La Signora dei libri e la Signora di Mantova: un docufilm racconta due donne e i segreti del Premio Strega- Corriere.it

La Signora dei libri e la Signora di Mantova: un docufilm racconta due donne e i segreti del Premio Strega

di Luca Zanini

Proiettato a Roma in anteprima il film scritto e diretto da Anna Testa �Regine di quadri�, dedicato a Maria Bellonci e Isabella d’Este, cui la donna che lanci� il salotto letterario pi� noto d’Italia dedic� il suo ultimo libro

La Signora dei libri e la Signora di Mantova: un docufilm racconta due donne e i segreti del Premio Strega

Maria Bellonci (Roma, 30 novembre 1902 – Roma, 13 maggio 1986)

Un film per raccontare due donne e le loro battaglie. Un viaggio in parallello tra il ‘500 e il ‘900 attraverso due fasi del Rinascimento italiano: quello storico e quello letterario. E’ il tema di �Regine di quadri�, il documentario su Maria Bellonci e Isabella D’Este, scritto e diretto da Anna Testa, che luned� lo ha presentato a Roma, al Teatro Manzoni, insieme al critico cinematografico Steve Della Casa e alla storica dell’arte Raffaella Morselli. �L’ingegno � una condanna per una donna, e si paga caro�, riflette Isabella D’Este nel capolavoro di Maria Bellonci Rinascimento privato, ultimo suo romanzo prima della morte e biografia romanzata (tradotta in tutto il mondo) della Marchesana di Mantova.
Ne sapeva qualcosa la stessa Bellonci — scrittrice raffinata e inventrice del salotto letterario che avrebbe dato i natali al Premio Strega — trovatasi a capo di un regno, quello del pi� noto riconoscimento letterario d’Italia che, agli albori, aveva condiviso con l’adorato marito Goffredo Bellonci. Fu la morte di Goffredo, nel 1964, a mettere sulle sue spalle l’onere di proseguire l’opera e mantenere vivo il sodalizio de �Gli Amici della Domenica�, riunitisi per la prima volta nel 1944, l’11 giugno, una settimana dopo l’ingresso a Roma delle truppe alleate: �Intellettuali artisti e letterati del tempo rientravano dopo la guerra, nella citt� — spiega Stefano Petrocchi, direttore della Fondazione Bellonci — dalla quale si erano allontanati perch� perseguitati politici o razziali�.

La mecenate e la donna del sacrificio letterario

Di lei e del suo personaggio Isabella d’Este, appunto, parla il documentario �Regine di quadri�, mediometraggio che racconta — in un gioco di spostamenti temporali fra il secolo di Leonardo e quello della nuova Repubblica Italiana — le vicende di due donne separate da 400 anni di storia, alle prese con i rispettivi “governi”, in un viaggio tra Mantova e Roma che Anna Testa mette in correlazione sondando le similitudini, gli snodi e le divergenze, in un dialogo arricchito dagli interventi di studiosi dell’arte e della letteratura. E’ un documentario piacevole e affascinante, questo, non solo perch� rivela al grande pubblico i contorni pi� veri della nobile, mecenate e collezionista d’arte — che resse i destini del Marchesato di Mantova per quasi un anno durante l’assenza del marito e per due durante la minore et� del figlio — ma soprattutto perch� ci racconta una Bellonci dietro le quinte, ne svela le fatiche, la tempra, la dedizione con cui si dedic� allo Strega sacrificando la propria capacit� e carriera letteraria per seguire e curare le sorti del Premio.

Una giuria �vasta e democratica�

Gli Amici di Maria e Goffredo Bellonci si riunivano ogni due settimane la domenica, �ogni volta pi� numerosi via via che prendevano coscienza — prosegue Petrocchi — che il loro sodalizio stava diventando un fatto culturale importante�. Nel 1946 quando al gruppo si unisce un industriale con la passione della cultura, Guido Alberti, titolare dell’azienda che produce a Benevento il liquore Strega, viene naturale chiedere a lui di finanziare una nuova iniziativa culturale, un nuovo premio letterario che prender� il titolo dal nome del prodotto degli Alberti. �Un premio diverso da tutti quelli esistenti fino ad allora: Maria Bellonci lo vuole assegnato da una giuria ‘vasta e democratica’�. Ecco dunque che un documentario su due donne porta luce nuova su una vicenda che ha segnato la cultura del nostro Paese.

Al cinema aspettando la dozzina del Premio

Anche per questo motivo, varrebbe la pena di vedere �Regine di quadri� — quando la Draka Distribution riuscir� a piazzarlo sulle piattaforme in streaming e magari in Rai — se siete tra gli appassionati che ogni anno (qualcuno dal ‘47) seguono le fasi del Premio Strega, che peraltro si avvicina all’annuncio della Dozzina di semifinalisti: verr� svelata poco dopo Pasqua, il 5 aprile. Mentre per ora si fa un gran parlare degli 82 libri selezionati al primo marzo scorso (termine ultimo per presentare le proposte degli Amici della domenica) per l’edizione 2024: tanti, davvero, ma � pur vero che l’anno scorso si era gi� arrivati alla cifra di 80; ora sono il doppio rispetto ai libri selezionati nel 2018. Poi, dopo l’annuncio della Dozzina, inizier� l’attesa per lo svelamento — il 5 giugno — della Cinquina dei finalisti. Infine la serata di premiazione il 4 luglio.

�La sola gran donna che vi sia in Italia�

desc img

Ma torniamo al film. In Rinascimento Privato (Mondadori) — l’ultimo romanzo della signora dei libri, uscito nel 1985 e vincitore postumo del Premio Strega nel 1986 (Maria mor� il 13 maggio di quell’anno) —, Bellonci faceva descrivere la Marchesana da Papa Giulio II e dal di lei marito Francesco Gonzaga senza troppi giri di parole come una �puttana ribalda�. Invece, per Carlo V, era �la sola gran donna che vi sia in Italia�. Quello di Isabella � un compito difficile — ricorda il documentario —: � donna ed � sola a capo di una piccola signoria, eppure sotto il suo regno riesce a far splendere Mantova e a farne una capitale del Rinascimento italiano, lasciando una memoria.

La fatica di essere donne, anche in letteratura

Dal suo Palazzo Ducale a Mantova, il documentario si sposta alle stanze dell’appartamento di Maria e Goffredo Bellonci, in viale Liegi 52, prima residenza della coppia e negli anni del Dopoguerra salotto letterario, poi lasciato per la casa di via Fratelli Ruspoli oggi sede dell’omonima Fondazione (ma con i suoi 24 mila libri, quadri e memorie del Novecento � anche un museo visitabile su appuntamento): luoghi deputati in cui Maria Bellonci si rispecchia nella sua Isabella, �in un processo mitopoietico contraddistinto da una incredibile attualit�. Il docu-film approfondisce il rapporto delle donne con il potere e con il tempo, un rapporto �in cui nulla � da sottovalutare, nemmeno l’immagine: perch� l’arte dell’apparire � coscienza del vestire�. E svela i lati oscuri del ‘potere' letterario, di quel sistema che finora ha prodotto soltanto 11 donne vincitrici del Premio Strega (ma tutte grandi figure) e che nel 1948 cost� la mancata vittoria ad Anna Banti con la sua �Artemisia�, come svel� Bellonci in un memoir: i giurati uomini si coalizzarono per far vincere il vecchio poeta Vincenzo Cardarelli (con il romanzo Villa Tarantola) a discapito di un romanzo oggi tuttora molto letto.

La battaglia per il valore delle donne

�Arbitra di un sempre crescente potere letterario, Maria Bellonci era stata costretta a dedicare molto meno tempo di quanto avrebbe voluto alla scrittura — rivela il docu-film — la macchina del Premio Strega la assorbiva completamente. Inoltre la battaglia perch� venisse riconosciuto il valore delle scrittrici era sempre pi� dura�. Occorrer� attendere il 1957 perch� una donna vinca il Premio: Elsa Morante, con �L’isola di Arturo�. Intanto il premio era cresciuto e Bellonci era divenuta la sovrana riconosciuta di un regno letterario, una donna di potere — come Isabella d’Este — ma un potere che non aveva cercato. Quando nella sua maturit� torn� sul personaggio di Isabella che aveva gi� studiato scrivendo �Lucrezia Borgia�, il suo sguardo si era trasformato: �al punto da essere quasi letteralmente posseduta da quel personaggio�. L’aveva studiata anche, a met� degli Anni ‘60, perch� la Rai le aveva dato l’incarico di scrivere uno sceneggiato su Isabella. Se non avrete occasione di vedere il docu-film, leggete per� il Rinascimento Privato di Bellonci: Mondadori lo ha ripubblicato insieme alle altre opere della Signora dei libri da quando, nel 2022, si sono celebrati i 120 anni della sua nascita.

26 marzo 2024 (modifica il 26 marzo 2024 | 19:37)