star del cinema e frequentava signore chiacchierate e sposate.

Wallis aveva due anni meno del principe, intorno ai 38, quando si conobbero. Edoardo era uno scapolo d’oro, lei una divorziata che nessuno avrebbe definito una bellezza ma, proprio come lui, con un gusto incredibile nel vestire, secca secca come voleva la moda e molto snob. Su di lei gli abiti cadevano così bene, i gioielli si valorizzavano, vuoi mettere come splende un collier su un décolleté diafano e teso con le ossa delle clavicole un po’ sporgenti... Pare che sia stata proprio Wallis e non Coco Chanel, sua contemporanea, ad aver detto che “non si è mai troppo magre”. Nata in Pennsylvania da una famiglia molto benestante, Wallis Warfield (il cui primo nome era in realtà Bessie, anche se lei fece in modo di dimenticarselo in quanto troppo poco raffinato) si potrebbe definire una vera e propria socialite, la cui massima capacità era quella di brillare agli eventi mondani.

I confini della Pennsylvania

Aveva alle spalle non uno, ma ben due matrimoni. Il primo a vent’anni con un aviatore, Win Spencer, un tipo con i baffetti e l’aria da macho. Wallis, stando ai suoi stessi resoconti, si sposò di bianco vestita: non aveva permesso a nessuno di varcare “i confini della Pennsylvania”, come diceva scherzosa riferendosi alla sua verginità. Il matrimonio per lei era una cosa seria. Però Win beveva e alzava le mani. In compenso, seguendo il marito militare nei suoi spostamenti di servizio, la giovane donna girò il mondo, fino ad arrivare a Hong Kong e a Pechino dove, nel 1925, incontrò per la prima volta l’uomo che secondo Andrew Morton, l’autore del recentissimo libro scandalo Wallis in love, sarebbe diventato l’amore della sua vita. Si chiamava Herman Rogers, era sposato con Katherine, amica di Wallis, e padre di due figlie. Era ricco, attraente, atletico e laureato a Yale.

Il matrimonio di Wallis con Win durò fino al 1927, poi lei incontrò a Londra Ernest Simpson, un uomo agiato e perbene, direttore di una ditta di trasporti marittimi, anche lui baffuto, che adorava leggere Winnie the Pooh e aveva una fissazione per i vestiti. Qualcosa in comune ce l’avevano. Wallis diventò sua moglie nel 1928.

Nella sua intensa vita mondana Wallis conobbe tanta gente interessante per la sua scalata ai piani alti. Infatti diventò ben presto amica di Thelma Morgan, la figlia di un diplomatico americano che aveva sposato il visconte di Furness. Questo non le aveva impedito di diventare l’amante in carica dell’ammiratissimo principe di Galles Edoardo, insomma, l’erede al trono.

Per Wallis non ci volle molto. Non appena la fiamma fra Thelma ed Edoardo cominciò a smorzarsi, approfittò di un viaggio dell’amica per prendere il suo posto. Era il 1934. Subentrò a Thelma con classe, da gran dama, cominciando a occuparsi dei regali di Natale ai membri dello staff di corte, organizzando cene e viaggi esotici per lui. Tutte attività nelle quali brillava.

Era troppo bello per una come lei entrare nell’alone di luce di una testa coronata. L’amore c’entrava poco, secondo l’interpretazione di Morton: si trattava esclusivamente di un obiettivo sociale, perseguito con metodo e dedizione. Bessie della Pennsylvania che diventava regina d’Inghilterra. Altro che Cenerentola.

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Wallis Simpson ed Edoardo d’Inghilterra dopo la rinuncia al trono.

Un re senza corona

Tutto sembra andare per il verso giusto: re Giorgio V muore e il principe di Galles si ritrova sul trono. Il biondo dandy che indossa così bene lo smoking blu notte e che trova appassionante l’ascesa del Terzo Reich diventa Edoardo VIII d’Inghilterra nel gennaio del 1936. Ma Wallis non è una moglie accettabile per la corte. È americana e divorziata – già una volta, quasi due. Il re è anche il capo della chiesa anglicana... Edoardo scalpita: Churchill, che la sa lunga, gli consiglia di avere pazienza. La gente ha la memoria corta: basta lasciar spegnere gli echi dello scandalo e aspettare. Ma il nuovo re non ne vuole sapere: sposerà Wallis. Se dovrà scegliere tra lei e la corona, non ha dubbi. Wallis, tutta la vita.

Lei cosa ne pensa? Si è rifugiata in Francia, a casa dell’amica Katherine, la moglie di quell’Herman Rogers di cui, stando a Morton, Wallis sarebbe perdutamente innamorata. Le amiche riferiscono che quando viene a sapere che Edoardo ha abdicato per amore suo, Wallis va su tutte le furie e gli dà del cretino con la sua voce acuta. Sa che la considereranno una specie di dama nera, di sirena malvagia, sa che avrà l’odio di tutta una nazione. E, senza la corona, Edoardo perde molto del suo fascino.

Tuttavia lui ha rinunciato al trono per Wallis e lei non può più tirarsi indietro. Si sussurra che Edoardo abbia addirittura minacciato di ammazzarsi all’idea di perderla. Cosa ha fatto capitolare lo scapolo d’oro? Le ipotesi si sprecano, crudeli, morbose. La personalità debole e infantile di Edoardo, studente di Oxford mai cresciuto, appassionato di puzzle che non riesce mai a completare, bisognoso di una compagna più energica. Poca lucidità del mancato re, che forse beve troppo. Qualcuno ipotizza che Wallis fosse irresistibilmente ermafrodita, che Edoardo fosse gay, no, impotente, e che solo Wallis riuscisse a farlo sentire un uomo. Altri azzardano una motivazione più cervellotica: Edoardo non vuole fare il re e usa Wallis come alibi. Qualcun altro fa notare semplicemente che lei è carina, ha un fisico scattante mantenuto con regimi alimentari da fame, è brillante e piena di vita, un antidoto al tempo che passa: già altri due uomini le hanno messo un anello al dito.

Così i due chiacchieratissimi amanti si sposano nel giugno del 1937. Lui non è più re, non è più principe di Galles, è “solo” duca di Windsor. Wallis diventa duchessa. Alcuni storici la vedono come una provvidenziale “donna del destino” che ha allontanato dal trono d’Inghilterra un uomo fragile e superficiale che subiva il fascino di Hitler.

Finché morte non ci separi

Le nozze sono celebrate in Francia in tono minore, senza nemmeno un membro della famiglia reale presente. Re Giorgio ha vietato di chiamare Wallis “altezza reale”: solo “sua grazia” per la parvenue americana. Velenosa, lei reagisce definendolo un “idiota balbuziente”. Così comincia sotto i peggiori auspici la vita di coppia di Wallis ed Edoardo. Staranno insieme fino alla morte di lui nel 1972, e la loro immagine, per quanto glamorous, sarà appannata dalle simpatie fasciste, naziste e razziste che tutti e due manifesteranno. Insieme alla passione per il golf, per i bei vestiti, le feste, una vita dispendiosa, il whisky, i loro cagnolini, le vacanze in posti esotici e lussuosi con mille valigie, quel debole per la svastica li unisce. Di figli non ne arriveranno. Una delle tante leggende vuole che Wallis fosse rimasta incinta di Galeazzo Ciano e avesse avuto un aborto così difficile da perdere la possibilità di procreare, ma c’è chi è convinto che l’eterea americana non sia mai diventata madre semplicemente perché non si è mai concessa fisicamente ad alcun marito, amante o pretendente: rapporti solo cerebrali, molto chic, a mascherare un lesbismo di fondo. Comunque sia, l’amore, secondo il libro di Morton, la duchessa di Windsor non lo riservava certo al marito: il suo scoop è proprio quello che lei sia vissuta coltivando la sua predilezione per la sua fiamma lontana, l’amico americano Herman Rogers. Wallis tentò più e più volte di mettersi con Rogers, sia quando sua moglie era viva sia dopo la morte di lei, ma invano: rimasto vedovo, Rogers si risposò con un’altra. Ciò nonostante, lei pianse tutte le sue lacrime quando lui morì. Tanto da non averne più in serbo quando venne a mancare suo marito Edoardo, stroncato a 77 anni da un cancro alla gola, nel 1972. Wallis gli sopravvisse a lungo, ma senza di lui aveva perduto il suo smalto, non faceva più notizia: nella loro coppia, il totale era superiore alla somma dei due addendi. Insieme erano interessanti, presi singolarmente non più. La vipera, la cinica arrampicatrice, una delle donne più detestate e vituperate della storia sarebbe morta a quasi 90 anni, demente, costretta a letto, senza più il dono della parola.

Il povero Edoardo, dal canto suo, era stato conscio da sempre di averla “condotta nel deserto” a vivere una vita inutile di noia lussuosissima. L’aveva lasciata correre, darsi da fare, sempre un po’ sopra le righe. L’aveva amata, difesa, subita. Una cara amica aveva definito Wallis “una donna estremamente infelice che corre e corre per non fermarsi a pensare”. Non pensare a quello che non era stato. Non pensare di essere riuscita a sposare “soltanto”, alla fin fine, un re mancato, e di essersi condannata, per questa ambizione, a vivere da “quasi regina” la leggenda fasulla di un amore mai provato.