Tick, tick... Boom! - Recensione

Tick, Tick... Boom! è adattato dall'omonimo musical autobiografico di Jonathan Larson.

Tick, Tick... Boom! - La recensione

LA RECENSIONE IN BREVE

  • La prima regia cinematografica di Lin-Manuel Miranda che omaggia un grande artista contemporaneo come Jonathan Larson.
  • La prova quasi da one-man-show di Andrew Garfield riesce lungo le due ore tanto a trasportare quanto a trasmettere l'anima di Larson.
  • Il tono perennemente teso e vibrante del film non riesce sempre a veicolare le fluttuazioni emotive di un'opera dal grande cuore.

«This is Jonathan Larson’s story, before…». Prima… prima di cosa? Prima che il tempo finisca, nel modo più inaspettato e nel momento meno opportuno. Nell’istante in cui sta avvenendo la magia... Tick, Tick… Boom! Con questo virgolettato inizia il film basato sull’omonimo musical teatrale di stampo fortemente autobiografico che narra le turbolenze del giovane Jonathan Larson, cameriere squattrinato che sogna la vita da artista bohemién nella spietata New York.

Lo porta sullo schermo la prima regia cinematografica di Lin-Manuel Miranda, uno degli uomini attualmente più in vista del palcoscenico teso tra Broadway e Hollywood. E Miranda sceglie di omaggiare e donare credito universale a quel Larson che alla fine artista lo è diventato davvero, nell’accezione più grande del termine, scomparso prematuramente all’età di soli trentacinque anni dopo aver scritto, diretto e completamente musicato prima Tick, Tick… Boom! e poi quello che venne, postumo, considerato il suo capolavoro, Rent. In seguito arrivarono ben due Tony Award, gli Oscar del teatro, e addirittura un Premio Pulitzer per la Drammaturgia.

Tra genialità e ansia per il futuro

Ma Larson non assisterà mai a tutto questo, così come noi, che nel film distribuito su Netflix lo incontriamo in un momento tanto fondamentale quanto critico della sua vita. Larson sta completando, riscrivendo, tagliuzzando il suo primo musical SUPERBIA da ben otto anni e un tanto agognato workshop di presentazione dell’opera è finalmente alle porte. Alle porte, però, attende anche la fatidica soglia dei trent’anni. Tick, Tick… Boom!

Nell’adattamento sceneggiato da Steven Levenson tutte le fobie e le insicurezze generazionali convergono in un unico punto, che ogni giorno di più assume per Larson la forma e la consistenza di un buco nero. «Non ho tempo» continua a ripetere il Larson interpretato da un Andrew Garfield posto al centro di un lavoro che richiede, e ottiene, una prestazione maiuscola da parte di un attore istrionico ed estremamente versatile, dal genuino talento e capace di non sfigurare nemmeno per un istante tra emotività e prova canora. «Non ho tempo» e in quel buco nero convergono affetti e relazioni, risucchiate all’interno di un momento X nello spazio e nel tempo dove tutto rischia di annullarsi per sempre.

E se va male e nessun produttore mi contatta? E se sarò costretto in una vita a metà per continuare a inseguire sogni così distanti? Arte o realtà? Un tema che è un timore, persistente, da sempre e che recentemente trova particolare discussione e interesse da parte di prodotti audiovisivi come anche Strappare lungo i bordi e La persona peggiore del mondo, a sottolineare le riflessioni di un presente quanto mai instabile sulle aspettative di un futuro quanto mai rarefatto.

 
Andrew Garfield in una scena del film di cui è il protagonista assoluto

Un musical sovraeccitato e vibrante con tutto ciò che comporta

A ben vedere il film di Miranda si interessa a questo solo nella misura del riflesso, perché l’intento principale dell’operazione di Tick, Tick… Boom! è l’affettuoso tributo al quale partecipano e fanno comparsate alcuni tra gli amici del regista e storici interpreti del musical Rent. C’è tanto cuore in questo film e si avverte dal primo all’ultimo minuto, sostenuto da un ritmo perennemente sovraeccitato, teso come una corda di violino e sempre in movimento nella magmatica testa di Larson.

Ne risente forse l’oscillazione emotiva che, essendo sempre altissima, appunto sovraesposta, non lascia praticamente mai cadere davvero giù nei momenti che dovrebbero porsi come i punti in assoluto più bassi e oscuri del percorso di Larson, espressi comunque attraverso le parole e le musiche partorite dallo stesso artista.

Di rimando Miranda attinge a tutta la sua esperienza teatrale per andare a confezionare delle trovate registiche (più o meno riuscite) che racchiudano nei quattro angoli dello schermo il gusto del palcoscenico. Siamo spesso in ambienti intimi, nell'antro dell'artista le cui quinte sono le pareti di casa e il cui respiro si apre solo in rari frangenti come quello nella sequenza del compimento dei trent'anni. C'è da dire che non trova grande supporto in scenografie che rendono, sì, la misura della Grande Mela anni novanta, del suo fermento e contraddizioni, ma che tutto sommato si fanno rapidamente dimenticabili e poco interattive nell'economia della messa in scena. A tutto questo si aggiunge anche l’utilizzo, un paio di volte, di green screen a dir poco discutibili in momenti dal valore cruciale per il film.

 
La prestazione di Garfield rende giustizia a Jonathan Larson

Resta però tutto in secondo piano rispetto alla performance quasi fagocitante di Garfield e all’anima di Larson che pulsa sopra ogni cosa, più che sufficiente a caratterizzare un musical dal cuore grande come Tick, Tick… Boom!, in grado di farsi anche piccolo per non sminuire mai il lascito di un artista scoperto probabilmente troppo tardi e scomparso troppo presto.

Verdetto

Tick, Tick... Boom! è un'opera che si fa omaggio e mette dentro più cuore possibile nel tentativo di restituire l'anima geniale e tormentata di Jonathan Larson. La prima regia cinematografica di Lin-Manuel Miranda attinge dal teatro per un film vibrante e sincero in ogni suo aspetto, che talvolta preso dallo stimolo e dai migliori intenti fagocita la narrazione emotiva. Non si fa proprio indimenticabile nell'esposizione scenografica nonostante il dialogo con la natura da palcoscenico, ma la prestazione di Andrew Garfield è maiuscola e adeguatamente magnetica.

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Tick, Tick... Boom! - La recensione

7.6
Discreto
Tick, Tick... Boom! rende nel complesso giustizia all'anima geniale di Jonathan Larson, scomparso troppo presto e interpretato con grande capacità da Andrew Garfield.
Tick, tick... Boom!
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