Zendaya, ‘Challengers’ è al cinema: “Lavorare con Guadagnino significa scambiarsi l’intimità. Il mio personaggio non giudica, come invece facciamo tutti” - la Repubblica

Spettacoli

Zendaya, ‘Challengers’ è al cinema: “Lavorare con Guadagnino significa scambiarsi l’intimità. Il mio personaggio non giudica, come invece facciamo tutti”

Dal 24 aprile in sala il nuovo film del regista di ‘Chiamami col tuo nome’, un triangolo amoroso sullo sfondo dei campi di tennis. Incontro con la diva del momento: “Il mio personaggio così diverso dai precedenti, ma avevo bisogno di uscire dalla comfort zone”

3 minuti di lettura

Un triangolo amoroso sullo sfondo del tennis professionistico. Arriva nelle sale italiane Challengers, il nuovo film di Luca Guadagnino, protagonista la diva del momento, Zendaya, accanto a Mike Faist e Josh O'Connor.

Per attivare l'iscrizione alla newsletter The dreamers, dedicata al cinema e alle serie tv, clicca qui

Ventisette anni, star acclamata, Zendaya interpreta Tashi Duncan, ex ragazza prodigio del tennis dal carattere non facile, ritiratasi dal circuito, sposata ad Art (Faist) un campione in crisi al quale fa da coach. La redenzione tennistica ed esistenziale del marito subisce una battuta d’arresto quando deve affrontare il rivale Patrick (O'Connor), un tempo suo migliore amico nonché ex compagno di Tashi. Riuscirà la spigolosa ex campionessa a giostrarsi tra emozioni e sentimenti e far vincere di nuovo il marito? Per prepararsi al ruolo, Zendaya si è allenata per vari mesi con il leggendario giocatore e allenatore americano Brad Gilbert. La incontriamo insieme a Luca Guadagnino e al resto del cast in un hotel di Beverly Hills.

(afp)

Zendaya, come definirebbe ‘Challengers’?

“E' difficile definirlo. Ci sono dei momenti divertenti ma non è una commedia, c'è tensione ma non è un film drammatico, c’è il tennis, naturalmente, ma non è un film sullo sport. Non saprei incasellarlo in un genere, in un filone, ed è proprio questo che mi ha attratta fin dal principio. E' tutto al tempo stesso. Si parla di sesso, anche, in un periodo in cui l’argomento fa paura a tutti”.

Che tempo che fa, Zendaya da Fazio: "È stato bellissimo vedere Sinner dal vivo"

La sua Tashi, una figura complicata.

“Decisamente diversa dalle miei interpretazioni precedenti. Sulla carta mi faceva paura, ma mi dicevo: forse ho bisogno di fare questo film proprio per uscire dalla mia comfort zone, ho bisogno di mettermi al servizio del personaggio senza pregiudizi, lasciarmi guidare da un regista ultra sensibile come Guadagnino con cui ho sentito un'affinità dal primo pranzo insieme, peraltro vegetariano. Uno che fa un film come Chiamami col tuo nome non può che essere un talento delicato al quale prestare ogni attenzione. Nessuno come lui sa cogliere le sfaccettature più intime di una donna. E si è lasciato conoscere e capire da me. Con lui ogni rapporto è a doppio senso, una boccata di ossigeno. Non capita spesso a Hollywood. Ci vuole un italiano”.

© 2023 Metro-Goldwyn-Mayer Pictures Inc. All Rights Reserved.
© 2023 Metro-Goldwyn-Mayer Pictures Inc. All Rights Reserved. 

Ci sono delle particolari note di regia che Luca vi ha dato per le scene più intime, con la macchina da presa che si sofferma sui volti…

“Chi ha visto il film dice che non ci sono scene di sesso ed è vero: l’intimità è in tutto quello che fanno, anche senza vedere troppo senti che stai conoscendo i personaggi in modo profondo. Mi piace il modo in cui Luca sa cogliere queste sfumature di intimità nei personaggi, come gioca con la cinepresa, vedi quello che vedono i personaggi. Abbiamo fatto tante prove prima di girare, il che è un privilegio perché ti permette di stare con i tuoi colleghi e capire perché prendono le decisioni che prendono. Ad esempio, c’è una scena in cui il mio personaggio dice al marito ‘se non vinci domani ti lascio’: l’ho sempre percepita come una battuta dura, fredda, Luca al contrario la considerava come un momento di tenerezza, come se lei dicesse ‘cosa posso fare per aiutarti?’”.

Si è dovuta allenare parecchio con la racchetta…

“Prima ho fatto molta palestra, una specie di summer camp insieme a Mike e Josh. Poi i fondamentali di tennis con Brad Gilbert, la simulazione dei movimenti corretti di un professionista, la mimica del gesto atletico. Gilbert è stato un altro incontro illuminante per il quale ringrazio questo film: carisma, chiarezza di idee e grande umanità. D’altronde, ragazzi, era il coach di Agassi... E ora se la doveva vedere con me. Che grande pazienza...”.

(reuters)

Lei giocava già?

“Macchè. Non sapevo niente, conoscevo solo le sorelle Williams. La sfida che ho accettato era abbastanza spaventosa, devi fingere di essere una grande tennista ma devi fingere bene. Ricordo che quando ho iniziato a colpire le palline andavano a finire dall'altra parte della rete, tra gli alberi, mai dentro le linee. Mi dicevo: cavolo, ne ho da fare di strada. Poi ho iniziato a capirci qualcosa e a muovermi nel modo giusto, a far roteare la racchetta quasi come si deve. Ma se non inizi a quattro anni, scordati di diventare un grande tennista”.

Dove ha trovato la soluzione?

“Ho pensato che avrei dovuto approcciare il tennis come fosse una coreografia. Sono una ballerina, ho cercato di affrontare il problema ballando. Il resto lo ha fatto la mia meravigliosa controfigura, io volevo solo capire il movimento dei piedi, quel saltellare armonioso tra un colpo e un altro, gli schemi dei colpi, e dare un senso a tutto ciò. E' stato più difficile dare un senso al movimento fisico che alle emozioni e alle passioni e tutta quell'irrazionalità che viviamo come esseri umani in balia di tanta confusione”.

Chi ha visto il film parla di Tashi come di una “cattiva”.

"Penso che sia soprattutto un'incompresa. Ma è un personaggio femminile che non chiede di piacere per forza, non le interessa se le piaci o meno. E questo ti libera dalle perplessità. Né chiede perdono per le sue intemperanze. Anche per questo volevo interpretarla. Ma è facile giudicare caratteri e personaggi, lo facciamo tutti, giudichiamo e giudichiamo. Sono convinta che la bellezza di questo film è che alla fine ti fa cambiare idea su tutto. Tutti i pregiudizi finiscono fuori dal campo di gioco”.

I commenti dei lettori