Cara Cristina, i nostri sogni non meritano il silenzio della fuga. Da lui devi pretendere una risposta

Cara Cristina, i nostri sogni non meritano il silenzio della fuga. Da lui devi pretendere una risposta

Cara Cristina, i nostri sogni non meritano il silenzio della fuga. Da lui devi pretendere una risposta
di Michela Andreozzi
5 Minuti di Lettura
Mercoledì 24 Maggio 2023, 13:05 - Ultimo aggiornamento: 25 Maggio, 07:46

LA LETTERA

Sarebbe una storia perfetta, se solo diventasse reale. Per adesso è qualcosa che esiste solo sul mio smartphone e non so più cosa pensare. Ci scriviamo più di venti messaggi al giorno, ormai da mesi, ci diciamo cose bellissime, intense, intime, ci scambiamo confidenze, fantasie e desideri. Ma non ci vediamo, o meglio è lui che si sottrae. Mi cerca, mi insegue con mille parole, e poi mi sfugge. Davvero non capisco in che razza di storia, se così possiamo chiamarla, sono finita. Ti spiego. Lo conosco da tanto, dai tempi del liceo. Non l’avevo mai considerato, il classico tipo che a 16 anni non ti dice nulla, carino ma scialbo. Dopo la scuola, ho studiato all’estero e poi lavorato in diverse città, Parigi, Madrid e poi Milano, mi sono sposata e con grande dolore separata, adesso con il mio ex ho un rapporto sereno, nessun rancore. Sono tornata a vivere a Roma per stare vicino a mia madre che non sta bene, lasciando la mia testa altrove, ai tanti amici che ho fuori, alle occasioni di lavoro mancate per via del mio trasferimento. Capito a una cena di amiche del liceo e lo incontro. Mi colpisce, lo trovo interessante e disinvolto, niente a che vedere con quel ragazzo quasi invisibile che ricordavo. Anche lui ha viaggiato, ha vissuto all’estero e si è separato, adesso vive a Milano. Cominciamo a parlare e non la smettiamo più. Ci scriviamo il giorno dopo, ci incontriamo un paio di volte a pranzo e poi per un caffè. E poi mai più. Ma non passa giorno senza sentirci, parlarci, cercarci. Mi scrive cose stupende, anche poesie, alcune - dice - le ha scritte per me. Mi dice che mi pensa, mi desidera, che sono entrata nella sua vita, mi corteggia, fantastica viaggi e nottate insieme. E io, confesso, sono presa dalle sue parole, anche per me è diventato importante. Gli chiedo ogni giorno: e allora, quando ci vediamo? Vengo da te, parto subito, ci incontriamo a metà strada. È l’unica domanda a cui non risponde. Sto inseguendo un fantasma? Sto perdendo tempo con un truffatore? Ho a che fare con un sadico? In quale follia sono precipitata? Dalle informazioni che sono riuscita a raccogliere (e sono poche, è un mistero un po’ per tutti) non vive con nessuno e al momento pare che non abbia una relazione. E allora, cosa vuole da me? Perché mi tratta in questo modo? Potrei dirgli basta, ma mi mancherebbe moltissimo tutto quello che mi dà, potrà sembrare poco e invece è tantissimo per me. Mi sento capita, accolta, accettata e anche amata. È folle, lo so. Cosa faresti tu?

Cristina 

LA RISPOSTA

Cara Cristina, una assenza di risposta è comunque una risposta, solo che non ci piace ascoltarla e allora rifacciamo la domanda, sperando che, di nuovo, non si palesi, o cambi.

Il nostro bisogno di amore, che è una cosa nobile anche se ci hanno fatto pensare il contrario, ci porta a vedere tutto il bene e a cancellare tutto il male. Ci è voluta una penna senza tempo come quella di Madame per ricordarci che c’è il bene nel male, e viceversa. Io lo vedo il bene nella tua storia, quello di un incontro nuovo che però viene dal passato e per questo ti conosce e ti permette di essere te stessa. Meglio, la versione più giovane, pulita, idealista e immacolata di te, quella che non è stata piegata dalla vita. Con le persone che ci hanno conosciuto da ragazzi è come tornare ad essere quei ragazzi, a quel tempo, perché si riavvolge come un nastro dei sentimenti e ci si ritrova al punto zero, in cui tutto era possibile. Una delle mie più travolgenti e ahimè brevi - di solito i due aggettivi si presentano insieme - storie d’amore l’ho avuta con un mio compagno di scuola delle medie: un piccolo amore d’infanzia che ebbe, ormai parecchi anni fa, l’occasione di vivere una sua versione adulta. Durò poco perché le nostre vite erano incompatibili, ma noi eravamo come incastrati in uno spazio tempo in cui i tredicenni si parlavano e sognavano e nello stesso tempo i quasi quarantenni si raggiungevano di notte e si scambiavano passione. Sapevo che non sarebbe durata, ma è stato bello. Ora, mi chiedi cosa farei, e ti ringrazio per la fiducia che riponi nelle mie scelte: sicuramente, fino ad oggi, avrei agito come te, dando spazio all’incontro, al riconoscimento, alla poesia, al sogno, alla possibilità che il passato diventi futuro. Ma adesso mi fermerei sulla domanda: ci vediamo? E non la mollerei più finché non trova una vera risposta. Non la facoltà di non rispondere di cui lui si sta avvalendo, ma una risposta verbalizzata e circostanziate perché te la meriti e devi avere il coraggio di pretenderla. Per te, per rispetto verso il tuo entusiasmo e i tuoi sogni, la tua disponibilità e per la domanda stessa che poni e che merita un ascolto. I motivi per cui ti evita, nonostante la vostra meravigliosa intesa potrebbero essere di qualsiasi genere: potrebbe essere accoppiato, come sull’orlo di una crisi di nervi, impotente, caduto in povertà, malato, ricattato, omosessuale. Non ti fa bene farti dei film che ti provocano solo ansia e dubbi. Puoi volerti più bene di così, Cristina, e invece di accettare di cambiare discorso, come fa evidentemente lui ogni volta che poni la fatidica domanda, insistere a farla. O, davanti ad ostinato silenzio, tacere anche tu finché non esce allo scoperto e ti chiarisce tutto. Perché te lo meriti. E se scompare, quello che non può o non vuole dirti è più grande della vostra intesa. Ma non più grande di te, che sei una donna meravigliosa, che sa scommettere su un incontro, dargli fiducia e sentimento, sa nutrirlo e sa sognare. E una donna capace di tutto questo ha un mare infinito di possibilità davanti a sè. Dammi tue! 

© RIPRODUZIONE RISERVATA