Monolith (2023): la recensione del film fanta-cospirazionista di Matt Vesely - Il Cineocchio
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Voto: 5.5/10 Titolo originale: Monolith , uscita: 26-10-2023. Regista: Matt Vesely.

Monolith (2023): la recensione del film fanta-cospirazionista di Matt Vesely

29/04/2024 recensione film di Gioia Majuna

Lily Sullivan è la brava protagonista di un'opera girata in una sola location che punta forte sulle atmosfere, riuscendo nell'intento a metà

In Monolith, mystery thriller dal tocco fanta-cospirazionista girato in una sola location del regista australiano Matt Vesely (System error), una giornalista investigativa recentemente caduta in disgrazia tenta di salvare la propria carriera accettando un compito per lei ignobile e umiliante: avviare un podcast.

Monolith (2023) film posterLo chiama Beyond Believable ed è una sorta di tenebroso programma di genere true-crime incentrato su misteri assurdi – o piuttosto, come confessa la donna in un momento di frustrazione, un “podcast per clickbait” per ascoltatori con “un quoziente d’intelligenza inferiore a quello di una scimmia lobotomizzata”.

È molto lontana dai gloriosi momenti di gloria sui principali quotidiani nazionali, ma il succulento intrigo fornito da un potenziale grande scoop si rivela inevitabilmente seducente. Quando si imbatte in una storia che coinvolge allucinazioni di massa, artefatti bizzarri e (forse) ladri di corpi alieni, lei e il suo pubblico ne diventano ossessionati.

Fino a che punto si spingerà per perseguire questa ossessione è la forza trainante del film.

La 29enne Lily Sullivan (La casa – Il risveglio del male) interpreta questa reporter senza nome con un’intensità cauta e tormentata, e si dimostra più che in grado di portare avanti questo one-woman-show.

Matt Vesely fa poiu un buon uso dell’unica ambientazione di Monolith – una grande casa modernista arredata in modo sobrio sulle colline australiane di Adelaide – e ricava una certa dose di tensione da cose banali, come una vasca da bagno torbida e tende automatiche che si muovono lentamente.

Il film – che è stato classificato Rated R – è più efficace quando appare maggiormente granuloso, quando la protagonista incide con cura frammenti di registrazioni audio e spulcia materiali di ricerca, scene che ricordano fortemente il Blow-Up di Michelangelo Antonioni e il Blow Out di Brian De Palma.

Eppure, Monolith diventa più difficile da prendere sul serio man mano che gli aspetti drammatici si intensificano, soprattutto quando Lily Sullivan, trovandosi in pericolo, si lancia in un appello appassionato: “Devo continuare questo podcast!” e il finale che lascia più dubbi che certezze potrebbe lasciare molti insoddisfatti.

Di seguito trovate il trailer internazionale di Monolith, disponibile solo a noleggio su Infinity: