Come finisce Them The Scare - Loro La Paura, la stagione 2 della serie horror di Prime Video
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Venerdì, 3 Maggio 2024
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Them: The Scare, la spiegazione del finale della seconda stagione della serie horror di Prime Video

Come si conclude la storia di Dawn Reeve e cosa succede nell'ottavo e ultimo episodio intitolato "la scatola"

Se avete finito di vedere Them: The Scare (Loro: La Paura in italiano), la seconda stagione della serie horror di Prime Video, avete capito sicuramente una cosa: che Them non è davvero una serie antologica, nel senso che per capire completamente il finale di questa stagione 2 bisogna aver visto anche la prima stagione. Ma se anche avendo già visto la stagione sottotitolata The Covenant vi è rimasto più di un dubbio non preoccupatevi, è perfettamente normale.

Proviamo allora a fare una sintesi-spiegazione dell'ottavo e ultimo episodio di Them 2, in cui quando necessario faremo anche un ripasso di come finiva la stagione 1 per mettere in luce rimandi e analogie, mentre al termine ci esprimeremo su tutte le questioni rimaste irrisolte. Ovviamente, se non avete visto tutto sappiate che di qui in avanti è pieno di spoiler. 

La recensione di Them: The Scare

Them 3 ci sarà? Cosa sappiamo finora

Breve riassunto della stagione

La protagonista è la detective Dawn Reeve del LAPD, interpretata da Deborah Ayorinde che era protagonista anche nella prima stagione nei panni di mamma Lucky Emory. Un giorno del 1991 Reeve viene chiamata per rilevare un omicidio di una donna chiamata Bernice Mott, una mamma affidataria il cui cadavere con le ossa spezzate si trova nello sportello sotto il lavandino di questa casa in pessime condizioni.

Reeve, che due anni prima era stata sospesa per aver pestato a sangue un informatore del caso del killer del South Side, viene affidata all'indagine ma affiancata a McKinney, un poliziotto violento e razzista che, come scopre Dawn, fa parte di un gruppo segreto di poliziotti che seguono un "codice blu" o "muro blu del silenzio" per il quale gli agenti che ne fanno parte - tutti bianchi e razzisti - si coprono l'un l'altro nei casi in cui esercitano la loro violenza su neri, asiatici e altre minoranze. McKinney si convince subito che l'assassino della signora Mott è il sedicenne che viveva con lei e ne ha denunciato la morte, ma dai ricordi che la sorellina riporta a Dawn scopriamo che la signora aveva varie paranoie ed era convinta che un uomo la volesse uccidere.

Il secondo omicidio avviene nello stesso quartiere (a maggioranza nera) di casa Mott, ma sembra scollegato dal primo caso. Però fuori dalla casa Dawn nota Curtis Maynard e lo insegue quando questo scappa dopo aver detto che "lui" li ucciderà tutti. A casa sua i poliziotti trovano indizi del fatto che l'uomo è uno spacciatore, e McKinney lo pesta per ottenere una confessione. Quella sera, mentre Curtis prepara la droga di fronte al suo bambino seduto sul seggiolone, Curtis fa la stessa orrenda fine di Bernice e viene riposto nello scompartimento dove nascondeva la merce che spacciava.

Il caso viene poi passato da McKinney a Diaz, un detective di origini messicane, mentre McKinney si mette a minacciare Kelvin, il figlio di Dawn. Con Diaz, Dawn scopre un altro duplice omicidio, di due gemelle di origini asiatiche, con le stesse modalità di ossa spezzate e di paranoia riguardo a un "lui" coi capelli rossi che le spiava.

Dawn inizia a sospettare di McKnney, che ha i capelli rossi e il movente del razzismo verso le vittime. E Diaz scopre che c'è un altro caso strano, di un bambino messicano sottoposto a esorcismo. Reeve e Diaz vanno a trovarlo e anche Benny parla di un uomo dai capelli rossi che lo guardava attraverso le immagini riflesse su vetri e specchi, spiegando così le coperte sugli specchi di Bernice e Curtis. 

Quella notte Diaz e Reeve si appostano fuori casa Alvarez, e poco dopo Benny ha degli spasmi. Reeve sottrae il bambino all'esorcismo e lo porta d'urgenza in ospedale, dove però il bambino ci arriva morto e con le ossa rotte. Per Reeve iniziano i guai, perché viene indagata dagli Affari Interni, dove è pieno di amici di McKinney e di quel club di razzisti, che Reeve riconosce da quell'appostamento finito con le minacce di McKinney. E infatti provano a incastrare Dawn addossandole la colpa della morte di Benny. 

A questo punto torniamo indietro per raccontare la storia di Edmund, che vorrebbe fare l'attore e sbarca il lunario in un centro divertimento per ragazzi. Fa un'audizione che gli va male e inizia a seguire il cameraman che aveva riso di lui, ma all'inizio sembra buono quando parla con Rhonda, ne accompagna il figlio tra i giochi del suo posto di lavoro. Poi però nello studiare una parte da killer si fa trascinare e prima si fa licenziare entrando in scena alla sala giochi con un coltello, poi spaventa Rhonda a un appuntamento, in seguito si presenta al provino ma viene giustamente allontanato, poi viene arrestato quando viene sorpreso a molestare una prostituta dopo essere stato scacciato dalla casa dei suoi genitori adottivi (bianchi, ricchi e impegnati nel sociale), per essere rilasciato dopo che lo scoprono a recitare una parte da assassino; infine rapisce e uccide il povero Donovan. 

Torna a casa e sta per suicidarsi con una busta intorno alla testa, come già gli avevamo visto fare, ma viene interrotto da una nuova chiamata dei servizi sociali, che lo informano che hanno finalmente elaborato la sua richiesta e possono dargli l'indirizzo di sua sorella. A questo punto abbiamo subito capito che la sorella era Dawn, ma a sorpresa abbiamo scoperto che la storia di Edmund si svolge due anni prima, nel 1989. E infatti trova Reeve che vive ancora col marito Corey, il quale scambia Edmund per un nuovo vicino. Ma Dawn (che in due anni passa dai capelli corti a lunghissime trecce) ci mette poco a capire che l'uomo sta mentendo, e non sospettando nulla della verità lo caccia via intimandogli di non farsi più vedere.  

Due anni dopo, la madre (adottiva) di Dawn, Athena, viene perseguitata dal fantasma di Edmund, che la sprona a dire la verità alla figlia. Per cui prima Athena confessa a Dawn di averla adottata, mandando la figlia in confusione quando dagli Affari interni scopre che era stata in affido proprio da Bernice Mott. E poi scopre che i suoi genitori avevano adottato anche Edmund, che però era profondamente segnato dagli abusi subiti da Mott, esasperando Athena, che non riesce neanche a togliergli quella brutta Raggedy Ann Doll. Un giorno Athena va a fare un giro con Dawn mentre Edmund rimane a casa col padre William, ma quando tornano trovano William morto e Edmund che gioca con le medicine.

A quel punto Athena capisce di non poter più vivere con Edmund e lo riporta a casa Mott, pur sapendo a cosa condannava il bambino. Dawn piangeva e piangeva per la mancanza del fratello, finché la madre la convinse che era solo un amico immaginario. Ma ora, nel 1991, la detective Reeve ha capito che il colpevole degli omicidi non è il razzista McKinney, bensì proprio il suo fratello scomparso.

Che nel frattempo ha preso di mira suo figlio Kelvin e sua mamma Athena. Il ragazzo e la donna hanno varie allucinazioni indotte dal mostro, e Kel, che soffre di diturbi ossessivo compulsivi, ha capito che "uno di noi due morirà".  Lui viene attaccato durante una esisbizione dell'orchestra scolastica di cui fa parte, e Dawn interviene in tempo per salvarlo, ma non può far nulla per salvare la madre. Athena riceve una telefonata da una voce che si presenta come la proprietaria del negozio di giocattoli che l'ha licenziata per aver buttato nella spazzatura le bambole Raggedy Ann, ma Athena capisce che si tratta di Edmund. Ciò nonostante si presenta in negozio, dove ha uno scontro con l'ex figlio adottivo, che alla fine la uccide decapitandola, shockando ovviamente Reeve quando viene convocata sulla scena del delitto. 

Them 2 - Loro 2 La Paura - foto 3

Cosa succede nell'ultimo episodio di Them: The Scare

Dopo l'infelice incontro con la sorella che lo ha scacciato senza riconoscerlo, Edmund va a casa, registra un videomessaggio per la sorella e si suicida su consiglio del suo demonio personale, nel momento in cui la polizia sta arrivando ad arrestarlo, con la promessa di "portare lei da noi". E già qui c'è il parallelismo con la prima stagione, quando il predicatore olandese Hiram Epps era stato convinto dal demonio personificato dal bimbo trovatello Miles ad accettare il patto (covenant in inglese) di alleanza col male per vivere in eterno e continuare a tormentare le persone di colore.

Risvegliatasi a casa dopo lo svenimento per la morte di Athena, Dawn promette a Kel di proteggerlo, e in aiuto arriva anche papà Corey (ricordiamoci che Dawn ha di fatto chiuso la relazione con l'avvocato Reggie, che voleva qualcosa di più serio di quello che lei volesse). La donna va ad aprire la scatola nera dove Athena aveva lasciato i ricordi della mamma biologica di Dawn ed Edmund, e vi trova due lettere e due copertine. Chissà che c'è scritto in quelle lettere...

Reeve e Diaz capiscono chi è il killer con la parrucca rossa

In casa intanto è giunto Diaz a fare le condoglianze. Dawn non è felice di vedere colui che ritiene averla tradita, ma Diaz vuole ancora aiutarla. Ragionando insieme, Dawn realizza che tutti gli omicidi erano tutti tentativi di Edmund di comunicare la sua storia alla sorella. E capisce che deve tornare a casa di Bernice Mott per capirne di più.

Qui ripercorre mentalmente la sua precedente visita per rilevare l'omicidio di Bernice (mentre Diaz e McKinney la spiano da fuori, e McKinney è convinto che sia lei la colpevole). E notando le discrepanze tra quanto rilevato e quanto vede ora su vetri rotti, orologio fermo e pavimento sporco si rende conto che la volta prima aveva confuso la verità attuale e i ricordi di quando da piccola visse lì.    

A casa, Kel prova a spiegare quanto gli è successo al padre, che è sia incredulo sia spaventato quando vede nello specchio il riflesso della parrucca rossa sulla testa del figlio. Dawn invece va a trovare Diaz, che gli mostra quanto ha trovato su Edmund. Inseme guardano una videocassetta, quella su cui Edmund ha registrato il suo ultimo saluto alla sorella, e Dawn riconosce lo strano tipo che aveva conosciuto due anni prima. A fine video, Edmund indossa la parrucca rossa e i due detective capiscono tutto. 

McKinney fa la fine che merita

Soprattutto Dawn capisce che deve tornare a casa per salvare il figlio, ma in casa Diaz irrompe quello schifoso di McKinney che procede all'arresto di reeve, con i suoi soliti metodi violenti. Diaz prova a fermarlo ma si becca un colpo di pistola dal collega, che non si fa scrupolo né a vomitare il suo odio razzista né a confessare di aver ucciso quel ragazzo di colore membro di una gang, il caso che era costato le dimissioni all'agente onesto che aveva contestato il falso rapporto di McKinney.

Alla fine dello scontro Dawn uccide McKinney, mentre per fortuna Diaz è solo ferito a una spalla, e la detective può correre a casa dopo aver chiamato i soccorsi. Ma intanto a casa Reeve il cattivo è entrato in azione, ferendo Corey e rapendo Kel poco prima che Dawn arrivi e capisca che, ancora una volta, la resa dei conti sarà a casa Mott. 

Dawn scopre chi era sua madre 

Qui, Dawn viene trasportata in una sorta di mondo dei ricordi, dove rivive i traumi subiti da bambina, con il piccolo Edmund che la aiutava a scappare da Bernice nascondendosi sotto il lavandino (ed ecco spiegata la fine di Bernice) e le metteva una cannuccia per respirare quando la donna chiudeva la bimba in una cassa di legno per punizione. 

Inoltre, Dawn rivive anche il momento in cui la mamma biologica le affidò a Bernice. E chi è la mamma biologica? Ruby Lee Emory (interpretata ancora da Shahadi Wright Joseph), la figlia maggiore degli Emory, la famiglia protagonista della prima stagione, quella che non voleva essere nera e per questo vedeva un'amica bianca immaginaria. 

"Saranno in ottime mani" assicura Bernice a Ruby, che spiega di doversi seprare dai figli perché il padre dei piccoli se n'è andato e lei è ancora troppo segnata da quello che è successo alla sua famiglia (ma, a proposito, non ha più il segno sulla guancia sinistra di quando si tagliò la faccia con un pezzo di specchio). Per questo vuole che i figli crescano altrove, spezzando il legame col passato. Ma non del tutto, perché lascia loro due bambole Raggedy Ann prima di andarsene tra le lacrime. (E quindi, piccola curiosità: Deborah Ayorinde passa dall'intepretare la madre di Shahadi Wright Joseph nella stagione 1 a essere la figlia abbandonata di Shahadi Wright Joseph nella stagione 2: volendo, una spiegazione della somiglianze dei due personaggi di Lucky e Dawn).

Lo scontro finale Dawn-Edmund (e i rimandi alla stagione 1)

Alla fine del momento amarcord Dawn si trova davanti la versione mostro del fratello, mentre Kel urla rinchiuso chissà dove. "Tu verrai con me, non opporti, è il nostro destino" dice il mostro, mentre inizia a piegare le ossa della sorella che vede comparire una versione mostruosa di sé stessa analoga a quella del fratello. Ma invece di arrendersi, Dawn reagisce trovando il modo migliore di sconfiggere il mostro. Che è un altro rimando alla stagione 1.

Infatti, proprio come Lucky aveva sconfitto Hiram dicendogli di vederlo per quello che è, ovvero un presunto uomo di Dio che si era consegnato al male e aveva fatto azioni tremende e lontanissime dal volere del Signore, analogamente Dawn separa il fratello dalla sua parte cattiva dicendogli che lei ora ricorda quanto lui la proteggesse e la amasse, e come lei si ricordasse di lui ma Athena l'avesse convinta che si trattava di un amico immaginario.

Insomma, anche Dawn vede Edmund per quello che è, ma stavolta con l'amore anziché con l'odio. E così il mostro è sconfitto, l'anima cattiva di Dawn scompare e i due gemelli si possono finalmente salutare e abbracciare per l'ultima volta, seppure in modo del tutto soprannaturale. Il pericolo è finito, e Dawn salva suo figlio Kelvin, ora davvero al sicuro.

L'epilogo di Them: The Scare

Ed eccoci alla conclusione di questa stagione. Dawn è di nuovo di fronte alla commissione Affari interni, a cui fa sentire la registrazione di McKinney che confessa le sue malefatte mentre cerca di far fuori Reeve e Diaz. Dawn è dunque completamente scagionata dai suoi riluttanti (e ributtanti razzisti) colleghi e se ne può andare. 

Il tenente prova a prometterle un posto in ufficio quando le acque per il caso Benny Alvarez si saranno calmate, e le chiede se l'uomo coi capelli rossi di cui parlano varie testimonianze dei casi di omicidio ancora irrisolti fosse dunque McKinney. Dawn, con estrema soddisfazione sua e nostra, rassicura il suo ex capo che gli omicidi del killer sono finiti, senza specificare i dettagli, e manda sonoramente a fanc... tutto il dipartimento di polizia di Los Angeles.

Sei mesi dopo, Dawn prepara la cena e informa Kel che ci sarà di nuovo anche papà Corey: la famiglia è felicemente riunita intorno al tavolo (e il povero Reggie?), e Dawn si fa versare un bicchiere di vino anche se "domani c'è scuola" (forse ora Dawn fa l'insegnante?). Sembra un perfetto lieto fine, ma poi Dawn va a riparire la scatola nera con i ricordi di lei e Edmund.

Trova una foto di quel famoso compleanno, e si può notare che mentre lei abbraccia sorridente il fratello e la nuova bambola di colore datale dalla madre, lui è invece arrabbiato e tiene lontano la bambola con cui Athena vorrebbe sostituire la razzista Raggedy Ann Doll. 

E appiccicata sotto quella foto, ne trova un'altra molto più vecchia: c'è la famiglia Emory della stagione 1 al completo: insieme a papà Henry, mamma Lucky e le sorelle Ruby Lee e Gracie Jean c'è anche il povero Chester orrendamente ucciso da quei bianchi razzisti del North Carolina da cui gli Emory scapparono verso la California. 

Mentre Dawn prova a immaginare cosa possa essere successo di così brutto da segnare sua mamma al punto di abbandonare i propri gemelli (e forse Dawn cerca anche di capire come faccia a essere del tutto identica a sua nonna), vediamo salire le scale a un altro personaggio di Them 1: è Da Tap Dancer Man, quell'ex schiavo con la faccia dipinta di nero (come usava un secolo fa per rappresentare i neri al cinema, spesso dipingendo la faccia di attori bianchi) che nella scorsa stagione spingeva Henry a vendicarsi di tutti i razzisti, dal suo capo ai suoi vicini. 

Il personaggio giunge nella stanza dove c'è Dawn e intona ridendo il suo classico "what you gonna do?" "che cosa vuoi farai ora?" con cui incitava Henry. E l'espressione terrorizzata di Dawn mentre lo vede chiude questa seconda stagione, ma non risolve tutti i dubbi che ancora ci restano e che possiamo solo sperare vengano chiariti nella stagione 3

Il significato della bambola Raggedy Ann Doll

Negli USA questa bambola ha una lunga e contestata storia. Oltre alle polemiche su diritti d'autore, plagi, e alle accuse di razzismo, nel 1953 ci fu un caso di sangue: un uomo di nome Douglas P. Adams uccise brutalmente la moglie e la figlia e sul luogo del delitto fu trovata una bambola Raggedy Ann grande come una persona vera. 

In Them 2, la bambola è ciò che probabilmente conduce alla follia Edmund, che fin da piccolo non voleva staccarsene e che da grande dà vita a un mostro che sembra proprio un mix tra sé stesso e la bambola. E forse il fatto che Ruby abbia abbandonato i figli con questo pupazzo è il motivo per cui non è riuscita a recidere il legame tra la sua famiglia e il male. 

Quello che non torna in Them: The Scare

Già nella stagione 1 c'erano molti elementi e fili narrativi rimasti in sospeso. Per esempio come va a finire la storia dello sceriffo ucciso da Henry? E qual era il piano di quello sceriffo corrotto, per cui minacciava l'agente immobiliare apparentemente non razzista? E la morte di Betty per mano del lattaio psicopatico? E perché il marito di Betty aveva prosciugato i risparmi di famiglia andando in locali gay? Per non parlare dei poveri Midge e Dale: hanno trovato lo zucchero messo da Betty nel serbatoio della loro nuova macchina per vedetta contro il loro trasloco da East Compton? E come hanno risolto con macchina e trasloco? Boh...

Anche in questa stagione gli aspetti che non tornano sono vari e diversi: come va a finire la storia del club segreto di sbirri razzisti, ad esempio? Muore McKinney e non cambia nulla? Il tenente sa di questa cosa? E ancora: chi è Reggie, come ha conosciuto e come si è messo con Dawn? Lei era ancora sposata? E Corey, invece, dhe è in tour, che mestiere fa, il musicista? Restando agli omicidi, che senso ha la caramella che Benny Alvarez dà a Dawn quando lei gli parla dalla finestra? 

Più in generale, ci ha lasciato perplessi il modus operandi di Edmund. Ok che vuole comunicare con la sorella, ma come sceglie le sue vittime? Perché capiamo Bernice e Athena ma gli altri? Le gemelline sono state uccise solo per spiegare il punto sui gemelli? E Benny per chiarire il trauma della separazione? E Curtis invece, che senso ha la sua morte? Farlo morire di fronte al figlio è un indizio di cosa successe a Edmund e William? E a proposito, che ruolo hanno avuto i genitori adottivi bianchi di Edmund che lo hanno cacciato? 

Il nesso tra i vari omicidi non può essere la bambola, perché non si vede mai il figlio di Curtis tenere una Raggedy Ann. E tornando a Curtis non si comprende neanche il nesso con l'omicidio che Reeve e McKinney stavano rilevando quando lo hanno trovato lì fuori. Forse c'entra il "killer di South Side" di due anni prima?

E su questo punto, che storia è quella di Dawn che picchia un informatore col manganello? C'è qualche collegamento tra quei casi e questi? E sennò perché infilare questo dettaglio nella storia? Insomma, ci sono tantissime domande senza risposta in questo finale di Them: The Scare, e l'unica speranza è che vengano riprese nell'eventuale stagione 3

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