The Wife - Vivere nell'ombra Recensione

The Wife, recensione del film con Glenn Close e Jonathan Pryce

25 settembre 2018
3.5 di 5
12

Dietro ogni uomo c'è una grande donna... e anche un grande film.

The Wife, recensione del film con Glenn Close e Jonathan Pryce

L'attempato scrittore Joe Castleman (Jonathan Pryce) ha vinto il Nobel e lo ritira in Svezia in compagnia di sua moglie Joan (Glenn Close) e suo figlio, schiacciato dalla figura paterna. Sarà vero però quello che il biografo Nathaniel (Christian Slater) insinua? E' vero che lo stile di Joe assomiglia in modo sin troppo sospetto a quello di Joan, prima che abbandonasse il mondo dei romanzieri, scoraggiata in partenza da un mondo chiuso alle donne?

In epoca di #metoo, la tentazione di semplificare il messaggio di questo The Wife, diretto con delicatezza dallo svedese Björn Runge, è molto forte e perfettamente legittima. L'idea di un mondo che riconosce in teoria la voce della donna, ma che a conti fatti ne limita la realizzazione, è di certo la base su cui la sceneggiatura di Jane Anderson è stata costruita, partendo dal romanzo di Meg Wolitzer. La nobiltà con cui Joan ha una forse tardiva ribellione al suo ruolo-ombra di certo rende molto solido l'aspetto più motivazionale della storia.

A dispetto del messaggio più ovvio (ma non meno importante, sia chiaro), The Wife è qualcosa di più di un film a tesi, perché rischia nel mettere in gioco non due ideologie ambulanti, bensì due esseri umani con le proprie ambizioni, e una coppia di amanti che cerca di far quadrare i conti delle proprie emozioni. Allo spettatore è richiesto di interpretare quello che Joe e Joan fanno e dicono, ma anche quello che, in diverse scene, scelgono di non fare e di non dire. Avrete pochi dubbi al termine del film nel capire come si siano svolti i fatti, ma avrete molti più dubbi nel cercare di capire quale valore dare alle azioni dei protagonisti, a isolare i buoni dai cattivi. E' un esercizio salutare.

Ciò accade perché The Wife non è soltanto un lungometraggio sull'emancipazione femminile. E' per esempio anche un film sull'ambizione, sulla sua declinazione, sull'interpretazione che diverse persone possono dare di essa, sul tipo di sacrificio che siamo disposti a compiere per dare un senso alla nostra vita professionale e creativa. E' anche un film sull'arte e sulla sua diffusione, e questa chiave di lettura è strettamente legata all'altra riguardante l'aspetto sentimentale della storia: la scombussolata relazione tra i due protagonisti ha di fatto generato la gloria e il premio. Joan ha anteposto la sua volontà di esprimersi al riconoscimento pubblico di questa stessa volontà: ha trovato un compromesso con la discriminazione, ma era anche sinceramente innamorata di un uomo con poche qualità, però in grado di vendere un sogno alla gente in un modo che non le sarebbe stato consentito fare.

Il fascino di The Wife è nell'alternarsi tra il tema principale dell'emancipazione e lo stupore per un legame forse disfunzionale eppure paradossalmente solido tra uomo e donna: commuove sul serio che quest'unione appaia come follemente indispensabile, senza negare mai la triste debolezza di lui. Un consiglio: senza rivelarvela, vi consigliamo di concentrarvi sull'azione che compie Joan nella scena finale. Più vi sforzerete di darvi un senso, più avrete reso onore agli autori e alla straordinaria performance dei due interpreti.



  • Giornalista specializzato in audiovisivi
  • Autore di "La stirpe di Topolino"
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