Quarantaquattro anni, in fila per sei, col resto di due: tanti auguri Tom Hardy, nato il 15 settembre 1977 nel distretto di Hammersmith a Londra e diventato nel giro di pochi anno una specie di simbolo per un’intera generazione! Simbolo in tutte le accezioni possibili e immaginabili: attore straordinario, icona di stile, personaggio pubblico adorabile e caritatevole, sopravvissuto ad anni di eccessi che avrebbero stroncato anche un elefante, uomo più sexy del mondo o quasi, persino uomo meglio vestito d’Inghilterra o quasi. Chiunque vorrebbe essere Tom Hardy, e chi non vorrebbe esserlo vorrebbe farselo, ed entrambe le categorie vorrebbero vedere i suoi film; e il bello, il dettaglio migliore di questo quadro che sto dipingendo con tutto l’amore di cui sono capace, è che nella maggior parte dei casi questi film sono quanto di più lontano dal mainstream e dal facilmente digeribile si possa immaginare.

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Lionsgate

Tom Hardy ha fatto un film per il quale ha fatto amicizia con il carcerato più violento d’Inghilterra. Ne ha fatto uno nel quale decine di macchine esplodono in mezzo al deserto, e uno nel quale Leonardo DiCaprio viene quasi sbranato da un orso in mezzo alle nevi. Ha fatto film di guerra, film di droga, film di spionaggio lentissimi e apparentemente indigeribili ma in realtà eccellenti. Ha fatto disastri interpretando Al Capone, ha prestato la sua viva voce a un divertentissimo documentario dedicato al Tottenham, ha fatto il supereroe superviolento in una commedia romantica travestita da cinecomic… ha fatto di tutto, e raramente ha fatto scelte banali. Io qui sotto vi consiglio cinque dei suoi film migliori, o comunque più rappresentativi, per motivi che andrò a spiegare di volta in volta sperando che servano a non farvi infuriare quando vedrete che non ho inserito, che ne so, Dunkirk, o quella tremenda commedia romantica del 2012 della quale il mondo si è misericordiosamente dimenticato. L’ordine, per una volta, non è rigorosamente alfabetico ma cronologico.

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Courtesy of Vertigo Films

Bronson (2008)

Il primo vero Grande Film di Tom Hardy arriva quando l’uomo ha 21 anni ed è nel pieno di un orrendo turbine di alcool e droghe che lo porterà a mezzo passo dalla morte e dritto in rehab. Bronson è la storia di Charles Bronson, che non è Charles Bronson ma Charles Bronson nato Michael Gordon Petersen, criminale inglese noto per essere orrendamente violento anche in carcere ma che con gli anni ha imparato a controllare i suoi impulsi ed è diventato un artista (e nel 2014 ha cambiato di nuovo nome in Charles Salvador). Un personaggio pazzesco che Hardy interpreta dopo averlo studiato per mesi e averci anche fatto amicizia: lo stesso Salvador è un grande fan del film e della prova di Hardy. Il film contiene tra l’altro una delle dieci scene più angoscianti del millennio:

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Inception (2010)

Si può discutere se davvero si possa indicare il film di Nolan come “quello con cui Tom Hardy ha sfondato” considerando che al tempo aveva già lavorato con Sofia Coppola, Guy Ritchie e Zack Snyder. Ma Inception è senza dubbio il momento nel quale sia il pubblico sia l’industria si accorgono che Hardy ha anche il talento per reggere un film sulle sue spalle, e che si merita più spazio di quello che gli era stato concesso fin lì almeno dal mainstream. Poi d’accordo, il suo Eames non è la prima cosa a cui si pensa quando si pensa a Inception, ma la sua presenza è comunque di quelle che si fanno notare, e che ti fanno dire “me lo vedrei un bello spin-off su di lui!”, che è uno dei più importanti talenti attoriali che si possano avere in questa epoca.

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Warner Bros.

Mad Max: Fury Road (2015)

Una delle caratteristiche più incredibili di Tom Hardy è la sua umiltà e la sua capacità di abbandonarsi al personaggio e di fare qualsiasi cosa pur di interpretarlo al meglio – anche recitare per metà film con una mordacchia di ferro, e arrendersi all’evidenza che nonostante il capolavoro di George Miller porti nel titolo il nome del suo personaggio si tratta in realtà di un’opera su Furiosa (Charlize Theron), del viaggio della quale Max è solo un passeggero. Sul film cosa devo dirvi che non abbia già detto diffusamente qui?

The Revenant (2015)

A proposito di ruoli interpretati con foga quasi bestiale lasciandosi trascinare dalla vicenda e vivendo nel personaggio fino all’ultima goccia di sudore, The Revenant sarebbe in teoria un film nato per regalare quel dannato Oscar a Leonardo DiCaprio. Che ce la fece anche eh, intendiamoci: Iñárritu provò la mossa e gli riuscì, anche grazie all’aiuto di un orso. Eppure tra Hugh Glass e John Fitzgerald, cioè i personaggi rispettivamente di DiCaprio e Hardy, è il secondo, secondo me, a vincere la gara di chi spacca di più – perché il primo è molto chiaramente Leo DC che sta provando a convincere la giuria che quella statuetta se la merita lui, mentre il secondo è l’ennesimo ruolo dentro il quale Hardy si scioglie e scompare, lasciandosi guidare dalla storia e dagli istinti di un personaggio (e una persona) che non è davvero lui, ma che lo diventa per 156 minuti.

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Sony Pictures

Venom (2018)

Mettete via le bottiglie, i sassi e i fornelletti elettrici! Certo che Venom è il peggiore di questi cinque film, e certo che al suo posto avrei potuto segnalare altra roba più valida: Locke, per esempio, un film con Tom Hardy e basta, o La talpa, un elegantissimo thriller dal ritmo glaciali e ripieno di attori giganteschi nel quale Tom Hardy compie l’impresa di non sfigurare, o forse Warrior, che nella classifica delle migliori interpretazioni del Nostro si colloca al terzo posto dietro Bronson e Mad Max. Ma Tom Hardy non è solo un impegnatissimo attore che usa il fisico, la voce e il suo sguardo penetrante per portare sul grande schermo personaggi tormentati e complessi. È anche un cazzaro, un gigione, uno che si diverte un sacco a fare il suo mestiere e che probabilmente, visto come gli è andata la vita fino a qualche anno fa, se la gode il doppio perché sa di essere stato non solo bravo ma anche fortunato.

E Venom, deliziosa commedia romantica che racconta il triangolo amoroso tra lui, lei e un alieno mutaforma, e che Hardy stesso ha voluto fare fortissimo perché non vedeva l’ora di divertirsi a staccare la testa alla gente grazie al suo spazioparassita, è l’apice del suo divertimento professionale. È un film con una trama esile ai limiti dell’invisibilità, un cast di contorno appena funzionale, e un protagonista che se la gode da pazzi per quasi due ore, facendo faccette, urlando, dimostrando anche di saperci fare come comico slapstick alla Jim Carrey. Film sbagliatissimo e poco più che mediocre, ma se lo guardate concentrandovi solo su Tom Hardy non potete non divertirvi almeno un po’ (anche se sicuramente non quanto lui).

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Stanlio Kubrick

Scrivo di cinema, in particolare quello con i mostri, le esplosioni e i calci volanti, da prima della crisi dei mutui subprime del 2008. Ho scritto anche dei libri sull'argomento insieme al resto della redazione dei 400calci. Traduco libri, organizzo eventi e parlo anche, quando me lo chiedono. Ho persino lavorato alla scrittura di un gioco di ruolo fantasy-satirico, giusto per non farmi mancare nulla.