Cinema e DCA: stereotipi contro realtà | OMNIA - blog degli studenti del Liceo "Primo Levi"

Cinema e DCA: stereotipi contro realtà

Il 15 marzo di ogni anno ricorre la Giornata Nazionale del Fiocchetto Lilla contro i Disturbi del Comportamento Alimentare – per un approfondimento in merito rimandiamo a: https://www.omniablog.eu/cultura/fiocchetto-lilla/.

In questo articolo abbiamo deciso di portare avanti una critica alle rappresentazioni cinematografiche dei DCA (Disturbi del Comportamento Alimentare), in quanto pensiamo che queste spesso romanticizzino i disturbi e li trattino con superficialità. Queste rappresentazioni poco accurate e realistiche aiutano a diffondere una grande disinformazione riguardo ai DCA, motivo per cui spesso non vengono diagnosticati e trattati per tempo. È un argomento molto complesso e delicato da trattare, ma mostrare solamente determinate casistiche è dannoso e crea man mano degli stereotipi falsi.

In tutti i film e serie TV incentrati sull’argomento si parla solo ed esclusivamente di anoressia e bulimia – solo in una serie si parla di binge eating disorder (disturbo da alimentazione incontrollata) -, cosa che può causare un profondo senso di incomprensione in chi soffre di altri disturbi quali, per esempio, l’ortoressia o la vigoressia. Come se non bastasse, il protagonista affetto dal disturbo alimentare è (quasi) sempre di sesso femminile, quando in realtà gli studi dimostrano che anche un numero non trascurabile di maschi ne soffre. Nel caso di un soggetto affetto da anoressia questo viene sempre rappresentato come un individuo eccessivamente magro che non mangia mai e spesso fa anche esercizio fisico in maniera ossessiva compulsiva, il ché non corrisponde assolutamente alla realtà dei fatti; nel caso in cui invece sia rappresentata la bulimia, non vengono mai mostrate le reali conseguenze e i pericoli che ne derivano. Molto spesso vengono messi in scena soltanto il momento in cui il personaggio si ammala e quello in cui ha toccato il fondo, mostrando quindi immagini estremamente impressionanti non solo per un pubblico già affetto da un DCA ma anche per tutti coloro che sono particolarmente influenzabili e suscettibili; anche quando viene rappresentato il momento della guarigione, il cinema lo fa apparire come un percorso semplice e lineare, quando in realtà è risaputo che il percorso è lungo, tortuoso e pieno di ricadute (ma non impossibile!).

Non vogliamo citare esplicitamente tutti i film e le serie tv che ci hanno portate e fare le soprastanti critiche per evitare che altre persone possano esserne influenzate negativamente, pertanto parleremo soltanto di quelli molto famosi: To The Bone e Skins.
To The Bone, film del 2017 disponibile su Netflix che in generale ha ricevuto una critica molto positiva, secondo alcuni, in verità, suscita molto turbamento. La protagonista, Ellen (Lily Collins), è una ventenne che soffre di anoressia nervosa da diversi anni e ha raggiunto un peso estremamente basso tanto da sembrare un fantasma, come le fa notare la sua stessa madre. Nel film emerge la sua convinzione di stare bene nonostante il disturbo e di avere il controllo della situazione e, nelle discussioni con il dottor Beckham (Keanu Reeves), emerge anche la sua testardaggine e il rifiuto di guarire.
Skins, invece, è una serie televisiva britannica la cui prima stagione risale al 2007, molto popolare tra i giovani per le tematiche e problematiche che tratta senza filtri o tabù alcuni: adolescenza, abuso di alcol e sostanze, sessualità, malattie mentali, e anche disturbi alimentari. Il personaggio affetto da un DCA in questo caso è Cassie (Hannah Murray); a differenza di To The Bone la serie non mostra immagini particolarmente impressionanti del fisico della ragazza, ma vengono messi in scena i suoi comportamenti scaltri nel tentare di ingannare e convincere le persone intorno a lei e addirittura i medici di stare bene; inoltre emerge come la ragazza usi il disturbo a suo vantaggio in cerca di attenzioni da parte di un ragazzo e per far provare compassione ad una sua professoressa.

Queste, ovviamente, sono soltanto le opinioni di alcune persone e la nostra critica è rivolta solamente al modo in cui sono stati rappresentati i disturbi alimentari all’interno di queste pellicole e non alla loro regia o recitazione – al contrario, in particolare per quanto riguarda To The Bone, la presenza di attori tanto talentuosi come Reeves e Collins ha fatto sì che il film fosse molto apprezzato.

Il nostro augurio è che i prossimi film e le prossime serie TV sui DCA possano informare e sensibilizzare in modo più veritiero sull’argomento, affinché diminuisca la disinformazione in merito e vengano eliminati i vari stereotipi che si sono creati nel corso degli anni.

 

Articolo di Alexia Ioana Branzea e Diana Koellen

 

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