To the Ends of the Earth - Film (2019) - MYmovies.it

To the Ends of the Earth

Film 2019 | Drammatico

Titolo originaleTabi no Owari, Sekai no Hajimari
Anno2019
GenereDrammatico
ProduzioneGiappone, Uzbekistan, Qatar
Regia diKiyoshi Kurosawa
AttoriRyo Kase, Sometani Shôta, Atsuko Maeda, Tokio Emoto, Adiz Rajabov Muyassar Berdiqulova, Maruf Otajonov.
TagDa vedere 2019
MYmonetro 3,50 su 6 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

Regia di Kiyoshi Kurosawa. Un film Da vedere 2019 con Ryo Kase, Sometani Shôta, Atsuko Maeda, Tokio Emoto, Adiz Rajabov. Cast completo Titolo originale: Tabi no Owari, Sekai no Hajimari. Genere Drammatico - Giappone, Uzbekistan, Qatar, 2019, - MYmonetro 3,50 su 6 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

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Ultimo aggiornamento giovedì 22 agosto 2019

Il cambiamento radicale di una donna.

Consigliato sì!
3,50/5
MYMOVIES 3,50
CRITICA 4,00
PUBBLICO 3,00
CONSIGLIATO SÌ
Spingersi ai confini del mondo per trovare se stessi.
Recensione di Emanuele Sacchi
sabato 17 agosto 2019
Recensione di Emanuele Sacchi
sabato 17 agosto 2019

Yoko, reporter televisiva, si trova in Uzbekistan per registrare uno show sulle curiosità esotiche di quella terra. Non tutto fila per il verso giusto: il pesce gigante non si fa pescare e Yoko tende a intraprendere escursioni in solitaria, in cui finisce per perdersi o avere crisi di panico. Al di fuori da ogni canone, con To the Ends of the Earth Kurosawa Kiyoshi realizza uno dei film più peculiari della sua carriera.

Lontano dai generi cinematografici e da ogni tipo di spettacolarizzazione, il film è una riflessione silenziosa sulla psicologia di Yoko: una personalità "laterale" o "orizzontale", come anticipato dal proprio nome, i cui molti possibili significati si rispecchiano immancabilmente nella protagonista.

Il viaggio lungo la Via della Seta fino in Uzbekistan diviene così una situazione limite, l'ideale per mettere alla prova Yoko e scatenare in lei delle reazioni. L'Uzbekistan, e in particolare Samarcanda e Tashkent, diventano luoghi fiabeschi e terribili, in cui l'Orco è intercambiabile con una principessa, il terrore con il sogno. Non conta se effettivamente ci sia un pericolo ad attendere Yoko: nella mente di quest'ultima il fatto di rimanere da sola in un luogo sconosciuto è sufficiente perché sopravvenga il panico.

Ciò nonostante, una curiosità insopprimibile spinge la ragazza a cacciarsi sistematicamente in questa situazione, lasciando indietro gli altri o deviando dal percorso. Come una bambina - altro significato del nome Yoko - che anela inconsapevolmente al pericolo e non sa come gestirlo. Non si contano le scene in cui la ragazza attraversa la strada senza utilizzare le strisce pedonali, e forse non esiste migliore metafora per rappresentare quel che avviene nella sua mente.

Ma su un altro livello di lettura è possibile individuare tra le righe di To the Ends of the Earth anche la storia di Atsuko Maeda, la protagonista, che ha scalato i gradini dello show business - è stata leader del gruppo di idol AKB48 - fino a raggiungerne la cima, con una determinazione fuori dalla norma, ma è al contempo anche attrice di film indipendenti come Tamako in Moratorium. In lei convivono la pop star che sfoggia un sorriso per coprire ogni disagio (lo vediamo durante le riprese televisive) e la sognatrice che cerca solo un palcoscenico in cui liberare la propria voce.

Come avviene nella sequenza più suggestiva del film, quasi disneyana e girata al teatro Navoi di Tashkent, in parte costruito negli anni 40 da prigionieri di guerra giapponesi. È l'interprete uzbeko Temur a raccontare la storia dell'edificio, ostentando ammirazione per il popolo del Sol Levante: ma anche lui è un "turista", al pari dei nipponici di fronte ai palazzi di Samarcanda, che ama un'idea di Giappone più che la sua effettiva realtà.

Volendo trovare un senso al suggestivo viaggio in cui ci conduce Kurosawa Kiyoshi, dove la sensazione di una svolta narrativa è rimandata all'infinito, per poter guardare sotto la superficie delle cose e comprenderle appieno occorre spesso forzare la propria natura: un percorso impegnativo, incerto, imprevedibile, dall'esito imperscrutabile.

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STAMPA
RECENSIONI DELLA CRITICA
sabato 27 marzo 2021
Eleonora Degrassi
Cinematographe

Una ragazza parte per lavoro. Una ragazza fa un viaggio in Uzbekistan. Una ragazza che si cerca, ponendosi domande, per trovare il proprio posto, la propria ragione e il proprio scopo. Racconta questo To the End of the Earth, il film di Kiyoshi Kurosawa, presente nel programma del FESCAAAL 2021 (Milano, 20 Marzo -28 Marzo 2021). To the End of the Earth è un film difficile da descrivere e da spiegare, [...] Vai alla recensione »

giovedì 25 marzo 2021
Luca Bovio
Cineclandestino

Space Oddity è uno dei maggiori successi di David Bowie e, in quella che diventò una tradizione nella produzione del cantante, un testo enigmatico che si apre a più interpretazioni. Le più seguite su questo pezzo sono quelle che parlano, seguendo in parte alcune dichiarazioni dello stesso Bowie, di un testo che affronta i temi dell'alienazione e del sentirsi soli.

lunedì 22 marzo 2021
Paolo Dallimonti
Central do Cinema

Una giovane reporter attraversa l'Uzbekistan insieme ad una troupe di uomini, mentre il fidanzato pompiere l'attende in patria. Ne passerà di tutti i colori, ma non abbandonerà il suo sogno: quello di fare la cantante. Partito come uno spottone a beneficio della gloriosa nazione dell'Uzbekistan - l'intento della coproduzione era proprio quello di celebrare il venticinquesimo delle relazioni diplomatiche [...] Vai alla recensione »

lunedì 19 agosto 2019
Giampiero Raganelli
Quinlan

In missione in Uzbekistan per una trasmissione di viaggi, Yoko e la sua piccola troupe televisiva tentano di catturare un pesce mitico ma falliscono. La ragazza vaga in un grande teatro immaginando di cantare sul palco. Arrivano notizie dal Giappone su un grande incendio di una raffineria. To the Ends of the Earth è il terzo film di Kiyoshi Kurosawa ambientato fuori dal Giappone.

domenica 18 agosto 2019
Antonio D'Onofrio
Sentieri Selvaggi

Kiyoshi Kurosawa nel suo ultimo lavoro Tabi no owari sekai no hajimari esplora il mondo attraverso gli occhi di Yoko (Astuko Maeda, già protagonista di Seventh Code del regista), una giovane reporter giapponese che arriva in Uzbekistan per lavoro, insieme ad una troupe televisiva. Dal momento dell'arrivo nel paese Yoko subisce un continuo processo di perdita, che inizia dal linguaggio verbale, che [...] Vai alla recensione »

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