Time of darkness - Film (2008)

L'Hostel polacco: buio, senza redenzione, scuro dall'inizio alla fine anche quando vi è il cielo aperto, sporco, depravato e alquanto disturbante. Sicuramente non è un cult assoluto ma potrebbe divenirlo, con quel folle progetto nazista di carpire le anime a suon di dollaroni a scapito di giovani persone. Si vede tutto di filato.

Buona la tensione che questo piccolo horror sa creare, ottimi gli interpreti, particolarmente suggestive ambientazioni e soluzioni registiche. Ci troviamo di fronte ad un buon prodotto che nell'idea di base supera sicuramente per originalità il tanto celebrato (ma fine a se stesso) Hostel. Certo non ci sono i soldoni delle produzioni Usa, ma la creatività sopperisce a tutto.

Ambientazione polacca, introduzione del paranormale nel plot, e caratteri neri (ex fascisti) a rendere più dark un film dalla connotazione prevedibile che fallisce, però, quando cerca di staccarsene e percorrere un sentiero meno verosimile. Mary Shelley aleggia nell'aria quando assistiamo increduli al tentativo di trasmigrare menti "superiori" da un corpo all'altro: trasmigrazione che (non)avviene seguendo arcaici rituali, sorretta dal potere dell'elettricità e dalla tracotanza d'una scienza razzista. L'uomo tutto (non)può, sospeso in confini naturali e nella demarcazione della specie evolutiva.

In una Slesia popolata da mostri, 4 giovani imbecilli ambosessi alla ricerca di un loro amico scomparso un anno prima finiscono per rovinare senza possibilità di appello questo horror polacco che, pur derivativo, avrebbe potuto risultare interessante nel suo mixare ex nazi trasferelli e ammenicoli hostelliani. Fin dalle prime sequenze, vederli invece cazzeggiare allegramente pur in una situazione di pericolo mi azzera ogni possibile empatia nei loro confronti, per cui, quanto le cose filmiche si fanno più serie, non mi riesce di prendere il film sul serio.