Fino a lunedì 27 maggio 2024 si terrà la mostra personale di Wessel Huisman (Breda, 1954) intitolata “Wessel Huisman e lo spazio generoso” nei suggestivi ambienti del Chiostro di Santa Maria Nova, a Roma, presso il Parco archeologico del Colosseo.

a mostra presenta una serie di dipinti ispirati a luoghi famosi, ad interni di chiese, piazze ed aree archeologiche di Roma, nati da una successione di istantanee fotografiche, scattate come semplici “appunti” di viaggio che ritraggono una straordinaria città capace di svelarsi in modo sempre nuovo ed in atteso. Una rivelazione possibile grazie alla luce – elemento centrale nella poetica artistica di Wessel Huismann – che consente di restituirci la storia non solo come ricordo ma anche come esperienza intensa e vitale in virtù dell’emozione che la qualità della luce stessa è in grado di suscitare.

Alfonsina Russo, Direttore del Parco archeologico del Colosseo, illustra così il progetto: “Nel lavoro di indagine condotto dall’artista si riconosce un’originale passione per il passato, declinata in elementi astratti e figurativi nonché in una luce brillante fortemente suggestiva. Specializzato in paesaggi urbani moderni, in cui si concentra sulla luce e sulla prospettiva, Wessel Huismann presenta in questa mostra continui rimandi fra passato e presente in un’ottica contemporanea, senza alcuna volontà provocatori bensì lasciando allo spettatore la semplice scoperta delle proprie emozioni. Aspetti profondamente affini – continua il Direttore – alla vocazione e alle attività del Parco archeologico del Colosseo da sempre orientate alla creazione di un proficuo dialogo fra arte antica, archeologia e creatività contemporanea”.

Nelle opere dell’artista olandese Roma si svela in tutta la sua essenza contemporanea: fatta di potenza e miseria, di vitalità e di morte, di luoghi tanto famosi quanto stimolanti in virtù dell’eccezionale stratificazione storica di cui, a tutt’oggi, sono, significativi testimoni. Uno “spazio generoso” – come cita il titolo stesso della mostra – in cui mente e spirito percepiscono il valore della storia raccontato da luoghi e monumenti e che Wessel Huisman ha personalmente sperimentato e fissato nelle sue tele attraverso semplici segni composta dalla luce brillante e dalle tonalità calde del tramonto romano.

Francesco Buranelli, Presidente della Commissione Permanente per la Tutela dei Monumenti Storici ed Artistici della Santa Sede, dichiara: “Quando, alla Biennale Internazionale di Arte Contemporanea di Firenze del 2013, conobbi Wessel Huisman rimasi folgorato dai suoi paesaggi nordici. Subito ne colsi le potenzialità e se lo invitai a Roma per cimentarsi con la tradizione del vedutismo storico romano che affonda le sue radici proprio in quello fiammingo tardo cinquecentesco. Quasi dieci anni dopo, presentiamo il risultato di questa ricerca. Una serie di dipinti ispirati a luoghi famosi, a interni di chiese, piazze e aree archeologiche di Roma, nati da una successione di istantanee fotografiche, scattate come semplici ‘appunti’ di viaggio di una straordinaria città capace di mostrarsi e di svelarsi in modo sempre nuovo ed inatteso”.

Per realizzare i propri dipinti Wessel Huisman recupera il vedutismo sensoriale romano della fine del XVII secolo – che ebbe fra i maggiori interpreti Caspar A. van Wittel, meglio conosciuto in Italia come Gaspare Vanvitelli, suo illustre conterraneo – ma, al contempo, attinge agli stessi valori senza tempo della Città Eterna adattandoli al proprio linguaggio pittorico, fatto di segni e di colore, con l’intento di risvegliare negli occhi e nella mente dello spettatore il significato più autentico di luoghi tanto carichi di storia.

L’artista Wessel Huisman afferma “Prendendo come punto di partenza i luoghi simbolo di Roma, mi sono reso conto che essi costituiscono una fonte di ispirazione per far emergere la verità metafisica insieme alla realtà terrena. Dando così forma a quello che definisco uno ‘Spazio Generoso’”.

Luce e spazio sono, dunque, al centro della mostra “Wessel Huisman e lo spazio generoso” trovando piena espressione in monumenti e luoghi quali testimoni silenziosi del nostro passato e del nostro “passaggio”.